I segreti dell’Etna, sotterranea tra ghiacciai, ghiacciaie, grotte e granite

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I segreti dell’Etna, sotterranea tra ghiacciai, ghiacciaie, grotte e granite

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Pubblicato in Cultura e Società · Giovedì 29 Set 2022
Tags: VulcanoEtnaSiciliagraniteniviere

I segreti dell’Etna, sotterranea tra ghiacciai, ghiacciaie, grotte e granite

L’Etna dà sempre spettacolo, una lunga eruzione di dieci anni ha dato vita a numerose grotte. Tra queste, la Grotta del Gelo, sita a Randazzo, anticamente la zona era percorsa dai mulattieri, che con le loro carovane sostavano nei pressi della grotta per dissetare gli animali
Nelle vicinanze sorgono molte altre cavità meno note, tra cui la grotta dei Lamponi, quella di Aci e quella dei Pecorai, dalla toponomastica non casuale. La prima infatti è contraddistinta da una folta vegetazione, la seconda è stata scoperta da un gruppo dell’acese, la terza invece era frequentata dai pastori durante la transumanza e sfruttata come riserva d’acqua.
Tutto questo per arrivare a parlarvi della  conosciutissima granita.
Si ipotizza che la granita sia nata ad Acireale perché in questa zona era uno dei pochi luoghi della Sicilia dove era possibile avere grandi quantità di neve e ghiaccio durante l’inverno, che venivano conservati nelle grotte o in ghiacciaie scavate nella roccia e poi distribuiti durante i periodi estivi con dei carretti.

Furono prima gli Arabi a fornire questa ricetta con lo sharbat che era composto da ghiaccio o neve, zucchero di canna, petali di fiori e frutti.

I nobili usavano la neve che d'inverno veniva raccolta sui monti Peloritani, Nebrodi, Madonie, Etna o Iblei e stivata durante l'anno nelle nivieri, apposite costruzioni in pietra erette sopra grotte naturali o artificiali.
Durante il XVI secolo si apportò un notevole miglioramento alla ricetta dello sherbet, scoprendo di poter usare la neve, mista a sale marino, come eutettico per poter congelare le preparazioni, la neve raccolta passa da ingrediente a refrigerante, grazie al processo di mantecazione nel pozzetto.
Nasce il pozzetto, un tino di legno con all'interno un secchiello di zinco, che poteva essere girato con una manovella. L'intercapedine veniva riempita con la miscela eutettica e il tutto poi posto in un letto isolante di paglia. La miscela congelava il contenuto del pozzetto per sottrazione di calore, mentre il movimento rotatorio impediva la formazione di cristalli di ghiaccio grossi.

Originariamente la granita andava accompagnata dal pane fresco e croccante col tempo è stato sostituito dalla tipica brioscia siciliana preparata con pasta lievitata all'uovo e dalla forma a base semisferica sormontata da una pallina, chiamata tuppu. A granita câ brioscia era ed è la colazione tipica dei siciliani, specialmente in estate e nelle zone costiere.

Nel corso del XX secolo, il pozzetto manuale raffreddato da ghiaccio (o neve) e sale è stato  sostituito dalla gelatiera.

https://www.nivarata.it/
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