La badessa del Teatro Massimo di Palermo

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La badessa del Teatro Massimo di Palermo

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Pubblicato in Cultura e Società · Sabato 03 Dic 2022
La badessa del Teatro Massimo di Palermo
Palermo la bellissima capitale della Sicilia, affacciata sulla costa del Mar Tirreno, nella pianura della Conca d’Oro, tra le sue numerossissime meraviglie ha anche il maestoso Teatro Massimo.
Tirate fuori le macchine fotografiche dagli zaini e pronti a fotografare.
Un passo indietro, siamo nel 1859 e si stanno avviando le prime valutazioni urbanistiche per la costruzione di uno dei teatri che sarebbe entrato di diritto fra i più grandi d’Europa.
È in questo monastero “nobiliare”, abbattuto nel 1875, che si incontrano storia e leggenda. Il settembre del 1866 fu testimone dell’amara “rivolta del sette e mezzo”, infatti durò appena sette giorni e mezzo, la sommossa antigovernativa.
Il culmine arrivò il 16 settembre 1866: il monastero delle Clarisse (sfrattate) viene preso d’assalto e divenne ricovero per gli insorti nei giorni della rivoluzione.
L'inaugurazione del teatro avvenne l’11 maggio del 1897 con il “Falstaff” di Giuseppe Verdi, precedentemente nello stesso luogo vi erano la chiesa delle Stimmate e il monastero di San Giuliano, dettagli importanti per comprendere al meglio il mistero che sembra celare questo luogo.
La struttura per un lungo periodo, però, cadde in disuso, più precisamente dal 1974 fino al 1997 a causa di interventi di restauro.

Un tempo nell’area di via Maqueda al posto del teatro sorgevano le chiese delle Stimmate e di San Giuliano con i rispettivi monasteri.  Sino al periodo napoleonico, era uso seppellire i defunti nelle cripte delle chiese. E fu così che demolendole per fare posto all’attuale teatro in pratica vennero profanati i cimiteri.
Si racconta che il fantasma della badessa risvegliata dal suo eterno sonno maledisse il teatro in costruzione. Da allora si aggira nei luoghi più bui del palcoscenico e dei corridoi perseguitando tutti quelli che vi lavorano dalle maestranze agli artisti.
Tra i “dispetti” più accertati e tramandati vi è la strana casistica per cui ogni scettico che non creda all’esistenza dello spettro inciampi o meglio “attruppicchi” al primo gradino della rampa della scalinata principale o le spaventose apparizioni nella famosa sala degli specchi che avrebbero tolto la voce ad una celebre cantante pochi minuti prima della sua entrata in scena.

Viene anche da pensare che la decisione di costruire il Teatro Massimo proprio lì, non fu solo frutto di un elaborato piano urbanistico. Il fortino resistette alla reazione del Regno d’Italia, ultimo baluardo di una richiesta repubblicana venne schiacciato coi cannoni ma non solo c'è chi considerava l’antica civiltà siciliana «barbari o semibarbari, non ancora pervenuti al loro stesso grado di civiltà».

Potremmo concludere che il fantasma che infesta il grande teatro palermitano è molto più di una leggenda o d'una suora che vaga, quello che serpeggia è una delle storie di repressione, ingiustizia e sangue, uno scontro di idee politiche, fermato con il sangue.


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