Salemi, un borgo tra vigne, un castello, leggende

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Salemi, un borgo tra vigne, un castello, leggende

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Pubblicato in Città Paesi Borghi · Giovedì 23 Mar 2023
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Salemi, un borgo tra vigne, un castello, leggende, un museo della mafia ed un museo rituale dei pani votivi

Salemi è un comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia, situato nel cuore della Val di Mazara.

Il Castello Normanno Svevo di Salemi ed i tre fratelli

Il Castello Normanno Svevo di Salemi, la sua prima costruzione, stando ad una leggenda medioevale, avrebbe avuto origine dall’ accordo intercorso fra due fratelli ed una sorella i quali, contendendosi la supremazia della zona ma volendo al contempo saggiamente evitare inutili dissidi, avrebbero deciso di costruire ciascuno un castello in tre alture diverse ma pressoché speculari: chi l’avesse ultimato per primo avrebbe guadagnato il diritto di rimanere mentre gli altri due, senza cercare rivalse, sarebbero andati a cercare fortuna altrove. Vinse la sorella che, con un po’ di malizia tutta femminile, ricorrendo ad uno stratagemma grazie al quale fece falsamente credere di avere già ultimato la costruzione, indusse i fratelli ad abbandonare ancora incompiuti i due castelli, rispettivamente, in località Settesoldi e Mokarta, dove effettivamente ancora oggi persistono tracce di antichi ruderi
Il suo impianto planimetrico ha forma di trapezio irregolare ed è orientato in direzione nord est – sud ovest con due torri quadrangolari alte venti metri agli angoli di sud est e sud ovest ed una torre cilindrica alta trenta a nord ovest. Sguarnito rimane il quarto angolo, forse a causa della naturale situazione orografica che era naturalmente munita per la presenza di un dirupo quasi inaccessibile.
Si ha anche la memoria di almeno cinque porte d’ingresso: Porta Gibli, Porta Santa Maria e Porta Aquila più vicine al centro storico; Porta Quercia e Porta Corleone nella zona più periferica. Nel Medio Evo era sede del “Castellano”, governatore militare ed amministrativo di nomina regia ma, data la demanialità di Salemi, scelto tra la nobiltà o la borghesia locale.
Dal punto di vista squisitamente storico il Castello si segnala per essere stato teatro di avvenimenti di rilevanza non solo locale. Il 2 aprile 1392, per citare alcuni esempi, ospitò la famiglia reale spagnola che, approdata a Trapani, si recava via terra a Palermo per la cerimonia dell’incoronazione; l’11 novembre 1412 qui si adunarono i rappresentanti di tutte le città filo-aragonesi.

Garibaldi ed i mille a Salemi

il 14 maggio 1860 sulla sua torre più alta del castello, Garibaldi issava il Tricolore offertogli da un corteo di cavalieri venuto a Salemi dalla vicina Santa Ninfa.
A partire dal 1934 fu sede della Biblioteca Comunale e della Mostra di Cimeli del Risorgimento, importantissimi presidi culturali che nel 1984, per consentire i lavori di restauro della struttura danneggiata dal sisma del 1968, furono costretti a trasferirsi nei locali dell’ex monastero delle Clarisse.

La Chiesa di San Clemente e Fra Felice a Salemi

La Chiesa di San Clemente, comunemente detta di Sant’Annedda, è un piccolo luogo sacro, anche perchè da secoli si configura quale Sepolcro di Gesù. Sorge nel cuore del centro storico, in un contesto particolarmente ricco di chiese, alcuni dei quali ormai non più aperti al culto, ed altre da tempo sconsacrate e trasformate in dimore borghesi. Inizialmente non era che un piccolo vano donato da Don Francesco Bruno alla Congregazione dei Mortificati, comunemente detta “del Martedì“ o di “Sant’Annedda“, i cui adepti, in mancanza di una sede propria, a partire dal 1650, anno della fondazione, ogni martedì erano soliti riunirsi nei locali della sagrestia della vicina Chiesa del Rosario. Nel vano sottostante l’unico ma prezioso Altare barocco, sovrastato da un Crocifisso ligneo del Milanti, giace lo scheletro pressoché integro di San Clemente a cui la Chiesa è intitolata. Sulle pareti laterali della chiesetta si ammirano 12 tele di cm. 170 X 230 di Felice da Sambuca, al secolo Gioacchino Viscosi, raffiguranti altrettanti episodi della vita di Gesù. Nato a Sambuca Zabut, a vent’anni entrò nel Convento Francescano di Monte S. Giuliano assumendo il nome, per l’appunto, di Fra’ Felice ma apponendo nell’atto di accettazione un segno di Croce perché analfabeta. Diventato famoso dopo avere dipinto i Quattro Dottori ed i Quattro Evangelisti nel Convento francescano di Palermo, fu chiamato persino a Roma per dipingere in Vaticano una serie di tele celebrative in occasione della beatificazione del confratello Bernardo da Corleone. Sue opere si trovano a Sciacca, Corleone, Caltabellotta, Giuliana, Monreale, Termini Imerese ed a Salemi dove prima della sua morte avvenuta a Palermo nel 1805, stando al Cognata, il frate pittore a più riprese dimorò. Lungo le pareti dell’Oratorio le mirabili tele non sono disposte secondo lo stretto ordine cronologico degli episodi così come riportati dai Vangeli ma, in senso orario, secondo la seguente disposizione: “Lavanda dei piedi”, “Orazione all’orto”, “Flagellazione”, “Incoronazione di spine”, “Gesù cade sotto la Croce”, “Gesù inchiodato sulla Croce”, “Maria Bambina con Sant’Anna”, “Maria adolescente con San Gioacchino”, “Natività”, “Adorazione dei Magi”, “Fuga in Egitto”, “Sacra Famiglia con visione della Croce”. Presso la porta d’ingresso si ammirano altre due tele che raffigurano, “Gesù e la Samaritana” e “ Gesù ed il paralitico in barella”, attribuite al Frate da Sambuca. Il ciclo pittorico di Sant’Annedda", costituisce la sintesi della cultura di Fra’ Felice.

L’ex Chiesa Madre di Salemi

L’ex Chiesa Madre di Salemi, dedicata a San Nicola di Bari, crollò in seguito al terremoto del 1968. Oggi rimangono solo i ruderi dell’abside come fondo scenico della piazza in memoria del terremoto e come simbolo di rinascita del paese.

Il Museo del Pane Rituale di Salemi

Il Museo del Pane Rituale di Salemi ha lo scopo di far conoscere l’importanza e le tradizioni legate al pane, elemento centrale nella cultura gastronomica siciliana e mediterranea. L'importanza del pane in Sicilia viene evidenziata nelle feste, durante le quali venivano prodotti varie forme di pane, differenti di paese in paese, alcune finemente lavorate, a cui erano legati profondi significati. Il Museo del Pane Rituale di Salemi è diviso in due sezioni: Pani della tradizione salemitana e pani della tradizione siciliana, come quella di e quella di San Biagio Platani, nell’agrigentino, gli archi di pasqua di pane.

Il Museo della Mafia e Officina della Legalità di Salemi

Il Museo della Mafia e Officina della Legalità di Salemi, ospitato all'interno dell'ex convento dei Gesuiti, è dedicato a Leonardo Sciascia. Il museo espone installazioni, opere, raccolte di testimonianze e documentazioni raccontano la storia degli ultimi 150 anni di Mafia.

Al Mukhim una leggenda a Salemi

Un'altra leggenda un po' meno conosciuta narra di uno stivale pieno di monete d'oro e di pietre preziose che l'Imperatore Federico II di Svevia avrebbe donato al valoroso guerriero arabo Al Mukhim per premiarlo della sua fedeltà. Questi, prima di partire per la Terra Santa al seguito del suo munifico Imperatore, pensò bene di mettere al sicuro il prezioso tesoro in un nascondiglio, solo a lui noto, fra le mura del nostro Castello. Al Mukhim, purtroppo, caduto in un'imboscata, non fece più ritorno dalla Palestina ed il suo prezioso stivale sta ancora aspettando di dare la ricchezza a qualche fortunato.


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