I viaggiatori del grand tour in Sicilia nel fine 700 primo 800

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I viaggiatori del grand tour in Sicilia nel fine 700 primo 800

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Pubblicato in Cultura e Società · Mercoledì 29 Mar 2023
Tags: GrandtourSicilia

I viaggiatori del grand tour in Sicilia nel fine 700 primo 800

I primi viaggiatori del Grand Tour sono stati gli inglesi, il viaggio voleva essere intenzionalmente formativo, era impregnato della cultura illuministica, nel viaggio ritrovava quell’appassionato desiderio di conoscere e di far conoscere il mondo.
Successivamente si diffuse anche in altri Paesi coinvolgendo francesi e tedeschi che partirono alla scoperta dell’Italia e della remota Sicilia.
L’Italia, patria di Dante, di Leonardo, di Michelangelo, di Raffaello, divenne la meta prediletta del Grand tour, ma arrivare in Sicilia significava raggiungere una terra misteriosa e difficile.
Il nome tour, stava ad indicare che questi viaggi erano molto lunghi e prevedevano il passaggio attraverso svariate mete.
Nel Grand Tour, la Sicilia è diventata una meta sempre più ambita da tanti viaggiatori. Gli itinerari per arrivarci erano uno da sud, da Siracusa, attraverso la vecchia rotta marittima dei pellegrinaggi a Gerusalemme, passando per Malta per giungere in Sicilia, e l’altro da nord, in cui i viaggiatori, provenivano da Roma o Napoli, verso Messina o Palermo, le strade siciliane del tempo nonostante gli impegni intrapresi erano poche.
I primi visitatori, e quelli tra i più noti, furono Johann Hermann von Riedesel, Patrick Brydone, Jacques Philippe D’Orville, poi seguirono tanti altri come Vivant Denon, Jean-Pierre Houël, Goethe, Friedrich Maximilian Hessemer, Alexis de Tocqueville, Alexandre Dumas, Guy de Maupassant, per citarne alcuni.
La nostra isola per la sua lunga storia e per tutti quei popoli che si sono succeduti nelle dominazioni nei secoli non poteva non affascinare i viaggiatori europei, le peculiarità dell’isola, arcipelaghi, vulcani, il mare e panorami mozzafiato senza dimenticare le testimonianze archeologiche della civiltà classica, le testimonianze archeologiche, i castelli, le chiese, l’arte barocca che si affaccia nell’isola, l’itinerario del Grand Tour in Sicilia non era uguale per tutti.
Come non citare le famosissime parole di Goethe “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto” o ancora le parole di Hessemer “La Sicilia è il puntino sulla i dell’Italia, il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore”.
Tra i luoghi più visitati durante questi viaggi storici non potevano mancare le isole Eolie con i vulcani di Stromboli e Vulcano, una meta molto amata era Taormina con i suoi panorami sull’Etna e il mare. L’ascesa dell’Etna era una tappa obbligatoria, così come le testimonianze archeologiche di Siracusa, Agrigento, Segesta e Selinunte.
Non mancano le visite a Messina, a Palermo, le ville di Bagheria, i faraglioni di Aci Trezza e altre località siciliane.
Il Grand Tour è stata un’esperienza magnifica per i viaggiatori del tempo, non senza pochi disaggi.
Ma come perdersi la Sicilia, un museo all’aperto, temperature miti, innumerevoli opere d’arte e architettoniche e la ricchezza di siti archeologici, oggi alcuni patrimomio dell’unesco.
Quello che la rese una meta ambita, nel 1773, la pubblicazione del libro “Un tour in Sicilia e Malta” di Patrick Brydone, la Sicilia entra ufficialmente nell’itinerario italiano del Grand Tour.
Erano viaggiatori del Nord, che tra molte fatiche giungevano per vedere l'Italia, ma c’è chi si spingeva fino al luogo dove la luce diventa abbagliante e la bellezza infinita, la Sicilia.



Nel '700 esploso il grand tour, percorso di conoscenza che ogni artista, prelato, nobile, o semplice viaggiatore, doveva effettuare, si scontrava con un sistema stradale quasi inesistente se non in alcuni punti dell’isola. il sistema postale borbonico in Sicilia era solo allo stato embrionale.
Spesso nei racconti dei viaggiatori, si comincia con l'asserzione: "le strade erano rare e scomode, i mezzi di trasporto estremamente rudimentali, a dorso di mulo o su scomode lettighe, le locande un puro e semplice nome abusivamente attribuito a poveri rifugi di fortuna, privi di ogni sorta di bene".
Ma oltre ai viaggiatori stranieri in Sicilia vi sono delle altre fonti che ci forniscono notizie sull'argomento: le guide postali per i viaggiatori.
Una guida in francese viene edita a Milano nel 1829 con il titolo "Nouveau guide du voyageur en Italia" stampato da Francesco Sonzogno.
Il percorso da Messina a Palermo viene indicato in miglia, senza indicazione delle poste.
L'immagine della Sicilia è insolita, in seguito si descrive il viaggio da Palermo a Girgenti, passando per Capaci e Favarotta e incontrando Trapani, Marsala e Mazzara (ora Mazara del Vallo). E' strano questo viaggio attraverso Capaci, cioè per la vecchia strada costiera e non attraverso Monreale.
Segue il percorso da Messina a Siracusa, passando per Catania, del viaggio si descrivono soltanto le bellezze monumentali.
Infine il viaggio da Siracusa a Girgenti, Attraverso Noto, Modica, Chiaromonte Terranova e Alicata (Licata).
In un'altra guida "Itinerario d'Italia, curato da Giuseppe Vallardi, e viene edito presso Pietro e Giuseppe Vallardi, a Milano nel 1835.
In questa guida viene affrontato il problema delle strade e della loro consistenza. Vediamo: "Strade dell'isola. Le antiche furono dalle tante devastazioni dei barbari distrutte, e non ne rimangono che deboli tracce, quando sul finire dello scorso secolo e meglio sul principio dell'attuale e sotto il presente regime si costrussero. E' noto che quella Amministrazione de' ponti e strade indefessa impiega nel lavoro quantità d'operai; laonde sperasi che in brevi anni si potrà con agevoli ed economici mezzi visitare quelle terre tanto interessanti per la storia di varie epoche e per i prodotti loro, che finora non hanno potuto fare i tanti illustri viaggiatori che la percorsero.”
Le distanze in Sicilia sono espresse in miglia siciliane di canne 720, cioè miglia quattro italiane di 60 al grado sono miglia cinque siciliane. (Il miglio siciliano è di metri 1487,16)".
Visitare la Sicilia non è cosa semplice come molti possono immaginare. È facile spostarsi da Napoli a Messina e a Palermo o con il battello da Malta, raggiungere Siracusa, ma visitare l'isola è un'altra cosa. Attraversare la Sicilia richiede molta forza, più pazienza e ancora di più una certa non scontata indifferenza al benessere personale. Le locande sono poche, molto poche e distanziate fra di loro.
Alla base della carenza infrastrutturale, vi è certamente un problema economico dato che i traffici maggiori sono per mare e solo i romani per i loro traffici commerciali, quasi assenti per terra nella Sicilia del 1800, giustificherebbero una rete viaria anche se inferiore a quella costruita dai romani.
E’ più probabile un problema politico, una classe dirigente di baroni siciliani, d’un clero detentore di parecchie baronie, che mal vedono la costruzione di strade, un lusso ed un investimento antieconomico.
Costoro temono che le nuove strade apportino modifiche sostanziali al sistema economico isolano. L'economista Paolo Balsamo, autore di un volume dove annota vari prezzi di generi di largo consumo riscontrati in un suo viaggio da Palermo alla contea di Modica, rileva come tali prezzi sono differenti da un paese all'altro, anche vicino. È questa la causa di una tradizione dove i prodotti locali sono consumati nel villaggio o provincia dove sono prodotti, senza inviarli altrove.
D'altra parte a questa tendenza "ambientale" se ne riscontra un'altra: tutti i generi posti in commercio, pane, carne, legumi, olio, persino la neve, venivano dati in gabella a persone che ne sfruttavano il monopolio.
La mancanza di strade, principalmente impediva questi piccolo commercio "interpaesano" che sarebbe stata l'ossatura per la nascita di un settore commerciale.
Il sistema postale, era un tracciato a due linee le corse principali. C’erano l'ufficio postale e le località di capocorsa.
Oggi le strade sono più efficienti i collegamenti sono cambiati ed è possibile fare un tour culturale in versione lusso, ripercorrendo le strade, i secoli di storia e le storie che si sono succedute nel tempo, mantenendo inalterato lo spirito e il desiderio di conoscere.




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