L’uomo, il commercio, il benessere i carusi siciliani nelle zolfare

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L’uomo, il commercio, il benessere i carusi siciliani nelle zolfare

L’uomo, il commercio, il benessere, sono stati utilizzati non sempre razionalmente ma come detenzione del potere e tramite le risorse agricole e minerarie il processo di sfruttamento intensivo delle risorse della terra il fenomeno chiamato rivoluzione industriale ci ha portato i primi dell’Ottocento, a vite senza luce, alla tragedia dei “carusi” nelle zolfare siciliane, tra le province di Caltanissetta, Enna e Agrigento, erano presenti la maggior parte delle cave di zolfo. Lo chiedeva l'industrializzazione e la produzione tessile in Francia e Inghilterra, crebbe improvvisamente e vertiginosamente la domanda internazionale di zolfo per la produzione di acido solforico, necessario a quell'industria, nel mentre l'industria estrattiva siciliana, che sembrava così fiorente all'inizio degli anni del 1830, subì una dura battuta d'arresto in seguito alla nascita del monopolio, ma soprattutto di nuovi canali di approvvigionamento, l’estrazione dello zolfo siciliano nel commercio internazionale è irrimediabilmente compromessa, con la minore richiesta ristagna l’estrazione  richiesta dello zolfo e si determinerà il declino dell'attività estrattiva siciliana.

Sono alcune centinaia le zolfare divise tra le province della Sicilia centrale, il trasporto dello zolfo venne effettuato fin quasi alla fine del XIX secolo per mezzo di carriaggi a trazione animale fino agli approdi di imbarco lungo la costa mediterranea della Sicilia tra Licata e Porto Empedocle. Verso la fine del secolo iniziò la costruzione di tranvie e piccole ferrovie minerarie, che convogliavano il minerale verso i vagoni delle ferrovie a scartamento ridotto costruite in gran numero.
La Dittaino-Piazza Armerina, La Dittaino-Leonforte, La Lercara-Magazzolo, La Ferrovia Agrigento-Naro-Licata, la Canicattì-Caltagirone.

I nuovi sfruttati “I carusi” trasportavano i carichi di zolfo, lunghi viaggi al buio nei cunicoli, caldi ed umidi, tanto da tenerli svestiti per il troppo caldo, schiacciati dal peso dei sacchi, queste condizioni hanno ispirato diverse opere, a cominciare da I carusi di Onofrio Tomaselli realizzata nel 1905 e oggi esposta alla Galleria d’arte moderna Sant’Anna di Palermo. Renato Guttuso, con La zolfara.
Le cave sotterranee sono ben presenti anche nell’immaginario letterario: basti pensare alle novelle Il fumo e Ciàula scopre la luna di Luigi Pirandello, Rosso Malpelo di Giovanni Verga. Le zolfare sono anche protagoniste del resoconto di viaggio Le parole sono pietre di Carlo Levi e del più noto libro di Leonardo Sciascia Le parrocchie di Regalpetra. «Giovinetti, quasi fanciulli a cui più si converrebbero e giocattoli, e baci, e tenere materne carezze, che prestano l’esile organismo all’ingrato lavoro per accrescere poi il numero dei miseri deformi».

Sono finiti i tempi dell’estrazione dello zolfo dei carusi, nel 1991 una legge regionale ha istituito l'ente Parco minerario di Floristella-Grottacalda, in provincia di Enna, la cui miniera di Floristella, risalente alla fine del XVIII secolo ha svolto attività fino al 1984. Nel Parco è presente anche la solfara Grottacalda e il pregevole palazzo del barone di Floristella, Agostino Pennisi, geniale imprenditore che ivi fece dimora con la propria famiglia.
Successivamente con due decreti del 1994 e del 1996 l'Assessorato regionale ai beni culturali ed ambientali della Regione Siciliana ha sancito l'interesse etno-antropologico delle dismesse zolfare di Lercara Friddi.
A Catania la cittadella dello zolfo, è stata recuperata negli anni settanta integrando nuovo e antico e creando Le Ciminiere un'area fieristica, espositiva e per convegni.
Il 26 settembre 2007 alla Camera dei deputati è stata presentata la proposta di Legge N. 3067 d'iniziativa di alcuni deputati, la Istituzione del Parco nazionale geominerario delle Zolfare di Sicilia; il decreto è decaduto con la fine della legislatura nel 2008. Nel 2010 è stato inaugurato il Museo delle Solfare di Trabia Tallarita, allestimento permanente presso il sito minerario di Trabia (Riesi), che ospita un ricco percorso storico-tecnico sull'epopea delle solfare siciliane.

Numerose sono le strutture museali dello zolfo presenti in Sicilia:
a Caltanissetta: Museo mineralogico, paleontologico e della zolfara Sebastiano Mottura
alla Stazione di Villarosa Treno Museo dell'Arte Mineraria e Civiltà Contadina
a Lercara Friddi: Museo e parco industriale della zolfara di Lercara.
a Montedoro (CL): Museo della zolfara
a Villarosa: Museo della memoria
a Piazza Armerina: Lega zolfatai (1903)- Mostra permanente della civiltà mineraria
a Casteltermini: Miniera - Museo Cozzo Disi
a Riesi: Museo delle solfare di Trabia Tallarita

«Otto sono i minatori
ammazzati a Gessolungo;
ora piangono i signori
e gli portano dei fiori.
Hanno fatto in Paradiso
un corteo lungo lungo;
da quel trono dov'è assiso
Gesù Cristo gli ha sorriso.»

(Michele Straniero, La zolfara)
Fonti di questo articolo:


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