Licata turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

Città e Comuni in Sicilia

Benvenuti su "Città, Comuni e Paesi di Sicilia", la guida turistica per scoprire le meraviglie dell'isola più affascinante del Mediterraneo. Da monumenti storici a panorami mozzafiato, da parchi archeologici a teatri greco-romani, lo stile barocco e tanto altro ancora: qui troverai tutto ciò che rende la Sicilia unica. Preparati a immergerti nella sua storia millenaria, ad assaporare la sua cucina deliziosa e a perderti tra le stradine pittoresche dei suoi comuni. Scopri con noi le bellezze nascoste e lasciati incantare dalla magia di questa terra ricca di tradizioni e cultura.
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Licata turismo, guida turistica del Comune

Licata turismo, guida turistica del Comune

Licata turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Licata sorge lungo la costa meridionale della Sicilia è prevalentemente pianeggiante, con alcuni modesti rilievi collinari. In generale può dirsi che la morfologia del paese è fortemente caratterizzata dalla presenza del fiume Salso
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Chiesa di Sant' Angelo
L'attuale prospetto della chiesa, che risale al 1748, è rimasto incompiuto, ma è stato parzialmente completato nella parte centrale con due ordini di colonne. Il prospetto sarebbe stato collaudato o parzialmente realizzato da Francesco Bonamici, originario di Lucca e architetto militare dell'Ordine di Malta e poi sarebbe stato ripreso, senza che riuscisse a completarlo,   dall'architetto Angelo Italia, ingegnerio gesuita licatese, che proprio a Malta ha conosciuto il barocco romano nelle opere di Bonamici. La chiesa di Sant'Angelo, a tre navate con colonne, dunque, doveva avere un prospetto di puro ordine dorico toscano colonnato su due ordini e due corridoi interni, destinati anche a cappelle gentilizie, cinque ingressi monumentali, e due    campanili laterali, mai realizzati, così come la chiesa Madre di Palma di Montechiaro. L'attribuzione all'Italia è confermata dalla presenza di alcuni temi compositivi che è possibile riscontrare nelle opere a lui riferite con sicurezza come la disposizione di due campanili simmetrici affiancati al corpo della facciata e il telaio architettonico di colonne libere appoggiate che valgono ad accentuare la centralità dello schema compositivo. Il campanile, realizzato in seguito, ospita quattro campane, una grande dov'è presente l'immagine di Sant'Angelo e tre di media dimensione. Agli anni ottanta, risale l'intervento da parte degli architetti Pietro Meli e Salvatore Scuto per il consolidamento ed il restauro del prospetto centrale della chiesa;   nello stesso periodo, in occasione dell'ottavo centenario della nascita di Sant'Angelo, i devoti donarono alla chiesa la finestra istoriata che riproduce il Santo Martire e furono realizzate le due finestre laterali che riproduco i Santi Apostoli Filippo e Giacomo.
www.santuariosantangelo.it
Il Pozzo Miracoloso, racconta Tommaso Bellorosio che, i Licatesi si accorsero che in un luogo presso la chiesetta dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, indicato come il luogo del martirio del Santo carmelitano, scaturiva dell'olio di celeste fragranza che guariva persino quanti ne facevano uso.
Qualche tempo dopo, cessato questo prodigio, una donna vi avrebbe trovato un candido giglio che, raccolto, rispuntò il giorno dopo e nuovamente reciso nacque ancora per la terza volta. Il quarto giorno i fedeli, incuriositi da questo evento miracoloso, scavarono in quel posto e rinvennero le ossa di un frate che attribuirono subito a Sant'Angelo.
Rimosse le reliquie, scaturì subito nel luogo della sepoltura, come attesta Battista Mantovano, una fonte, la cui acqua, nitida e dall'odore soave, il giorno della festa del Santo Patrono arrivava sino all'orlo del pozzo, ed operava prodigi. Quest'acqua, come riferisce il Pitrè, per i suoi effetti miracolosi veniva spedita in orciuoli ed anfore sigillate col sigillo del magistrato di Licata alle città e alle province vicine. Nella seconda metà del 500, il carmelitano Diego de Coria Maldonado riferisce, che il fonte è secco tutto l'anno e che solo ai primi vespri ai secondi del giorno della festa dava tanta acqua da riempirsi. Nel 1625-27 nel corso del processo per i miracoli del Santo parecchi testimoni asserirono di aver ricevuto o di esser al corrente di grazie ricevute per l'acqua che gorgogliava in questo pozzo. Diverse sono le versioni poi sul sapore di quest'acqua: salmastra, più per essere vicina al mare, o amara addirittura. Diventava però dolce, tanto da potersi bere, il giorno della festa del Santo nel momento dell'elevazione dell'ostia, come attesta anche il can. Vincenzo di Palma. P. Ludovico Saggi, studioso carmelitano, che si trovò a Licata il 17 giugno del 1961, assaggiò l'acqua del pozzo che trovò dolce, nel senso che non era amara, né salmastra. Il pozzo si trova tra la seconda e la terza colonna della navata destra della chiesa e si volle nel 1673 munirlo anche di un elegante balaustra ottagonale (cm. 90 di alt. e cm. 84 di lunghezza per lato) eseguita in pietra grigia di Trapani dal maestro Giovanni Romano. Sul puteale furono collocate otto mensole a cartoccio in ferro battuto (poi rimosse), eseguite dal fabbro licatese Pietro Agguagliato. Sulla sommità del puteale stava una delicata statuina (cm. 52 di lunghezza), in marmo bianco venato, riproducente Sant'Angelo sul letto di morte. Questa preziosa scultura negli anni ottanta per questioni di sicurezza è stata sostituita con una copia in gesso eseguita dal maestro d'arte Antonio Mazzerbo.
il Castel Sant'Angelo: Forte di avvistamento spagnolo risalente alla fine del XVI secolo dal quale è visibile gran parte del litorale e della Piana di Licata
la Chiesa di Santa Maria La Nuova (Matrice): di impianto quattrocentesco e con rifacimenti di epoca barocca, ospita la Cappella del Cristo Nero, la sua costruzione risale agli inizi del XVI secolo, quando sorse per sostituire, la chiesa romanica di Santa Maria di Gesù, risalente al VI secolo.
Il progetto venne firmato da Pietro Palatino, che disegnò una struttura basilicale in stile rinascimentale su navate, con tre accessi. La nuova chiesa venne inaugurata nel 1508. Alla chiesa, dedicata alla Natività di Maria, fu attribuito il nome di "Santa Maria la Nuova" per distinguerla da "Santa Maria la Vetere", come fu ribattezzata l'altra chiesa. Nel corso dei secoli la chiesa è stata danneggiata più volte e ha subito numerosi restauri. Nel 1988 un incendio la danneggiò gravemente, rendendo necessaria la chiusura dell'edificio, che fu nuovamente inaugurato il 31 maggio 1996.
la Chiesa di Sant'Agostino, di stile rococò, conserva la celebre statua lignea dell'Addolorata
La chiesa di Santa Maria La Vetere: nel quartiere di Santa Maria, è la chiesa più antica e prima matrice di Licata, di origini due-trecentesche, o chiesa di Santa Maria di Gesù (come la intitolarono i francescani) o, ancora, chiesa di Santa Maria del Monte, sorge sulle pendici orientali della montagna di Licata, ai margini dell'attuale abitato. La zona è interessata da presenze archeologiche che si sviluppano in maniera quasi continua dalla preistoria all' età greco-romana, al Medioevo, l'edificio religioso giace su un terrazzo a circa 40 metri s. l. m., con l'asse maggiore orientato in direzione est-ovest
il Carmine: il complesso duecentesco, formato dalla chiesa e dal convento, ha subito una riedificazione nel 1700, su disegno di Giovanni Biagio Amico;
la Chiesa di Sant'Angelo, ove sono custodite le reliquie del santo che porta il suo nome;
le chiese barocche: Chiesa di San Francesco, Chiesa del Purgatorio, Chiesa del SS. Salvatore, e Chiesa di San Domenico; in quest'ultima sono ospitate due opere di Filippo Paladini Sant'Antonio Abate in cattedra (1603) e Santissima Trinità e i Santi (1611);
i palazzi nobiliari barocchi, Palazzo Bosio e i palazzi Frangipane;
le ville liberty: costruite sulla collina
il Palazzo di Città, tipica espressione del liberty siciliano, realizzato su progetto di Ernesto Basile;

www.confraternitasangirolamo.com
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