Naso, turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

Città e Comuni in Sicilia

Benvenuti su "Città, Comuni e Paesi di Sicilia", la guida turistica per scoprire le meraviglie dell'isola più affascinante del Mediterraneo. Da monumenti storici a panorami mozzafiato, da parchi archeologici a teatri greco-romani, lo stile barocco e tanto altro ancora: qui troverai tutto ciò che rende la Sicilia unica. Preparati a immergerti nella sua storia millenaria, ad assaporare la sua cucina deliziosa e a perderti tra le stradine pittoresche dei suoi comuni. Scopri con noi le bellezze nascoste e lasciati incantare dalla magia di questa terra ricca di tradizioni e cultura.
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Naso, turismo, guida turistica del Comune

Naso turismo, guida turistica del Comune

Naso turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Il comune di Naso sorge su un colle nel primo entroterra dei monti Nebrodi a 495 m di quota sul livello del mare, si possono ammirare le Isole Eolie .
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Convento di Santa Maria di Gesù del 1400, con l'ordine dei Minori Osservanti , al suo interno le spoglie del fondatore Artale Cardona, opera attribuita alla bottega del Gagini , con due statue della Temperanza e della Fortezza e due di Giustizia e Prudenza, come coperchio la figura di Artale Cardona. Un altra scultura funeraria marmorea è quella di Benedetto Calderaro con il sarcofago a forma di vasca con due arpie poggiate su due tartarughe. Monumento funebre del Conte Pier Maria Cybo e di Gaspare e Beatrice Arcabasso

CHIESA Madre o dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo , a tre navate, in stile rinascimentale, la chiesa conserva innumerevoli opere d'arte, pitture e sculture, in particolare. Caratteristica, la presenza di ben dieci altari laterali dedicati a vari Santi. Molto interessanti un Crocifisso ligneo del '600 e un tabernacolo gaginiano. Il campanile adiacente ha apice piramidale, mentre sul prospetto è inserito un antico orologio.  la statua della Madonna del Rosario di Gagini, il ciborio in marmo sull'altare maggiore, la Madonna della neve , sempre del Gagini. altare del Rosario di Bartolomeo Travagli, nella nicchia d sinistra la statua dell'Annunziata , in quella di destra l' Angelo Gabriele, l'Assunta con i sette angeli, opera sempre del Gagini

CHIESA del Santissimo Salvatore, un trittico con la Vergine tra i Santi Andrea e Gregorio, nella parte inferiore divisa in quattro lesene la storia della vita di Cristo, con la vocazione di Sant'Andrea e la Messa di San Gregorio al centro un tabernacolo con due angeli che adorano le figure di San Pietro e Paolo , in alto troviamo L'angelo Gabriele e l' Annunziata con la trasfigurazione, opera del Gagini. L'altare della Madonna di Portosalvo in legno policromo, con un edicola decorata

CHIESA santuario di San Cono Anacoreta, patrono cittadino , nell'altare riccamente decorato custodisce le reliquie del santo.
Nell'apposita cappella predisposta nella cripta dove vennero sistemate le reliquie del santo che ebbe i natali a Naso, di fronte l'ingresso laterale la cappella di San Michele la fotografia della cripta non si nota nella volta della cappella la formella con l'ascensione in cielo del santo la cripta è opera di Bartolomeo Travagli, bello il paliotto dell'altare, due putti che reggono la mitra ed il pastorale ed altre due statue, nel ciborio diviso in cinque arcate nella quale troviamo due targhe una con una storia relativa alla leggenda del santo e l'altra alla nave carica di grano che salva il paese dalla carestia.

Convento dei dei frati minori con l'annessa CHIESA e chiostro di Santa Maria di Gesù , con un pregevole monumento funebre

Museo di arte sacra Il museo è ospitato negli ambienti comunemente denominanti "le Catacombe di San Cono", architettonicamente connessi con il sovrastante omonimo Tempio e recentemente ristrutturati. L'insieme delle opere esposte è essenzialmente costituito da arredi liturgici provenienti dalle antiche Chiese della cittadina e da una serie di altri pezzi interessanti ed eterogenei variamente raccolti da ambiti ecclesiastici.
Tel.:0941 - 961060

San Cono nacque durante il regno di Ruggero II. I suoi genitori erano Anselmo Navacita e Claudia o Apollonia Santapau, appartenenti a famiglie agiate di Naso, e il bambino alla nascita fu battezzato Conone.
I genitori avevano riposto in lui grandi speranze, poiché sarebbe dovuto diventare l'erede che avrebbe continuato nel tempo il casato dei Navacita. Man mano che il bambino cresceva, però, cominciarono ad affiorare in lui atteggiamenti volti più alla Chiesa che alle occasioni mondane.
All'età di 15 anni, Conone, ascoltando la Messa, rimase colpito da diverse espressioni del Vangelo:
"Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me" (Mt 10,37); "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Lc 9,23); "Chi non rinunzia a tutto quello che possiede, non può essere mio discepolo" (Lc 15,33).
Seppur combattuto tra la volontà di seguire Cristo e quella di non abbandonare i suoi genitori, Conone decise infine di presentarsi al Monastero di San Basilio, vicino a Naso, dove venne accolto.
Qui diede prova della sua virtù, del suo amore per la preghiera e per la penitenza, della sua disponibilità anche nello svolgere i servizi più umili.
Successivamente venne mandato al convento di Fragalà, presso il comune di Frazzanò, dove conobbe San Silvestro da Troina e San Lorenzo da Frazzanò. Tanta fu la dedizione di Conone che i superiori gli proposero (e poi gli imposero) di accedere al Sacerdozio.
Dal momento che amava la vita contemplativa, riuscì ad ottenere dai superiori di vivere nella Grotta di Rocca d'Almo, dove si nutriva di erbe selvatiche, dormiva sul terreno e, giorno e notte, poteva dedicarsi alla preghiera ed alla penitenza.
Nel frattempo l'abate del Convento di San Basilio dovette allontanarsi, e invitò il Padre Conone Navacita a tornare per sostituirlo; Conone, suo malgrado, ritornò in convento. Ma poiché il Padre Superiore non poteva più tornare, i confratelli all'unanimità elessero Conone come Abate, nonostante fosse ancora giovane. Più avanti, nacque in lui il desiderio di visitare i Luoghi Santi e, ottenuti i
permessi, intraprese un lungo viaggio alla volta di Gerusalemme.
Tornato a Naso, venne a sapere la triste notizia della morte dei suoi genitori, ed essendo rimasto l'unico erede del loro patrimonio, lo vendette donando l'intero ricavato ai poveri. Dopo una breve permanenza nel Monastero, poté quindi ritirarsi definitivamente nella grotta detta di San Michele e riprendere la sua vita da eremita.
Ma la sua quiete fu turbata ancora una volta: una giovane fanciulla di Naso di nobile casato era caduta in peccato con un giovane, rimanendo così nel disonore. Ma ella incolpò l'eremita dell'accaduto, nonostante la sua tarda età e la fama di santità di cui già godeva. Conone fu denunziato al Governatore e trascinato davanti al giudice che, nonostante la difesa dell'eremita, venne condannò ad essere fustigato in pubblica piazza. Ma quando fu spogliato, comparve un corpo  coperto di piaghe, con il cilicio il vecchio abate fu allora riaccompagnato in massa dal popolo osannante nella grotta da cui, ingiustamente, era stato prelevato.
San Cono morì un Venerdì Santo, durante il regno di Federico II di Svevia. Secondo la leggenda, improvvisamente a Naso si sentirono suonare le campane, senza essere toccate da nessuno. I nasitani accorsero nella grotta di Conone per chiedere spiegazioni, ma lo trovarono, già morto, in estasi e sollevato da terra.
La fama di San Cono si è divulgata per mezzo di stampe popolari. San Cono, secondo una leggenda, protesse Naso da un'incursione dei Turchi nella prima metà del XVI secolo: comparve dietro al Belvedere Grande del paese, dal quale si può ammirare la vallata del fiume Timeto, con le sembianze di un gigante nero avente in una mano la croce e nell'altra la Sacra Bibbia che impaurì gli invasori i
quali pensarono bene di battersela. La statua del Santo che ancora oggi viene portata in processione per le vie del paese ritrae proprio le sembianze sopra descritte con una fascia, sul tronco, recitante:
"Libera i devoti dal terremoto, dalla fame, dalla peste e dalla guerra (traduzione dal latino)".
Festeggiamenti a Naso
San Cono è festeggiato il 5 marzo ricorrenza di un forte terremoto del 1600, il 1º settembre ed il 28 dicembre ricorrenza del terremoto di Messina. Delle feste che si celebrano a Naso in onore di San Cono, la più importante è quella di settembre, in cui il busto del Santo, portato a spalla da venti uomini (per lo più giovani) che urlano a più riprese durante il percorso in dialetto:"'Na vuci viva:
razzia San Cono! - Una voce viva: grazia San Cono!", parte dalla Chiesa Madre (XVI secolo), sita nella piazza centrale (piazza Roma), e viene portato in processione per le vie del paese le quali, per l'occasione, sono ornate di archi, piramidi di edera e luci variopinte. Il busto termina il suo percorso nella chiesa della Madonna della Catena della contrada Bazia, e viene riportato nel Tempio a lui
dedicato solo dopo una settimana, durante i festeggiamenti dell'"Ottava di San Cono".

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