I 23 capoluoghi siciliani - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.  
Con i nostri itinerari e le nostre raccomandazioni locali, potrai vivere un'esperienza autentica e indimenticabile in questa meravigliosa isola mediterranea.
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I 23 capoluoghi siciliani nel 1812

I 23 capoluoghi siciliani nel 1812, un tour tra le città d'un tempo, rimarrete a bocca aperta, tra monumenti civili, religiosi ed artistici, di grande interesse storico, artistico e culturale prima del moderno capitalismo, agli inizi della modernità, le città erano in massima parte molto piccole, nel primo periodo moderno potevano arrivare ad ospitare solo 10 000 abitanti,

Con la Costituzione siciliana del 1812 fu soppresso il regime feudale, e il potere legislativo venne attribuito al parlamento composto da due camere, una detta dei "comuni" (corrispondente al braccio demaniale), eleggibile con voto censitario e palese e l'altra dei "pari", con carica "perpetua, inalienabile ed ereditaria".
L'infedeltà dei baroni fu contrastata estromettendo la nobiltà siciliana dal ruolo primario di governo del paese, relegandola in una posizione di secondo piano, i valli di Sicilia vengono soppressi per lasciare il posto ai distretti e in seguito alle provincie o intendenze.

Le 23 città siciliane elevate a capoluogo di distretto le città designate come capoluogo di distretto usufruivano di diversi vantaggi politici, economici ed occupazionali nel 1812 furono:
Alcamo, Bivona, Caltagirone, Caltanissetta, Castroreale, Catania, Cefalù, Corleone, Girgenti, Mazara, Messina, Mistretta, Modica, Nicosia, Noto, Palermo, Patti, Piazza, Sciacca, Siracusa, Termini, Terranova e Trapani, nel 1838, i distretti passarono da 23 a 24, quando Ferdinando II delle Due Sicilie elevò la città di Acireale a capoluogo.

Fu il Regio decreto n. 932 dell'11 ottobre 1817 di Ferdinando I re delle Due Sicilie – con decorrenza dal 1º gennaio 1818 – che dispose la suddivisione delle tre valli di Sicilia (Vallo di Mazara, Val di Noto, Val Demone) in sette valli minori ed amministrate da sette Intendenze quali: Palermo, Messina, Catania, Girgenti, Siracusa, Trapani e Caltanissetta.

La provincia di Siracusa ebbe il proprio immediato antecedente dell'omonima provincia borbonica. Essa venne costituita il 9 dicembre 1820, nel 1865, a seguito dell'Unità d'Italia, Siracusa ritornò ad essere il capoluogo della provincia
La provincia di Agrigento, successivamente provincia regionale di Agrigento, fino al 1927 provincia di Girgenti
La provincia venne istituita nel 1927 come Provincia di Enna, con sigla automobilistica EN
La provincia di Ragusa venne istituita il 2 gennaio 1927, durante il ventennio fascista

Lo statuto speciale siciliano, emanato da re Umberto II il 15 maggio 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge costituzionale n. 2 del 1948), diede vita alla Regione siciliana, prima ancora della nascita della Repubblica Italiana, avvenuta convenzionalmente il 2 giugno seguente.
Il nome ufficiale è "Regione siciliana" e non "Regione Sicilia" per una motivazione storica oltre che per il rapporto istituzionale che lega l'isola all'Italia.
La Regione siciliana in assonanza con la "Repubblica Italiana"

Con lo Statuto speciale siciliano nel 1946 furono soppresse le province siciliane. Furono ricostituite nel 1963, recependo la normativa nazionale e furono trasformate in "province regionali" nel 1986



Tour dei 23 capoluoghi siciliani: scopri la bellezza dell'isola!

Ciao a tutti! Se siete alla ricerca di un modo per scoprire la bellezza della Sicilia, siete nel posto giusto! Oggi vi parleremo dei 23 capoluoghi siciliani del 1812, veri e propri tesori storici e artistici che vi lasceranno a bocca aperta. Con questo tour, avrete la possibilità di visitare le città più importanti dell'isola, scoprendone le tradizioni, la cultura e l'arte. Non perdete l'occasione di vivere un'esperienza indimenticabile in una delle regioni più affascinanti d'Italia!

Tra mare e architettura barocca vi raccontiamo delle 23 città della Sicilia, che sono state capoluogo della Sicilia, che hanno una storia che affonda le radici in tempi lontani, che possiedono un patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, una cucina che sa deliziare ogni palato, vi portiamo ad esplorare questa terra attraverso gli ex 23 capoluoghi per scoprire tradizioni e ammirare tesori.

Avete già visitato le mete siciliane più famose e siete alla ricerca d'un viaggio alternativo, non le solite mete, queste sono città che vi permetteranno di scoprire ancora di più la Sicilia.
Nonostante la soppressione hanno mantenuto le prerogative connesse alla qualificazione di "capoluogo di provincia", edifici storici, edifici ecclesiastici, di grande valore, molti risalenti al ‘600 che abbracciano gran parte dello spettro stilistico della regione al Barocco.

Alcamo capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Alcamo è un comune del libero consorzio comunale di Trapani, fa parte dei comuni del golfo di Castellammare, a 258 metri s.l.m. ed è situata alle pendici del Monte Bonifato, complesso calcareo che raggiunge gli 829 metri s.l.m., e che dai 514 metri s.l.m. ospita la riserva naturale Bosco di Alcamo e il santuario di Maria Santissima dell'Alto.
Gli edifici storici civili numerosi, come le architerrure religiose dal XIV secolo o le architetture militari, come i musei
D'argento, all'aquila dal volo spiegato di nero, coronata d'oro, posta sopra un monte, accostato da altri due laterali, cimati da due quercie, il tutto d'oro
La pigna d’oro, la luna e la corona di città

Bivona capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Bivona è un comune italiano del libero consorzio comunale di Agrigento, circondata dai monti Sicani, è compresa nel parco regionale dei monti sicani.
Casale di probabile origine islamica, attestato per la prima volta in età normanna, ospitò una comunità ebraica di cui si conservano le tracce nei pochi resti di una sinagoga e nel blasone popolare. Tra il Quattrocento e il Cinquecento fu uno dei maggiori centri feudali del vallo di Mazara: nel 1554 Carlo V lo elevò a ducato, il primo nel Regno di Sicilia, conferendogli al contempo il titolo di città. Accolse un elevato numero di ordini e istituti religiosi - tra cui il collegio gesuitico approvato da Ignazio di Loyola - come testimoniato da una cospicua quantità di edifici sacri concentrati nel centro storico d'impianto medievale. Vi è attestato uno dei culti più antichi di santa Rosalia di cui si abbia notizia certa.
Bivona possiede numerosi edifici religiosi. Molti dei palazzi nobiliari seicenteschi sono stati distrutti o inglobati da costruzioni più moderne.

Caltagirone capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Caltagirone è un comune della città metropolitana di Catania, centro urbano posto a cavallo tra la Sicilia orientale e centrale, si affaccia tra le due più grandi pianure dell'isola: quelle di Catania e di Gela. Fu storicamente parte del Vallo di Noto ed è capofila del circondario del Calatino. Storicamente è stata nominata con gli appellativi Urbs Gratissima e Regina dei Monti Erei.
Conosciuta per la peculiare e tradizionale produzione di ceramiche, oggi è un importante centro agricolo e turistico, nonché uno dei centri urbani più grandi dell'entroterra siciliano. Il centro storico, caratterizzato dallo stile tardo-barocco, è stato insignito del titolo di Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2002.
I secoli XV e XVII furono l'epoca aurea della Città della ceramica, che allora si arricchì di chiese, palazzi nobiliari, istituti, collegi e conventi. Nacque pure l'università nella quale si insegnavano giurisprudenza, filosofia e medicina, nonché un ospedale.
Tra le sue risorse turistiche più cospicue vanno ricordati i musei (Museo Regionale della Ceramica, Mostra dei Pupi siciliani, Galleria Civica d'Arte Contemporanea e molti altri), le chiese (se ne contano più di 50) e le ville (Villa Patti, Villa Milazzo, Giardino Pubblico Vittorio Emanuele).
D'argento alla croce di rosso all'interno di uno scudo. Ornamenti esteriori da città. Fanno parte dello stemma inoltre, per tradizione millenaria, gli ornamenti raffiguranti l'aquila coronata con le ali spiegate che con l'artiglio destro brandisce un osso di gigante, con grifoni alati ai lati
Catania capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Cefalù capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Cefalù comune della Città Metropolitana di Palermo, 16 m s.m., patrono Trasfigurazione del Signore 6 agosto, situata sul litorale tirrenico della Sicilia, inclusa nel Parco Regionale delle Madonie, fu il re normanno Ruggero II a portarla a grande splendore con la costruzione del duomo, uno dei capolavori dell'architettura normanna in Sicilia. Due torrioni quadrangolari affiancano la facciata, preceduta da un portico a tre arcate del 1471. Il maestoso interno a pianta basilicale è ricco di opere d'arte: un fonte battesimale scolpito del sec. XII; un ciclo di mosaici, nel presbiterio e nell'abside, tra i maggiori della pittura bizantina, nell'abside, eseguiti nel 1148, lo splendido Cristo Pantocratore con la Vergine, gli Arcangeli e gli Apostoli); un crocifisso tre-quattrocentesco; una Madonna col Bambino (1533) di Antonello Gagini. All'esterno, sul fianco sinistro, sono i resti del chiostro, con colonnine accoppiate e capitelli abbinati scolpiti con figure classicheggianti di ispirazione provenzale. Il Palazzo Vescovile è del 1793. In città ha sede il Museo Mandralisca, che conserva tra l'altro il celebre Ritratto d’ignoto di Antonello da Messina,

Corleonecapoluogo siciliano del 1812 al 1816

Corleóne comune della Città metropolitana di Palermo, 542 m s.m., patrono San Leoluca 1° marzo. Chiesa matrice di San Martino, chiesa del collegio di Maria, in stile rococò; la chiesa dei Cappuccini, che conserva all'interno pregevoli opere di intaglio ligneo, chiesa del Salvatore, con stucchi e affreschi, settecentesca chiesa dell'Addolorata, a pianta centrale e la Villa Comunale (sec. XIX).
Nel bosco della Ficuzza è la neoclassica palazzina di caccia di Ferdinando III di Borbone.
Lungo la strada che collega Ficuzza con Corleone, seguendo la vecchia linea ferroviaria che collegava Palermo a San Carlo (Chiusa Sclafani), una pista ciclabile, all'interno del territorio di Corleone, a pochi passi dal centro storico della città si trova il "Parco naturale della cascata delle Due rocche".

Girgenti o Agrigento capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Mazara del Vallo capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Mazara del Vallo comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 8 m s.m., patrono San Vito terza settimana di agosto, la maggior parte dell'architettura cittadina è di epoca barocca,  chiesetta di San Nicolò Regale (1124), torre circolare della casa Scuderi (sec. XV). Sulla piazza quadrangolare della Repubblica, al centro dell'abitato, si affacciano il Palazzo Vescovile con il seminario (sec. XVIII), e la cattedrale del Santissimo Salvatore, fondata nel sec. XI ma rifatta nel Seicento, che conserva tracce dell'impianto originale nella parte esterna dell'abside; l'interno, riccamente decorato con stucchi e affreschi, custodisce alcune urne cinerarie romane, sculture cinquecentesche di Antonello Gagini e altre settecentesche di Ignazio Marabitti, e, in una cappella, una croce del sec. XIII dipinta sui due lati in stile bizantino e islamico. La chiesa di San Michele barocca 1637, su un impianto del sec. XI), che conserva un ciclo allegorico composto da venti statue di scuola del Serpotta (1697), la chiesa di Santa Veneranda (1714) e quella di Santa Caterina, con una statua della santa di A. Gagini.
In occasione della festa del santo patrono si svolgono diverse processioni: quella del corteo dell'annunzio, con personaggi in costume del Seicento, quella dei quadri viventi su carri allegorici, che rappresentano episodi della vita del santo, e, infine, quella del simulacro argenteo di San Vito.

Caltanissetta capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Caltanissetta è un comune capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale, si sviluppa nell'entroterra isolano e non ha sbocchi sul mare. Il territorio, situato nella regione dei monti Erei, è prevalentemente collinare, con la cima più alta che raggiunge gli 859 m s.l.m., e l'altitudine del centro della città, 568 m s.l.m., ne fa il settimo comune capoluogo di provincia più alto d'Italia, preceduto nella Regione soltanto da Enna. A partire dall'Ottocento conobbe un notevole sviluppo industriale grazie alla presenza di vasti giacimenti di zolfo, che la resero un importante centro estrattivo; l'importanza che rivestì nel settore solfifero le valse l'appellativo di "capitale mondiale dello zolfo" e nel 1862 vi fu aperto il primo istituto minerario d'Italia.
Negli anni trenta visse un periodo di fermento culturale, nonostante le censure del fascismo, tanto che Leonardo Sciascia la definì una "piccola Atene".
Numerosi i monumenti e luoghi d'interesse e le architetture religiose, così come il folclore ed i suoi musei.

Castroreale capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Castroreale è un comune della città metropolitana di Messina, sorge sul colle Torace, un rilievo dei monti Peloritani nord-occidentali, numerosi gli edifici religiosi, pochi gli edifici civili, la cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia. La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.

Mistretta capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Mistrétta comune della Città Metropolitana di Messina, 900 m s.m., patrono San Sebastiano 20 gennaio e 18 agosto, è compreso nel parco regionale dei Nebrodi,.
La chiesa madre, dedicata a Santa Lucia, è all'esterno turrita, con il portale barocco tra due torri campanarie, all'interno è adorna di cappelle cinquecentesche, di sculture in legno, in marmo e in argento e di quadri. La chiesa di Santa Caterina conserva la massiccia torre campanaria della primitiva costruzione e una statua raffigurante la santa . Esempi di architettura civile sono il palazzo barocco Russo e il secentesco palazzo Scaduto, con pregevoli balconate, il palazzo Salamone-Giaconia e la villa Garibaldi.
La festività di San Sebastiano è celebrata dal mondo occidentale il 20 gennaio e dal mondo orientale il 18 dicembre. A Mistretta il culto del Santo sembra sia stato introdotto nell'anno 1063, ma la devozione a S. Sebastiano si accrebbe tra 1625 e il 1630, quando s'invocò la sua intercessione per fermare la terribile epidemia di peste che affliggeva tutta la Sicilia. La festa di San Sebastiano di Mistretta è considerata una delle più belle, suggestive e sentite processioni di tutta la Sicilia.
L'8 settembre si svolge la Festa della Madonna della Luce, con la Sfilata dei Giganti, che rimandano alla tradizione di Mata e Grifone, i due mitici fondatori di Messina.
Cascate di Ciddia, queste cascate, ben nove, sono maggiormente visibili nel mese di Marzo, quando lo scioglimento della neve ne alimenta il corso. La più alta, la Pietrebianche, di ben 35 metri, è la maggiore, insieme con la Cascata Occhialino di Caronia, presente sui Nebrodi. Le cascate di Ponte Ciddia e Cuttufa scorrono anche in estate.
Due opere della Fiumara d'Arte è un museo all'aperto costituito da una serie di dodici opere di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa

Modica capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Mòdica comune del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, 296 m s.m., patrono San Giorgio 23 aprile e san Pietro Apostolo 29 giugno, la cittadina è divisa in due parti: Modica Alta, la città medievale digradante tra le case disposte a gradinata, e Modica Bassa, collegate tra loro da un'ampia scalinata e dal corso San Giorgio, tramite il ponte Guerrieri.
La chiesa del Carmine (che conserva tra l'altro un celebre gruppo marmoreo, l'Annunciazione, di Antonello Gagini), la chiesa di Santa Maria del Gesù (sec. XV), dal bel portale gotico-catalano, e, nella chiesa di Santa Maria di Betlem, la cappella del Sacramento o Cabrera (sec. XV-XVI) che, nella sua particolare struttura a pianta quadrata, sormontata da cupola con pennacchi arabeggianti su base ottagonale, chiesa di San Pietro, con scenografico prospetto e scalinata fiancheggiata dalle statue degli apostoli. A Modica Alta, nel tessuto edilizio tardobarocco, domina il duomo di San Giorgio,  sull'altare maggiore, si possono ammirare una grande polittico di dieci pannelli con Episodi del Vangelo e della vita di San Giorgio, chiesa di San Giovanni Evangelista, con imponente facciata ottocentesca preceduta da una scenografica scalinata.
Per le sue architetture barocche Modica è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altre città del Val di Noto.
La mattina di Pasqua si svolge il rito della cosiddetta “Madonna Vasa Vasa”: dopo che le statue della Madonna e del Risorto hanno girato per le strade della città alla ricerca l'una dell'altro, si incontrano, e la Madonna, che viene liberata dal manto nero da cui prende il volo uno stuolo di colombe.
Nei dintorni si estende l'alta “Cava d'Ispica”, vallata scavata nel terreno calcareo, che si estende per circa 13 km tra Modica e Ispica. Costituisce un interessante complesso archeologico, Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore.
Tipica produzione della città è la famosa ciucculatta, prodotta seguendo un'antica ricetta azteca, da cui deriva la ricetta modicana.

Nicosia capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Nicosìa comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 724 m s.m., patrono San Nicola di Bari 6 dicembre, la basilica di Santa Maria Maggiore fu costruita dopo la frana del 1757 e conserva tra l'altro un grandioso polittico marmoreo di Antonello Gagini ed il cosiddetto “trono di Carlo V”, venne definita la città dei 24 baroni
La cattedrale di San Nicola, principale monumento cittadino, eretta nel sec. XIV e rimaneggiata nei sec. XVI e XIX, conserva della primitiva costruzione il sontuoso portale e la torre campanaria, con eleganti bifore e trifore; sul fianco sinistro si apre il portico quattrocentesco, al suo interno oltre a un soffitto quattrocentesco in legno dipinto, numerose opere d'arte, tra cui alcune sculture di scuola gaginesca, un Crocifisso attribuito a fra' Umile da Petralia e i pregevoli stalli lignei intagliati del coro (sec. XVII),
chiesa di San Benedetto conserva dell'originaria struttura trecentesca un rosone e il portale, chiesa di San Michele Arcangelo, edificata prima del Trecento e successivamente rifatta, sono un San Michele, statua attribuita ad A. Gagini, e un fonte battesimale cinquecentesco, chiesa di San Biagio ha l'interno ornato da pregevoli stucchi e custodisce un trittico in marmo di A. Gagini,
in agosto ha luogo il Palio Nicosiano, durante il quale si sfidano i rappresentanti delle confraternite in costume d'epoca.

Noto capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Nòto comune del libero consorzio di comuni di Siracusa, 152 m s.m., patrono San Corrado Confalonieri 19 febbraio e ultima domenica di agosto, l'abitato, così ricco d'arte e di fascino che si è meritato l' appellativo di “capitale del barocco” , la piazza del Municipio, su cui prospetta la settecentesca cattedrale di San Nicolò, che si eleva alla sommità di un'ampia scalinata a tre rampe con una ricca facciata segnata da due ordini di colonne e fiancheggiata da due campanili gemelli, al fianco della cattedrale sorgono il Palazzo Vescovile (sec. XIX) e il palazzo Landolina di Sant'Alfano, dalle forme classicheggianti, e, di fronte, ma in basso, il Palazzo Municipale, già Ducezio (sec. XVIII), opera di Vincenzo Sinatra.
Sulla piazza dell'Immacolata si affacciano la chiesa di San Francesco (1704-45), con monumentale scalinata d'accesso, e il fianco orientale del convento del Santissimo Salvatore (1706), la cui facciata è caratterizzata da notevoli grate in ferro battuto.
Sulla piazza XVI Maggio prospettano la chiesa di San Domenico, opera di Rosario Gagliardi (1703-27), il convento domenicano e la villa d'Ercole, giardino ottocentesco con una bella fontana del sec. XVII proveniente da Noto Antica.
La chiesa del Crocifisso, cui si accede tramite un'imponente portale ai cui lati sono due antichi leoni, conserva una statua della Madonna col Bambino detta “Madonna della Neve” (1471) di Francesco Laurana.
Fra gli edifici civili, splendidi sono i palazzi Astuto, Trigona Canicarao e Nicolaci Villadorata, che conserva bellissimi balconi sorretti da mensole in pietra, adorne di figure apotropaiche.
La terza domenica di maggio si svolge l'attesa manifestazione della Primavera Barocca, con eventi, concerti, mostre artigianali, cortei in costume d'epoca e la suggestiva “Infiorata”.
A S dell'antica città è l'eremo della Madonna della Provvidenza, costruito nel sec. XVIII a ricordo del sisma del 1693.
Il villaggio preistorico di Castelluccio
I “pantani di Vendicari” dichiarati riserva naturale, vi si possono ammirare il complesso del castello del sec. XV, le case dei pescatori, gli stabilimenti per la lavorazione del pesce e la settecentesca tonnara, che domina con la sua alta ciminiera l'intera area.

Palermo capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Patti capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Patti comune del Libero Consorzio Comunale di Messina, 157 m s.m., patrono Santa Febronia ultima domenica di luglio, la cattedrale, eretta nel sec. XVIII su una chiesa normanna, custodisce il sarcofago rinascimentale della moglie di Ruggero I, Adelasia, e una tavola cinquecentesca di Antonello de Saliba (Madonna col Bambino).
A Marina di Patti sono i resti, ben conservati, di una villa romana di età tardoimperiale, presso il capo Tindari, su un'alta rupe a dominio del golfo di Patti, sono i resti dell'antica Tyndaris, il teatro greco romano ed il santuario Del Tindari.

Piazza Armerina capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Piazza ArmerinaGeneralitàStoriaArteEconomiaCuriosità e dintornicomune del Libero Consorzio Comunale di Enna (32 km), 697 m s.m., 303,04 km², 20.842 ab. (piazzesi o armerini), patrono: Madonna delle Vittorie 15 agosto, l'abitato è dominato dal castello aragonese, a pianta quadrata e con massicci torrioni, il duomo fu ricostruito, all'inizio del sec. XVII inglobando i resti della primitiva chiesa quattrocentesca, fra cui il campanile; tra le opere d'arte (sec. XVI-XVII) che vi sono custodite spiccano un Crocifisso su tavola, dipinto su entrambe le facce, del cosiddetto Maestro della Croce di Piazza Armerina (1485), una custodia d'argento sbalzato (1625) che contiene una Madonna delle Vittorie bizantineggiante e la tela dell'Assunta (1612) di Filippo Paladino, la chiesa di San Pietro (sec. XVI), di stile tardorinascimentale, all'interno è impreziosita da un soffitto in legno settecentesco e da sculture gaginesche, la chiesa di Sant'Andrea (tardo sec. XI), a croce egizia, conserva affreschi dei sec. XII-XIII. Nella Biblioteca Comunale è conservato il Libro dei privilegi concessi dai re di Sicilia dal Trecento fino alla metà del Settecento.
Per la festa patronale si svolge il Palio dei Normanni, rievocazione storica della conquista della città da parte del conte Ruggero I d'Altavilla nel 1062. Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale, per l'estrazione dello zolfo.
Nei pressi di Piazza Armerina, a S dell'abitato, sorge la grandiosa villa tardoromana del Casale, essa rappresenta un monumento eccezionale, oltre che per la varietà e la complessità della sua struttura, per gli splendidi mosaici pavimentali, che costituiscono il più vasto complesso musivo di età romana esistente in Italia (3500 m²). I mosaici, a motivi decorativi e figurati con scene di caccia, di danza, di circo e mitologiche (sala della Piccola Caccia, corridoio della Grande Caccia, sala delle Dieci Ragazze, sala di Orfeo, mosaico delle fatiche di Ercole), sono attribuibili, per gli accorgimenti tecnici e lo stile, a maestranze africane, che vi lavorarono attorno al 310-320.

Sciacca capoluogo siciliano del 1812 al 1816

Sciacca comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 60 m s.m., patrono Madonna del Soccorso 2 febbraio e 15 agosto, del castello dei Luna, ristrutturato nel sec. XVI e in gran parte demolito nel 1881, restano le mura esterne e una torre cilindrica. Lo “Steripinto” è un palazzo di stile gotico-catalano costruito all'inizio del sec. XVI,  duomo Maria Santissima del Soccorso conserva l'esterno delle tre absidi normanno, chiesa di San Nicolò la Latina risale al sec. XII e ha l'interno a croce latina, con tracce di affreschi bizantineggianti, chiesa di Santa Margherita, rinnovata nel Cinquecento e oggi chiusa al culto, presenta un pregevole portale gotico-rinascimentale, opera di Francesco Laurana e Pietro de Bonitate.
Lo stabilimento termale, costruito in stile liberty fra il 1928 e il 1938, venne successivamente ampliato.
I festeggiamenti della settimana di Carnevale, sono conosciuti, con la sfilata di numerosi e coloratissimi carri allegorici.
Poco distante da Sciacca si trova il cosiddetto “Castello incantato”, un uliveto in cui Filippo Bentivegna, artista contadino, ha scolpito nella viva roccia o nella corteccia degli alberi un centinaio di volti. Sulla vetta del monte San Calogero, in una spianata da cui si gode un eccezionale panorama sia verso l'interno sia verso il mare, è il santuario omonimo, che custodisce una statua marmorea di San Calogero, di Giacomo Gagini
Siracusa

Termini Imerese

Tèrmini Imerése comune della Città Metropolitana di Palermo, 77 m s.m., patrono Beato Agostino Novelli ultima settimana di agosto, chiesa di Santa Caterina ha un portale tardogotico ogivale e all'interno un interessante ciclo pittorico attribuito ai fratelli Nicolò e Giacomo Graffeo. Barocchi sono la chiesa del Monte, quelle di Santa Maria della Misericordia e di Santa Maria del Gesù e il duomo San Nicola di Bari, nel cui interno si può ammirare un Crocifisso (1484) del Ruzzolone.
Il complesso termale fu edificato nel sec. XVII sui resti di uno di epoca romana e rimaneggiato nei primi anni dell'Ottocento; alla fine dello stesso secolo venne realizzato il Grande Albergo delle Terme su disegno di Giuseppe Damiani Almeyda
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