La Sicilia in sette giorni, cosa visitare - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

Se vuoi visitare la Sicilia e non sai da dove iniziare. Siamo qui per aiutarti. Scopri le migliori destinazioni in Sicilia e pianifica il tuo viaggio.
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Con i nostri itinerari e le nostre raccomandazioni locali, potrai vivere un'esperienza autentica e indimenticabile in questa meravigliosa isola mediterranea.



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Sicilia in sette giorni, cosa vedere in sette giorni in Sicilia


Nessun problema con la nostra guida potrai organizzare una vacanza di sette giorni, su cosa visitare ogni giorno. La Sicilia è un'isola ricca di tesori da scoprire: dalle spettacolari spiagge di Taormina e Cefalù, all'affascinante città di Palermo con i suoi mercati vivaci e i maestosi palazzi storici. Non dimenticare di fare una tappa al suggestivo vulcano dell'Etna e di assaporare la deliziosa cucina locale, con piatti come la pasta alla Norma e le famose cannoli siciliani. Preparati a immergerti nella cultura e nella bellezza di questa meravigliosa isola mediterranea!Non è facile scegliere cosa vedere in sette giorni in Sicilia, perché l’isola è così bella. La si può suddividere in cinque macro aree: la Sicilia Occidentale, la Sicilia Orientale, la Sicilia Tirrenica, quella Mediterranea e per finire la Sicilia Centrale.
Si può scegliere se vedere la costa dell’isola, o l’entroterra siciliano, o magari fare un mix. Alcuni spunti su località da non perdere assolutamente, cosa vedere in una settimana Sicilia.
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Cosa vedere in Sicilia in 7 giorni, quali luoghi imperdibili con un itinerario in moto o in macchina.
Visitare la Sicilia in sette giorni è impossibile, non basterebbe un mese intero.

Se avete solo una settimana di tempo non vi proponiamo un itinerario, ma soltanto suggerimenti sulle città che non potete assolutamente perdere.

Palermo, Monreale, Bagheria, Cefalù, Mazara del Vallo, Erice, Trapani, Sciacca,
Castel di Tusa, Patti, Messina, Taormina,
Catania, Caltagiorne, Piazza Armerina, Acireale,
Ragusa, Siracusa, Modica, Noto, Scicli, Aidone,

Palermo e la Sicilia in sette giorni

Palermo capoluogo della provincia omonima e della regione, 14 m s.m., patrono Santa Rosalia 9-15 luglio e 3-4 settembre
Albergheria quartiere di Palermo
L'animato quartiere di Albergheria è noto per gli edifici in stile arabo-normanno. Il Palazzo Normanno con l'annessa Cappella Palatina, con mosaici del XII secolo, mentre la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti ospita un chiostro fiancheggiato da palme. Il mercato rionale di Ballarò, la chiesa del Gesù un trionfo del barocco, di Angelo Serpotta, la chiesa di San Givanni degli Eremiti, la torre della chiesa di San Nicolò all'Albergheria, l'antica parrocchia del quartiere, situata nella parte a monte di piazza Ballarò, si può godere dall'alto del panorama del centro storico, la chiesa del Carmine Maggiore.
La chiesa, costruita a partire dal 1627 dall’architetto Mariano Smeriglio, è un vero gioiello d’arte, con la cupola più bella in assoluto a Palermo, visibile da ogni parte della città. Al suo interno, sono visibili pregevoli opere tra cui quadri del Novelli, di Tommaso De Vigilia. Particolarmente affascinanti sono le colonne tortili realizzate nel 1683 da Giacomo e Giuseppe Serpotta, che traggono ispirazione dal ben noto baldacchino del Bernini.
Complesso Monumentale di Santa Chiara, chiesa barocca (1678), già convento di clausura nel XIV secolo, cuore pulsante dell’Albergheria è oggi il mercato storico di Ballarò, Chiesa di Santa Cristina la Vetere, che per la sua stessa ubicazione, il cortile dei pellegrini, rappresentava, per l'antico tratto della via francigena, protezione per i pellegrini di allora. L'edificio è un piccolo tempio normanno del XIII secolo, dove vennero conservate le spoglie della Santa, già patrona di Palermo prima di S. Rosalia, si trova vicino la Cattedrale, dedicata alla Vergine Maria Santissima, all’interno in una urna d’argento, le spoglie della Patrona Santa Rosalia, i corpi di Stupor Mundi Federico II, della moglie Costanza d’Aragona, di Enrico VI, di Ruggero II e di Costanza d’Altavilla.
I cantieri culturali della Zisa, ex Officine Docroit, il Real Albergo delle Povere, l'Ex noviziato dei Crociferi, Fontana Pretoria, La fontana ha impianto ellittico con vasche concentriche, disposte su tre livelli; scale e statue si alternano secondo uno schema classico e simmetrico. La fontana, prevista per uno spazio diverso dall’attuale collocazione, venne adattata da Camillo Camilliani, figlio di Francesco.
Le quattro vasche del primo livello, con gruppi statuari di figure giacenti, rappresentano i fiumi palermitani: Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce; nella cancellata di recinzione sono riprodotti i volti del Genio di Palermo, Santa Rosalia e l'Aquila pretoria, le statue rappresentano divinità mitologiche, mostri, animali, arpie. Per la palese nudità delle figure esposte i cittadini la ribattezzarono Piazza della Vergogne.
La Galleria d'Arte Moderna di Palermo, ha sede presso il Complesso monumentale di Sant’Anna alla Misericordia.
La Chiesa Santa Maria dello Spasimo, in stile tardo gotico: i lavori di costruzione iniziarono nel 1506 nell’antico quartiere della Kalsa, dai padri Olivetani, i quali scelsero il nome “Spasimo” in segno di devozione alla Madonna che soffre dinanzi al Cristo in Croce. I lavori di costruzione della chiesa e del convento annesso proseguirono per molti anni, ma non vennero mai completati.
Chiesa della Santissima Trinità o Magione, appartenuta ai Cavalieri Teutonici dal 1197 al 1492, sorse intorno alla metà del XII secolo. Essa rappresenta uno degli ultimi prodotti dell’architettura siciliana dell’età normanna.
La Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio fu edificata nel 1143 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio di re Ruggero II. Nel XV secolo fu concessa al vicino convento delle suore benedettine, fondato nel 1194 da Goffredo ed Eloisa Martorana; da allora la chiesa venne detta, anche “Martorana”. La chiesa fa parte dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, diocesi cattolica di rito greco-bizantino della Chiesa Bizantina in Sicilia.
Chiesa di San Cataldo, ’esempio della cultura architettonica araba al servizio dei sovrani normanni con le tipiche cupole rosse che la sovrastano e la sua forma di parallelepipedo che la caratterizzano.
Parco della Favorita o Real Tenuta della Favorita, situato ai piedi di Monte Pellegrino, la Palazzina Cinese, situata all’interno del parco della Favorita, fu fatta costruire dal re Ferdinando III di Borbone nel 1799 come sua residenza, in stile orientale, come era di moda in quel periodo, dall’architetto Venanzio Marvuglia.
Santuario Santa Rosalia a 429 metri di altitudine su Monte Pellegrino e fu fondato nel 1625. Vi si accede per mezzo di una lunga scalinata. La facciata del ‘600 è addossata alla grotta dove furono ritrovate le reliquie della Santa Patrona di Palermo, il 15 luglio del 1624 e dove, secondo la leggenda popolare visse vita eremitica Rosalia, una donna di nobili natali, nata nel 1130 e qui morta ancora giovane nel 1166.
Il Castello Utvegio, costruito nel 1934, inizialmente progettato come albergo per volere del Cavaliere Michele Utveggio, sito sul Monte Pellegrino, all'esterno si trovano il colonnato ed il belvedere da cui si può godere una delle più esclusive vedute del golfo di Palermo.
Palazzo Steri o Chiaramonte, costruito intorno al 1320 da Manfredi I appartenente ai Chiaramonte, che rappresentava una delle famiglie più rinomate, al punto da esercitare una grande influenza politica e militare su buona parte della Sicilia Occidentale, oggi è sede del Rettorato dell’Università di Palermo. Il Palazzo ha un impianto quadrato incentrato intorno ad un cortile porticato a due ordini.
Quattro CantiQuattro Canti, denominata, Vigliena, dal nome del vicerè spagnolo sotto cui terminò la sua prima sistemazione nel 1620, resa necessaria in seguito all’apertura di via Maqueda, nel 1600. L'incrocio che si venne a creare, tra via Maqueda e via Vittorio Emanuele, portò alla suddivisione della città in quattro parti detti “Mandamenti”. Ognuno di essi prende il nome dall’edificio civile più importante di quella zona: Capo o Monte di Pietà, Albergheria o Palazzo Reale, Kalsa o Tribunali e Loggia o Castellammare.
Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, costruita tra il 1612 e il 1645, su progetto del teatino Giacomo Besio. La facciata principale fu ultimata solo nel 1844 in stile neoclassico; nella nicchia sopra il portale è la statua del Santo titolare; sotto è posto lo stemma dei Falegnami che qui avevano la loro chiesetta intitolata a S. Elia. L’interno è grandioso, ripartito in tre navate da altissime colonne. Particolarmente fastosa è la decorazione interna: tutti i soffitti sono interamente affrescati; le pareti e le cappelle laterali sono rivestite in marmi mischi; gli altari presentano eleganti elaborazioni in pietre semipreziose; anche gli arredi lignei sono concepiti secondo un calibrato spirito decorativo barocco.
Castello della Zisa, palazzo, iniziato durante il regno di Guglielmo I ed ultimato da Guglielmo II intorno al 1167, fu la residenza estiva preferita dai re e dalla sua corte. Il suo nome deriva dall’arabo “al-Aziz”, ovvero “splendido”. Durante i secoli ha subito diverse trasformazioni, la più rilevante è sicuramente quella avvenuta nel 1635, dove vi furono apportate aggiunte in stile barocco, ad opera di Giovanni Sandoval.



Monreale e la Sicilia in sette giorni

Monreale comune della Città Metropolitana di Palermo, 310 m s.m., patrono San Castrenze 2 febbraio, è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Il duomo è intitolato a Santa Maria la Nuova: la facciata è fiancheggiata da due poderose torri campanarie quadrangolari ed è preceduta da un portico settecentesco a tre archi sorretti da colonne in stile dorico, sotto cui è il portale maggiore, chiuso da imposte bronzee (1186) attribuite a Bonanno Pisano; il portico rinascimentale (1547-69) di Gian Domenico e Fazio Gagini, sul fianco sinistro, racchiude un altro portale con battenti bronzei (1179), opera di Barisano da Trani; la parte della costruzione che sovrasta l'altare, detta “Santuario”, soprelevata e con tre absidi, domina l'intero edificio e si presenta all'esterno come uno dei più grandiosi esempi dell'architettura arabo-normanna.
L'interno è a pianta basilicale; nella parte superiore delle pareti corre uno stupendo e vastissimo ciclo di mosaici su fondo oro (1180-90) raffigurante fatti dell'Antico e del Nuovo Testamento e il Cristo Pantocratore. Qui è ospitato il Tesoro del Duomo che contiene reliquiari, arredi sacri e altri oggetti preziosi risalenti ai sec. dal XII al XVII.
Il chiostro è quanto rimane del convento benedettino: di forma quadrata, è tutto cinto da un portico ad archetti acuti sorretti da 228 colonnine binate con capitelli di grande rilievo artistico.
In città ha sede la Civica Galleria d'arte moderna “Giuseppe Sciortino”, dedicata ad opere di pittura e scultura moderna e contemporanea.
L'organo a canne della Cattedrale è stato costruito tra il 1957 e il 1967 dai Fratelli Ruffatti di Padova. Il progetto è stato ideato sotto l'episcopato dell’Arcivescovo Francesco Carpino; ha partecipato alla progettazione Mons. Antonino Orlando, all'epoca organista titolare. Il concerto inaugurale ebbe luogo il 24 aprile 1967 e venne eseguito da Fernando Germani.
Lo strumento si compone di 121 registri per poco più di 7.000 canne suddivise in tre corpi sonori.

La frazione San Martino delle Scale, si sviluppò un'abbazia benedettina, distrutta nel sec. IX dagli Arabi, riedificata nel Trecento, rimaneggiata più volte. Il complesso abbaziale è molto articolato, con numerosi cortili e chiostri, tra i quali si segnala quello di San Benedetto (1612) con una bella fontana. La chiesa, di fondazione cinquecentesca, è a navata unica e conserva numerosi dipinti di vari artisti, tra cui Filippo Paladino e Pietro Novelli, notevoli opere scultoree e un imponente coro ligneo intagliato, realizzato parte nel Cinquecento e parte nel Settecento.

L’Itinerarium Rosaliae, il cammino, percorribile, fra ambienti incontaminati di grande pregio e aree culturali molto suggestive dalle spiccate peculiarità culturali, interessa le Arcidiocesi di Palermo, di Monreale, di Agrigento e l’Eparchia Greco Albanese di Piana degli Albanesi

Bagheria e la Sicilia in sette giorni

Bagheria comune della Città Metropolitana di Palermo, 78 m s.m., patrono San Giuseppe prima domenica di agosto,
Bagheria è un comune della città metropolitana di Palermo in Sicilia, detta anche città delle ville, si trova sulla costa tirrenica della Sicilia, è un piccolo gioiello del Barocco, meta estiva dell’aristocrazia palermitana, oggi ospita una moltitudine di ville in stile Barocco, quasi tutte del XVIII secolo.
La più antica è Palazzo Butera-Branciforti, costruita nel 1658, mentre la più famosa è la settecentesca Villa Palagonia, è uno dei monumenti Barocchi più incredibili, ma anche più bizzarri che esistano in Italia, viene chiamata anche “Villa dei Mostri”, troviamo anche Villa Valguarnera e Villa Spedalotto , Villa Cattolica è un'altra villa di Bagheria che merita senz'altro una visita è Villa Cattolica. Costruita nel 1736 per volere del principe di Cattolica, Eraclea, oggi questa villa ospita stabilmente un museo d'arte dedicato al pittore Renato Guttuso e ad altri artisti suoi contemporanei, oltre a quadri e dipinti collocati al piano superiore, del pittore qui si possono trovare anche l'unica scultura realizzata la tomba nel giardino della villa. Al piano inferiore invece è allestito un museo dedicato ai carretti siciliani, con pezzi e testimonianze di grande interesse storico. e molte altre ville.

La Chiesa Madrice di Bagheria, risalente al periodo settecentesco: la Chiesa, voluta dal principe Branciforti, venne intitolata alla Natività di Maria diventando ben presto l'edificio religioso principale della città, entrando l'interno infatti è riccamente decorato con marmi policromi, affreschi e reperti storici. Inoltre, un grande organo domina la parte alta della struttura,
la Chiesa del Santo Sepolcro la facciata è realizzata secondo i canoni dell'architettura neogotica.

Un altro luogo di notevole interesse naturalistico poco distante da Bagheria è Capo Zafferano: in poche parole, si tratta di un piccolo promontorio direttamente affacciato sul Mar Tirreno, a metà strada tra Bagheria e Palermo. La zona è ricca di grotte, pareti rocciose e piante mediterranee. Tra gli scorci più caratteristici della zona, vi segnaliamo l'Arco Azzurro di Capo Zafferano, di notevole bellezza, e la Cala delle tre Piscine, anche nota come Cala del Cuore, per la presenza di un cuore affisso fra le pareti rocciose.



Cefalù e la Sicilia in sette giorni

Cefalù comune della Città Metropolitana di Palermo, 16 m s.m., patrono Trasfigurazione del Signore 6 agosto, inclusa nel Parco Regionale delle Madonie.

Cefalù è considerata una delle più belle località balneari dell'Italia, non offre solo mare e una spiaggia per la tintarella. La città costiera, sulla costa nord-orientale della Sicilia, è famosa anche per la sua cattedrale normanna, il centro storico medievale, il museo archeologico e la cucina a base di pesce, una salita alla rocca per non perdersi il suggestivo panorama dall'alto dei suoi 280 metri

La Rocca, dalla sommità della rupe che domina l’abitato, da dove si apriva l’antica porta di Terra, accesso alla città per chi proveniva dall’entroterra. Sull’orlo dello strapiombo rimangono i resti, più volte rimaneggiati, della fortificazione di probabile epoca bizantina; più arretrato, il santuario preistorico detto tempio di Diana, costruzione megalitica del IX secolo a.C. sulla quale in epoca greca venne edificato un altro edificio, poi trasformato in chiesa bizantina.

Corso Ruggero dove prospetta la settecentesca chiesa di S. Maria della Catena, Piazza Duomo dominata dalla Cattedrale che si staglia contro la parete della Rocca, il Seminario e il Palazzo Vescovile, il palazzo Maria, probabile residenza regia, e il palazzo Piraino all’angolo sud con corso Ruggero, il palazzo del Municipio, ex monastero di S. Caterina del tutto trasformato.

La Cattedrale voluta da Ruggero II come voto per la grazia ricevuta di essere scampato a una tempesta approdando a Cefalù, la basilica venne costruita a partire dal 1131. L’edificio risulta ‘fuori scala’ rispetto al tessuto urbano circostante e le due torri gli conferiscono un aspetto affascinante e austero. L’abside, le pareti contigue e la volta sono un trionfo di mosaici antecedenti quelli del Duomo di Monreale. Nel catino absidale campeggia l’enorme mosaico del Cristo Pantocrator.  Annesso alla Cattedrale, il chiostro (XII secolo) è stato in parte ricostruito in seguito all’incendio che lo distrusse nel XVI secolo.

Museo Mandralisca, creato nel 1934, il museo comunale situato alle spalle del Municipio prende il nome dal barone Enrico Pirajno di Mandralisca, scienziato ed erudito ottocentesco. Uomo dai molteplici interessi, il più famoso è il Ritratto d’ignoto, straordinaria opera di Antonello da Messina databile tra il 1465 e il 1476.

Lavatoio Medievale sul Fiume Cefalino, un corso d’acqua creato secondo la leggenda dalle lacrime di una ninfa, pentita di aver ucciso l’amante che l’aveva tradita.

Il Santuario Di Gibilmanna nell’omonima frazione e dedicato alla Santissima Vergine, si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo, cima delle Madonie, sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. Museo Fra Giammaria da Tusa

EARTH DAY a Cefalù ad aprile , in occasione della Giornata Mondiale della Terra il più grande evento ambientale internazionale in cui si celebra il "Pianeta Terra" e se ne promuove la salvaguardia. https://www.facebook.com/earthdaycefalu/

Camp@rt Festival a Cefalù ad agosto, al centro del progetto l’Arte sotto le sue molteplici forme. Camp@rtfestival è luogo di estemporanee di pittura, scultura, fotografia e video, che hanno l’obiettivo di coinvolgere chiunque abbia voglia di mettere in mostra la propria esperienza, col tentativo di stimolare il pubblico a sperimentare direttamente tali percorsi artistici. https://www.campartfestival.org/

Castel di Tusa e la Sicilia in sette giorni

Tusa comune della Città Metropolitana di Messina, 614 m s.m., patrono Maria Santissima Assunta 15 agosto
Castel di Tusa, è sede dell'albego Museo D'Arte Moderna "", ove e possibile vedere numerosi opere d'arte tra le quali le camere "D'Arte" dove è possibile soggiornare. L'Atelier sul Mare, costituisce il punto di partenza per un percorso d'arte "La Fiumara d'Arte", lungo il quale e' possibile vedere diverse opere d'arte di artisti famosi.


Patti - Tindari, la Sicilia in sette giorni

Patti comune del Libero Consorzio Comunale di Messina, 157 m s.m., patrono Santa Febronia ultima domenica di luglio
La cattedrale, eretta nel sec. XVIII su una chiesa normanna, custodisce il sarcofago rinascimentale della moglie di Ruggero I, Adelasia, e una tavola cinquecentesca di Antonello de Saliba (Madonna col Bambino).

Tindari e la Sicilia Tirrenica, il santuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari che nel corso degli anni è stato ingrandito e modificato.
Tindari nasconde moltissimi tesori. Nella zona archeologica si trovano i resti della città antica.
Le origini di questa statua sono legati ad una leggenda secondo la quale la scultura fu trasportata per mare e una volta approdata a Tindari la nave non riuscì più a ripartire. La statua della Madonna Nera è scolpita in legno di cedro e arriva, molto probabilmente, da Oriente.
Una volta che i marinai ebbero depositato il carico, compresa la statua, la nave riuscì a riprendere il mare. La statua fu subito portata sul colle all’interno di una piccola chiesa che diventò sempre più grande al fine di accogliere i diversi pellegrini.
Tra i terreni di Tindari sono stati ritrovati mosaici, sculture e ceramiche che sono ora conservate in parte nel Museo Archeologico di Palermo e in parte nel Museo locale.

Bellissimo il teatro greco di Tindari, fu costruito dai greci anche se più avanti nei secoli i romani rimaneggiarono la struttura per trasformarla in anfiteatro per i giochi dei gladiatori.
Il teatro di Tindari venne costruito sfruttando la conformazione della collina ed era in grado di contenere 3 mila spettatori. Quando intervennero i romani costruirono un portico in laterizio e adattarono l’orchestra ad arena per i giochi. Delle antiche quinte restano solo un arco e parte del fondale, restaurati nel secolo scorso.
Dagli anni Cinquanta del Novecento si svolge un festival artistico, dal 2001 è il Festival dei due mari.  https://www.teatrodeiduemari.it/   https://www.tindarifestival.it/


Laguna di Tindari e Spiaggia di Marinello
Oltre questa bellissima chiesa un altro posto affascinante è la Laguna di Tindari che si raggiunge percorrendo la statale 113, lungo la costa tirrenica, la spiaggia di Marinello.
A questa spiaggia sono legate diverse leggende e una delle più note narra che la spiaggia si fosse formata in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza del Santuario sovrastante.

Patti Street Food Fest, sapori di primavera”, dal 21 al 25 aprile 2023 tre giorni dedicati ai sapori della Sicilia. Street food, prodotti tipici del territorio eventi, cultura,

Messina, Sicilia in sette giorni

Messina capoluogo della Città Metropolitana omonima, 3 m s.m., patrono Madonna della Lettera 3 giugno.
situata sulla costa occidentale dello stretto omonimo, tra il porto e le estreme propaggini nordorientali dei monti Peloritani.
Danneggiata da più terremoti, ultimo quello del 1908, venne interamente ricostruita.
Fondata dai Siculi con il nome di Zancle, che nella loro lingua significava falce, venne ripopolata da coloni greci venendo rinominata Messana.
Tra l'1 e il 3 giugno 1955 la città ospitò la Conferenza di Messina, passo decisivo verso la formazione dell'Euratom e della CEE.

Il duomo, ricostruito dopo il terremoto del 1908 e i bombardamenti del 1943. La parte inferiore della facciata, con i tre portali cinquecenteschi dalle belle forme gotiche, appartiene alla costruzione originaria. Nell'interno, a tre navate con colonne ad archi ogivali e soffitto in legno, si trovano molte opere d'arte, tra cui la statua di San Giovanni Battista di Antonello Gagini (1525), la lastra tombale dell'arcivescovo Palmieri (sec. XII, la più antica scultura della chiesa), il cenotafio dell'arcivescovo Guidotto De Tabiatis (sec. XIV), il ricchissimo altare maggiore con baldacchino (realizzato nei sec. XVII-XVIII e ricomposto dopo il 1943), un paliotto in argento e rame dorato di Filippo Juvara e il sepolcro dell'arcivescovo Pietro Bellorado (1513); la parte meno danneggiata è la cappella del Sacramento, in cui si trova un mosaico originale del Trecento. La chiesa custodisce inoltre il Tesoro del duomo, con circa 400 opere di orafi e argentieri messinesi (sec. X-XX), tra cui è la Manta d’oro della Madonna della Lettera (1668), vero capolavoro del fiorentino Innocenzo Mangani.
Adiacente alla chiesa è il campanile cuspidato, con orologio astronomico, il campanile del duomo di Messina è il campanile a torre dell'orologio dell'omonimo duomo. Ospita l'orologio astronomico più grande e complesso del mondo, costruito a Strasburgo nel 1933, commissionato dall'arcivescovo Angelo Paino alla ditta Ungerer di Strasburgo, in cui automi vari (figure simboliche del tempo, dei giorni e delle stagioni, nonché scene evangeliche), si animano a ore fisse, è visitabile, ed a mezzo giorno si può assistere al movimento delle statue che sono allocata nella sua facciata.

La piccola chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani (sec. XII) è stata restituita alle forme originarie da vari restauri condotti nel sec. XX.
Unica testimonianza di arte gotica siciliana è la chiesa di Santa Maria degli Alemanni, edificata nel sec. XIII
la restaurata fontana di Orione, in piazza del Duomo (1547-53), e quella del Nettuno (1557), in piazza Unità d'Italia;
la chiesa e il monastero di Montevergine,
la chiesa di San Giovanni di Malta

Basilica di Sant'Antonio di Padova (Messina)
La basilica santuario minore di Sant'Antonio di Padova e Sacro Cuore di Gesù è un luogo di culto cattolico di Messina, situato in via Santa Cecilia.
Dopo il terremoto del 1908, fu costruito l'attuale santuario, al posto della precedente chiesa, per volontà del messinese sant'Annibale Maria Di Francia, fondatore delle congregazioni religiose dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo. L'edificio sorge nel quartiere Avignone  https://www.basilicaantoniana.it/

Il sacrario di Cristo Re è un edificio religioso di Messina, il tempio fu edificato sui resti del castello di Matagrifone del quale è pervenuta, inglobata alla base, una delle torri. Progettato da Giovanni Battista Milani nel 1937, troneggia sulla città con la sua grande cupola e le sue forme richiamano l'architettura del messinese Filippo Juvarra,
L'edificio è stato realizzato in stile barocco e si presenta a forma ottagonale irregolare con una grande cupola segnata da otto costoloni, alla base dei quali ci sono otto statue di bronzo di Teofilo Raggio, raffiguranti: le tre virtù teologali Fede, Speranza e Carità; le quattro virtù cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza; l'allegoria della Religione, che le comprende tutte. Sulla cupola si sovrappongono una lanterna alta sei metri, una palla del diametro di un metro e sopra di tutto una croce.
Nella scalinata d'ingresso è collocata la statua di Cristo Re, opera eseguita da Tore Edmondo Calabrò. Sul portale le allegorie dell'Europa e di Messina.
Il sacrario custodisce i resti di 1288 caduti del secondo conflitto mondiale: 161 gli ignoti, gran parte dei quali uccisi durante la difesa della Sicilia, e 110 caduti nel primo conflitto mondiale.
Sulla torre ottagonale è collocata una campana col diametro di 2,80 metri, pesante 130 quintali, ricavata dalla fusione del bronzo dei cannoni nemici sottratti nella guerra del 1915-18: è la terza campana d'Italia per grandezza e ogni sera, al tramonto, i suoi rintocchi ricordano i Caduti di tutte le guerre.
Dal belvedere antistante, intitolato a Giovanni Angelo Montorsoli, si gode il panorama dello Stretto e della città.

La chiesa gerosolimitana e palatina di San Giovanni di Malta - San Placido e Compagni Martiri è un luogo di culto di Messina ubicato in via San Giovanni di Malta. Appartenente all'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, vicariato di Messina Centro sotto il patrocinio della Madonna della Lettera. Un tempo era abbazia benedettina, prima edificata in Sicilia.
Il tempio, dal punto di vista storico, artistico e religioso risulta uno dei più importanti complessi monumentali della città, nonostante i danni della natura e malgrado le gravi mutilazioni architettoniche.

Monastero di Montevergine - S. Eustochia
Il complesso religioso costituito dalla chiesa e dal monastero fondato da Santa Eustochia fu ingrandito e modificato diverse volte.
Dopo il terremoto del 1908, che risparmiò gran parte della chiesa dove è conservato il corpo incorrotto della Santa, fu restaurato l’edificio sacro e riaperto al culto nel 1929. L’interno risulta suggestivo per le imponenti ma armoniose linee architettoniche e ricco per la presenza di molte tarsi marmoree.   https://eustochia.jimdofree.com/

Di rilievo anche il quadro raffigurante San Francesco che riceve le Stimmate, opera ottocentesca, di Michele Panebianco e quello con San Biagio dipinto da Gaetano Corsini nel 1931.

Nei locali che conducono alla cappella superiore che custodisce il corpo incorrotto di S. Eustochia è possibile ammirare alcuni oggetti di grande interesse artistico e devozionale.  

La galleria Vittorio Emanuele III di Messina venne progettata da Camillo Puglisi Allegra e costruita tra il 1924 e il 1929.
Unica nel suo genere nel Meridione insieme alla galleria Umberto I di Napoli, alle decorazioni lavorarono gli scultori Antonio Bonfiglio ed Ettore Lovetti, i quali s'ispirarono, insieme a Puglisi Allegra, al Settecento siciliano.

la chiesa di San Paolino (o Santa Rita), che conserva all'interno preziosi stucchi e affreschi del primo Settecento.
Significativo il Cimitero Monumentale (1872), progettato da Leone Savoia, e il teatro Vittorio Emanuele di Pietro Valente, inaugurato nel 1852.

Il palazzo del Monte di pietà, fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1908. Restaurato nuovamente nel 1979, è utilizzato per manifestazioni culturali, spettacoli e mostre, soprattutto il cortile e la scalea.

Al turista che giunge a Messina via mare la prima visione prima di entrare nel porto è quella della monumentale stele votiva che s’innalza maestosa sulla punta estrema del braccio di S. Raineri. In cima, la Madonna della Lettera benedice la città.  ul circolare forte Campana del Castello del Santissimo Salvatore spicca l’iscrizione VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS, parole tradotte in latino e tratte dalla Lettera che Maria di Nazareth consegnò ad una delegazione messinese che l’andò a trovare in Palestina nell’anno 42 d.C.
Voluta da Mons. Angelo Paino, Arcivescovo di Messina, la statua è opera di Tore Edmondo Calabrò.

Museo Interdisciplinare Regionale di Messina
Il Museo Regionale vanta preziose opere d'arte; tra le più significative si annoverano mosaici, sculture e pitture bizantine e di epoca normanna, un trittico trecentesco di scuola senese, formelle settecentesche in bronzo dorato, polittici del Quattrocento di epoca catalana e opere di Antonello da Messina (polittico di San Gregorio, 1473), Gerolamo Alibrandi, Caravaggio (Adorazione dei pastori e Resurrezione di Lazzaro, opere del 1609), Polidoro da Caravaggio, Antonello Gagini, Francesco Laurana e Mattia Preti.

Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera”   https://www.facebook.com/p/Galleria-dArte-Moderna-e-Contemporanea-Lucio-Barbera-100054487298925/

Museo del Duomo   https://www.messinarte.it/

Nella frazione di Gesso si trova il Museo “Cultura e Musica Popolare dei Peloritani”, che espone un'insolita raccolta di strumenti musicali popolari siciliani e oggetti utilizzati dai pastori, tipici della zona peloritana.   http://www.museomusicapeloritani.it/

Nel periodo di ferragosto vi si svolgono due singolari cerimonie: la Cavalcata dei Giganti (13 e 14 agosto), in cui una coppia di statue equestri, in legno e cartapesta, Mata e Grifone, rappresentanti i mitici fondatori della città, viene fatta sfilare per le vie del centro;
il giorno dell'Assunta, il 15 agosto, la Processione della Vara, un'enorme costruzione piramidale, nella quale prendono posto anche personaggi viventi, con meccanismi mobili e figure sospese, che rappresenta la morte della Vergine e la sua assunzione in cielo.


Taormina e la Sicilia in sette giorni

Taormìna comune della città Metropolitana  di Messina, 204 m s.m., patrono San Pancrazio 9 luglio, si protende nel mar Ionio con il capo Taormina, a N della foce del fiume Alcantara, nel cui parco regionale dell'Alcantara è compresa, è stata definita “perla dello Ionio”,  è stata un'importante meta del Grand Tour
Ben conservato è il teatro greco, riedificato in epoca romana (sec. II a. C.), con la cavea in parte scavata nella roccia e la scena fiancheggiata da due ambienti destinati agli attori. Romani sono l'odeon, piccolo edificio teatrale, alcuni ambienti termali di epoca imperiale, e i resti dell'imponente naumachia, poderosa costruzione in mattoni con nicchie.
La trecentesca badia vecchia, nel palazzo dei duchi di Santo Stefano (sec. XIII, ospita oggi la Fondazione Giuseppe Mazzullo), nel quattrocentesco palazzo Corvaja (sede del Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari) e nel palazzo Ciampoli (sec. XV), tutti in stile gotico-catalano, realizzati con l'uso combinato di calcare e lava e caratterizzati da bifore e fregi.
Medievale è l'ex chiesa di Sant'Agostino (sec. XV). La costruzione merlata duecentesca del duomo fu completamente ristrutturata in epoca rinascimentale (sec. XV-XVI); nell'interno, a tre navate, sono numerose opere d'arte tra cui spiccano la Visitazione (sec. XV) di Antonio Giuffrè , una Madonna quattrocentesca in alabastro, un polittico con Madonna col Bambino e santi (1504) di Antonello da Saliba e una scultura (Sant’Agata, sec. XVI) di Martino Montanini.
Della cinquecentesca chiesa di San Domenico, distrutta dai bombardamenti dell'ultima guerra, rimangono il campanile e il convento.
Fra giugno e agosto si svolge il Festival Taormina Arte, dedicato, oltre che all'arte in generale, in particolare alla musica, al teatro e al cinema.
Divenendo luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall'Inghilterra come Florence Trevelyan (1852-1907), figlia di Edward Spencer Trevelyan (1805-1854) e di Catherine Ann Forster (1815-1877). Dopo un lunghissimo viaggio e di un ritorno in patria, Trevelyan decise di ritornare e di vivere a Taormina che trasformò radicalmente insieme al suo circondario, sposando poi Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all'università di Bologna, sindaco di Taormina per oltre un ventennio tra alterne vicende, nonché dapprima Gran Maestro Massone ed infine illuminato teosofista. Miss Florence Trevelyan Trevelyan dapprima aiutò La Floresta ad ampliare gratuitamente il primo albergo di Taormina, l'Hotel Timeo, e in seguito acquistò lo scoglio di S. Stefano, trasformandolo in un paradiso terrestre soprannominato poi Isola Bella, fece realizzare tra il 1897 ed il 1898 il Parco che battezzò “Hallington siculo”
a Castelmola, la rendono speciale, da non perdere una visita al .

Caltagirone e la Sicilia in sette giorni

Caltagiróne comune della Città Metropolitana di Catania, 608 m s.m., patrono San Giacomo 25 luglio
Con un centro storico ricco di edifici di grande rilevanza architettonica barocca, ed un gran numero di botteghe dove si espongono e si vendono i manufatti della pregiata ceramica locale. Il Duomo, le Chiese di S. Chiara, S. Francesco di Assisi, S. Giacomo, S. Giorgio e S. Maria di Gesu' meritano una visita per l'architettura e per le opere d'arte ivi conservate.
Parimenti deve essere compiuta la piccola fatica di risalire la scala di S. Maria del Monte, dalle alzate rivestite con maiolica policroma e quadrotti di lava nerissima, che conduce alla omonima Chiesa, Santa Maria del Monte: costruita nel 1608 su progetto di Giuseppe Giacalone, ha 142 scalini e unisce la città alta alla città bassa, superando un dislivello di circa 50 metri; il rivestimento ceramico, del sec. XX, con decorazioni geometriche, floreali e figurative, rappresenta in successione gli stili arabo, spagnolo e rinascimentale, ripercorrendo la storia della tradizione ceramica locale.
Nella Chiesa e nel Convento dei Cappuccini si trova anche una piccola ma pregevole pinacoteca. Gli amanti della ceramica non riusciranno facilmente a staccarsi dalle vetrine delle botteghe artigiane che espongono piatti, vasi,lucerne di alto livello artistico, talvolta con gli stessi disegni e colori adoperati nei secoli passati. Vasta e affascinante la produzione di figure umane, di personaggi del presepe e di animali.
La conoscenza della storia della ceramica, puo' essere ampliata presso il Museo Regionale ad essa dedicato, mentre il Museo Civico custodisce reperti archeologici ed oggetti d'arte. Una Galleria Civica di arte contemporanea e' ubicata presso l'ex Ospedale delle Donne.
Per le sue architetture barocche Caltagirone è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altre città del Val di Noto.
Durante la festa patronale si ripete la tradizione della “Luminaria”: la grandiosa scalinata di Santa Maria del Monte viene illuminata da migliaia di lucerne a olio che formano disegni ornamentali; sempre sulla scalinata viene allestita in maggio “La Scala Infiorata”.



Piazza Armerina e la Sicilia in sette giorni

Piazza Armerina comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 697 m s.m., patrono Madonna delle Vittorie 15 agosto, è nota come la Città dei Mosaici e del Palio dei Normanni.
È un'antica città d'impianto medievale con un pregevole centro storico barocco e normanno.
L'abitato è dominato dalla mole del castello aragonese (fine sec. XIV), a pianta quadrata e con massicci torrioni quadrati agli angoli.
Il duomo fu ricostruito, inglobando i resti della primitiva chiesa quattrocentesca, fra cui il campanile; tra le opere d'arte (sec. XVI-XVII) che vi sono custodite spiccano un Crocifisso su tavola, dipinto su entrambe le facce, del cosiddetto Maestro della Croce di Piazza Armerina (1485), una custodia d'argento sbalzato (1625) che contiene una Madonna delle Vittorie bizantineggiante e la tela dell'Assunta (1612) di Filippo Paladino.
La chiesa di San Pietro (sec. XVI), di stile tardorinascimentale, all'interno è impreziosita da un soffitto in legno settecentesco e da sculture gaginesche, la chiesa di Sant'Andrea (tardo sec. XI), a croce egizia, conserva affreschi dei sec. XII-XIII.
Palazzo Trigona della Floresta e di San Cono è un importante palazzo nobiliare di Piazza Armerina. Fu progettato e realizzato dall'architetto Orazio Torriani nella metà del XIII secolo. Sorge sulla sommità del centro storico accanto alla Cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie. Oggi è sede degli uffici del Parco Archeologico della Villa romana del Casale e accoglie il Museo della Città e del Territorio.
Nella Biblioteca Comunale è conservato il Libro dei privilegi concessi dai re di Sicilia dal Trecento fino alla metà del Settecento; annesso alla biblioteca è l'antiquarium, che ospita oggetti in bronzo e terracotta e una raccolta d'armi (fucili della prima guerra mondiale e spade).

Sul suo territorio si trova la Villa romana del Casale con i suoi famosi mosaici, dal 1997 Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

In occasione della festa patronale si svolge il Palio dei Normanni, rievocazione storica della conquista della città da parte del conte Ruggero I d'Altavilla nel 1062. Il Palio dei Normanni è una rappresentazione in costume di un fatto storico accaduto circa mille anni fa. Si svolge tutti gli anni a Piazza Armerina, nel cuore della Sicilia, nei giorni 12, 13 e 14 agosto, dal 1952, quando venne realizzata la prima edizione sotto questo nome. Infatti la manifestazione che oggi conosciamo affonda le sue origini tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, quando le allora dodici confraternite della città organizzarono per la prima volta un corteo storico in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima dell'Assunta, oggi "Maria Santissima delle Vittorie", noto come la "Cavalcata", appellativo che ancora oggi è usato dagli abitanti per indicare il Palio. Il Palio dei Normanni di Piazza Armerina è la più importante ricostruzione di storia medievale del Sud Italia, con oltre 600 figuranti.

Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale e le apparecchiature un tempo utilizzate per l'estrazione dello zolfo.

Acireale e la Sicilia in sette giorni

Acireale comune della Città Metropolitana  di Catania, 161 m s.m., patrono Santa Venera 26 luglio, la sua origine, che la leggenda collega al mito dei Ciclopi e all'idillio di Aci e Galatea,
dopo il terremoto del 1693, sorgono numerosi palazzi e chiese barocche tra cui il Duomo dedicato all'Annunciata e a Santa Venera, la secentesca basilica dei Santi Pietro e Paolo ha la facciata in pietra bianca di Siracusa affiancata da un campanile settecentesco, la basilica di San Sebastiano, é famoso il Carnevale, il più pittoresco della regione
La strada principale della città è l’elegante corso Umberto I, il Duomo di Acireale, dedicato all’Annunziata. La sua origine risale al XVI secolo ma fu in parte ricostruito in seguito al terremoto del 1693.
di particolare interesse è la Cappella di Santa Venera, patrona della città: al suo interno sono custoditi preziosi affreschi secenteschi, l’urna reliquario ed il busto della Santa. Nella Cattedrale è anche esposto il fercolo in argento cesellato con il simulacro di Santa Venera, che viene portato in processione durante i festeggiamenti.
Nella navata centrale potrete vedere l’ottocentesco pulpito ligneo, mentre sul pavimento del transetto si trova una meridiana costruita nel 1843 dall’astronomo tedesco Cristiano Peters de Flensburg, decorata con i segni zodiacali.
All’esterno è da notare la scultura in marmo del portale che rappresenta l’Annunciazione, opera dello scultore messinese Blandamonte risalente al 1668.
I due campanili che fiancheggiano la facciata, pur essendo identici, furono costruiti in epoche diverse. Quello di destra fu edificato a partire dal 1544, insieme alla chiesa, e per un periodo fu utilizzato come torre d’avvistamento. Il campanile di sinistra ed il rosone risalgono invece alla fine del 1800, mentre la cupola fu costruita tra il 1655 e il 1732.
Basilica dei Santi Pietro e Paolo
Sulla piazza del Duomo si affaccia anche la seicentesca Basilica dei Santi Pietro e Paolo. La sua facciata, in pietra bianca di Siracusa, fu progettata dal pittore Paolo Vasta, ed è fiancheggiata da un campanile del 1735. La struttura della chiesa è ad una navata: eleganti colonne ioniche sormontate da capitelli corinzi definiscono cinque campate laterali, sia a destra che a sinistra.
Le pareti del coro, nell’altare maggiore, sono impreziosite da affreschi del XVII secolo, mentre l’organo, opera di Giovanni Patanè Rocca, risale alla metà del 1800.
Oltre alle due chiese di cui vi ho parlato, su piazza Duomo si affaccia uno dei monumenti storici più importanti di Acireale: il Palazzo Municipale.
L’edificio, costruito in stile tardo-barocco nel 1659, subì ripetuti danni dai terremoti del 1693 prima e del 1818 dopo.
Basilica Collegiata di San Sebastiano
Sempre nel centro storico di Acireale sorge la Basilica Collegiata di San Sebastiano, anch’essa in stile barocco, costruita tra il 1609 e il 1644, ma in larga parte ricostruita dopo il terremoto della val di Noto del 1693. La facciata presenta una balaustra progettata da Pietro Paolo Vasta, sormontata da statue che raffigurano alcuni personaggi dell’Antico Testamento. La chiesa ha una struttura a croce latina a tre navate. Tra le opere di quest’ultimo, spicca in particolare il “San Sebastiano in Gloria”, nella Cappella di San Sebastiano, collocata nel braccio destro del transetto.
Dietro la tela è custodito il simulacro del Santo, che viene portato in processione dai devoti il 20 gennaio su di un fercolo d’argento. San Sebastiano è il compatrono della città ed il suo culto è sentito ad Acireale.
La piccola Chiesa di Sant’Antonio di Padova è considerata la più antica di Acireale. Anch’essa situata nel centro cittadino, fu costruita alla fine del 1400, dopo l’epidemia di peste che colpì la città, e inizialmente dedicata a San Sebastiano. In seguito, il 13 luglio del 1652, fu dedicata a Sant’Antonio, mentre per il culto di San Sebastiano fu progettata l’attuale Basilica.
Villa Belvedere, costruita nel 1848, è il giardino pubblico più grande di Acireale e si trova all’estremità settentrionale del corso Umberto I.
Entrando nella Villa Belvedere a destra si trova la vasca con la famosa statua in marmo di Aci e Galatea (protagonisti di un mito che più avanti vi racconterò), mentre altre statue di personaggi acesi illustri sono collocate lungo le aiuole.

È famoso il Carnevale, il più pittoresco della regione, con grandi carri allegorici e infiorati preparati da numerosi artigiani. https://www.facebook.com/fondazionecarnevaleacireale ,

A maggio Festival della Granita. Ad Acireale 'A Nivarata, il rito della Granita Siciliana. L’evento prenderà vita lungo le vie del centro della città, ricco di storia, di eredità culturali, architettoniche, naturalistiche e gastronomiche, https://www.nivarata.it/

Sagra del Polpo sabato 22 luglio 2023 nella magnifica cornice del borgo di Pozzillo, la manifestazione ogni anno attira migliaia di visitatori tra curiosi e appassionati. In piazza S. Margherita Regina

Sagra "Il Sapore del Pesce spada" a luglio a Stazzo, frazione marinara di Acieale. La manifestazione è organizzata dall’ Ass. Culturale "La Vela D'Oro". Nella splendida cornice del mare di Stazzo

Festa del Pescatore ad agosto anima il borgo marinaro di Santa Maria la Scala, frazione del comune di Acireale

Fiera dello Jonio ad Acireale a settembre, presso il centro storico di Acireale una delle più antiche e importanti fiere Siciliane. Nasce nel 1932, in ricordo dell’antica Fiera Franca di Santa Venera concessa con privilegio nel 1422 da Alfonso il Magnanimo. Che si svolgeva nel territorio delle Aci per il baratto dei prodotti dell'Etna. La manifestazione si terrà nel centro storico, https://www.facebook.com/fieradellojonio

Ad Acireale alla storia si affianca spesso la leggenda, soprattutto nel mito della fondazione. Tra le leggende Aci e Galatea, l'avventura di Odisseo contro il ciclope Polifemo, un bosco nato dalla vendetta di Zeus contro dei giganti e una leggenda relativa alla fuga dell'esercito cartaginese davanti a una colata dell'Etna.

Catania
capoluogo della Città Metropolitana omonima, 7 m s.m., patrono Sant’ Agata 3-5 febbraio
alle propagini meridionali dell'Etna,
la città, ricostruita nel Settecento su piano regolatore dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, si evidenzia per i suoi edifici barocchi, che sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,
in occasione della Festa di Sant'Agata, patrona della città, si svolgono due solenni processioni in cui il busto in argento della santa, contenente le sacre reliquie e preziosamente addobbato, viene accompagnato da una folla di devoti, con indosso il tradizionale abito bianco, detto “sacco”, e da undici candelore che rappresentano le corporazioni di mestiere della città

Catania è la seconda città della Sicilia per grandezza e numero di abitanti. L'antica Katane, fondata fra la pianura e il mare Ionio dai coloni di Naxos.
Ricostruita quasi interamente dopo il sisma del 1693 ha assunto la tipica fisionomia barocca che contraddistingue le città della Sicilia orientale.
Catania è la seconda città della Sicilia per grandezza e numero di abitanti. L'antica Katane, fondata fra la pianura e il mare Ionio dai coloni di Naxos, è diventata la più dinamica fra le città siciliane. È sede della più antica Università dell'Isola. La presenza dell'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa, ha connotato la sua storia di eruzioni e terremoti.
Ricostruita quasi interamente dopo il sisma del 1693 ha assunto la tipica fisionomia barocca che contraddistingue le città della Sicilia orientale. Lo schema cittadino settecentesco, di grande modernità e libertà compositiva, contempla l'uso della pietra lavica per le sue costruzioni che insieme al candore di stucchi e marmi definisce l'unicità architettonica del tessuto urbano.

Piazza Duomo - via Garibaldi - Castello Ursino - la Pescheria, Catania
Piazza Duomo è il nucleo più antico della città. Qui si ammirano la fontana dell'Elefante, la Cattedrale barocca dal nucleo normanno, il Seminario dei Chierici, il Palazzo Municipale o degli Elefanti, la fontana dell'Amenano e porta Uzeda. Si prosegue per via Garibaldi con i suoi palazzi Pardo, Marletta, l'intervallo di piazza Mazzini, Asmundo di Gisira, la casa di Giovanni Verga in via Sant'Anna, e le chiese della Madonna dell'Aiuto e Santa Chiara in via San Giovanni. Nelle vicinanze sono il federiciano Castello Ursino, Museo Civico, la chiesa di Santa Maria dell'Indirizzo, le Terme dell'Indirizzo ed il mercato della Pescheria.

Piazza Duomo - Teatro Massimo - palazzo Biscari, Catania
Percorrendo via Vittorio Emanuele verso il mare si osserva, a sinistra, la chiesa di Sant'Agata alla Badia. Proseguendo per piazza Scammacca si giunge al Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" e ritornando per via Landolina s'arriva a palazzo Biscari, sede dell'omonimo museo ed alla chiesa di San Placido. Nelle vicinanze è la villa Pacini, giardino pubblico sotto le arcate della marina. Riprendendo via Vittorio Emanuele si osservano palazzo Valle, Collegio dei Nobili e palazzo Guttadauro di Reburdone. Da qui è possibile visitare i vicoli della Civita, popolare quartiere, dove è la casa del Vaccarini in via San Francesco di Paola.

Piazza Duomo - via Etnea - piazza Stesicoro - via Crociferi - piazza Dante, Catania
Salendo per via Etnea s'incontra piazza Università, con i palazzi dell'Università, di Sangiuliano e Gioeni e subito dopo la chiesa della Collegiata. Inoltrandosi nelle via limitrofe si osservano la chiesa
dell'Ogninella e la chiesa dei Frari sino ad arrivare a piazza Manganelli dove sono visibili l'omonimo palazzo, il retro di palazzo Carcaci e la chiesetta di San Michele. Ritornando ai Quattro Canti si risale via Etnea sino a piazza Stesicoro con il monumento a Bellini, palazzo Paternò del Toscano, i resti dell'Anfiteatro romano con lo sfondo della chiesa di San Biagio o Sant'Agata alla Fornace. Si prosegue per la salita San Camillo sino a Sant'Agata al Carcere. Si ritorna per via Manzoni e via Penninello con il palazzo della Prefettura, da qui una scalinata conduce a via Crociferi, strada barocca che dalla salita di via Sangiulano conduce a via Vittorio Emanuele sino al monumento a Dusmet. La via Crociferi è sede di fastose chiese quali la Badia grande, San Benedetto, San Francesco
Borgia, San Giuliano, il Collegio gesuitico, il convento dei Crociferi, e costituisce l'ambiente urbano più rappresentativo della magniloquenza architettonica della città settecentesca. Superato l'ex Collegio dei Gesuiti e l'arco di San Benedetto s'intravede sulla destra il Teatro greco-romano e l'Odeon e poco più avanti il complesso termale in via della Rotonda. Proseguendo per via Teatro greco si arriva a piazza Dante ed al complesso dei Benedettini di San Nicolò l'Arena, oggi facoltà di Lettere, con l'annessa chiesa di San Nicolò.

Piazza Stesicoro - Villa Bellini - via XX Settembre - la Fiera, Catania
Da piazza Stesicoro su per la salita San Camillo dove si osserva palazzo Borsa e, più avanti, San Domenico fuori le mura. Riscendendo si prosegue per via Sant'Euplio con le omonime catacombe; da qui sino a Piazza Roma dove si entra nella Villa Bellini, Giardino pubblico della città. Si esce dal giardino in via Etnea e, subito a destra si nota il palazzo delle Poste. Si risale per via Etnea sino a viale XX Settembre e lo si percorre sino a piazza Verga, con il Tribunale e la fontana dei Malavoglia; si svolta per via Ventimiglia e si percorre via Umberto sino alla Fiera, vasto mercato popolare a ridosso della chiesa del Carmine.

I Viali - piazza Europa - Ognina, Catania
Per viale XX Settembre verso il mare tra gli edifici otto-novecenteschi, si giunge in corso Italia. Rilevanti villa Miranda, il palazzo delle Scienze, villa Manganelli. In piazza San Francesco d'Assisi è il Museo Emilio Greco. In fondo piazza Europa è il belvedere sulla scogliera lavica, da dove inizia il Lungomare sino al borgo di Ognina.

Il castello Ursino di Catania fu costruito da Federico II di Svevia nel XIII secolo. Il maniero ebbe una certa visibilità nel corso dei Vespri siciliani, come sede del parlamento e, in seguito, residenza dei Sovrani di Sicilia della dinastia aragonese fra cui Federico III. Oggi è sede del Museo civico della città etnea, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei Benedettini.   https://museocivicocastelloursino.comune.catania.it/

La festa di Sant'Agata, patrona di Catania, è una festa patronale tra le più belle al mondo, dal 3 al 5 febbraio tre giorni di culto, devozione, folclore, tradizioni. Nei giorni della festa la tradizionale Fiera di S. Agata.  
Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la santa Patrona.   
Sul fercolo del 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente (simboleggianti il martirio), vengono sostituiti da quelli bianchi (che rappresentano la purezza). Nella tarda mattinata, in cattedrale viene celebrato il pontificale. AI tramonto ha inizio la seconda parte della processione che si snoda per le vie del centro di Catania, attraversando anche il Borgo, il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669.   La festa di sant’Agata è inscindibile dalla tradizionale sfilata delle candelore, enormi ceri rivestiti con decorazioni artigianali, puttini in legno dorato, santi e scene del martirio, fiori e bandiere. Le candelore precedono il fercolo in processione, perché un tempo, quando mancava l’illuminazione elettrica, avevano la funzione di illuminare il passo ai partecipanti alla processione. Sono portate a spalla da un numero di portatori che, a seconda del peso del cero, può variare da 4 a 12 uomini.
I luoghi di Culto di Sant'Agata
La Cattedrale di Sant'Agata - Busto reliquiario di Sant'Agata di Giovanni di Bartolo (1373, sacello della cappella di Sant'Agata) - Scrigno delle reliquie di Sant'Agata, fine XV secolo/XVI secolo con rifacimenti del XVIII (sacello della cappella di Sant'Agata).

Sant'Agata al Carcere - Chiesa che è stata costruita davanti al carcere dove la santa patrona della città, S. Agata fu rinchiusa durante il processo, portata dopo il martirio, guarita dall'apostolo Pietro e dove esalò l'ultimo respiro il 5 febbraio 251 d.C. - All'esterno del carcere, a sinistra dell'attuale porta di accesso, un concio di pietra lavica conserva, secondo la tradizione, le orme impresse di S. Agata.

Chiesa Sant'Agata la Vetere - Sarcofago dove è sepolto il corpo della giovane martire.  https://www.festadisantagata.it/

Ursino Buskers Festival internazionale di arti di strada della città di Catania. Come ogni anno, nel mese di settembre, le vie e le piazze intorno al Castello Ursino   https://www.facebook.com/ursinobuskers

BeerCatania “Pub Edition”, Festival delle Birre Artigianali e delle eccellenze del territorio a novembre a Catania. Appuntamento con la migliore selezione di birrifici artigianali e local food.   https://www.facebook.com/BeerCatania/

Catania Vinile - Fiera del Disco a Catania 16-17 dicembre 2024 – Centro commerciale Centro Sicilia SP54 Misterbianco.   https://www.ernyaldisko.com/

Il Bureau del Turismo:
Via Vittorio Emanuele II, 172 - 95131 Catania
Orario di apertura: da Lunedì a Sabato 8.00 - 19.00;
Domenica 8.30 - 13.30
Numero Verde gratuito 800 841 042
Tel.:  +39 095 742 55 73
Email: bureau.turismo@comune.catania.it
Coordinate gps: 37.5029560237711,  15.088611245155334

Ragusa e la Sicilia in sette giorni

Ragusa capoluogo del Libero Consorzio Comunale omonimo, 502 m s.m., patrono San Giorgio ultima domenica di maggio e san Giovanni Battista 29 agosto
Il nucleo urbano è articolato in due zone distinte, unite da una suggestiva e lunga scalinata costruita nel sec. XVIII. Ragusa Inferiore o Ibla, dalla struttura urbanistica tipicamente medievale e barocca, costituisce il nucleo di più vecchio domina i valloni delle cave di San Leonardo e di Santa Domenica dall'alto di uno sperone allungato, dove fu ricostruita dopo il terremoto del 1693. Sull'adiacente collina, fu fondata la città nuova, Ragusa Superiore, con regolare pianta a scacchiera.
Ragusa fu inizialmente ricostruita più in alto, ma alcuni ragusani vollero tornare al nucleo originario della città, il risultato è un’affascinante città divisa in due ben zone distinte, collegate da ripide scalinate: Ragusa Ibla (il centro storico) e Ragusa Superiore, costruita su un altopiano.
Piazza Duomo da via del Mercato, per godere di una splendida vista sulla valle sottostante durante la camminata, è dominata dal magnifico Duomo di San Giorgio con la sua cupola neoclassica è a dir poco stupenda, ma tanti sono i tesori d’arte custoditi al suo interno. All'interno si trovano le statue del Gagini e si trova inoltre il capolavoro della ditta Serassi che lo volle chiamare Organum maximum in quanto sintesi della migliore arte organaria all'epoca esistente composto da 3368 canne.
Chiesa di Santa Maria dell'Itria; la chiesa di Maria Santissima dell'Itria è la chiesa commendale del Sovrano militare ordine di Malta sotto il titolo di San Giuliano, fondata dal barone Blandano Arezzi nel 1626, vicino all'ospedale col medesimo nome. Il nome deriva dal greco Odygitria (ovvero colei che indica il cammino). La chiesa, che è situata al centro dell'antico quartiere ebraico di "Cartellone", non fu particolarmente colpita dal sisma, essa però venne ugualmente ampliata e modifica in stile barocco, diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere.
La più piccola Chiesa di San Giuseppe che si affaccia a piazza Pola, a est di piazza Duomo. Per ottenere un po’ di refrigerio spostatevi al Giardino Ibleo, il giardino pubblico più antico della città. Costruito nell’Ottocento per volontà di tre facoltosi cittadini ragusani, sorge in una panoramica posizione su uno sperone di roccia che domina la vallata. Una delle viste più caratteristiche di Ragusa sono i tre ponti che attraversano la vallata di San Domenico collegando la parte sud della città con il centro storico: Ponte Vecchio detto anche Ponte dei Cappuccini o Ponte Scopetta, costruito nella prima metà dell’Ottocento, è un ponte in pietra con archi.
Palazzo Zacco; il palazzo, tra i più belli di Ragusa superiore, fu costruito dal barone Melfi.
La leggenda vuole che San Giorgio per volere di Dio fosse sceso sulla terra per aiutare i soldati normanni, così il conte Goffredo, costruì a Ragusa l'imponente chiesa dedicata al Santo cavaliere, l'edificio era in stile gotico-catalano, fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e ai giorni nostri è rimasto solo lo splendido portale.
San Giovanni Battista invece è il patrono di Ragusa superiore, probabilmente il culto risale al VI secolo d.C., ma è ormai confermato che nel quartiere dei cosentini, formatosi con il conte Goffredo, fosse stata eretta una chiesa devota al santo, fuori le mura d'Ibla. Dunque questa situazione di doppio patrono, deriva da una serie di eventi storici.
Durante il Santo Natale vengono allestiti caratteristici presepi a Ibla e presepi viventi, questi ultimi favoriti nelle ambientazioni dagli scenari naturali a disposizione, spesso infatti le vallate di Ragusa
Numerose le chiese ed i palazzi presenti da visionare, come i parchi.

A Tutto Volume – Libri in Festa 16-18 giugno 2023 a Ragusa. Il festival aprirà la stagione dei grandi eventi estivi e riconsegnerà le piazze ai libri, ai lettori e agli autori.

Siracusa e la Sicilia in sette giorni

Siracùsa capoluogo del Libero Consorzio Comunale omonimo, 17 m s.m., patrono Santa Lucia 13 dicembre.
Città della Sicilia posta sulla costa sudorientale dell'isola, la città si presenta quindi divisa in due parti: Ortigia, che ha conservato in parte l'aspetto barocco conferitole dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 1693, e la città moderna,
La chiesa di San Giovanni Evangelista, di cui resta parte del colonnato centrale, è affiancata dall'ingresso che conduce alla cripta di San Marciano, primo vescovo della città, da cui si accede alle catacombe di San Giovanni, la chiesa di Santa Lucia, risalente al sec. VI, ricostruita dai Normanni nel sec. XII e rimaneggiata nel Seicento; conserva della struttura normanna le absidi semicircolari, il portale e parte del campanile, mentre il rosone è del sec. XIV.
Sotto la chiesa e la piazza antistante si trovano le catacombe di Santa Lucia, Santuario della Madonna delle Lacrime, costituito da un'ampia cripta (1966-68), sormontata da un'alta costruzione a forma di cono (74 m), consacrata nel 1994 . A Ortigia, sulla piazza del duomo, significativo complesso di architettura barocca, prospettano il Palazzo Arcivescovile, rinascimentale ma rimaneggiato nel Settecento, il medievale palazzo Beneventano del Bosco, la chiesa di Santa Lucia alla Badia, distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita nel sec. XVIII.
La maestosa cattedrale, nelle sue forme attuali, è il risultato della sovrapposizione di diverse strutture, la più antica delle quali corrisponde al grande tempio dorico di Atena (sec. V a. C.), le cui colonne sono incorporate nelle mura esterne dell'edificio. La fastosa facciata barocca, a due ordini separati da una balaustra in ferro battuto, con colonne corinzie e profonde cornici, è opera di Andrea Palma (1725-53) e l'interno, a tre navate, custodisce preziose opere d'arte, tra cui il ciborio di Luigi Vanvitelli (1752), San Zosimo, tavola con fondo in oro attribuita ad Antonello da Messina e statue di Antonello Gagini (Santa Lucia, 1526, Madonna della Neve, 1512). Sotto il Palazzo del Senato, sede municipale, chiamato anche “palazzo Vermexio”, i resti di un tempio ionico arcaico. Al centro di piazza Archimede, su cui prospettano numerosi edifici signorili, tra cui il palazzo Lanza-Bucceri (sec. XV), è la splendida fontana di Artemide, restaurata, che rappresenta la metamorfosi della ninfa Aretusa. L'imponente castello Maniace, eretto nel sec. XIII per volere di Federico II sull'estrema punta dell'isola di Ortigia, conserva la poderosa mole a pianta quadrata, con quattro torrioni cilindrici e portale gotico.
tra maggio e giugno, ogni anno, nel teatro greco del Parco archeologico della Neapoli, si rinnova la tradizione del teatro classico, con il ciclo delle rappresentazioni organizzate dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico INDA.
A dicembre, in occasione della Festa di Santa Lucia, patrona della città, e in virtù di un gemellaggio con Stoccolma, Siracusa ospita la Settimana Svedese, con varie manifestazioni artistiche e culturali.
A 8 km dall'abitato è il castello Eurialo (sec. IV a. C.).

Tra maggio e giugno, ogni anno, nel teatro greco del Parco archeologico della Neapoli, si rinnova la tradizione del teatro classico, con il ciclo delle rappresentazioni organizzate dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico INDA. https://www.indafondazione.org/

A dicembre, in occasione della Festa di Santa Lucia, patrona della città, e in virtù di un gemellaggio con Stoccolma, Siracusa ospita la Settimana Svedese, con varie manifestazioni artistiche e culturali.
A 8 km dall'abitato è il castello Eurialo (sec. IV a. C.).

Festa della Fragola Ippodromo del Mediterraneo, folclore, spettacoli, artigianato, degustazioni, ad aprile, la prelibata fragola di Cassibile è la protagonista indiscussa della suggestiva “Festa” a lei dedicata, all’Ippodromo del Mediterraneo di Siracusa. https://www.festadellafragola.com/

Ortigia Film Festival, a luglio il festival internazionale del cinema della città di Siracusa. Tre le sezioni competitive del Festival: il Concorso #Lungometraggi opere prime e seconde italiane, il Concorso #Documentari e il Concorso Internazionale #Cortometraggi. https://www.facebook.com/OrtigiaFilmFestival/

Strepitus silentii le notti delle catacombe", da luglio ad agosto, ogni venerdì, sabato e domenica visite notturne teatralizzate della Catacomba di San Giovanni a Siracusa, https://www.kairos-web.com/

Feste Archimedee a giugno Scienza, cultura, arte, cinema e teatro per lo sviluppo e la valorizzazione del genio giovanile. Nelle strade e nelle piazze del centro storico della città. https://www.festearchimedee.it/

Modica, Sicilia in sette giorni

Mòdica comune del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, 296 m s.m., patrono San Giorgio 23 aprile e san Pietro Apostolo 29 giugno.
La cittadina è divisa in due parti: Modica Alta, la città medievale digradante tra le case suggestivamente disposte a gradinata, e Modica Bassa, collegate tra loro da un'ampia scalinata e dal corso San Giorgio, tramite il ponte Guerrieri, uno fra i più alti d'Europa.

Per le sue architetture barocche Modica è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altre città del Val di Noto.
La mattina di Pasqua si svolge il rito della cosiddetta “Madonna Vasa Vasa”

A Modica Bassa il rosone, due-trecenteschi, della chiesa del Carmine, che conserva un gruppo marmoreo, l'Annunciazione, di Antonello Gagini,
la chiesa di Santa Maria del Gesù (sec. XV), dal bel portale gotico-catalano,
chiesa di Santa Maria di Betlem, la cappella del Sacramento o Cabrera (sec. XV-XVI) che, nella sua particolare struttura a pianta quadrata, sormontata da cupola con pennacchi arabeggianti su base ottagonale.
L'ottocentesco palazzo De Leva conserva nel suo piccolo giardino un pregevole portale gotico.
Notevole è anche la settecentesca chiesa di San Pietro, con scenografico prospetto e scalinata fiancheggiata dalle statue degli apostoli.
Da non perdere a Modica è la magnifica Duomo di San Giorgio, un capolavoro rococò posto in cima ad una monumentale scalinata di 260 gradini. Questa chiesa è un tripudio di stucchi, decori e opere d’arte, sia all’esterno che all’interno.
La Chiesa di San Pietro, situato lungo il corso principale nella Città Bassa e sovrastata dalla Rocca del Castello dei Conti.

A Modica Alta, nel tessuto edilizio tardobarocco, domina il duomo di San Giorgio, ricostruito nel 1738. Ha una maestosa facciata, all'interno, sull'altare maggiore, si possono ammirare una grande polittico di dieci pannelli con Episodi del Vangelo e della vita di San Giorgio, di Bernardino Niger (1573) e la meridiana pavimentale. La più alta costruzione della città è la chiesa di San Giovanni Evangelista, con imponente facciata ottocentesca preceduta da una scenografica scalinata.

Nell'ex convento dei Mercedari (sec. XVIII), sono ubicate la Biblioteca Comunale, il Museo Civico “F. L. Belgioioso” e il Museo Ibleo delle Arti e delle Tradizioni Popolari.

Choco Modica è la manifestazione che celebra il simbolo enogastronomico della citta di modica: il cioccolato di Modica IGP
https://www.cioccolatodimodica.it/

Per un tuffo in un passato più recente visitate il Museo Casa natale Salvatore Quasimodo, lo scrittore premio Nobel originario di Modica. Casa natale di Salvatore Quasimodo, La stanza della poesia, Tra vicoli e poesia”: percorso guidato tra le vie del centro storico di Modica, per andare alla scoperta delle poesie di Quasimodo scritte su delle maioliche, https://www.casaquasimodo.it/

La chiesa di Santa Maria del Gesù e il vicino convento, conserva uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall'altra.

Noto e la Sicilia in sette giorni

Nòto comune del libero consorzio comunale di Siracusa, 152 m s.m., patrono San Corrado Confalonieri 19 febbraio e ultima domenica di agosto,

Noto, il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanitàda parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto,

Noto antica
Percorrenza Km 25.
Dal centro storico di Noto si procede verso la zona collinare di San Corrado fuori le mura, superato lo stupendo santuario della Madonna della Scala, a circa 3 Km. si ammirano il monte Alveria e le possenti mura cinquecentesche di Noto Antica. Il primo insediamento umano si fa risalire alla cultura castellucciana, ossia all’Età del Bronzo Antico (XVIII - XV sec. a.C.). Dalla stradina, prima di arrivare al piccolo ponte sul torrente Salitello, si può ammirare la necropoli sicula appartenente, secondo il Bernabò Brea, al quarto periodo (730 - 650 a.C.), chiamato del Finocchito, caratterizzato da tombe scavate nella roccia. Sempre lungo il banco roccioso di destra, prima di arrivare alla porta della Montagna, si possono visitare la Grotta del Carciofo, catacomba ebraica che riporta il candelabro a sette bracci, e l’ampia Grotta dalle Cento Bocche, catacomba bizantina.
Varcata la Porta d’entrata dell’antica Noto, a sinistra si apre un grande ambiente incorporato dalle mura, che era la Sala d’Armi con le scuderie, a destra si eleva il Castello con la Torre Maestra voluta nel 1431 dal Duca di Noto Don Pietro d’Aragona, feudatario della Città e fratello del Re Alfonso V il Magnanimo.
Sotto il castello si può visitare una catacomba cristiano-bizantina con arcosoli, scavata nella roccia (VI - VII secolo); subito dopo, sempre a destra, si trova una tomba greco-classica, scavata sotto il Castello.
Al culmine della salita si può ammirare la Valle del Carosello, dove nasce l’Asinaro, e sotto la montagna vi sono le Concerie delle pelli scavate dagli Arabi.
Lungo la strada, a sinistra si apre il sito dell’Ospedale di S. Martino, più conosciuto come Ospedale di S. Maria di Loreto, collegato ad una struttura scavata nella roccia, forse un Oratorio.
Procedendo ancora nel nostro viaggio dentro la Noto Antica, si arriva al palazzo dei baroni di Belludia, di fronte si scorgono i pilastri della Chiesa gesuitica con i ruderi del Collegio, voluto dal barone di Buxello Don Carlo Giavanti.
E’ una bella passeggiata quella che ci conduce alla Piazza Maggiore, il cuore della città nel Cinquecento, sito abbellito da artistiche fontane, e in particolare da quella con la statua del Laocoonte, opera pregevole dell’architetto netino Don Giovanni Manuella, disegnatore dell’Arca argentea di S. Corrado. A destra si trova un altarino con edicola realizzato a ricordo dell’Antica Città.
Dalla Piazza Maggiore si gira a sinistra ed in seguito sempre a sinistra, si arriva al Ginnasio ellenistico-jeroniano (III sec. a.C.), dove i giovani netini si esercitavano nelle attività ginniche: la struttura era stata, in parte, scavata nella roccia e in parte completata in muratura.
L’architrave del Ginnasio riportava la dedica al re siracusano Ierone II e fu rinvenuta e censita dallo studioso tedesco Georg Kaibel, epigrafista, fu asportata nel 1894 a cura del Comune di Noto, ed è esposta nel Museo Civico.
Nell’area sud-orientale del monte, negli Orti del Carmine, si possono visitare due grandi ambienti scavati nella roccia nel III sec. a.C. ed utilizzati come Heroa, un culto orientale degli eroi domestici, e rilevabile nelle nicchie scavate nella roccia ad edicole e coperte con le "pirakes", tavolette votive, in marmo scolpito o in legno dipinto.
Ritornando nella Piazza Maggiore, si prosegue diritto fino all’Eremo di S. Maria della Provvidenza (1723), dal quale si può ammirare la Valle del Durbo o dei Platani. La chiesa è piccola, graziosa e a navata unica.
I palazzi sono maestosi, tutti costrui nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, candida e rosata alla luce del tramonto. La città viene costruita come se fosse una scenografia, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto.
L'asse principale è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze in ognuna delle quali si trova una chiesa: S. Francesco all'Immacolata, preceduta da un'imponente scalinata, il Monastero dei SS. Salvatoreo, il Convento di S. Chiara. Piazza Municipio è la più maestosa e movimentata delle tre piazze: si di essa si erge la Cattedrale dall'ampia facciata, scandita da due campanili, che lascia intravedere i resti della cupola. Ai lati della cattedrale il Palazzo Vescovile (XIX sec.) e Palazzo Landolina di Sant'Alfano, sul lato opposto le armoniose linee curve di Palazzo Ducezio.

L'area archeologica del Castelluccio
Lasciando Noto Antica, s’imbocca, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell’Acqua, agglomerato rurale a 4 Km. di distanza, quindi si imbocca la strada per Rigolizia, e dopo 3 Km. si vede la segnaletica turistica per l’ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo. La zona, denominata Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento.
Ai lati del monte si apre una vasta necropoli, interessante per le tombe a grotticella artificiale o a forno, dove, secondo il rito del tempo, venivano seppelliti i defunti con i corredi funerari.
I materiali rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.
Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell’Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi. La grotta, scavata in periodo bizantino, presenta una pianta circolare con al centro un pilastro che regge il soffitto, alto 2 metri. All’interno si trova un ciclo pittorico che va dall’VIII secolo fino al Cinquecento. Tra gli affreschi eseguiti sul pilastro è pregevole quello della Madonna, significativo il Gesù Crocifisso, tra immagini sbiadite a causa dell’umidità della parete.
Ancora più giù si può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.
Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell’Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV periodo siculo (730- 650 a.C.).

Noto La villa romana del Tellaro
Distanza da Noto Km.10
Dal centro città immettendosi sulla strada Noto - Pachino, si arriva al ponte sul Tellaro, per poi deviare a destra. A circa 100 metri, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali.
Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e artistici d’Italia e sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. Fu distrutta da un incendio.

Noto I Santuari di San Corrado e della Madonna della Scala
Lasciato l’abito periferico a nord della città, per la strada statale 287, si incontrano numerosi santuari. Il primo ambiente religioso è l’ex Eremo di S. Giovanni in Lardìa, che ospita i Monasteri delle Suore Carmelitane Scalze e delle Suore Benedettine. La strada si snoda ad anse fino a S. Corrado fuori le mura (Km 4 circa), luogo di villeggiatura per molte famiglie netine. Nella parte alta si può visitare la chiesetta dedicata a Maria S. Assunta, e poi, scendendo nella Valle dei Miracoli.
Vi si ritirò il frate francescano Corrado Confalonieri, nobile piacentino, poi canonizzato e riconosciuto come Patrono di Noto. Attraverso un vialetto si procede verso l’Eremo e poi il Santuario settecentesco, che include la grotta che ospitò il Santo, la chiesa, dalla facciata in stile barocco.
Nella chiesetta il visitatore può ammirare la Grotta della preghiera, che ospita la statua marmorea del Patrono, opera pregevole dello scultore Giuseppe Fortunato Pirrone, e la pala dell’altare maggiore raffigurante "La Vergine con il Bambino e S. Corrado", opera del Conca. Alla sinistra della chiesa, sotto l’altare, si trovano i resti mortali di S. Leonzio Martire. Altre curiosità sono costituite dal piccolo Museo degli ex-voto, ricco di prodotti di vario tipo.

La terza domenica di maggio si svolge l'attesa manifestazione della Primavera Barocca, con eventi, concerti, mostre artigianali, cortei in costume d'epoca e la suggestiva “Infiorata

Aidone - Morgantina la Sicilia in sette giorni

Aidone comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 800 m s.m., patrono San Lorenzo Martire 10 agosto,
la chiesa di Santa Maria la Cava (sec. XII), che conserva un'abside trecentesca e una bella torre campanaria,  la chiesa di Santa Maria fu fondata con il nome di Santa Maria Lo Piano da Adelasia, nipote del conte Ruggero, la Chiesa è anche un santuario dedicato a san Filippo apostolo: il simulacro del santo, ritenuto miracoloso,
la chiesa di Sant'Anna, con un bel Crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia,
il Castello di Pietratagliata di epoca normanna, e, a pochi chilometri, la Villa Romana di Piazza Armerina, sito Unesco,
la Torre Adelasia, oggi costituisce la torre campanaria della chiesa di Santa Maria La Cava. In origine la Torre era una delle torri di difesa lungo le mura,
la Chiesa Madre di San Lorenzo di Aidone,
nel 1693 il terremoto che colpì tutta la Sicilia orientale provocò in Aidone la distruzione del paese e il crollo di numerose chiese ed edifici,

Il museo archeologico di Aidone è ospitato nella convento dei Cappuccini annesso all'omonima chiesa. È stato inaugurato nell'estate del 1984 e custodisce i reperti di oltre trent'anni di scavi a Morgantina, ordinati secondo criteri cronologici e tematici.

Morgantina è un'antica città sicula e greca, sito archeologico nei pressi del borgo di Aidone, della città ellenistica restano nell'area recintata notevoli resti: diversi edifici pubblici, intorno alla piazza dell'Agorà.

la scoperta del primo giacimento di zolfo, iniziò per Aidone un periodo di prosperità alimentata dall'industria estrattiva.nel territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda   http://www.enteparcofloristella.it/

Agrigento e la Sicilia in sette giorni

Agrigento, Favara, Aragona, Racalmuto, Canicatti, Naro, Ravanusa, Gela, Licata, Palma di Montechiaro
Agrigento capoluogo del Libero consorzio Comunale omonimo, 230 m s.l.m. patrono San Gerlando Giorno festivo 25 febbraio,
Posta al centro della costa meridionale della Sicilia, Agrigento è posta sulla collina dove sorgeva l'antica Girgenti, mentre la Valle dei Templi si trova poco più a sud
È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO,

il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell'antica Girgenti. Risalente all'età medioevale del XI e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari).

La Cattedrale di San Gerlando si trova nel centro storico di Agrigento, in cima ad una scalinata, sita sul ciglio di una rupe.
Fu edificata nel XII secolo e, nel corso dei secoli, venne rimaneggiata e ristrutturata. La cattedrale è stata tra le prime fondate in Sicilia subito dopo l’avvento del Cristianesimo. L’edificazione del duomo venne affidata al Vescovo di Agrigento, Gerlando Besançon.
La facciata barocca, sormontata da un timpano spiovente e sottolineata da paraste sporgenti e il campanile quattrocentesco a base quadrata costituiscono gli elementi essenziali della parte occidentale esterna. In basso, nella parte a meridione, troviamo i due ordini di monofore cieche in stile plateresco.
L'interno, in stile normanno, presenta una pianta a croce latina ed è a tre navate, con sette alte colonne barocche ottagonali e arcate ogivali che culminano in un elegante transetto con copertura a capriate dipinte del Cinquecento e decorate con diverse figure di Santi agrigentini e con motivi ornamentali floreali.
Le opere custodite al suo interno sono numerose, di notevole pregio sono: la Tela dell’Immacolata; la Tela del Martirio di Sant’Erasmo; l’Urna di San Felice Martire; la Cappella di San Bartolomeo; la Scultura del Compianto; la Tela della Madonna del Rosario e anime purganti.

Il Santuario dell'Addolorata di Agrigento, noto anche come chiesa di Maria Santissima Dei Sette Dolori, è uno dei luoghi di culto cattolici mariani più importanti di Agrigento ed è sede di una delle confraternite più antiche della città, la confraternita di Maria Santissima Dei Sette Dolori.
Fu edificata nel XVII secolo da maestranze siciliane inglobando una preesistente edicola sacra. La chiesa si trova a picco su una parete di roccia calcarea, a ridosso di porta Garibaldi, gli spazi delle cripte sono adibiti a museo. La sobria facciata si contrappone al ricco interno in stile barocco. Lungo le pareti sono presenti pregevoli stucchi del Serpotta.

La Chiesa di Santo Spirito di Agrigento si trova sul lato sinistro dell’omonimo Monastero, fondati dalla famiglia Chiaramonte nel 1299. La chiesa e l’annesso monastero furono costruiti nel XIII secolo dalla nobile famiglia dei Chiaramonte, all'interno del complesso monumentale, sono presenti due stemmi della
famiglia Chiaramonte, uno dipinto nella catena di una capriata della chiesa ed un rilievo dello stesso stemma si trova nel concio di
chiave di un’arcata del dormitorio del monastero. La chiesa presenta una pianta rettangolare e l’attuale facciata conserva ancora due elementi originari: il rosone e il portale
medievale.

La Chiesa di San Giuseppe di Agrigento, situata in fondo alla Via Atenea, presenta un prospetto in stile barocco arricchito da un doppio ordine di scalini e due torri campanarie.
L'interno è a unica navata. Il soffitto è stato dipinto da Raffaele Gurrieri con scene della vita di San Giuseppe.

La Chiesa di San Lorenzo ad Agrigento, nota anche come Chiesa del Purgatorio, è situata in piazza Purgatorio, lungo la via Atenea. Lo splendido monumento colpisce per la sua fastosità, per l'abbondanza e il fasto delle decorazioni, per gli stucchi, gli ori e le pitture.
Fu edificata nella seconda metà del 700 per volere dei ricchi borghesi del quartiere che, influenzati dalle espressioni dello stile barocco del momento, la vollero particolarmente sfarzosa.

La Chiesa di San Nicola di Agrigento, sita fuori dall’abitato nelle immediate vicinanze del Museo Archeologico, lo stesso che si ritrova nella Valle dei Templi.
La chiesa rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura cistercense tardo-romanica della Sicilia. L’edificio, costruito in
epoca normanna, fu ampliato nel 1219 dai frati cistercensi di Santa Maria di Adriano. Il convento, invece, fu fondato nel 1426 dal
beato Matteo Cimarra, che introdusse in città il movimento dell’Osservanza francescana. Di notevole pregio è il Sarcofago di Fedra contenuto nella terza cappella. Il sarcofago, opera marmorea di inestimabile valore e splendida espressione della scultura romana in Sicilia, rappresenta quattro episodi del mito di Fedra e Ippolito.
L’edificio e i resti del complesso abbaziale fanno parte del museo Archeologico di Agrigento

La Chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento è l’antica cattedrale di rito greco-bizantino della città.
La chiesa è stata costruita nel 1200 sui resti di un antico tempio dorico, da alcuni studiosi identificato con il tempio di Atena Lindia e Zeus Atabyrios di cui parla Polibio, del quale sono ancora visibili le tracce del basamento. La chiesa fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso, e per questo è ancora oggi chiamata “Chiesa dei Greci”. Divenne poi cattedrale cattolica, prima che lo divenisse la
Chiesa di San Gerlando.

La Valle dei Templi è un parco archeologico della Sicilia caratterizzato dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento.  https://www.parcovalledeitempli.it/

Il Giardino della Kolymbethra è un raro gioiello archeologico e agricolo, un luogo straordinario che racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra di Sicilia e racconta, con i suoi reperti e i suoi ipogei, scavati 2500 anni fa, la storia dell’antica Akragas.  https://fondoambiente.it/luoghi/giardino-della-kolymbethra

Il Parco letterario Luigi Pirandello che si sta realizzando in Agrigento, in omaggio ad uno dei più grandi Autori della Letteratura del novecento  https://www.parcoluigipirandello.it/

importante l'appuntamento annuale la Sagra del Mandorlo in Fiore, che si svolge all'inizio di febbraio  https://www.facebook.com/sagradelmandorlo/

Sciacca e la Sicilia in sette giorni

Sciacca comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 60 m s.m., patrono Madonna del Soccorso 2 febbraio e 15 agosto,
Del castello dei Luna, ristrutturato nel sec. XVI e in gran parte demolito nel 1881, restano le mura esterne e una torre cilindrica.
Lo “Steripinto” è un singolare palazzo di stile gotico-catalano costruito all'inizio del sec. XVI.
Il duomo Maria Santissima del Soccorso, fu ricostruito nel 1656; dell'originaria struttura normanna conserva l'esterno delle tre absidi (sec. XII). La chiesa di San Nicolò la Latina risale al sec. XII e ha l'interno a croce latina, con tracce di affreschi bizantineggianti.
Cappella di San Giorgio dei Genovesi a Sciacca, l'antica cappella di San Giorgio dei Genovesi fu costruita nel 1520 dai numerosi mercanti genovesi residenti a Sciacca
La chiesa di Santa Margherita, rinnovata nel Cinquecento e oggi chiusa al culto, presenta un pregevole portale gotico-rinascimentale, opera di Francesco Laurana e Pietro de Bonitate.
La chiesa di San Michele, in Piazza Noceto, fu fondata da Guglielmo Peralta nel 1371. Fu ricostruita nel XVII secolo. Presenta un portale con architrave e un portale gotico. L'interno è a tre navate con colonne ed archi al centro. La chiesa conserva anche un crocifisso quattrocentesco, due acquasantiere del XVI secolo, una scultura di Domenico Gagini[31], un polittico cinquecentesco e una statua seicentesca in legno di San Michele. In una teca sono poste le due sacre Spine del martirio di Cristo, donate da Eleonora d'Aragona, figlia di Giovanni di Sicilia, e dal marito Guglielmo Peralta, che le aveva ricevute dai D'Angiò. Le due spine furono ritenute autentiche dal vescovo di Agrigento, in occasione dell'inaugurazione della chiesa e parte del Monastero di Maria Santissima dell'Itria.
Lo stabilimento termale, costruito in stile liberty fra il 1928 e il 1938, venne successivamente ampliato.
La settimana di Carnevale, la sfilata di numerosi e coloratissimi carri allegorici.
Poco distante da Sciacca si trova il cosiddetto “Castello incantato”, un uliveto in cui Filippo Bentivegna, artista contadino, ha scolpito nella viva roccia o nella corteccia degli alberi un centinaio di volti.
Sulla vetta del monte San Calogero, si gode un eccezionale panorama sia verso l'interno sia verso il mare, è il santuario omonimo, che custodisce una statua marmorea San Calogero di Giacomo Gagini

Selinunte e la Sicilia in sette giorni

Selinunte era un'antica città siceliota situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, costituisce uno dei parchi archeologici più estesi d'Europa. I ruderi della città si trovano nel territorio del comune di Castelvetrano, l'opera più famosa, l'Efebo di Selinunte, è esposto presso il museo civico di Castelvetrano.

Mazara del Vallo e la Sicilia in sette giorni

Mazara del Vallo comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 8 m s.m., patrono San Vito terza settimana di agosto
Adagiata tra le rive del mare Mediterraneo e la foce del fiume Mazaro, è la Città del Satiro, la costa nei dintorni di Mazara del Vallo è puntellata di spiagge suggestive, alcune sabbiose altre rocciose, il vecchio centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, include numerose chiese monumentali, alcune risalenti all'XI secolo. La parte più antica ha i tratti tipici dei quartieri a impianto urbanistico islamico tipico delle medine, chiamato Casbah. Le chiese principali sono: La Cattedrale sorta in epoca normanna, al posto di una precedente moschea distrutta per volere di Ruggero I, in seguito alla creazione nel 1093 della diocesi. Venne ricostruita completamente alla fine del XVII secolo in stile barocco. All'interno si conserva il gruppo statuario rappresentante la Trasfigurazione di Antonello Gagini.
La Chiesa di San Nicolò Regale del 1124 e la Chiesa della Madonna delle Giummare dell'XI secolo (detta anche Madonna dell'Alto), entrambe di chiara matrice arabo-normanna.
La Chiesa di San Michele, del XII secolo, con annesso monastero femminile benedettino, venne rifatta nel XVII secolo in forme barocche.
La Chiesa di Santa Caterina, risalente al 1318 venne pure rimaneggiata in epoca barocca.
La Chiesa di San Francesco è un esempio di barocco siciliano, ricco di policromia e decorazioni.
La Chiesa di Sant'Ignazio, di cui è rimasto solo il prospetto, in seguito al crollo del tetto avvenuto nel 1933, con annesso il Collegio dei Gesuiti.
Chiesa di Maria Santissima Annunziata al Carmine, Chiesa delle Giummare
Tra i monumenti la Gente che Viene dal Mare, ed il monumento al pescatore
Tradizione sentita dai mazaresi è 'u fistinu di Santu Vitu, una celebrazione in onore del patrono della città.
Le celebrazioni, tra la penultima e l'ultima settimana di agosto, il festino si apre con l'Annunzio, un corteo in abiti seicenteschi che si snoda per le vie della città, ed effettua delle soste per permettere all'araldo di proclamare l'annuncio, nelle ore successive all'annunzio avviene il solenne trasporto dalla Chiesa di San Michele (dove il simulacro argenteo rimane tutto l'anno) fino alla Chiesa di San Vito in Urbe

Segesta e la Sicilia in sette giorni

Segesta si trova in provincia di Trapani, nel territorio di Calatafimi, sarebbe stata fondata dagli Elimi, ovvero un gruppo di troiani che scapparono in Sicilia, custodisce, all'interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica. La notorietà di Segesta deriva anche dai numerosi scontri degli Elimi contro la cittadina greca di Selinunte, per il predominio della zona e la preservazione dei confini.

Scicli e la Sicilia in sette giorni

Scicli comune del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, 106 m s.m., patrono Madonna delle Milizie, ultima domenica di maggio.
L'abitato, ricostruito dopo il sisma del 1693, ha una spiccata impronta barocca, la chiesa madre di Sant'Ignazio, ex chiesa del Collegio dei Gesuiti, con facciata settecentesca, custodisce la statua della Madonna dei Milici, la festa è legata ad un mito secondo la quale, nel 1091, la Madonna liberò la città da un attacco saraceno. Durante la festa, che cade ogni ultimo sabato di maggio, si
celebra questo avvenimento con una rappresentazione teatrale in piazza e mangiando un dolce che richiama il turbante dei saraceni, la Testa di Turco, accompagnato dal passito,
la chiesa di Santa Maria la Nova, dalle forme neoclassiche, quella di San Bartolomeo ha mantenuto l'aspetto cinquecentesco e conserva un prezioso presepio napoletano in legno.
la trecentesca chiesa di San Giovanni Evangelista, con la sua facciata concavo-convessa movimentata da una preziosa gelosia in ferro battuto e posta al culmine di una scalinata, all’interno è da vedere il settecentesco dipinto spagnolo del Cristo di Burgos. La curiosa opera ritrae il Cristo crocifisso con una lunga veste sacerdotale e per questo il quadro è stato soprannominato dagli abitanti di Scicli il “Cristo in gonnella”,
la settecentesca facciata della chiesa di San Michele Arcangelo, palazzo Bonelli-Patané, il barocco palazzo Spadaro con i suoi otto balconi in ferro battuto e decorazioni rococò,
il museo del Costume con abiti e tessuti della tradizione iblea e, infine, l’antica Farmacia Cartia.
la chiesa della Madonna del Carmine con facciata in stile rococò, la seicentesca chiesa di Maria Santissima della Consolazione e la sua preziosa pavimentazione a intarsi marmorei,
l’antica chiesa di Santa Maria La Nova, conserva la statua in legno del Gesù Risorto, chiamato dagli sciclitani l’Uomo Vivo.
La statua dell’Uomo Vivo anima la suggestiva processione del Gioia, evento culminante della Settimana Santa sciclitana. Da segnalare inoltre una statua marmorea della Madonna delle Nevi (1496) attribuita alla scuola del Gagini,
palazzo Beneventano (XVIII secolo), tra gli edifici tardo barocchi più belli di tutta la val di Noto, questo edificio è rappresentato dai balconi posti al secondo piano con inferriate panciute sostenute da mensoloni e mascheroni decorati con bizzarri volti umani e animali immaginari.
Tra grotte nascoste e antiche chiese rupestri si erge la chiesa di San Matteo, la più antica di Scicli e principale luogo di culto della città fino al 1874.
palazzo Fava è riconoscibile per le decorazioni tardo barocche che impreziosiscono il portale d’ingresso e le mensole dei balconi, la cinquecentesca chiesa intitolata a San Bartolomeo, al cui interno si trova la Cididda d’oro: un reliquiario d’argento che rappresenta la Santa Cassa con Gesù Bambino al quale gli sciclitani sono particolarmente devoti.
Un altro punto panoramico sulla città di Scicli è situato sul colle della Croce, con la chiesa e l’ex convento omonimi, unico esempio in città di architettura gotico-catalana.
Da qui si possono inoltre raggiungere la suggestiva chiesa rupestre di Piedigrotta, con una quattrocentesca statua in calcare dipinto della Madonna della Pietà attribuita a maestranze locali, e il quartiere di San Giuseppe, dominato dall’omonima chiesa. Ogni anno da qui parte la Cavalcata di San Giuseppe (il sabato precedente al 19 marzo): una suggestiva processione in costumi medievali.
Presso Donnalucata, si possono visitare il neogotico palazzo Mormino Penna, la chiesa in pietra arenaria di Santa Caterina da Siena (XIX secolo) e il santuario della Madonna delle Milizie, costruita nel luogo della battaglia tra Normanni e turchi.
La piccola città-giardino di Playa Grande.

Erice e la Sicilia in sette giorni

Il borgo medievale di Erice situato a 750 metri s.l.m., dalla quale si gode dun’eccezionale vista panoramica che spazia al golfo di Trapani ed alle , patrono Madonna di Custonaci ultimo mercoledì di agosto.

Erice, dal 1167 al 1934 parte di Monte San Giuliano. Secondo Tucidide fu fondata dagli esuli troiani in fuga, che conserva ancora oggi il suo aspetto medievale.

Piazza Duomo di Erice
La piazza del Duomo di Erice è il luogo che meglio riassume la storia di questa incantevole località, un tempo dominata dai Normanni.
La chiesa madre è invece del Trecento, e risale all’epoca dello spagnolo Federico d’Aragona, la bellissima chiesa in pietra fu realizzata sotto il regno di Federico III d’Aragona nel 1314. La struttura in pietra, in stile gotico è caratterizzata da un rosone centrale e da un bellissimo portico. Di fianco alla chiesa si trova la Torre Campanaria, da cui è possibile ammirare la città dall'alto: saliti i 110 gradini e ammirate la meraviglia. La bella facciata gotica e la torre campanaria sono uno degli scorci più fotografati della Sicilia.

Il Castello Venere e la Torre Pepoli
Il castello di Venere, costruito dai Normanni nel XII secolo sulle rovine di un tempio elimo-fenicio-romano e se si è in cerca di una vista mozzafiato Erice offre anche l’opportunità di visitare, con le sue antiche mura controlla l’intero territorio circostante.
Poco più in basso la Torre Pepoli offre panorami incantevoli sulle bellezze naturali che circondano il paese, raggiunta questa bellissima torretta in stile liberty voluta dal Conte Agostino Pepoli, si può ammirare il panorama sul golfo di Monte Cofano.

Museo Civico
All’interno del Palazzo Municipale, sulla principale piazza Umberto I, Il Museo Civico conservata la bellissima opera marmorea de L’Annunciazione, oltre a reperti archeologici di grande valore come la Testina marmorea di Afrodite.

Chiesa di San Martino
realizzata per volontà di Ruggero il Normanno. La chiesa, a tre navate, è caratterizzata da un bellissimo pavimento maiolicato oltre a statue, dipinti e affreschi.

Mura di Erice
Passeggiate lungo la cinta muraria realizzata a difesa di Erice e perfettamente conservata. Le mura che partono da Porta Trapani e giungono a Porta Spada.

Quartiere Spagnolo
Si tratta di una struttura militare da cui potrete godere di una vista mozzafiato sul golfo di Bonagia e su Monte Cofano. La struttura ospita il Museo dedicato agli antichi mestieri.

L'ultimo mercoledì di agosto, in occasione della Festa della Madonna di Custonaci, si svolge la Processione dei Personaggi.

A Erice a settembre la Festa FedEricina  e il Raduno Cortei storici di Sicilia. Rievocazione storica dell’arrivo a Erice di Federico III d’Aragona, Re di Sicilia, e della moglie Eleonora. Villaggio Medievale tra Musici e Sbandieratori la sfilata Regale, i reali con guardie, musici e danzatrici, degustazioni di prodotti tipici ericini medievali, spettacoli itineranti.
All’interno del Castello Torre Pepoli sarà allestito il villaggio medievale, dove si potranno degustare la zuppa medievale, l’Ippocrasso, un vino "speziato" con la cannella tipicamente medievale, mentre gli ospiti saranno intrattenuti con danze, giochi e dimostrazioni di scherma. Per le strade del borgo invece sfileranno i cortei storici, musici, sbandieratori, giocolieri e tamburini.

Castelvetrano comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 187 m s.m., patrono San Giovanni Battista 24 giugno,
La chiesa di San Domenico, eretta nella seconda metà del sec. XV,  la facciata della chiesa madre dell'Assunta (sec. XVI) è ornata da un portale preziosamente intagliato; l'interno, con decorazioni a stucco di A. Ferraro e G. Serpotta, ha una notevole cappella della Maddalena di T. Ferraro.
La chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita alla fine del Settecento, conserva una statua in marmo di Antonello Gagini.
Nei pressi dell'abitato è la chiesa della Santissima Trinità di Delia, eretta in epoca normanna nel sec. XII; ha pianta a croce greca triabsidata con cupola centrale su quattro colonne.
Chiesa del purgatorio

Presso il litorale, vicino Marinella, sono i resti della città greca di Selinunte.

Corteo Storico di Santa Rita e della Nobiltà Castelvetranese a Castelvetrano . Il sontuoso corteo storico racchiude nel suo seno le nuove coordinate della religiosità globale, e quelle della più profonda tradizione spagnola e aragonese con la Rievocazione storica dell’Investitura di Carlo d’Aragona e Tagliavia a primo principe della Città.  https://www.facebook.com/corteosantaritacastelvetrano/

Sarduzza Fest settembre ed ottobre a Castelvetrano. L'evento gastronomico mira alla valorizzazione della Sarduzza di Selinunte una particolare e ottima varietà di pesce azzurro,   https://sarduzzafest.it/

La festa del Cioccolato a Castelvetrano è una manifestazione dove è possibile prendere parte ad esperienze degustative uniche con tante varietà di cioccolato, provare delizie culinarie tipiche dello street food siciliano, assistere a spettacoli culinari con il cioccolato come protagonista.   https://www.facebook.com/people/Associazione-Centro-storico-Castelvetrano/100066598821135/

La leggenda dei delitti dell’Aironera di Castelvetrano
Questa leggenda trae probabilmente origine dalla storia biografica della duchessa Zenobia Gonzaga, figlia di Vittoria Doria e di Ferrante II, duca di Guastalla, e del consorte Giovanni III d’Aragona, duca di Castelvetrano. Il luogo a cui è legata la leggenda un antico edificio di Castelvetrano chiamato “L’Aironera”, chiamatacosì perchè il duca di Castelvetrano, Don Diego D’Aragona, proprietario della tenuta, la utilizzava come base per la caccia all’airone. L’edificio è anche conosciuto come “Lariuni”.

Secondo la leggenda essendo il duca sempre molto occupato, la moglie, per non annoiarsi, si trasferì presso l’Aironeria e sempre per non annoiarsi, organizzava sempre grandi feste, dove partecipavano i nobili più in vista di Castelvetrano e dei paesi vicini.  La duchessa era ancora giovane ed attraente e non di rado accettava la corte dei partecipanti alle feste, ebbe quindi molti amanti ma per non far sapere in giro che tradiva il marito dopo, passata la notte di passione, li faceva uccidere da un suo servo.  Le misteriosi sparizioni, purtroppo, si ripetevano nel tempo e, la voce di tali omicidi iniziò a girare per il paese. Un giovane nobile, venuto a conoscenza di quanto si raccontava intorno alla duchessa e alle misteriose scomparse di tanti giovani del circondario, decise di sfidare la sorte; iniziò così a corteggiare la donna, entrò nelle sue grazie e riuscì ad avere un appuntamento galante; l’uomo sapeva già cosa gli sarebbe accaduto e nascose nel mantello un affilato pugnale.
Dopo una notte infuocata, quando il servo stava per attaccarlo alle spalle, il nobile gentiluomo reagì con prontezza e, colto di sorpresa il suo aggressore, lo uccise, quindi fuggì via.
La notizia dell’accaduto si sparse subito intorno al paese e nel circondario; il duca rientrò subito a palazzo, fece richiamare la moglie dalla palazzina dell’Aironera e la fece uccidere, ma il giovane era già lontano, al sicuro dalla vendetta del Duca.

Come spostarsi in Sicilia

Il modo migliore per spostarsi in Sicilia è indubbiamente l’auto, ma se siete amanti delle due ruote, fate pure.Potrebbe essere emozionante girarla con i mezzi pubblici, come si fa in molti paesi del mondo, ma qui ci dovrete rinunciare, i collegamenti ci sono ma si perde del tempo.
La linea ferroviaria c'è ma è consigliabile prenderla solo per i capoluoghi o città importanti, diversamente risciate di essere lasciati nel nulla e raggiungere il comune non sempre è facile.
Gli autobus sono frequenti e capillari, ma dovete prepararvi prima le informazioni sulle compagnie che effettuano il servizio.
Una soluzione per chi decide di venire e spostarsi in Sicilia senza auto potrebbe essere optare per i servizi privati di transfer.
Tra le opzioni che potrebbe risultare utile è il transfer o noleggio ccn più costosa rispetto alle altre, ma avrai il vantaggio di essere prelevato e riaccompagnato al tuo alloggio all'orario che più preferisci.
Poi potete sempre noleggiare un auto, per evitare fregature comunque, ricordatevi di controllare sempre il voto e le recensioni che gli utenti danno alle varie compagnie di autonoleggio.
Vi consiglio anche di prenotare con un certo anticipo, soprattutto se ci andate in alta stagione, per avere più scelta e per pagare di meno.
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