villabate altre colonie albanesi autostrada a19 - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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A19 Uscita VILLABATE
Il Corleonese e le altre colonie Albanesi

PALAZZO ADRIANO, BISACQUINO, CONTESSA ENTELLINA , CORLEONE, PRIZZI

L'itinerario, in un percorso ricco di elementi architettonici e paesaggistici di notevole interesse,
prosegue verso le colonie albanesi più interne. Dell'origine albanese, Palazzo Adriano e
Contessa Entellina conservano, come Piana degli Albanesi e Mezzojuso, il dialetto, gli antichi
costumi e i riti religiosi che ricompaiono durante la Settimana Santa. Le tradizioni albanesi
convivono e si confrontano con quelle tipicamente siciliane: e così, nella piazza di Palazzo
Adriano la chiesa di rito ortodosso fronteggia quella di rito latino, e la domenica di Pasqua,
mentre a Contessa Entellina si celebra il rito bizantino, a Prizzi si scatena il Ballo dei Diavoli.

AREE PROTETTE
Masserie Carcaci e Carcaciotto;
Borgo Filaga e lago Pian di Leone;
Riserva Naturale Orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio: Santuario di Rifesi;
Lago Gammauta;
Santuario della Madonna del Balzo;
Castello Battalari; Castello Calatamauro;
Riserva Naturale Orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco: Scavi di monte Adranone,
Abbazia di Santa Maria del Bosco;
Riserva Naturale Integrata Grotta di Entella;
Lago Garcia; Lago di Prizzi.

Palazzo adriano

Uscendo allo svincolo di Villabate e immettendosi sulla SS121 PA-AG, dopo circa 54 chilometri si devia a destra sulla SS188 in direzione di Palazzo Adriano. Lungo la strada si incontrano diversi abbeveratoi e masserie; tra queste le masserie Carcaci e Carcaciotto nelle cui vicinanze, sempre sulla strada statale è visibile un insolito abbeveratoio di forma circolare.
Proseguendo, dopo circa 4 chilometri dal bivio che conduce all’antico borgo Filaga e al vicino lago di Pian di Leone, si devia a sinistra per Palazzo Adriano , edificato nella seconda metà del ‘400 da profughi greco-albanesi.
A Palazzo Adriano, sulla piazza Umberto I prospettano la chiesa greco-ortodossa dedicata a Santa Maria Assunta, costruita alla fine del XV secolo e ampliata nel XVIII, e quella apostolico-romana dedicata a Santa Maria del Lume edificata nel XVIII secolo. Al centro della piazza è la fontana ottagonale del 1607. Interessante è la parte settentrionale del paese che si sviluppa secondo una disposizione concentrica intorno alle rovine del castello e alla chiesa di San Nicolò del XV secolo. Poco fuori dall'abitato si trovano il santuario della Madonna delle Grazie e la chiesetta campestre di Sant'Antonio. Da Palazzo Adriano si raggiunge la Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, complesso montuoso caratterizzato da possenti rilievi, come la “Pietra di Salomone”. All’ interno della Riserva è possibile visitare la Pietra dei Saraceni, rocca alta circa 30 metri, dove in periodo bizantino furono ricavati dei vani accessibili da una scala scavata nella roccia, adibiti a rifugio dei soldati. Immerso in un querceto è invece il Santuario di Rifesi, che risale al 1170 ed è strutturato intorno a due cortili.

Bisacquino

Rientrati a Palazzo Adriano si prosegue, lungo la SS188, per Bisacquino e dopo aver costeggiato il lago Gammauta, si può raggiungere percorrendo un sentiero il cui ingresso è definito da due obelischi detti "pilieri", il Santuario della Madonna del Balzo (909 m) costruito nel 1664 su una parete rocciosa del monte Triona, alle cui pendici si trova un'area attrezzata dalla quale è possibile inoltrarsi verso i boschi. Dalla vetta  si apre un vasto panorama che consente verso est di vedere l'Etna.
Dopo circa 2 chilometri dal Santuario si giunge a Bisacquino. L'insediamento trae origine dal casale arabo Busackuin ed è ancora riconoscibile la matrice islamica dell'impianto urbano, caratterizzato da vicoli e cortili. La chiesa Madre è stata costruita nel 1713 sul sito della Matrice cinquecentesca, di cui rimane la torre campanaria.
Attraversato uno dei più antichi quartieri, si raggiungono la chiesa di Maria Santissima del Rosario e l'ex convento dei Cappuccini che ospita il Museo Civico.
Prima di proseguire l'itinerario per Contessa Entellina è possibile raggiungere il castello di Battalari (XII secolo), posto su un'altura isolata e inglobato oggi in una masseria.
Continuando il tragitto, lungo la SP35 ci si può addentrare in un percorso naturalistico all'interno della Riserva Naturale Orientata
Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, caratterizzata dal sito archeologico di monte Adranone e dall' Abbazia di Santa Maria del
Bosco fondata nel XIII secolo ma restaurata e ampliata nel '500 e nel '700. La monumentale chiesa e i due grandi chiostri sono il fulcro del complesso reso singolare dalla posizione panoramica.

Contessa Entellina

Dopo la visita alla Riserva si prosegue per Contessa Entellina. Lungo il percorso, si può deviare a sinistra per raggiungere i ruderi del
Castello di Calatamauro, dominante il vasto territorio circostante, le cui origini antiche sono documentate soltanto dal XIII secolo.
Contessa Entellina , fu fondata nel 1450 dai primi immigrati greco-albanesi. Nel secolo successivo vennero costruite la chiesa Madre e la chiesa di Santa Maria delle Grazie delle Favare che venne successivamente affidata dagli albanesi alle popolazioni di rito latino.

Uscendo da Contessa Entellina si prosegue in direzione della Rocca di Entella per circa 10 km sino a raggiungere la Riserva Naturale Integrata Grotta di Entella, cavità che si sviluppa su tre diversi livelli di gallerie per un totale di circa 1.000 metri nei quali si susseguono infiorescenze di gesso e stalattiti generate dallo scorrimento delle acque; sulla sommità della rocca si trovano i resti di un insediamento elimo.  


Corleone

Continuando ancora per pochi chilometri si può raggiungere il lago Garcia; tornando indietro verso Contessa Entellina si prosegue in direzione di Corleone , oggi in fase di riscatto da un passato difficile. Dominato dalle rocche del Castello Soprano e del Castello Sottano, oggi convento, fu fortezza araba come testimoniano i ruderi della torre. Dal XV secolo la città si espanse oltre le mura. Nella parte più antica della città si incontra la chiesa Madre dedicata a San Martino, edificata nel XIV secolo su una chiesa preesistente. L'interno, a tre navate, custodisce importanti opere d'arte. Tra le numerose altre, la chiesa di Santa Rosalia del XVII secolo e la trecentesca chiesa di Sant’Andrea sorta sul sito di un’antica moschea.

Prizzi

Da Corleone si prosegue verso Prizzi lungo la SS118 per un tratto di strada di particolare interesse panoramico; sulla destra si può osservare il lago di Prizzi, bacino artificiale realizzato intorno agli anni quaranta.
Le origini di Prizzi, sarebbero da ricollegare all'antico insediamento di Hyppana sulla vicina montagna dei Cavalli. Il paese è caratterizzato da un impianto medievale con una fitta trama viaria, strade ripide e scalinate. Di rilievo sono la chiesa di Santa Maria delle Grazie del secolo XVII e la chiesa Madre edificata nel XVI secolo sul sito della preesistente chiesa di San Giorgio, che custodisce una statua di San Michele Arcangelo dei Gagini. Da lì si raggiungono i ruderi del Castello la cui costruzione originaria risale al XII secolo.
Lasciata Prizzi si fa rientro sulla SS121 Palermo Agrigento.

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