Il protettore dei motociclisti - Motori motociclette e non solo

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I centauri hanno un protettore è il monaco San Colombano

I centauri hanno un protettore è il monaco San Colombano

Benvenuti su "Motori motociclette e non solo", il sito dedicato agli amanti delle due ruote. In questa pagina parleremo del protettore dei motociclisti, San Colombano. Scopriremo la storia di questo santo e come viene venerato da coloro che amano vivere l'adrenalina delle due ruote. Se sei un motociclista appassionato, non puoi perderti questa interessante e affascinante storia.

Vissuto nel VI-VII secolo il religioso si muoveva incessantemente per tutta Europa

Oggi, nel giorno a lui dedicato nel calendario, San Colombano (540-615), monaco di origine irlandese, diventa protettore dei motociclisti italiani. L' iniziativa è ufficializzata oggi al Passo del Penice, tra Bobbio e Varzi, cioè fra la provincia di Piacenza e Pavia, con un mosaico, opera dell' architetto Giovanni Sartori, posto ai piedi della statua di San Colombano sul piazzale del passo appenninico e con l' intervento del primate d' Irlanda, Cardinal Daly, per la benedizione, e di monsignor Piero Coletto, segretario dell' associazione «Gli amici di San Colombano». Nel bellissino mosaico è inserita la scritta «Gli amici di San Colombano - Federazione motociclistica italiana - 23.11.2002» per ricordare l' evento, alla realizzazione del quale hanno fondamentalmente contribuito i membri del «Motoclub Bobbio» e il sindaco della città termale che sorge sulle sponde del fiume Trebbia, Roberto Pasquali, egli stesso appassionato delle «due ruote».
Fino ad oggi i «centauri» italiani non avevano un santo protettore: il presidente della Federazione motociclistica nazionale, Paolo Sesti, e il presidente de «Gli amici di San Colombano», Agostino Zanetti, hanno scelto di comune accordo il frate irlandese Colombano (allievo di San Patrizio), un santo che già 1500 anni or sono aveva una «spinta» che lo portava a muoversi incessantemente per tutta l' Europa (Scozia, Germania, Francia, Svizzera, dove ha fondato l' Università di Sion, e poi l' Italia, dove fondò il monastero di Bobbio) per incontrare nuove persone, per trasmettere loro la conoscenza di commozioni profonde. Un atteggiamento da eremita, ma anche la piena disponibilità ai contatti umani per diffondere il Verbo, la ferma determinazione a non arrendersi di fronte alle avversità.
Tutti sentimenti che si possono ritrovare in pieno nel comportamento dei motociclisti di oggi: soli in sella, pronti a partire alla ricerca di nuove scoperte, ma anche forti di grande spirito di solidarietà. Così con Valentino Rossi, Max Biaggi, Loris Capirossi e Marco Melandri, tutti gli oltre 100 mila «centauri» iscritti alla Federazione italiana da oggi hanno un Santo, Colombano appunto, al quale potersi rivolgere per aiuto e anche protezione. Il lombardo Giacomo Agostini (è stato per 15 volte campione del Mondo) ha dovuto essere oggi a Belfast, in Irlanda, per un revival del locale Gran Premio. Ma ha detto: «Appena torno renderò omaggio a San Colombano». Alla cerimonia hanno presenziato grandi campioni delle «due ruote». Con Virginio Ferrari, fra gli altri, c'è Nello Pagani, oggi 91 anni, nel 1949 primo italiano vincitore di una gara iridata e anche primo campione tricolore.
Il Passo del Penice (meta di Fausto Coppi per i suoi allenamenti e anche ultimo traguardo vittorioso del Drake Enzo Ferrari, allora pilota su Alfa Romeo), diventerà sempre più punto di riferimento per i motociclisti. Il costituendo «Moto Club Monte Penice-San Colombano» raccoglierà «le mani della leggenda»: le impronte della mano destra dei campioni del mondo delle «due ruote».

Falletti Giancarlo
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