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Scopriamo i Lupini, curiosità per Turisti

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Scopriamo i Lupini, curiosità per Turisti

Il blog di clicksicilia, curiosità per turisti
Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Giovedì 20 Mar 2025 · Tempo di lettura 3:15

Scopriamo i Lupini, curiosità per Turisti


Lupini, sei in Sicilia, non puoi perderti l'opportunità di assaporare i lupini, uno snack tipico che ti conquisterà.
Questi semi, con il loro gusto unico e leggermente salato, sono perfetti per accompagnare un aperitivo o semplicemente per una pausa durante la tua giornata di esplorazione.
Ma sapevi che i lupini non sono solo buoni, ma anche ricchi di proteine e fibre? Insomma, un vero e proprio tesoro della nostra terra! E se ti capita di vederli in un mercatino locale, non esitare a comprarne un po' e gustarli mentre passeggi tra le bellezze siciliane.

I lupini sono una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae, conosciuta scientificamente come Lupinus. Questi legumi, originariamente coltivati nelle regioni del Mediterraneo, sono diventati parte integrante della dieta umana in molte culture in tutto il mondo.

Cosa sono i Lupini
Il lupino è una pianta leguminosa caratterizzata da foglie palmate e fiori a forma di farfalla che producono baccelli contenenti semi. Questi semi, noti come lupini, vengono utilizzati per l’alimentazione umana e animale.

Storia e leggende
I lupini hanno una lunga storia di coltivazione e consumo. Le prime tracce della loro coltivazione risalgono a migliaia di anni fa, con la presenza di lupini nella dieta delle antiche civiltà mediterranee.

Nella mitologia greca e romana, il lupino era associato alla dea della luna, Selene o Luna, e veniva spesso coltivato nei giardini dedicati alla dea. In alcune culture antiche, i lupini erano considerati un simbolo di fertilità e abbondanza.

Qualcuno ipotizza che il nome possa derivare dal latino lupus perché cibo da lupo o che ricorda l'aggressività dell’animale, dato che la pianta è nota come killer delle malerbe, ma probabilmente deriva dal greco lype che significa tristezza, per il suo gusto perché il lupino crudo, senza trattamenti, ha uno sgradevole sapore amarognolo.

Giovanni Verga in uno dei più notevoli romanzi della letteratura italiana, I Malavoglia, narra dei Toscano, una famiglia di pescatori che acquista un carico di lupini da rivendere, per poi così diventare commercianti. Padron ‘Ntoni affida al figlio Bastianazzo di andare a vendere i lupini allo scalo commerciale di Riposto, ma durante il viaggio la barca fa naufragio, il carico di lupini si perde in mare e Bastianazzo, la principale fonte di sostentamento della famiglia, muore. Da qui inizia la tragedia di una famiglia nel disonore e nella miseria che per pagare il carico di lupini devono vendere la casa.

La domenica non potevano mancare sulla tavola. Oggi li troviamo al supermercato. Una volta però c’era il venditore ambulante di lupini che per guadagnarsi da vivere, girava per le vie della città con i “panari” pieni e li vendeva dentro dei coni di carta, realizzati al momento della vendita, c'era maestria, speranza, potevano essere randi o piccitti.

Non si sento più urlare per strada, quella voce quasi “familiare” sembra ancora di vederli sbucare da dietro l’angolo tra le macchine appiedati o con il carretto o la bicicletta, con quell’aria un po’ da vagabondo abbonitore.

Chi, in passato, passeggiando per le strade della città, non si è imbattuto nel venditore di lupini chi non si è mai fermato a comprarli e chi, smangiucchiandoli, non si lasciava dietro la scia delle bucce dei lupini.

C'è stato anche un tempo non lontano,  soprattutto nei pomeriggi estivi, nel frastuono della città quando si sentiva la frase tipica dei venditori ambulanti di lupini, luppini, luppini, assaggiate i luppini.

Ricordi, delle cose semplici di una volta.
Fonti di questo articolo:


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