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Il borgo marinaro di Acitrezza

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Il borgo marinaro di Acitrezza

Il blog di clicksicilia, curiosità per turisti
Pubblicato in Città Paesi Borghi · Giovedì 20 Mar 2025 · Tempo di lettura 3:00
Tags: AcitrezzaborgomarinarofascinoVergamitigrecimarecristallinostorieaffascinantiviaggiobellezzenaturalileggende

Il borgo marinaro di Acitrezza


Uno degli esempi più celebri nelle coste italiane sono quelli presenti nel borgo marino di Aci Trezza, nella provincia di Catania, prodotti dalle primissime attività vulcaniche dell’Etna avvenuta più di cinquecentomila anni fa.

La bellezza dei faraglioni di Aci Trezza è stata fonte d’ispirazione del grande romanzo verista I Malavoglia di Giovanni Verga, Giovanni Verga ha immortalato il piccolo borgo marinaro di Aci Trezza nel suo capolavoro I Malavoglia. Nel romanzo, il mondo di quello che era un piccolo villaggio di pescatori rimane immutabile nonostante il trascorrere del tempo. A questo fa da cornice una Sicilia poverissima dopo l’Unità d’Italia.
Nella casa del nespolo di Padron ‘Ntoni nella quale è stato allestito un piccolo museo contenente oggetti della tradizione marinara ed una sezione fotografica dedicata al film di Luchino Visconti.

Nel film La Terra trema di Luchino Visconti .

Il mito greco, nei racconti di Omero e l’infausto incontro tra Ulisse e il ciclope Polifemo.

È possibile visitare l’arcipelago delle Isole dei Ciclopi con delle piccole imbarcazioni guidate  dagli uomini del posto, e potrete vederle da vicino:

L’Isola Lachea
Il più grande è conosciuto con il nome di Isola Lachea che, riserva protetta, ospita diverse specie animali. Ad essi si lega la leggenda che narra di come Ulisse, durante il suo viaggio di ritorno verso Itaca, approdò all’Isola dei Ciclopi dove venne ospitato dal terribile Polifemo. Il grande Ciclope lavorava all’interno del vulcano Etna dove venivano creati i fulmini utilizzati da Zeus: durante il soggiorno il crudele signore del luogo divorò molti dei compagni di Ulisse il quale, per riuscire a salvarsi, lo fece ubriacare e gli accecò l’unico suo occhio. In preda alla collera Polifemo iniziò a scagliare dei grossi massi contro le navi di Ulisse e dei suoi uomini che stavano fuggendo, dando cosi origine ai Faraglioni.

Lunga  250 metri, larga 150 e alta 35 metri sul livello del mare, l’isola Lachea è da sempre parte delle cronache e della cultura di Sicilia.

Alla sommità si trovano il museo, una cisterna e la Grotta del Monaco. A proposito di quest'ultima il Vigo, riferendosi alle opere di San Pier Damiani, ricorda che vi abitò un santo uomo, nato in Aquitania, che conosceva S. Odilone, vissuto tra il 974 e il 1044, cioè in età musulmana[1] Il museo naturalistico ospita una ricca collezione della fauna e della flora, nonché i reperti archeologici e gli esemplari geologici.

Il Faraglione Grande
Il Faraglione Medio
Il Faraglione Piccolo (detto anche Degli Uccelli)
I Quattro scogli

Faraglione Grande
Detto anche Faraglione di Santa Maria è possibile percorrere la lunga scalinata per ammirare da vicino la statua della vergine di Sarino Piazza, santa protettrice dei pescatori.

Faraglione Medio e Faraglione Piccolo
A differenza del faraglione grande non sono stati alterati dall’uomo e offrono delle suggestive prospettive su cui fotografare la terraferma e non solo.

Quattro scogli
Di dimensioni minori rispetto ai precedenti faraglioni, sono disposti a forma circolare e presentano nomi che richiamano alla tradizione folcloristica del luogo.

Per preservare la salubrità delle splendide acque color smeraldo è stata dichiarata Area marina protetta nel 1989.




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