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La vita contadina in Sicilia nel Settecento

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La vita contadina in Sicilia nel Settecento

Il blog di clicksicilia, curiosità per turisti
Pubblicato in Cultura e Società · Martedì 02 Set 2025 · Tempo di lettura 2:30
Tags: SiciliavitacontadinaSettecentopovertàagricolturacondizioniclimatichesopravvivenzafragilitàstoriaturismo

Sicilia contadina: storia, fede e sopravvivenza


La vita contadina in Sicilia nel Settecento era caratterizzata da una lotta costante contro la povertà. L'agricoltura era arretrata e dipendeva fortemente dalle condizioni climatiche, rendendo la sopravvivenza precaria. La grave carestia del 1763-1764, causata da una siccità prolungata, fu un esempio drammatico di questa fragilità, portando migliaia di persone alla morte per fame nonostante si contasse sulle scorte e sui rifornimenti esterni.

Sfruttamento e ingiustizia sociale
I contadini erano schiacciati da un sistema ingiusto. Non solo le condizioni di lavoro erano durissime, lavorando da stidda a stidda, ma erano anche vittime di sfruttamento economico. Erano costretti a contrarre prestiti a tassi usurai per sopravvivere e dovevano pagare tasse pesanti su beni essenziali come gli animali da lavoro e i servizi fondamentali come l'uso di mulini e frantoi. L’agricoltura era ancora arcaica, condotta con pochi strumenti e mezzi. Questa situazione di debito e povertà era aggravata da figure, che approfittarono della carestia per arricchirsi a spese dei più deboli.

Resistenza e Fede
Di fronte a tanta miseria, la fede e la solidarietà erano elementi fondamentali per la sopravvivenza. I contadini si affidavano alla preghiera e alle processioni per chiedere l'intervento divino in tempi di carestia. Le famiglie si sostenevano a vicenda attraverso piccoli gesti di aiuto, come i regali nei contratti nuziali che consistevano in una giornata di lavoro con i buoi, anziché in beni materiali.

Indifferenza del potere
Il testo mette in evidenza anche la grande distanza tra la classe dirigente e il popolo. La monarchia, con re Ferdinando IV di Borbone e la regina Maria Carolina d’Austria, appariva disinteressata e insensibile alle sofferenze dei propri sudditi. Questa indifferenza alimentava un profondo malcontento e mostrava la mancanza di un sostegno politico efficace per affrontare le crisi.

Il potere dei mulini e lo strozzinaggio
Qualche mugnaio, ad esempio, sfruttò la carestia per accumulare ricchezze. Nascondeva il grano e lo rivendeva sul mercato clandestino, guadagnando abbastanza da acquistare case e terreni. Il compenso per la macinazione del grano era versato in natura: una misura di grano ogni nove macinate.

Con la crisi, aumentò anche lo strozzinaggio: i debiti crescevano rapidamente e diventavano insostenibili in breve tempo, spingendo intere famiglie alla rovina.

Oggi, visitando i borghi rurali della Sicilia, si possono ancora percepire le tracce di questo passato: nelle architetture, nei racconti degli anziani, nei riti religiosi e nei sapori della cucina tradizionale. È un’eredità fatta di sacrifici e resilienza, che ha forgiato l’identità più autentica dell’isola.

Scoprire la cultura locale significa anche riconoscere queste radici profonde, per apprezzare appieno la bellezza e la complessità della Sicilia.
Fonti di questo articolo:


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