Poggioreale, tradizione secolari incontrano il gusto
Pubblicato da Inera.it in Città Paesi Borghi · Sabato 14 Giu 2025 · 4:15
Tags: Poggioreale, tradizione, cibo, tecniche, secolari, gusto, specialità, festività, pietanze, dolci, comunità, itinerario
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Itinerario 3. Poggioreale, dove tradizione e tecniche secolari incontrano il gusto
A Poggioreale cibo e tradizione sono ancora oggi un segno concreto e tangibile di una comunità che resiste e che è riuscita a conservare e mantenere la propria identità trasferendola da un antico verso un nuovo centro. Qui è possibile assaporare infatti specialità legate alle festività, ma anche pietanze dolci e salate gustabili tutto l’anno.
Nella sua visione d’insieme, la Valle del Belice è uno scrigno enogastronomico tassellato di produzioni agricole, da forno, vitivinicole e casearie. Sono quattro i presidi Slow Food nell’area: il carciofo spinoso di Menfi, varietà dalle spine dorate coltivato nella fascia tra Menfi, Partanna e Castelvetrano; la fragolina di Sciacca e Ribera presente verso la costa; il pane nero di Castelvetrano, prodotto in forni a legna con grani antichi come il Timilia; la vastedda della Valle del Belice, l’unico formaggio di pecora a pasta filata italiano.
Dal connubio tra questi pani e formaggi, con l’olio tipico locale, nasce la vastedda o pane cunzato, tipico degli ultimi mesi dell’anno proprio a seguito della macina delle olive. Tra le cultivar più note nel territorio, l’oliva nocellara del Belice, grossa e gustosa, da cui viene prodotto un olio DOP e IGP.

La valle è costellata poi da numerose aziende agricole che disegnano un paesaggio intrecciato tra ulivi e vigneti. Sono numerosi i vini DOC nel comprensorio, che da questo punto di vista può definirsi come uno dei più ricchi e diversificati. Incontriamo infatti il Marsala, il Menfi, il Salaparuta, il Contessa Entellina, il Santa Margherita di Belice, il Sambuca di Sicilia, ma il vino è un’eccellenza anche nei territori di Camporeale, Salemi e di tutto il Belice.
Tornando nuovamente al contesto locale, la regina di questo viaggio enogastronomico che ci porta a Poggioreale, è sicuramente la nfigghiulata. Si tratta di un prodotto unico nel territorio, originario anche di Salaparuta e Gibellina e che affonda la tradizione di preparazione nelle case e nelle sapienti tecniche tramandate da madre in figlia.
La nfigghiulata è una girella di impasto di pane farcita con salsiccia locale, pecorino siciliano, cipolla, pepe ed olio extravergine di oliva. Molto saporita, croccante e gustosa è oggi una prelibatezza apprezzabile nei forni e panifici del territorio.

Sono molti i dolci della tradizione tipici di Poggioreale e che si realizzano anche in casa salvaguardando antiche ricette riscoperte. Le “coppette” o “cuppitedda” sono una coppia di cialde farcite in mezzo da ricotta di pecora. 

Le cassatedde sfogliate si differenziano dalle altre tipiche del trapanese per la particolare lavorazione della sfoglia che rende il prodotto friabile.

L’elemento di spicco della tradizione poggiorealese che unisce cibo, tradizione e grande maestria è però lo squartucciatu. Realizzato come la sovrapposizione di due sfoglie di pane che racchiudono un cuore di fichi triturati, deve la sua particolarità a questo contrasto cromatico, ma soprattutto alla sua eccezionale lavorazione che prevede un minuzioso processo di decoro e intaglio che richiamano lo stile barocco.
Adesso è legato un simbolismo religioso, assumendo diverse forme come l’ostensorio, il cuore, la croce, la palma, il bastone, i pavoni, la brocca, il pesce ed altro ancora variando anche nelle dimensioni.
Maestra in questa vera e propria arte culinaria, è la signora Nellina che ha imparato la tecnica quando viveva ancora al Paese antico e che, attraverso corsi e una instancabile partecipazione, prova a tramandare e diffondere

questa pratica secolare. Lo squartucciato è parte essenziale degli altari di San Giuseppe, allestiti con frutta, foglie d’alloro, dolci e pane decorativo. La “cucciddata” è un grande pane di grano duro che arriva a pesare anche oltre gli 8 kg; lavorato e decorato, anch’esso arricchisce con varie forme la festività dedicata al Santo.
La scoperta dell’enogastronomia di Poggioreale è un viaggio che può essere vissuto tutto l’anno, ma che trova la sua massima espressione durante le festività per San Giuseppe che si tengono a metà Marzo. Ma i cicli delle festività spesso si alternano alle colture, alle preparazioni casearie, ai periodi di raccolta, alla vendemmia o la macina delle olive.

peculiarità in cui ogni stagione merita di essere assaggiata. Ripercorrendo la Valle del Belice è quindi possibile esplorare e assaporare le secolari commistioni tra paesaggio, storia e comunità, godendo di specialità ed eccellenze che sono soprattutto espressioni vive dell’identità e della cultura di un territorio.
Itinerario 1 : la-valle-del-belice-e-l-arte-contemporanea
Itinerario 2 : citta-fantasma-e-ruderi--la-memoria
Fonti di questo articolo:
- Inera: https://www.inera.it/
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