Uscita Caltanissetta - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

Se vuoi visitare la Sicilia e non sai da dove iniziare. Siamo qui per aiutarti. Scopri le migliori destinazioni in Sicilia e pianifica il tuo viaggio.
Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.  
Con i nostri itinerari e le nostre raccomandazioni locali, potrai vivere un'esperienza autentica e indimenticabile in questa meravigliosa isola mediterranea.



Vai ai contenuti
Posta nel centro della Sicilia, Caltanissetta è una città posta in un territorio ricco di archeologia, di storia, di tradizioni e di un passato minerario, Caltanissetta la sua energia durante la settimana santa la caratterizza: dalla Domenica delle Palme, per tutta la settimana, riti sacri e magici si ripetono ormai da duecento anni, attribuendo alle strade del centro storico un fascino particolare.
Le rappresentazioni pasquali, trovano il momento più rappresentativo nella processione del Giovedì Santo quando sfilano le sedici “vare” portate dalle diverse congregazioni; l’atmosfera è di partecipazione il venerdì con la processione del Cristo Nero, il Signore della città, per culminare, la domenica, nella gioia della Pasqua.
Seguendo le processioni, l’itinerario propone la scoperta del centro della città così come lo vivono i nisseni nei momenti della festa.
La visita di Caltanissetta può comunque proseguire verso i margini della città dove si trovano il castello di Pietrarossa e la vicina chiesa di Santa Maria degli Angeli, o verso l’abbazia di Santo Spirito e i siti archeologici di Gibil Habil e Sabucina, a pochi chilometri dall’abitato.
Caltanissetta, che si raggiunge dalla A19 uscendo all’omonimo svincolo, sorge alle pendici del monte San Giuliano; probabilmente in origine la città, l'antica Nissa, sorgeva più a sud, nel sito di Gibil Gabel. La città attuale cominciò invece a svilupparsi intorno al castello di Pietrarossa; nel 1086 fu conquistata dai normanni, fu poi sotto il dominio degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi e nel 1406 passò alla famiglia dei Moncada di Paternò. Nel XV e XVI secolo la città si espanse dando forma ai quattro quartieri Santa Flavia, San Rocco, degli Zingari e San Francesco. Dopo un periodo di decadimento, nel 1818 divenne capoluogo e nel 1844 diocesi. Agli inizi del '900, con lo sfruttamento delle miniere, diventò, come tutta l'area compresa tra le province di Caltanissetta, Enna e Agrigento, capitale dell'estrazione dello zolfo che ne segnò profondamente, l'economia e la storia.
Centro di Caltanissetta è piazza Garibaldi, protagonista dei riti pasquali già dalla mattina della Domenica delle Palme quando si trasforma in un singolare mercato dove vengono esposte e vendute le palme intrecciate nelle forme più svariate che, insieme ai ramoscelli d'ulivo, costituiscono l’elemento scenografico principale della processione che si svolge durante la serata.
Al tramonto, dal cortile della biblioteca comunale, "a Varca", una barca di fiori preparata fin dalla mattina, porta il Cristo per le strade del centro storico e conclude il suo percorso dentro la chiesa di Sant' Agata. Sulla piazza, punto di incrocio delle due strade principali - corso Vittorio Emanuele e corso Umberto si affacciano la Cattedrale di Santa Maria la Nova, costruita tra il XVI e il XVII secolo e la chiesa di San Sebastiano dell'inizio del XVII secolo ma riedificata nel XVIII. Ancora sulla piazza, ad angolo tra le due strade è il palazzo Municipale, alle cui spalle si trova l'incompiuto palazzo Moncada, voluto da don Luigi Guglielmo Moncada nel 1650, la cui costruzione fu interrotta dopo pochi anni a causa della partenza del principe verso la Spagna.
Al centro della piazza, la fontana del Tritone, una grande vasca sormontata da un gruppo scultoreo in bronzo raffigurante un cavallo e un tritone insidiati da due mostri marini, opera dello scultore nisseno Tripisciano. La chiesa di Sant' Agata, iniziata nel 1605 si raggiunge risalendo il corso Umberto; custodisce preziose opere d'arte, tra cui una grande pala marmorea di Marabitti. La mattina del Mercoledì Santo è il momento della processione della Real Maestranza. Il corteo è presieduto dal capitano, al quale il sindaco consegna le "chiavi della città", che all'inizio della processione veste di nero e porta un crocifisso coperto da un velo anch’esso nero. La processione percorre il corso Umberto, e dopo aver raggiunto la Cattedrale e adorato il Santissimo Sacramento, si libera dei segni di lutto, il capitano veste di bianco e il corteo è accompagnato da allegre marce; le campane e i mortaretti suonano e sparano a festa. La sera dello stesso giorno entrano in scena le "varicedde" che, riproducendo in piccolo le "Vare" o "Misteri" del Giovedì Santo, sfilano per il centro storico. Il Giovedì Santo sfilano infatti le vare "ranni", sedici gruppi scultorei realizzati tra il 1883 e il 1909 da Vincenzo e Francesco Biangardi, che rappresentano i vari momenti della Passione e Morte di Cristo. Già dall'alba le vare sono esposte lungo le vie della città e durante la giornata addobbate con fiori e luci. Al crepuscolo, accompagnate dalle bande musicali, attraversano il centro storico in un percorso che si protrae fino a notte. Percorrono tutto il corso Umberto fino all'inizio di viale Regina Margherita dove si trovano la seicentesca chiesa di San Giuseppe, la Prefettura e il Palazzo Vescovile, sede del Museo di Arte Sacra; risalgono lungo la via Crispi e la via Testasecca che corre parallela alla via detta “strada a Foglia", sede di un antico mercato; continuano in viale Calafato e ridiscendono per il corso Umberto. Giunta alla chiesa di Sant'Agata, la processione percorre la via Re d'Italia detta strada "ri Santi", via dei Santi, fino alla chiesa di Santa Croce: già alla fine del 400 nello stesso luogo vi era una chiesa dedicata al Salvatore, ma nel XVI secolo fu fondato un monastero benedettino e cambiò nome. Intorno alle tre del mattino, le vare si ritrovano a piazza Garibaldi dove, dopo aver intonato l'ultimo motivo, i gruppi si separano: è il momento della "Spartenza", che chiude la processione. La sera del Venerdì Santo la processione del "Cristo nero" riempie le strade di Caltanissetta, in un'atmosfera triste e composta. Partendo dal Santuario del Signore della città, situato nella parte più antica del centro, la processione accompagna un piccolo crocifisso posto dentro un baldacchino dorato: è il Cristo Nero, detto appunto “Signore della città” portato a spalla dai "fogliamara" scalzi, raccoglitori di frutta e di verdure selvatiche. La Real Maestranza, il Vescovo, le congregazioni, aprono la strada al Cristo Nero in un silenzio interrotto soltanto dalle "lamitanze", litanie religioso popolari in dialetto intercalate dal grido corale "Viva la misericordia di Dio". Dopo aver percorso le vie del centro storico, il Crocifisso viene riportato al suo Santuario dove la processione si scioglie. Il Sabato Santo è un altro importante momento con la rappresentazione della "scinnenza". Sulla Scala Lo Piano, che per il suo andamento evoca le pendici del Golgota, è rappresentata la Passione e la Morte di Cristo con luci ed effetti musicali che rendono la manifestazione particolarmente interessante. La Domenica di Pasqua, in un clima di festa, la Real Maestranza guidata dal Capitano, si dirige al Palazzo Vescovile e disponendosi sui due lati del viale Regina Margherita attende il Vescovo. Alla sua uscita ha inizio la Processione della Resurrezione che si conclude davanti alla Cattedrale dove, al suono delle campane, vengono liberate delle colombe. Dopo la Santa Messa, il Capitano riconsegna al Sindaco le "chiavi della Città" che gli erano state date il mercoledì e hanno così termine le celebrazioni della Settimana Santa.
Torna ai contenuti