uscita Villabate a 19 - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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A19 Uscita VILLABATE
Millenari luoghi del silenzio, i santuari

CASTELTERMINI, SAN BIAGIO PLATANI, ALESSANDRIA DELLA ROCCA, BIVONA, SANTO STEFANO DI QUISQUINA, CAMMARATA, SAN GIOVANNI GEMINI

LE RISERVE
R.N.O. DELLE SERRE DELLA PIZZUTA
Ente gestore: Azienda Reg.le Foreste Demaniali Distaccamento forestale di Piana degli Albanesi, 0918571010
R.N.O. DEL BOSCO DELLA FICUZZA, ROCCA BUSAMBRA E BOSCO DEL CAPPELLIERE.
Ente gestore: Azienda Reg.le Foreste Demaniali Distaccamenti forestali: Corleone, 0918464976;
Ficuzza, 0918464062
R.N.O. BAGNI CEFALA' DIANA E CHIARASTELLA Ente gestore: Provincia Reg.le PA, 0916628452

Casteltermini

Uscendo allo svincolo di Villabate e immettendosi sulla SS121 a scorrimento veloce PA - AG, dopo circa 80 km si devia a destra per Casteltermini; dopo avere attraversato la ferrovia e il torrente Palo, ci si inerpica per circa 6 km raggiungendo Casteltermini. Il comune , dominato dal pizzo Santa Croce, si è sviluppato attorno al casale arabo di Chiudia, l'attuale centro dell'abitato .
Nella piazza sorge la Matrice barocca, rimaneggiata e ampliata nel corso dei secoli e completata con il prospetto del XIX secolo, al cui interno sono custodite due tele di Velasquez. Sulla piazza prospetta anche la barocca chiesa di Sant' Antonio da Padova. La chiesa di San Giuseppe, in cima ad una scalinata al termine di corso Umberto, conserva una tela di Andrea Carreca e due statue di Salvatore Bagnasco. A circa tre chilometri dal paese, sul Monte Pecoraro si trova inoltre la chiesa di Santa Croce.

CHIESA DI SANTA CROCE
Sul sito, in epoca precedente all'insediamento urbano di Casteltermini, si narra che sia stata trovata una croce di legno rosso che sembra essere la più antica al mondo; infatti, sottoposta a specifici esami ha rivelato un'età di circa 2000 anni. Da allora è stata oggetto di culto e tuttora, ogni anno, la quarta domenica di maggio si celebra la festa di Santa Croce con la "Sagra del Tataratà", una cavalcata legata ad un rito propiziatorio che affonda le radici in antiche credenze pagane.

San Biagio Platani

Si procede dunque per circa 16 chilometri in direzione di San Biagio Platani . Posto su un colle digradante verso il fiume Platani e noto per i celebri "archi di Pasqua", il centro fu fondato nel 1635 e conserva due interessanti esempi di architettura settecentesca: la chiesa Madre e la chiesa del Carmine.

Alessandria della Rocca

Lasciato San Biagio ci si dirige verso Alessandria della Rocca, e poco prima di giungervi, si sale lungo la collina per visitare il santuario della Madonna della Rocca.
Giunti ad Alessandria della Rocca , si possono ammirare le chiese e i conventi del Carmine, dell' Immacolata e dei Francescani. Del Castello, costruito all'epoca della fondazione del paese, nel 1570, ormai rimangono soltanto i ruderi appena fuori dall'abitato. Proseguendo lungo la SS118, poco prima di giungere a Bivona , una breve deviazione a sinistra conduce al santuario della Madonna dell'Olio.
Bivona , fondato in età normanna, fu conteso nel corso dei secoli dalle famiglie feudali che si avvicendarono al potere arricchendo e ampliando la cittadina. Il centro del paese è dominato dai ruderi del Castello trecentesco inglobati all'interno di strutture del XVI secolo. Di notevole interesse è la Matrice in stile chiaramontano
del XIV secolo.

MILLENARI LUOGHI DEL SILENZIO, I SANTUARI
SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA ROCCA
Posizionato sulla collina detta "Rocca 'ncravattata", venne eretto nel XVII secolo a seguito del leggendario rinvenimento di un simulacro della Vergine risalente al VI secolo. La statua venne ritrovata dopo l'apparizione della Madonna ad una ragazza cieca, alla quale la Vergine indicò il luogo dove era sepolta la statua, una piccola scultura di marmo alta circa 60 cm che rappresenta la Vergine con il Bambino.
Venne in seguito costruito un santuario sul luogo del ritrovamento e la statua, dopo alterne vicende, è tutt'oggi custodita dentro la chiesa. All'interno del santuario, numerose tele narrano la storia del ritrovamento e gli eventi successivi.

Santo Stefano di Quisquinà

Da Bivona, dopo avere percorso circa 8 km lungo una strada panoramica, si raggiunge Santo Stefano di Quisquina , centro di fondazione araba appartenuto poi ai Ventimiglia.
In piazza Castello prospetta il palazzo baronale dei Ventimiglia del 1745 e la coeva fontana in pietra. Proseguendo per via Roma, superata piazza della Vittoria, si giunge alla chiesa Madre del XVI secolo. Sulla stessa piazza prospettano le chiese del SS. Sacramento e di San Francesco di Sales, entrambe del XVIII secolo e l'ingresso alla Villa Comunale realizzata all'inizio del XX secolo. Appena lasciato il paese, a circa tre km, in cima al monte San Calogero, si trova una piccola chiesetta dedicata a San Calogero.
La chiesa, ad aula unica con campanile, rappresenta uno dei luoghi dedicati al Santo eremita vissuto nel V secolo che nella provincia di Agrigento è profondamente venerato.
Procedendo sulla SP24 in direzione di Cammarata, si incontra a sinistra una strada che si inerpica nella Serra Quisquina per raggiungere il santuario di Santa Rosalia alla Quisquina.

MILLENARI LUOGHI DEL SILENZIO, I SANTUARI
SANTUARIO DI SANTA ROSALIAALLA QUISQUINA
Il Santuario fu costruito nel 1760 sul luogo dove si trova la grotta nella quale visse in eremitaggio la Santa. La costruzione emerge dalla foresta su un'altura che ha come scenario la vallata del Fanaco ed i pizzi del monte della Quisquina. All'interno del complesso architettonico è conservato un pregevole affresco dei fratelli Manno ed un paliotto a intarsi, entrambi raffiguranti la Santa la cui statua si trova all'interno della grotta - in prossimità del santuario - che la ospitò e che oggi è meta di pellegrinaggio dei devoti.

Cammarata

Rientrando sulla SP24 e dirigendosi verso Cammarata si incontra la Riserva Naturale Orientata Monte Cammarata. La Riserva, di notevole interesse paesaggistico, annovera oltre 150 specie vegetali e una fauna caratterizzata dalla civetta e dal picchio rosso.
Proseguendo si giunge agli abitati adiacenti di Cammarata e San Giovanni Gemini. Il primo è contraddistinto dalla mole del Castello, il cui aspetto attuale però, pesantemente rimaneggiato, tradisce le origini normanne. Nei pressi è la chiesa di Santa Caterina. Le testimonianze artistiche emergono sui due assi viari della cittadina. Sul corso Vittorio Emanuele prospetta la barocca chiesa Madre, che custodisce al suo interno una tela di Pietro D'Asaro raffigurante la Madonna della Catena, e un ciborio marmoreo del 1490. Sulla via Umberto, nello slargo di piazza Vittoria, ha sede il complesso conventuale dei Padri Domenicani del XVI secolo la cui chiesa, in seguito a un incendio, è stata ricostruita negli anni trenta del secolo scorso.
Interessanti anche la trecentesca chiesa dell'Annunziata e la chiesa di San Vito.
Uscendo da Cammarata in direzione dell'omonimo monte, immersi in una rigogliosa vallata, si trovano la chiesa di Cacciapensieri ed il convento di Santa Maria di Gesù costruiti nel XVIII secolo e, nei dintorni, i ruderi dell'antica chiesa della Vergine di Cacciapensieri del XII secolo.

San Giovanni Gemini

San Giovanni Gemini

Contiguo a Cammarata è San Giovanni Gemini . La grande espansione dell'abitato nel secolo XV impose ai Branciforte e ai Moncada, signori di Cammarata e San Giovanni Gemini, la delimitazione ufficiale dei territori dei due comuni.
Il centro storico, caratterizzato da una maglia viaria ortogonale articolata intorno alla via Crispi, comprende, sull'asse di largo Nazareno, la chiesa Madre costruita fra il XVI e il XVII secolo e il cinquecentesco complesso della chiesa e del convento della Madonna del Carmine, ristrutturati in seguito ad una frana nel 1760 e rimaneggiati nel XIX secolo.
Da San Giovanni Gemini si rientra sulla SS189 per fare ritorno a Palermo.

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