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Feudi ecclesiastici - Borghi castelli e santuari in Sicilia

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Nel '700, la Chiesa in Sicilia era una potenza di prim'ordine, con un'influenza che andava ben oltre la sfera religiosa per toccare la politica, l'economia e la società. Pur cambiando le dinastie al potere sull'isola (Spagnoli, Austriaci, Borboni), il clero mantenne il suo ruolo dominante. L'Inquisizione siciliana, in particolare, esercitava un controllo ferreo sull'ortodossia religiosa fino alla sua abolizione.

Feudi Ecclesiastici: Definizione e Caratteristiche
Un feudo ecclesiastico era un vasto territorio o una proprietà terriera controllata da un'istituzione religiosa, come un vescovato, un monastero o un ordine. A differenza dei feudi laici, gestiti dai nobili, quelli ecclesiastici univano potere spirituale e temporale.

Le loro principali caratteristiche:
Proprietà e gestione religiosa: Le terre appartenevano a un ente ecclesiastico che le amministrava. L'abate o il vescovo non era solo una guida spirituale, ma anche un signore feudale.
Doppio potere: Il clero esercitava poteri civili e giudiziari sulla popolazione che viveva sui feudi, regolando la vita quotidiana e risolvendo le dispute.
Esenzione fiscale: I feudi ecclesiastici godevano di un privilegio fondamentale: l'esenzione dalle tasse statali e locali, imposte regie, grazie al loro legame con la Chiesa e al fatto che le proprietà ecclesiastiche erano destinate al bene comune e alla salvezza delle anime.
Sottomissione a un'autorità ecclesiastica: I feudi erano sottoposti alla giurisdizione di un'autorità ecclesiastica, che aveva la possibilità di risolvere dispute legali o questioni morali tramite tribunali ecclesiastici.
Decime e imposte: I contadini che lavoravano queste terre erano obbligati a pagare la decima, una tassa pari al 10% del loro raccolto, oltre ad altre imposte a favore dell'ente religioso.
Autonomia e privilegi: Molti feudi godevano di una notevole autonomia rispetto al governo centrale del Regno, con i loro amministratori che gestivano la giustizia, la sicurezza e la difesa dei territori.
Beneficenza: Le istituzioni religiose si occupavano anche di assistenza sociale, gestendo ospedali, orfanotrofi e mense per i poveri. Questo consolidava il loro potere e la loro popolarità tra la gente.
Esempi notevoli di feudi ecclesiastici includono le vastissime terre del Vescovato di Monreale e l'Abbazia di San Martino delle Scale.

La Santa Inquisizione in Sicilia nel Settecento
L'Inquisizione spagnola fu introdotta in Sicilia nel 1487 e, a differenza di quanto avvenne altrove, mantenne una propria giurisdizione e un'autonomia considerevole dal potere centrale di Roma. Nel XVIII secolo, l'Inquisizione siciliana, pur avendo ridotto l'intensità delle sue azioni rispetto ai secoli precedenti, rimase uno strumento di controllo e repressione molto temuto.
Obiettivi: Il suo scopo principale era mantenere l'ortodossia religiosa e combattere l'eresia, la stregoneria, la bestemmia e il "reato" di marranesimo (la pratica segreta del giudaismo da parte dei convertiti al cristianesimo).
Struttura: L'Inquisizione aveva un suo tribunale, noto come il Sant'Uffizio, con sedi a Palermo e altri uffici in diverse città. Era diretta da un Inquisitore Generale nominato direttamente dal re di Spagna. .
Fine dell'Inquisizione: L'Inquisizione siciliana fu abolita nel 1782 da re Ferdinando III di Borbone, nell'ambito delle riforme illuministiche volte a limitare il potere della Chiesa e a centralizzare il controllo dello Stato. I suoi archivi, noti come i "processi del Sant'Uffizio", furono bruciati pubblicamente, anche se alcuni documenti sono sopravvissuti, offrendo oggi una testimonianza storica preziosa.
Il Potere della Chiesa oltre i Feudi
Il controllo della Chiesa andava oltre il semplice possesso delle terre:
Controllo sulla vita spirituale: La Chiesa aveva il monopolio sulla vita religiosa, regolando ogni rito, dal battesimo al funerale, e gestendo l'educazione e la cultura.
Potere giurisdizionale: I tribunali ecclesiastici, guidati dal Foro ecclesiastico, giudicavano non solo il clero, ma anche i laici su questioni morali e religiose. I religiosi godevano dell'immunità e non potevano essere giudicati dai tribunali civili. Le chiese e i conventi avevano l'immunità, cioè non si poteva arrestare nessuno al loro interno senza il permesso delle autorità religiose.
Potere economico: La Chiesa era il più grande proprietario terriero dell'isola e, grazie alle esenzioni fiscali e alla riscossione delle decime, era una delle principali forze economiche.
Contrasti e Riforme
Nel Settecento, in particolare sotto la dominazione borbonica (dal 1734), l'Illuminismo portò a un'inversione di rotta. I monarchi tentarono di limitare il potere ecclesiastico. Ciò portò a diverse riforme, tra cui:
L'abolizione dell'Inquisizione (1782).
La riduzione delle esenzioni fiscali per il clero.
La soppressione dei conventi ritenuti "inutili".
Il tentativo di assumere il controllo statale sull'istruzione e sulla giustizia ecclesiastica.
Nonostante questi sforzi, il potere della Chiesa in Sicilia rimase un elemento centrale fino all'abolizione del sistema feudale nel 1806, un evento che segnò la fine di un'era e l'inizio di un nuovo ordine sociale e politico.
Esempi di feudi ecclesiastici:
Monasteri benedettini o cistercensi che possedevano vasti terreni agricoli.
Vescovadi, come quelli di Monreale, Catania o Mazara del Vallo, che amministravano terre e avevano poteri giuridici sui contadini locali.
Abbazie, come quella di San Martino delle Scale in Sicilia, che non solo gestivano terre, ma avevano anche una certa autonomia politica e giuridica.


Importanza storica
Nel contesto storico del Medioevo e del Rinascimento, i feudi ecclesiastici erano un aspetto fondamentale del sistema feudale. Rappresentavano una forma di potere che sfidava quello laico, con la Chiesa che spesso rivestiva un ruolo dominante nella vita politica, economica e sociale delle regioni in cui era presente. Anche nel Settecento, nonostante le riforme borboniche e i tentativi di centralizzazione del potere, i feudi ecclesiastici rimasero una realtà importante, con i vescovi e gli abati che continuavano a esercitare una notevole influenza.

Nel 1806, con la fine del sistema feudale in Sicilia (parzialmente dovuta alla riforma borbonica), i feudi ecclesiastici furono aboliti, anche se l'eredità del loro potere durò ancora a lungo.
In sintesi, i feudi ecclesiastici erano terre possedute dalla Chiesa che permettevano alle istituzioni religiose di esercitare un controllo religioso, politico, economico e sociale sulle popolazioni locali, e la loro abolizione segnò un importante cambiamento nelle strutture di potere dell'epoca.

Controllo sulla vita spirituale
La Chiesa aveva il monopolio religioso e regolava tutti gli aspetti della vita religiosa.
Nel XVIII secolo in Sicilia, la gestione delle feste, in particolare quelle religiose, era un affare complesso e di grande importanza, che rifletteva la struttura di potere dell'isola. Queste celebrazioni non erano semplici eventi di svago, ma spettacoli sontuosi che univano la sfera religiosa, politica, sociale ed economica.
Sincretismo Sacro e Profano: Le feste univano elementi di devozione profonda con manifestazioni profane e folcloristiche. La solennità religiosa, fatta di messe, processioni e preghiere, si fondeva con spettacoli, musiche, balli, banchetti e intrattenimenti pubblici.
Espressione del Potere: Le feste erano una forma di "teatro urbano" in cui le varie classi sociali mostravano il proprio status. La Chiesa, i nobili e le corporazioni di mestiere (le "maestranze") gestivano e finanziavano gli eventi, utilizzando la festa come strumento per ostentare la loro ricchezza e influenza. I cortei, i carri trionfali e le decorazioni effimere erano metafora del potere e della grandezza dei loro promotori.
Ruolo della Chiesa: La Chiesa aveva il controllo spirituale e morale delle festività. Organizzava le processioni, le celebrazioni liturgiche e supervisionava l'ortodossia dei riti. Tuttavia, il clero non era l'unico attore: le corporazioni, le confraternite e i notabili del luogo giocavano un ruolo attivo nell'organizzazione pratica e finanziaria.
Le Feste Patronali: Le feste dedicate ai santi patroni erano le più importanti e sentite. Un esempio emblematico è il Festino di Santa Rosalia a Palermo o la Festa di Sant'Agata a Catania. Queste celebrazioni erano un'esplosione di devozione popolare e fasto barocco, con la partecipazione di migliaia di fedeli. Le processioni erano caratterizzate dalla sfilata di "cereali" (grandi candelore processionali) o di pesanti "fercoli" trainati a mano dai devoti in un'atmosfera di fervore e fatica fisica.
L'Effimero Barocco: Le feste del '700 in Sicilia sono un esempio perfetto di arte effimera barocca. Architetti, artisti e artigiani venivano ingaggiati per costruire apparati scenografici provvisori lungo le vie della città. Palazzi venivano decorati con drappi, archi trionfali, statue di cartapesta e illuminazioni con migliaia di fiaccole. Questi allestimenti, sebbene di breve durata, trasformavano lo spazio urbano in un teatro, offrendo alla popolazione uno spettacolo memorabile.


La gestione pratica
La gestione di una festa era un'impresa complessa che richiedeva un'organizzazione meticolosa:
Finanziamento: I costi erano ingenti e venivano sostenuti da una combinazione di donazioni private (specialmente da parte di nobili e ricchi mercanti), fondi della Chiesa e contributi delle corporazioni.
Autorità e Controllo: Il controllo dell'evento era diviso tra autorità ecclesiastiche e civili (spesso il viceré o i governatori locali). Nonostante il ruolo preminente della Chiesa, lo Stato cercava di mantenere un'influenza, soprattutto nelle feste reali o di corte.
Le Corporazioni di Mestiere: Ogni corporazione (panettieri, calzolai, contadini, ecc.) aveva il suo "cereo" o il suo gruppo statuario, per la cui preparazione e decorazione si gareggiava per magnificenza e sfarzo. La partecipazione alla festa era un modo per affermare l'identità e la dignità sociale della propria categoria lavorativa.
Processioni e Riti: Il clero definiva il percorso della processione, i canti e le preghiere. I rituali, come il trasporto del fercolo o il lancio di fuochi d'artificio, erano codificati da una lunga tradizione e da regolamenti precisi.
Le feste siciliane del Settecento erano uno specchio della società dell'epoca: un mix di fede autentica, esibizione di potere, tradizione e spettacolarità barocca. La loro gestione era un equilibrio delicato tra il controllo della Chiesa, la munificenza della nobiltà e la partecipazione della popolazione, che ne faceva il cuore pulsante di ogni celebrazione.
Città ecclesiastiche nel 1700 in Sicilia
Alcara li Fusi – sotto il Vescovo di Messina
Ali' – sotto l’Abate di Itala
Bisacquino – sotto il Vescovo di Monreale
Bivona – sotto il Vescovo di Agrigento
Borgetto – sotto i Benedettini di San Martino delle Scale
Castelvetrano – sotto il Vescovo di Mazara del Vallo
Cefalù – sotto il Vescovo di Cefalù
Ciminna – sotto il Vescovo di Monreale
Comiso – sotto il Vescovo di Catania
Favara – sotto il Vescovo di Agrigento
Ficarra – sotto il Vescovo di Patti
Fragalà – sotto il Vescovo di Agrigento
Gangi – sotto il Vescovo di Cefalù
Giarratana – sotto il Vescovo di Ragusa
Ioppolo – sotto il Vescovo di Messina
Lercara Friddi – sotto il Vescovo di Monreale
Mandanìce – sotto l’Abate di Mandanìce
Mazara del Vallo – sotto il Vescovo di Mazara del Vallo
Mezzojuso – sotto il Monastero di San Giovanni degli Eremiti
Monreale – sotto il Vescovo di Monreale
Mussomeli – sotto il Vescovo di Caltanissetta
Nicosia – sotto il Vescovo di Nicosia
Palazzo Adriano – sotto il Monastero di Santa Maria di Fossanova
Piana degli Albanesi – sotto il Vescovo di Monreale
Racalmuto – sotto il Vescovo di Agrigento
San Cipirello – sotto il Vescovo di Monreale

Monreale (sotto l’Arcivescovado, grandissimo potere)
Mazara del Vallo (vescovado importante)
Cefalù (vescovo con potere temporale)
Per comprendere il potere della chiesa, nel 1700, la ragione per cui un uomo che si rifugiava in chiesa era considerato salvo risiede nel principio giuridico del "diritto di asilo" (o "asilo ecclesiastico") e nell'immunità ecclesiastica, che erano privilegi e poteri della Chiesa ampiamente riconosciuti e rispettati, sebbene spesso contestati, in tutta Europa e in particolare in Sicilia.



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