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Piazza Armerina turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

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Piazza Armerina turismo, guida turistica del Comune

Piazza Armerina turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
Sorge nell'entroterra del Golfo di Gela, su un'altura dei monti Erei meridionali, nella Sicilia centrale, a quasi 700 m d'altitudine.
Hai visitato il Comune, racconta con le fotografie il tuo tour
L’imponente cattedrale di Piazza Armerina sorge nella parte più alta della città, nel quartiere Monte.
Dedicata a Maria Santissima delle Vittorie, la Cattedrale è un tripudio di stili architettonici diversi che vanno dal gotico al barocco.
La maestosa cupola, che svetta fino a 76 metri d’altezza, domina l’immenso edificio in pietra arenaria. Dall'arco trionfale pende una grande croce dipinta su entrambi i lati, recante la raffigurazione della crocifissione e la resurrezione di Cristo, opera del 1485 convenzionalmente riferita al «Maestro della croce di Piazza Armerina», e un battistero realizzato da Antonuzzo Gagini nel 1594.
Il campanile in stile gotico-catalano, slanciato con i suoi 44 metri, invece, è originale della costruzione precedente, risalente al 1420.
Una volta all’interno della cattedrale a una sola navata, rimarrete colpiti da un arco marmoreo, risalente alla costruzione precedente, e l’altare in pietre dure, marmi e lapislazzuli, che secondo la tradizione sarebbe stato donato da Papa Nicolò II al re Ruggero quale riconoscimento per aver cacciato gli arabi dalla Sicilia.
Chiesa di San Rocco detta Fundrò
La facciata si presenta a capanna, con un campanile, di poco più alto della chiesa, innalzato sul lato destro.
L’interno è ad unica navata, ripartita in quattro campate di differente dimensione da paraste con capitelli dorici.
è collocata una meridiana, che scandiva le ore del giorno e tramite il suono delle campane al mattino annunciava l'inizio del giorno e del lavoro nei campi e successivamente sottolineava la preghiera e l'inizio del lavoro per la città.
In particolare: il mattutino (3 ore prima dell'aurora), le lodi (l'alba), la prima (al primo mattino), la terza (metà mattina), la sesta o angelus (mezzogiorno), la nona (metà pomeriggio), la dodicesima o vespro (al tramonto), la compieta (a fine crepuscolo) ed il notturnale (ottava ora di notte), secondo il sistema delle ore canoniche.

A mezzogiorno, contemporaneamente all'Angelus, tutte le campane del paese indicavano l'ora e il tempo del pasto.
Ai vespri le campane del paese indicavano nuovamente il tempo della recita dei salmi (U' fizi), per poi indicare la fine del giorno lavorativo (il crepuscolo) con il rintocco dell'Avemaria. Tre tocchi di campana intervallati per tre volte.
La torre campanaria della chiesa del Carmine
apparteneva, secondo le testimonianze storiche, probabilmente all’Ordine Militare dei Cavalieri Teutonici e fu edificata tra il XIII e il XIV secolo. La torre sovrasta, con i suoi 24 mt. di altezza, l'attuale convento e chiesa dei Carmelitani e rappresenta uno degli ultimi esempi di stile gotico-catalano. E' a pianta quadrata, con lato di 6 metri, e si presenta scandita in tre ordini realizzati in pietra calcarea. La cella campanaria presenta una merlatura sul lato del prospetto principale della chiesa. Gocciolatoi e portavessilli decorati con motivi antropomorfi e grotteschi, sono collocati fra i conci di costruzione. Secondo le ricostruzioni dello studioso tedesco Walter Leopold, la torre fu costruita in due periodi diversi, l'ultimo ordine fu aggiunto infatti dall' Ordine dei Carmelitani e non dai Cavalieri Teutonici. La torre ha subito nel tempo, interventi di restauro e consolidamento: catene e cerchiature ne sono la testimonianza visibile. E’ stato recentemente completato un ulteriore intervento di restauro che ha permesso la riapertura al culto della chiesa.
Gran Priorato di Sant'Andrea
La chiesa del Gran Priorato di Sant'Andrea è uno dei più antichi esempi di architettura del periodo normanno e contiene nei suoi affreschi alcuni tra i pochissimi, e forse più interessanti, esempi superstiti della pittura siciliana del XII e XIII secolo.
Essa appare ancora nella sua struttura medievale dominata da una piccola torre campanaria. Fondata molto probabilmente nei primi decenni del 1100 da Simone Aleramico, conte di Butera e nipote del conte Ruggero, nel 1148 fu dallo stesso e dalla moglie Thomasia donata all'ordine militare del Santo Sepolcro con l'annesso cenobio e con una cospicua rendita, che servì per partecipare alle spese per la difesa di Gerusalemme fino a quando essa non fu conquistata dai turchi (1244
Mentre il culto religioso veniva esercitato inizialmente dai Canonici regolari di S. Agostino, poi da quattro Cappellani e infine dai preti secolari di S. Filippo Neri, il Priorato, che diventò Gran Priorato quando passarono alle sue dipendenze i Priorati di S. Elia di Adrano e di S. Andrea di Lentini.
Chiesa di San Pietro
La chiesa di S. Pietro fu consegnata i primi del 1500 ai frati Francescani, i quali attuarono un poderoso lavoro di ampliamento dell’edificio e costruirono l’annesso convento.
L’ inaugurazione ebbe luogo nel 1562. Alcune parti importanti della struttura furono realizzate grazie al contributo del nobile Fra Girolamo Cagno di Piazza.  Per rendergli omaggio furono incisi i simboli del suo casato.
L’esterno della chiesa è semplice, con la facciata caratterizzata dal portale in pietra arenaria, al contrario invece degli articolati elementi decorativi e architettonici che costituiscono l’interno, dove è anche possibile ammirare (dietro l’altare) un grande dipinto raffigurante i santi Pietro e Paolo.
Chiesa di Santo Stefano
La devozione verso Santo Stefano ebbe inizio a Piazza Armerina alla fine del 1500.
Il santuario intitolato al Santo fu eretto tra il 1500 e il 1600. In prossimità della chiesa vi era un oratorio dove si trovava l’effigie di S. Stefano. Nel 1660 furono eseguiti lavori di ampliamento strutturale e di rifacimento della facciata. Fu edificato un campanile caratterizzato da pietra finemente lavorata e un attico traforato. Una lapide all’ingresso fa comprendere che l’inaugurazione del santuario ebbe luogo nel 1742.
La Villa romana del Casale è un edificio abitativo tardo antico, popolarmente definito villa nonostante non abbia i caratteri della villa romana extraurbana quanto piuttosto del palazzo urbano nobiliare o imperiale, i cui resti sono situati a circa quattro chilometri dal centro abitato. Dal 1997, con i suoi famosi mosaici, fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Castello Aragonese
Sul versante meridionale del monte Mira si erge il castello Aragonese, costruito nel XIV secolo sotto il regno di re Martino I il Giovane. Originariamente il castello aveva uno scopo difensivo ma nel 1812 è diventato un carcere.
Il castello è stato restaurato
I musei di Piazza Armerina

Il Museo diocesano è ospitato nel palazzo vescovile, un elegante palazzo manierista attribuito a Giandomenico Gagini, con cenni di barocco, ma molto sobrio, che risale alla prima metà del XVII secolo.Attualmente ospita una mostra permanente delle opere d’arte di provenienza ecclesiastica o a tema religioso

La Pinacoteca Comunale, contiene opere d’arte di proprietà del Comune, tra cui alcune donate da cittadini benefattori

Mostra permanente della civiltà mineraria
Era il 1903 quando un gruppo di minatori di Piazza Armerina fondava la Lega Zolfatai acquistando dei locali nella centralissima via Garibaldi.Sono trascorsi 106 anni e la Lega Zolfatai. Nella piccola sede della Lega, i minatori di Piazza hanno voluto allestire una mostra permanente della civiltà mineraria
Il Palio dei Normanni, ogni anno Piazza Armerina dal 12 al 14 agosto rivive suoni e atmosfere del periodo medievale. Nella stupenda cornice del centro storico dame, cavalieri, truppe e milizie creano un suggestivo "ritorno al passato".
Una manifestazione unica che permette di immergersi e rivivere suoni e immagini ormai perse nel tempo.
Un'esperienza unica e irripetibile che l'intera città vive con passione in attesa della "quintana" dove i quattro quartieri storici si affrontano in un'entusiasmante giostra. Feste medievali, musiche, balli fanno da splendida cornice alla manifestazione.

Il Palio dei Normanni è tra le più antiche manifestazioni medioevali in costume del meridione d’Italia, con questo nome e in questa veste dal 1952, poiché nei secoli precedenti era “La Cavalcata”, nasce appunto per rendere omaggio alla Madonna protettrice della città medioevale. Una festa religiosa, dunque, che trae spunto dalla guerra santa di liberazione che i Normanni del Conte Ruggero d’Altavilla sin dal 1061 combatterono contro gli infedeli arabi che occupavano la Sicilia da circa 150 anni.

Nei primi anni del 1900 la Cavalcata che aveva svolgimento ogni cinque anni, il 14 agosto, veniva rivisitata e corretta introducendo l’uso di indossare costumi e armature medioevali, (nei secoli precedenti le Confraternite avevano partecipato indossando frac e cilindro.
Nel 1932 La Cavalcata venne arricchita con una imponente corsa rettilinea di cavalli, che si svolse in contrada Scarante il cui arrivo era posto in contrada Costantino.
Con la soppressione delle Confraternite e subito dopo la guerra, nel 1952, prendendo origine dagli antichi tornei cavallereschi che si trasformarono poi in giochi popolari, alla Cavalcata tradizionale, si aggiunse l’avvincente e stimolante torneo cavalleresco “La quintana del Saracino”, un torneo equestre che rievocasse la lotta dei cavalieri rappresentanti dei quartieri di Plutia contro l’invasore arabo in onore del conte Ruggero.
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