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Itinerario i Monasteri Basiliani in Sicilia - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

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I monaci basiliani sono monaci che si ispirano alla regola di San Basilio


Se stai pensando di visitare la Sicilia e sei curioso di scoprire i Monasteri Basiliani, sei nel posto giusto! Questi luoghi non sono solo un tuffo nella storia, ma anche un viaggio nell'anima dell'isola. Immagina di passeggiare e respirare l'aria di spiritualità e ammirare panorami mozzafiato.
Ogni monastero racconta una storia unica, intrecciando tradizioni monastiche con la bellezza dei paesaggi siciliani.
Preparati a lasciarti sorprendere da un'esperienza che va oltre il semplice turismo: un vero e proprio viaggio nel cuore della Sicilia.

I monaci basiliani sono monaci che si ispirano alla regola di San Basilio (nato nel 330 e morto nel 379).
Possono essere sia di rito greco che latino, anche se spesso vengono erroneamente indicati come basiliani tutti i monaci di rito greco.
Dal XVI secolo fino ad epoca recente infatti si è creduto in occidente che tutti i monaci cosiddetti "greci", cioè di disciplina bizantina, senza differenza di paese e di lingua, fossero «basiliani», costituiti in grande ordine, anzi, che quest'ordine fosse l'unico riconosciuto dalla Chiesa impropriamente detta "greca".
I monaci orientali, per loro natura, sono monaci di un determinato monastero e non membri di corporazioni più vaste.
In questa sezione è possibile inserire le fotografie del proprio tour

I monaci basiliani, sono monaci che si ispirano alla regola da San Basilio (nato nel 330 e morto nel 379), la regola basiliana fu dettata da san Basilio in due tempi successivi: la prima (Regulae fusius tractatae) comprende 55 articoli sui doveri generali del monaco, anche se Basilio parla genericamente di “fratello”; la seconda (Regulae brevius tractatae) è una specie di casistica sulla vita monastica. In esse San Basilio presenta la vita monastica come lo stato ideale per raggiungere la perfezione cristiana, o meglio invita tutti, anche chi oggi definiremmo laico, a condurre, indipendentemente dalla propria condizione di vita, uno specifico stile di vita.
Per questo motivo san Basilio fondò i suoi monasteri non in luoghi deserti o impervi, ma nelle città o nelle loro vicinanze, in modo che la scelta del silenzio e del raccoglimento fosse legata alla dimensione caritativa soprattutto verso i poveri. Infatti, fondò delle vere e proprie cittadelle dove i monaci davano lavoro ai bisognosi, assistevano i malati, i poveri e gli orfani; queste cittadelle, in seguito, furono denominate “città basiliade”.
In Oriente l’ordine basiliano ebbe subito grande sviluppo; in Occidente fu dapprima trapiantato in Sicilia e Puglia nell’VIII secolo, poi in Calabria e Lucania poi nel resto d’Europa.
Nel 726 l’imperatore bizantino Leone III Isaurico, emanò un editto con il quale ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone in tutte le province dell’Impero. Mosaici e affreschi furono distrutti, le icone fatte a pezzi e gettate nel fuoco; furono eliminate molte opere d’arte e uccisi diversi monaci. Motivo del provvedimento era quello di stroncare il commercio delle immagini e combattere una venerazione considerata superstizione e idolatria.
Questa lotta, detta iconoclasta, mise in fuga dall’Oriente migliaia di monaci, che per sfuggire alla persecuzione si rifugiarono nelle estreme regioni meridionali dell’Italia.

La fondazione di alcuni monasteri di rito latino già prima del VI secolo, risalgono all’epoca di papa Gregorio Magno, è con la migrazione delle popolazioni dell’est e la violenta persecuzione iconoclasta degli imperatori orientali tra il VII e l’VIII secolo che vennero fondati nuovi monasteri di tradizione greca. I monaci greci, rifugiatesi in Sicilia, trovarono un’isola già prettamente bizantina, caratteristica che persistette sino allo sbarco dei musulmani a Mazara nell’827. Con la conquista della Sicilia nel 1061 da parte dei normanni di Ruggero, numerosi furono, i monasteri basiliani che riuscirono a sopravvivere alla dominazione araba.
L’intento del Conte era quello di non fondare nuove abbazie, ma di restaurare quelle esistenti, così da imporre su di esse la latinizzazione del rito, nei decenni successivi alla riconquista normanna, si ebbe un rilancio del monachesimo basiliano e “demennita” che si accompagnò però alla introduzione del monachesimo latino (benedettini e poi carmelitani) e alla creazione dei vescovati di Troina, Agrigento, Mazara, Siracusa e Messina.
L'atteggiamento verso i monasteri bizantini fu non solo tollerante, ma gli stessi Normanni appoggiarono e promossero fondazioni e rifondazioni di monasteri greci su ampia scala, mentre i monasteri minori, quando non furono assorbiti dalle abbazie benedettine, vennero sottoposti a un'abbazia madre.
Nel 1131 e nel 1133 due diplomi regi1 disponevano che tutti i monasteri greci di Sicilia dovevano dipendere da quello del SS.mo Salvatore di Messina, che veniva elevato ad archimandritato.
Ciò, insieme alla politica ostile degli Aragonesi, alla ricchezza dei monasteri passati in commenda a cardinali e dignitari, al progressivo assottigliarsi dell’elemento greco, l’ignoranza della lingua greca cedeva il passo al volgare, causò la decadenza del monachesimo italo-greco. Non era più il tempo dei sovrani normanni o svevi, quando dall’Italia meridionale si inviavano alle università di tutta l’Europa le traduzioni dal greco dei classici e filosofi,

Costruzioni nelle chiese, esempi di quell'arte siculo-bizantina, ricca di elementi d'arte islamica, sotto la dominazione normanna, troviamo la Chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi a Palermo (1071), di S. Michele presso Altavilla Milicia (1077) e di S. Nicolò la Latina a Sciacca.
Abbazia di Santa Maria di Maniace sono strettamente legate alla figura del protospadario bizantino Giorgio Maniace, che nell’estate del 1040 sconfisse le truppe arabe in una pianura vicino la città di Troina. Il generale, per memorare la sua vittoria, donò a quei luoghi un’icona della Theotókos, che secondo la tradizione venne dipinta da san Luca. L’icona rimase custodita all’interno di un’edicola o di una piccola chiesa, che in seguito alla riconquista degli arabi iniziò a decadere. Il piccolo monastero, ormai diruto, venne attenzionato dalla regina Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo il Malo e madre di Guglielmo il Buono, che probabilmente verso il 1173 fece restaurare e ampliare la chiesa affidandola all’ordine benedettino, il cui primo abate fu Guglielmo de Blois.
L’abbazia di Maniace venne soggetta alla giurisdizione del vescovo e abate del monastero di Santa Maria la Nuova di Monreale. Quest’ultima nacque in seguito all’edificazione da parte di Guglielmo II, sulla collina di Monreale, di un nuovo luogo di culto che potesse contraddistinguersi dalla costruenda cattedrale della capitale del regno, che era stata distrutta parzialmente dal terremoto del 1169. Secondo la tradizione, il re un giorno si addormentò e gli apparve in sogno un tesoro nascosto proprio a Monreale, che disseppellì ed utilizzò per la costruzione del complesso monastico.
Contemporaneamente alla costruzione del duomo dedicato all’Assunta, Guglielmo promosse i lavori per la costruzione di un grande monastero, considerato il più grande di tutta la Sicilia

Chiese di S. Filippo o di Demenna, monastero basiliano


Chiese di S. Filippo presso Frazzanò, detto anche di Demenna o di Melitiro, dedicato a San Filippo di Agira.
Verosimilmente dedicato a San Nicola di Mira, la sua esistenza risale al 495,  nel 1090 grazie alle volontà disposte e ai favori concessi dal conte Ruggero e dalla regina Adelasia.
Intorno al 1131 Ruggero II d'Altavilla lo pose, con gli altri monasteri siciliani di rito greco, sotto l'autorità dell'archimandrita del monastero del Santissimo Salvatore di Messina.
La chiesa della fine dell'XI secolo, fu costruita con pianta a T, con una sola navata, un transetto e tre absidi.



Frazzanò comune della Città Metropolitana di Messina, 563 m s.m., patrono San Lorenzo 8-10 agosto. Situato nella valle del fiume Fitalia, sulle pendici dei monti Nebrodi a S di Capo d'Orlando. La chiesa madre dell'Annunziata (1716), dalla facciata settecentesca, conserva una statua gaginesca del sec. XVI. Nei dintorni sorge il monastero basiliano di San Filippo di Demenna o di Fragalà (sec. V), uno dei più antichi e più importanti di tutta la Sicilia, voluto da Ruggero I nel 1090. Centro di cultura per quasi quattro secoli, conserva le absidi e la chiesa siculo-normanna; è sede di mostre e convegni.
La "Via dei Santi". La strada che da Frazzanò si inerpica verso l’Abbazia di San Filippo di Fragalà è stata decorata con delle icone in ceramica raffiguranti i santi siciliani.
Frazzanò Folk Fest a luglio, il grande evento culturale che si svolge a Frazzanò, appuntamenti: dalla musica all’arte e all’artigianato.  https://www.facebook.com/frazzanofolkfest/

Chiesa del SS. Salvatore, monastero basiliano


Chiesa del SS. Salvatore di San Marco d'Alunzio, del XII secolo, sono rimaste all'interno le colonne, con capitelli in pietra decorati con motivi bizantini a palma. È a croce greca e decorata con disegni geometrici.


San Marco d'Alunzio e la Sicilia Tirrenica, fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia, una veduta mozzafiato con le isole Eolie all’orizzonte, dell'antica città greca rimangono, nella parte bassa dell'abitato, alcune strutture del Tempio di Ercole. Di impianto bizantino sono la chiesa di San Teodoro, a croce greca, con all'interno decorazioni a stucchi e l'Annunziata, di impianto paleo-cristiano.
Dell'originaria struttura normanna della chiesa del Santissimo Salvatore, del XII secolo, sono rimaste all'interno le colonne, è a croce greca e decorata con disegni geometrici.
Da non perdere sono pure interessanti la Chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari e la Chiesa dell'Aracoeli, edificate in pietra e marmo locale, e numerose chiese con preziosi dipinti, stucchi, affreschi e tele, opera di maestranze locali: chiesa di Sant'Antonio, chiesa di Sant'Agostino, chiesa di San Basilio, chiesa di Santa Maria dei Poveri, chiesa del Casile, chiesa di Gesù e Maria, chiesa di tutti i Santi, chiesa dei Quaranta martiri, chiesa di San Giuseppe, chiesa di San Giovanni, convento dei Padri Cappuccini, monastero delle Benedettine.

Il Primo Maggio "Bosco in Festa" a San Marco d'Alunzio, tradizionale scampagnata, visite guidate al patrimonio artistico e ai musei. Area attrezzata,  https://www.facebook.com/woodboscoinfesta/

Giornata Storica a San Marco d'Alunzio (Me) il 2 giugno 2023. Rievocazione Medioevale con delegazioni di cortei storici provenienti da tutta la Sicilia, giochi medievali, danze, musici e giocolieri.

San Marco Iron Fest - Biennale di Arte Fabbrile a San Marco DAlunzio. Tornano a sfidarsi gli artisti del ferro provenienti da tutto il mondo nello scenario unico di San Marco D'Alunzio in Sicilia.

Palio dell’Assunta a San Marco D'Alunzio, ”Rievocazione storica medievale” che ricorda l’arrivo del Conte Filingeri Riccardo a San Marco. Non è un caso che il Palio si svolga ad agosto, infatti il primo Conte di San Marco prende possesso della contea nei primi giorni di agosto del 1453 e il 15 agosto, in occasione della festa della Madonna Assunta omaggiava la Madonna e faceva divertire il popolo con un Palio.

Chiesa dei Ss. Alfio, Filadelfio e Cirillo, monastero basiliano


Chiesa dei Ss. Alfio, Filadelfio e Cirillo di San Fratello, la chiesa, costruita tra la fine XI e gli inizi del XII secolo, presumibilmente sui resti di un tempio greco, è costituita da un’unica navata chiusa da una struttura a forma geometrica e da due piccoli vani laterali che conservano gli oggetti per il culto, è rivolto a Est perchè il sole che sorge rappresenta la nuova vita in Cristo. Nei pressi del Santuario, sono emersi elementi architettonici di epoca ellenistica e romana



San Fratèllo comune della Città Metropolitana di Messina, 675 m s.m., patrono San Benedetto il Moro 17 dicembre.
Situato sul versante settentrionale dei monti Nebrodi, nel cui parco è compreso, fondato con una colonia lombarda trasferita per volere di Adelaide di Monferrato, moglie di Ruggero I d'Altavilla.
Il paese conserva, la chiesa madre di Maria SS Assunta, all'interno della quale è custodito un crocifisso di Fra Umile da Petralia,
la chiesa medievale del Crocifisso dalla forma ottagonale,
la chiesa delle Grazie (sec. XVIII) e la chiesa basiliana detta “dei Tre Santi” (Alfio, Filadelfio e Cirino), edificata nel sec. XII: ha navata unica, un transetto e tre absidi; un tamburo ottagonale sostiene la cupola, la chiesa di Maria Santissima delle Grazie con l'interno decorato in stile barocco.
Palazzo Mammana, palazzo storico del XV secolo.

Interessante è la razza del cavallo Sanfratellano (indigeno incrociato con arabo), pregevole razza equina discendente dai cavalli normanni che vennero al seguito di Adelaide di Monferrato verso il 1200.
La mostra concorso del cavallo sanfratellano si svolge ogni anno a settembre a San Fratello

Palio degli Aleramici , Gran Palio di San Filadelfio Cortei Storici, Mercati e Mostre Medievali a San Fratello.
Il Gran Palio di San Filadelfo e Fiera dei Tre Santi a San Fratello San Fratello
Il Gran Palio di San Filadelfo rappresenta la rievocazione storica dell’ingresso del Gran Conte Ruggero, della Nobilissima Aleramica Adelaide del Vasto e dei Cavalieri Lombardi al loro seguito, nella rifondata terra di San Philadelpho. Il Palio di San Filadelfo è una rappresentazione in costume, si svolge la Domenica antecedente il 10 di Maggio   https://www.facebook.com/www.granpaliodisanfildelfo.it/

Martin Fest" a San Fratello, a novembre, l'evento che rende omaggio al vino novello. Buon vino e prodotti tipici,   https://www.facebook.com/smarinareistheway/

Chiesa di S. Maria di Mili San Pietro, monasteri basiliani


Chiesa di S. Maria di Mili San Pietro, edificata intorno al 1090 dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia, nel 1092 vi fece seppellire il figlio naturale Giordano, morto in battaglia a Siracusa e da lui affidata, nello stesso 1092, ai monaci basiliani, la chiesa sorge probabilmente sul luogo di un precedente cenobio di epoca bizantina.
La parte più notevole della chiesa è quella absidale, in cui spiccano le tre cupole emisferiche, la maggiore e le due minori, di chiara matrice islamica e l'abside centrale, l'unica emergente all'esterno, in stile romanico. La chiesa fu ingrandita nella prima metà del XVI secolo, subendo un allungamento longitudinale che determinò la realizzazione di una nuova facciata e l'innalzamento del livello della copertura.




Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo ed i monasteri basiliani


Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo d'Itàla, la sua storia ha inizio nel 1092, dell’antico monastero rimane solo la chiesa basilicale con elementi architettonici arabi e normanni. L’edificio  affascina il visitatore per la bellezza dei suoi prospetti, dove i mattoni policromi si alternano alla pietra lavica e di fiumara e dove, la presenza di particolari elementi architettonici, che conferiscono all’edificio lo stile tipico dell’epoca araba e normanna.
L’impianto architettonico della chiesa si sviluppa su tre navate divise tra loro da colonne nel numero di sei con capitelli a campana, che sostengono otto archi a sesto acuto.




Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo ed i monasteri basiliani


Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo presso Casalvecchio Siculo, nell'estrema parte nordorientale del Val Demone, la chiesa originaria risaliva presumibilmente all'incirca al 560. Fu in seguito completamente distrutta dagli arabi e quindi ricostruita nel 1117.
Il  monastero è uno fra i più interessanti e meglio conservati monasteri basiliani fondati in epoca normanna nella Sicilia medievale.
Edificato su di un piccolo promontorio che si affaccia sulla fiumara di Agrò.
La chiesa si caratterizza per la presenza di due cupole, un tempo presumibilmente quattro, poichè si ritiene che il prospetto principale della struttura fosse impreziosito dalla presenza di due piccole cupole, oggi scomparse.
Era una fortezza che controllava l’accesso alla valle d’Agrò.



Casalvècchio Sìculo comune della Città Metropolitana di Messina, 420 m s.m., patrono sant’ Onofrio seconda domenica di settembre
Casalvecchio Siculo, da vedere la chiesa di Sant’Onofrio Anacoreta, che si trova proprio nel centro storico del borgo. Si tratta di un edificio in stile barocco siciliano, con esterni realizzati in pietra e interni che sono un trionfo di colori, di stucchi e di marmi intarsiati, custodisce un'Epifania (1626) di G. Camarda, un pregevole altare marmoreo e, nel tesoro, una statua del santo in argento sbalzato e un calice secentesco. La chiesetta della Santissima Annunziata è invece in uno stile molto più semplice e ha la particolarità di trovarsi nelle immediate vicinanze delle fontane del borgo, le storiche fonti d’acqua alle quali si abbeveravano gli animali ma che venivano sfruttate anche per l’acqua potabile e ovviamente per altri usi comuni. Fra queste, la fontana dell’Acqua Rugia è ricordata per essere stata utilizzata anche da Ruggero II.
Di tutt’altra tipologia, poi, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, realizzata nel 1117, che sembra piuttosto una fortificazione militare. La più bella chiesa basiliana della regione, ricostruita nel 1172 dal capomastro Gerardo il Franco. È un complesso monumentale piuttosto articolato, importante esempio di architettura normanna. I muri esterni sono caratterizzati da un singolare gioco pittorico determinato dall'alternarsi di pietra lavica e calcarea. L'interno è a tre navate con absidi semicircolari.

La seconda domenica del mese di settembre a Casalvecchio Siculo, si svolgono i festeggiamenti in onore del patrono Sant'Onofrio Anacoreta. I festeggiamenti hanno inizio il giovedì a mezzogiorno con il suono delle campane. ll venerdì prima della festa, si celebra una messa proprio nella contrada "Pestarrìu", con il simulacro ligneo. Durante la festa ha luogo anche una tipica fiera artigianale.

Chiesetta di San Pietro Deca a Torrenova


Il convento non svolgeva solo attività religiose bensì era una fattoria agricola e amministrava giuridicamente un vasto territorio tra i comuni di San Marco d’Alunzio e Capri Leone.
Nello stesso periodo viene eretta la chiesa sul lato S del monastero, affiancata al cenotafio ottagonale



Torrenova comune della Città Metropolitana di Messina, 10 m s.m., patrono: Madonna Addolorata 25 marzo. Situato sulla costa tirrenica, alle pendici settentrionali dei monti Nebrodi . Già frazione del comune di San Marco d'Alunzio, fu costituito in comune autonomo nel 1984.§ Tra i monumenti che abbelliscono il paese, particolarmente importante è la Porta di Pietra di Roma, che è ciò che rimane di un'antica fortezza,
Amunì Festival a settembre, Piazza Marina Torrenova (ME), il primo Festival Agroalimentare,  https://www.facebook.com/Amunifestival


Cappelletta di San Michele Fulgerino ed i monasteri basiliani


La cappelletta di San Michele Fulgerino a Piedimonte Etneo. Una chiesa piccolina che però testimonia il ricordo di un ben più grande monastero.
Poco rimane dell’originario impianto, attualmente è possibile osservare solo il corpo di fabbrica della chiesa, un tempo annessa al piccolo monastero. L’edificio è orientato est-ovest, avente un solo abside rivolto a levante, la cui conca risulta ricavata nello spessore della parete orientale. E’ probabile che fin dalla fondazione il piccolo edifico sacro possedesse solo i due ingressi ancora oggi esistenti: quello principale si trova lungo la parete occidentale e si presenta leggermente archiacuto; l’ingresso meridionale presenta un aspetto simile, ma con arco ad ogiva e lunetta ricavata, curiosamente, da un blocco monolitico di calcarenite locale. L’interno, a pianta rettangolare e con unica navata.



Piedimónte Etnèo comune in provincia di Catania, 348 m s.m., patrono sant’ Ignazio di Lojola 31 luglio, è compreso nel Parco Regionale dell'Etna, https://parcoetna.it/
chiesa madre della Madonna del Rosario, d'impianto basilicale, conserva una statua lignea policroma del tardo sec. XVII che raffigura Sant’Ignazio,
la chiesa dell'Immacolata, annessa al convento dei Cappuccini, ospita pregevoli altari lignei,
in località Vena si trova il santuario di Santa Maria Della Vena (sec. XVI), che conserva una venerata icona della Madonna.

La festa del patrono, Sant'Ignazio da Loyola, che si svolge il 31 luglio, offre anche l'opportunità di partecipare a varie sagre locali, nonché al Trofeo di Sant'Ignazio, importante gara podistica che richiama atleti di fama internazionale.

Sagra del Pane condito nella frazione di Vena, Piedimonte Etneo. Degustazione di pane cunzatu, uno dei cibi di strada più buoni e conosciuto in tutta la Sicilia condito con abbondante olio, primosale, pomodori, acciughe salate e origano. Degustazioni di vini e prodotti tipici locali. https://www.facebook.com/prolocovenact

Festa della Vendemmia a Piedimonte Etneo a settembre. La tradizionale manifestazione si svolge a chiusura delle manifestazioni dell' Estate Piedimontese. Tre giorni di festeggiamenti caratterizzati dalla degustazione di prodotti enogastronomici, da incontri culturali, esposizioni di prodotti tipici artigianali e spettacoli in costume, https://www.facebook.com/FestaVendemmia/

Monastero basiliano, San Giovanni Psycro


Monastero basiliano: San Giovanni Psycro in contrada Feudo Imbischi ormai ruderi

Chiesa di San Michele Arcangelo, monasteri basiliani


Chiesa di San Michele Arcangelo, è una grande chiesa seicentesca in rovina che si eleva tra i pascoli, fuori Troìna.
Inizialmente il Convento occupava una vasta superficie, ed era composto da una chiesa mono navata e dal contiguo monastero, che ruotava attorno ad un chiostro quadrato con arcate.
Il Cenobio fu chiuso ed abbandonato nel 1866: i tesori letterari custoditi andarono perduti ed uno dei più grandi gioielli della storia religiosa dell’Isola fu trasformato in una grande cava di pietra a cielo aperto.



Troina comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 1121 m s.m., patrono: san Silvestro da Troina 2 gennaio, fa parte del club dei borghi più belli d'Italia, fa parte del Parco dei Nebrodi. https://www.parcodeinebrodi.it/

Nel Parco dei Nebrodi, in un territorio ricco di boschi e pascoli, sorge il borgo di Troina, tra chiese, palazzi e i resti della cinta muraria, ricordiamo che Troina fu protagonista di un importante combattimento della Seconda Guerra Mondiale: qui si svolse la storica battaglia che, dall’1 al 6 agosto 1943, vide combattere americani e tedeschi, giorni cruenti, di battaglia, terribili, furono immortalati dal fotografo Robert Capa, www.robertcapatroina.it

Troina, fra le varie strutture, spicca la Cattedrale della Beata Assunta, facilmente riconoscibile dalla grande torre campanaria in stile normanno, resti delle fortificazioni normanne, costruita nel 1078-80 per volere del conte Ruggero e rifatta nei sec. XV e XVIII, mantenendo parti della struttura originaria, al suo interno numerosi tesori artistici appartenenti a diverse correnti artistiche e a diverse culture, da quella bizantina a quella francese, l’Oratorio con i suoi pavimenti in ceramica salentina e i suoi numerosi stucchi dorati. A ridosso del convento dei Padri Carmelitani, con un campanile cuspidato del 1597 che finisce a cono, rivestito di piastrelle di maiolica.

Molteplici i conventi, fra i vari i più importanti oggi ruderi, sono il convento di San Michele Nuovo e di San Michele Vecchio, nei pressi di quest’ultimo convento è anche presente una particolare croce, la croce della Timpa si erge infatti sopra una colonna seicentesca,

La Chiesa di Sant'Agostino sorge nel pianoro a nord sotto la Chiesa Madre. Essa è annessa all'omonimo Convento dei Padri Agostiniani. Codesta Chiesa viene segnalata perché nello stesso punto dove essa sorge vi era la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel 170 d.C. e quindi una fra le più antiche costruzioni religiose della Sicilia. Successivamente, nel 1502, l’edificio diviene residenza dei frati Agostiniani. In passato nella chiesa era molto venerato San Nicola da Tolentino
La costruzione dell’edificio, in forma ottagonale e preceduta da un piccolo vestibolo, è caratteristica della fine del diciottesimo secolo. La struttura presenta una facciata a due ordini architettonici, in stile neoclassico. Il convento, costituito da due corpi volumetrici, è scandito in tre ordini architettonici. Nella sagrestia della chiesa una lastra tombale di stile barocco rivela la presenza di una cripta cimiteriale. La particolarità del Convento è data dal suo essere cinto da qualcosa come quaranta loggiati.

il Castello Normanno, struttura militare risalente al 1061 circa.

La chiesa di San Silvestro. Costruita laddove nella seconda metà del XIII secolo fu rinvenuto in circostanze miracolose il corpo di San Silvestro Monaco, patrono del borgo: la grotta del ritrovamento, insieme all’antica chiesetta di San Bartolomeo, è stata accorpata all’attuale basilica, col coro tardo-rinascimentale in noce intagliata, le colonne corinzie monolitiche in pietra locale e la cappelletta a forma di cripta col corpo del patrono. Il tempio ha una struttura basilicale a tre navate. Al centro del transetto si erge la cupola sorretta da un tamburo quadrangolare. La chiesa custodisce la statua in marmo bianco di San Silvestro, riferibile alla scuola del Gagini.

La chiesa bizantina di Santa Maria della Catena edificata su un complesso termale romano e del convento basiliano di San Michele “il Vecchio”

Chiesa di San Nicolò Scalforio
Risalente al periodo medievale, l’edificio possiede una torre campanaria con un sottopassaggio che corrispondeva ad una delle antiche porte di accesso alla citta-castello normanna. La chiesa, a mononavata, ha al proprio interno un pregevole altare principale e quattro laterali risalenti al Settecentesco. Custodisce, inoltre, quattro dipinti e un Crocifisso ligneo di buona fattura.

Il Festino di San Silvestro a Troina - Edizione 2022 ha inizio il 19 Maggio 2022 e termina il 12 Giugno 2022.
Dalla penultima Domenica di Maggio alla prima di Giugno, sfilano, come se suddivisi in ceti sociali, poveri, nobiltà e clero.
Il regno di Silvanum è in silva ed è nell'alloro che il rapporto tra fedele e santo si concretizza, unico testimone del debito rimesso, prova di un pellegrinaggio votivo già svolto.

Sono tre i momenti religiosi salienti del Festino: Festa dei Rami

Pellegrinaggio a piedi dalla Basilica di San Silvestro a Troina fino ai lontani boschi dei Nebrodi dove i fedeli raccolgono ramoscelli di alloro con cui sfilano la domenica lungo le via del paese.
Festa della 'Ddarata

Pellegrinaggio a cavallo con tragitto simile al precedente. Anche i fedeli 'ddarara rientrano attraversando lo storico ponte di Faidda e sfilando, la Domenica, con gli animali bardati di alloro.
Discesa e Salita Fercolo

Processione del Simulacro del Santo, dalla Chiesa Madre a quella a lui dedicata, in una sfarzosa Vara settecentesca attraversando la tradizionale Fiera di Giugno.

Altri eventi del Festino di San Silvestro non prettamente religiosi sono: La Kubbàita

Cavalcata medievale con lancio di torroni e dolciumi. La storica cavalcata ricorda l'ingresso di Carlo V in città nel 1535. In memoria di tale evento un gruppo di cavalieri, in costumi spagnoleggianti, apre il corteo precedendo tre protagonisti: tre cavalieri vestiti con ricchi costumi cinquecenteschi e su cavalli bardati finemente. Ogni cavaliere porta con sé una bisaccia piena di torroni e dolciumi, che verranno successivamente distribuiti alla folla di partecipanti.
Vastedda cu Sammucu, sagra dedicata a questo prodotto tipico per eccellenza nella tradizione gastronomica di Troina.  https://www.facebook.com/sagravasteddatroina

Ponte Medievale di contrada Failla

A pochi chilometri dal centro abitato vi è il lago Sartori o lago di Ancipa

Sagra della "Vastedda cu sammucu" a giugno, durante le tradizionali feste in onore di San Silvestro, Patrono di Troina (EN). Chi soggiorna a Troina può avere il piacere di gustare dei piatti unici nel loro genere, caratteristici di una cucina legata ancora ad ambienti agro-pastorali, propri delle zone montane; tra questi primeggiano alcuni piatti rustici, come la “vastedda cu sammucu”, denominata anche “vastedda ‘nfigghiulata”, e gli “'nfasciatieddi”. https://www.facebook.com/enjoytroina/

Troina buona in tutti i sensi" l'evento si svolgerà nella cittadina normanna a novembre, esposizione e vendita di prodotti agroalimentari tipici locali e attività di show cooking da parte dei ristoratori.

Chiesa con convento di Santa Maria di Boikòs, monastero basiliano


Castello di Vicari ai piedi del castello sorgeva la Chiesa con convento di Santa Maria di Boikòs, detto anche di Biccari o Boico, di origine bizantina e probabilmente abitato da un certo numero di monaci basiliani nel 1080

La Chiesa con convento di Santa Maria di Boikòs, detto anche di Biccari o Boico, di origine bizantina e probabilmente abitato da un certo numero di monaci basiliani.
Ruggero, nella sua sosta a Vicari, trovò i monaci che pregavano  per il suo successo sugli infedeli e con atto di donazione, datato ottobre 1097, concesse al monastero alcune terre tra cui quelle di Scopello.
Nel diploma,   è ancora in vita Nicodemo vescovo superstite di Palermo che svolge le sue funzioni in un isolata chiesa di periferia dato che la cattedrale era stata trasformata in moschea, si registra anche una donazione di “villani” di origine saracena, greca e giudea a favore del monastero di rito basiliano annesso alla Chiesa di S.M. di Boikos.



Vìcari comune della Città Metropolitana di Palermo, 700 m s.m., patrono san Giorgio 23 aprile
La barocca chiesa madre, dedicata a San Giorgio, conserva, una tela raffigurante Santa Rosalia di Pietro Novelli.
La Chiesa Madre di Vicari, intitolata a San Giorgio Martire, è un edificio di origine normanna.
Fu edificata intorno al 1200. Originariamente l'edificio era molto più piccolo di quello attuale ed occupava solo l'area dedicata oggi al Coro. Nel corso dei secoli la struttura ha subito importanti rimaneggiamenti: in particolare nel 1533, per volere di Don Vincenzo del Bosco, l'edificio sacro fu ampliato sino ad occupare l'attuale superficie, un'ancona marmorea raffigurante Crocifissione, Risurrezione e Santi, opera di Antonello Gagini

La Chiesa di San Marco a Vicari è un importante esempio del Barocco siciliano

La Chiesa della Madonna delle Grazie a Vicari è un antico e pregevole edificio di culto del borgo.
Di particolare pregio sono delle statue custodite al suo interno: la statua della Madonna Addolorata attribuita al Bagnasco; la statua di Santa Domenica in marmo bianco opera dello scultore Jacobus Tarsia di Napoli; la statua di San Michele Arcangelo risalente alla fine del 600; il Crocefisso di pregevole fattura tardo-rinascimentale.

Del castello sussistono ruderi quello in cui si rifugiò al tempo della rivolta del Vespro il giustiziere di Carlo I d'Angiò, Giovanni di Saint-Remy.

La Sagra della Mandorla e del Passavolante a Vicari si svolge a agosto e celebra il prodotto per eccellenza di questo territorio, la mandorla.
tra i prodotti tipici spicca il Passavolante, un dolce dalla consistenza leggera e friabile a base di mandorla.

Monastero Basiliano, di Mezzoiuso


Monastero Basiliano, di Mezzoiuso, il quale fu eretto nel 1609, all’interno del Monastero Basiliano, vi è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, eretta nel 1501 e restaurata nel ‘700, sulla lunetta affissa alla porta laterale, campeggia l’aquila bicipite albanese.

La chiesa è ricca di icone in stile tardo-bizantino. L’iconostasi fu collocata nel 1900 al posto dell’originaria, ed ospita, ai lati dell’ingresso centrale, due icone della seconda metà del XVII secolo provenienti dalla Matrice greca, e raffigurano: LA MADRE DI DIO ODIGITRIA e IL CRISTO RE DEI RE E SOMMO SACERDOTE.

Alla stessa epoca risalgono cinque tempere su tavola che adornano l’iconostasi de IL CRISTO BENEDICENTE…, LA MADRE DI DIO SUPPLICANTE…, SAN GIOVANNI SUPPLICANTE…, SAN PIETRO APOPSTOLO… e SAN GIOVANNI TEOLOGO.

La Chiesa, oltre a custodire pregevoli icone risalenti al XVI sec., preserva altri due antichi capolavori: una CROCE su tavola dalla doppia faccia, collocata attualmente sull’iconostasi, in alto al centro, opera degli inizi del seicento,  e una coeva CROCETTA BENEDIZIONALE, in legno di bosso e argento, finemente scolpita da un ignoto artista sia nel verso sia nel recto risalente al XV sec..

All’interno della chiesa, inoltre, è presente il sarcofago dell’albanese Andrea Reres, fondatore del Monastero.



Mezzojuso comune della Città Metropolitana di Palermo, 534 m s.m., patrono San Giuseppe 19 marzo e san Nicola di Bari 6 dicembre.
La chiesa madre dell'Annunziata è di origine normanna e di rito latino; quella di San Nicola (sec. XVI), di rito greco, conserva un crocifisso eburneo settecentesco.
Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie sono cinque medaglioni (1752) affrescati da Olivio Sozzi e dal figlio Francesco, che rappresentano i dottori della chiesa greci.
Chiesa di San Nicolò di Mira è la principale chiesa di rito greco-bizantino a Mezzojuso.
Disposta a fianco della Matrice Latina si affaccia su Piazza Umberto I insieme al vicino Castello, fu costruita nel 1516 a ridosso di una Torre già esistente, intorno alla fine del ‘500 venne poi abbattuta e ricostruita di dimensioni maggiori secondo le esigenze del rito greco-bizantino.
All’interno si trova l’iconostasi che contiene icone bizantine del XVI secolo, una Theotokos del XIII secolo, un Crocifisso d’avorio su croce d’ebano del XVII secolo, una crocetta athonita di legno e numerose statue lignee.

L'ultima domenica di Carnevale, nella piazza del paese, ha luogo la Festa del Mastro in Campo, una rievocazione storica in forma di pantomima: dopo un grottesco corteo in costume, il Mastro di Campo tenta di conquistare il cuore di una dama con prove di abilità a cavallo e con l'aiuto di alcuni “ingegneri”, che con grandissimi compassi misurano la piazza e suggeriscono la migliore strategia al cavaliere.

Mezzoiuso e le colonie albanesi nel palermitano, l'antico villaggio arabo di Mezzojuso o Manzil Yusuf (villaggio di Giuseppe) nella seconda metà del XV secolo fu ripopolato da profughi albanesi che hanno lasciato segni nei monumenti e nelle opere d'arte, come nelle manifestazioni religiose greco-bizantine e latine e nelle feste popolari. A Mezzojuso, come in altri centri di origine albanese, la testimonianza della fusione tra i due popoli e l'integrazione tra le due culture, sono le due chiese di rito latino e di rito greco che si affiancano sulla piazza principale: la chiesa dell'Annunziata e la chiesa di San Nicolò, al cui interno sono custodite sei tavole tardo bizantine.

Sagra della Castagna a Mezzojuso, ad ottobre. La manifestazione nasce con l’intento di far riscoprire un prodotto profondamente radicato nella comunità di Mezzojuso, le castagne


I Metochi in Sicilia

I Metochi in Sicilia, costruzioni o ricostruzioni di metochi, di derivazione monastica, una chiesa parrocchiale. Durante l'epoca bizantina, un metochio monastico era una proprietà concessa a un monastero per scopi di reddito. Ne sono esempio le parrocchie di rito bizantino e i monasteri basiliani di rito greco presenti in Sicilia con i loro possedimenti.

Alcara li Fusi: monastero di San Barbaro di Demenna, monastero di Santa Maria del Rogato, metochio di San Nicola della Scala di Paleocastro;

Bronte: chiesa di Santa Madre di Dio della Guilla, San Marco, Santa Marina, San Giorgio Agrippadà;

Castell'Umberto - Castania: metochio di Santa Maria;

Frazzanò: metochio dell'Arcangelo Michele, metochio di San Giovanni Battista il Precursore, chiesa di Sant'Ippolito, metochio di Santa Maria di Friganò, Santissima Trinità, chiesa di Tutti i Santi;

Galati Mamertino: chiesa di San Pietro del Mueli a Trungali;

Longi: metochio di Santa Maria di Monserrato;

Maniace: abbazia di Santa Maria di Maniace;

Mirto: chiesa di San Nicola del Pirgario o San Nicola dei Greci, metochio di San Teodoro;

Mistretta: monastero di Sant'Anastasia;

Naso: chiesa di San Talleleo, chiesa di San Filochio o San Finachio, chiesa di San Pietro;

San Fratello: metochio dei Santi Filadelfi o monastero dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfio;

San Marco d'Alunzio: San Basilio;

Torrenova: monastero di San Pietro di Deca o di Veca;

Troina: Sant'Andrea di Ambula, primitivo monastero di San Michele Arcangelo.

Oliveri: chiesa di Sant'Elia di Scala.

Piraino: chiesa di San Nicola de Ficu (Elafico o Serafico).

Raccuja: chiesa di San Nicola de Ficu (Elafico o Serafico), eretto da Ruggero I d'Altavilla nel 1091.
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