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Altavilla Milicia turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

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Altavilla Milicia turismo, guida turistica del Comune

Altavilla Miliciaturismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Organizzare un tour, passeggiare tra le vie del Comune, offre l’opportunità di ammirare edifici storici e caratteristici monumenti.
Prima di organizzare un viaggio nel territorio, è meglio sapere cosa vedere, cosa fare nella località, perche alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.

Sorge su di una collina a 73 m s.l.m., in posizione panoramica, come una terrazza sul Mar Tirreno
Hai visitato il Comune, racconta con le fotografie il tuo tour
Il Santuario della Madonna della Milicia, sorge sul Belvedere di Altavilla Milicia e ne è il riferimento principale. La costruzione in stile ottocentesco, è a croce latina, ricca di statue e dipinti di notevole pregio artistico. Secondo una consolidata tradizione, il quadro della Vergine arrivo in paese nei primi anni del 1600. Un giorno gli abitanti  videro veleggiare verso Palermo una nave corsara, i cui marinai, non riuscendo a superare Capo Zafferano, girarono la prua verso terra alla ricerca di aiuto. Ai milicioti, accorsi a prestare soccorso, venne offerta loro in cambio la sacra immagine. Il dono fu accolto con grande giubilo e la sacra immagine, posta sopra un carro trainato dai buoi, fu portata trionfalmente in paese. Alcuni anni dopo, il 15 luglio 1636, altri corsari, sbarcati a Milicia, oltre a razziare il territorio, oltraggiarono anche la sacra immagine della Madonna, colpendola con una scimitarra. I palermitani, temendo un'incursione nella propria città, accorsero in aiuto di Altavilla  e cacciarono i predatori. Da allora, si diffuse tra i cittadini del capoluogo siciliano la devozione alla Madonna della Milicia e sono essi, nella processione annuale dell'otto settembre, a portare a spalla la "vara" con il quadro della Madonna che, al suo rientro in chiesa, viene rivolto verso Palermo, in segno di benedizione e di perenne protezione della città.
All’inizio del Seicento una nave di pirati veleggiava verso Palermo, quando fu sorpresa da una violenta tempesta che obbligò l’equipaggio a scaricare dei pesi e fra questi c’era un quadro, utilizzato come coperchio di una stiva. Il quadro fu ritrovato alla foce del fiume Milicia e trasportato ad Altavilla su di un carro trainato da buoi.
Un’altra tradizione orale sostiene che il dipinto era già presente nella cittadina siciliana e venne rubato durante un’incursione turca. Sopraggiunta una tempesta, un cristiano, fatto prigioniero, attribuì la causa del cattivo tempo al quadro rubato, e i turchi se ne liberarono gettandolo in mare; la popolazione lo ritrovò alla foce del fiume.
La fondazione del santuario risale al 15 luglio 1636. Il tempio s’innalza sulla collina di Altavilla, ai piedi della quale si trova una verde distesa di limoni e oltre ad essa il mare.
La chiesa ha forma di croce latina. Da segnalare quattro tele del Bagnasco ed un museo di quadretti votivi, dipinti su latta di scatole di sardine.
Il famoso quadro ritrovato è composto da due tavole di abete su cui è incollata una tela. La pittura è stata realizzata su uno strato di gesso e colla ed è eseguita con tempera all’uovo.
Nel 1990 il quadro è stato restaurato, riportandolo alle forme originarie. L’effigie riportata è quella della Madonna seduta in trono, dipinta secondo i canoni della maestà medioevali: è avvolta da un manto blu, segno della sua umanità; la veste è rossa, segno della sua divinità; sulle ginocchia Gesù Bambino ritto in piedi che tiene nella mano sinistra il rotolo del Libro delle sacre scritture e la mano destra è benedicente.
A sinistra è raffigurato san Francesco e ai piedi della Vergine il committente del dipinto, posto in ginocchio. L’opera risale alla seconda metà del Trecento e appartiene alla scuola toscana di ispirazione giottesca.


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