Maletto turismo, guida turistica del Comune
Maletto, il borgo più alto della provincia di Catania, sorge alle radici settentrionali dell'Etna e fa parte dei venti comuni del Parco dell'Etna. La sua posizione a circa 960 metri di altitudine offre un panorama unico che spazia dai boschi del vulcano fino ai monti Nebrodi. Maletto è una meta ideale per chi cerca una destinazione lontana dal traffico, ricca di storia e famosa per una prelibatezza inconfondibile: la sua fragola.
La storia di Maletto è indissolubilmente legata alla sua fortezza medievale, fulcro dell'antico abitato:
Castello di Maletto: È il monumento simbolo del Comune. La fortezza medievale, che domina il centro abitato da uno sperone roccioso, risale al XII secolo e fu strategica durante la Guerra del Vespro. Salire fino ai ruderi (quando accessibili) offre una vista mozzafiato sul territorio circostante. Il castello fu il nucleo attorno al quale si sviluppò la comunità, prendendo il nome dal suo fondatore o, secondo la leggenda, dalla coraggiosa principessa Maletta.
Architetture Religiose: Passeggiando per il centro storico, è possibile ammirare diverse chiese che testimoniano lo sviluppo del borgo:
Essendo parte del Parco dell'Etna, Maletto è un ottimo punto di partenza per esplorazioni naturalistiche, in particolare sul versante occidentale del vulcano:
Trekking e Sentieri: I dintorni del paese sono ideali per escursioni. L'area montana ospita sentieri come quello che conduce al Rifugio di Monte Maletto (a circa 1620 m s.l.m.), immerso tra boschi di castagni e pini, e offre l'opportunità di esplorare grotte di scorrimento lavico come la Grotta del Cernaro.
Paesaggi Rurali: La campagna circostante permette di scoprire antiche atmosfere rurali, con terrazzamenti coltivati che si alternano a macchie di bosco.
La vera peculiarità di Maletto è la sua eccellenza gastronomica, che le è valsa l'appellativo di "Città della Fragola":
Fragola di Maletto: Non una semplice fragola, ma un frutto celebre per la sua straordinaria dolcezza, il profumo intenso e un cuore leggermente vuoto che la rende particolarmente delicata. Questa varietà, che deriva dalla cultivar 'Madame Moutot' introdotta all'inizio del '900, è un Presidio Slow Food.
Sagra della Fragola: L'evento più atteso dell'anno è la Sagra della Fragola, che si svolge tradizionalmente a giugno. La festa attira migliaia di visitatori con degustazioni, mercati e l'esposizione della celebre e gigantesca Torta di Fragole di Maletto.
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Chiesa Madre dedicata ai Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria
fu costruita nel XIX secolo,si presenta un'imponente facciata, a culmine della scenografica scalinata d'accesso, decorata da paraste in pietra lavica. La tripartizione segue l'impianto interno a tre navate. L interno, diviso da pilastri decorati in stucco, presenta interessanti altari marmorei di stampo neoclassico. Ammirevole la grande tela raffigurante il Transito di san Giuseppe, risalente al secolo XIX.
Il prospetto ed il portale della chiesa di Santa Maria ed il chiostro del primo cortile interno. Ispirate ai bestiari medievali le figure descrivono esseri mostruosi, deformi, forse simboli dei vizi del genere umano.
Narrano storie di lussuria viste attraverso l’intreccio del corpo femminile con satiri, dal ventre gonfio e dalle zampe pelose di grifo, e con serpenti avvolti alle membra.Scene disperate di dannati e scene raccapriccianti di corpi e volti deformi e d’ogni altra mostruosità fisica. Le figure di capitelli di destra, simbolicamente composte, narrano invece le vicende del genere umano a partire dalla cacciata dal Paradiso Terrestre e dall’uccisione di Abele. Ogni capitello svolge un tema diverso: il lavoro dei campi, la caccia, la guerra. Mentre i capitelli di destra raccontano, quelli di sinistra ne sono la logica contraddizione, la negazione di qualsiasi narrazione e della Storia stessa, l’allegoria del genere umano travolto dalle tentazioni e dal peccato. Così lo storico B. Radice descrive il portale nelle sue Memorie storiche di Bronte: «Mirabile è il portale della chiesa il cui arco a sesto acuto adorno di vari cordoni grossi e piccini, sporgenti nella cornice ogivale, è sorretto da dieci colonnine: cinque per ogni lato, delle quali tre di marmo e una di porfido, e le altre di pietra arenaria giallognola, di media grossezza. Le colonne non sono nè scanalate, nè a spirale, ma lisce e rotonde. Le basi delle colonne sono tagliate e modellate e somigliano allo stile di transizione in Inghilterra. Tre delle modanature, ora sfaldate, riproducono la gomena normanna. Bellissimi e variati i capitelli di carattere nordico, o meglio romanico dei neo-campani, la cui cimasa, ornata di foglie di acanto e di figure, ricorda alcuni dei più vecchi capitelli delle colonne del sontuoso chiostro di S. Maria Nova in Monreale.<br>Nei capitelli, a sinistra dello spettatore, sono scolpite figure di uomini, di animali, di uccelli con volti di scimmia, un serpente che si attorciglia e snoda e morde la bocca a un mascherone: sono piccole cariatidi che sostengono l’arco ogivale. Le foglie dei cinque capitelli delle colonne di destra sono un lavoro di fine ricamo. Una figura di donna, fra due uccelli, è riprodotta nei primi due capitelli. Negli altri è rappresentata la prima storia umana: L’angelo espelle Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Il lavoro è simboleggiato da una filatrice, da uno zappatore e da due opere, che abbicano covoni di grano. Nel capitello centrale è scolpita la seminagione: un uomo sparge la semente, un altro colla zappa la copre e spiana le porche. Nei due seguenti capitelli abbinati è la caccia, figurata da uno che suona il corno, da un cinghiale atterrato, mentre un altro cinghiale salta addosso a una donna. Due guerrieri imbraccianti lo scudo, scolpiti nell’ultimo capitello, simboleggiano la guerra, l’eterna guerra del genere umano. L’insieme delle sagome, delle cimase, della cornice ogivale, con i capitelli variamente scolpiti, dà un aspetto solenne al nordico portale e alla facciata. Reputo essere l’opera della fine del secolo XII, coeva del famoso tempio e chiostro di Monreale.
Chiesa di San Michele costruita agli inizi del secolo XVI, assieme al primo centro urbano, era annessa al palazzo baronale degli Spadafora, da cui vi si accedeva. Conserva ancora le strutture originali e un bel campanile cuspididale. Tra le opere si conserva un'interessante tela barocca dell'Annunciazione.
Chiesa di sant'Antonio di Padova Dedicata al patrono del Comune, il taumaturgo sant'Antonio di Padova, fu costruita nel 1785, ed arricchita nel secolo XX. La statua del patrono, e di San Vincenzo Ferreri, compatrono del Comune, sono magistrali opere barocche di Gerolamo Bagnasco. www.parrocchiamaletto.it
La pantofola della regina Elisabetta :
Maletto è in provincia di Catania. Quando nel 1603 i diavoli gettarono la regina dentro il cratere dell’Etna sulla rupe "Rocca Calanna" cadde una pantofola della regina Elisabetta.
Molto tempo dopo, un pastorello ritrova tale pantofola, la volle toccare, ma si bruciò.
Fu chiamato un frate esorcista e la pantofola volò su una torre del castello di Maniace, presso Bronte.
Nel 1799 tale castello fu donato dai Borbone all’ammiraglio inglese Orazio Nelson, durante una festa da ballo a Palermo. In quell’occasione una dama misteriosa, si dice il fantasma della regina Elisabetta, donò a Nelson un cofanetto contenente la fatidica
pantofola; e gli raccomandò di non farla mai vedere a nessuno.
Ma l’amante dell’ammiraglio, Emma Hamilton, riesce a trafugarla. La stessa notte l’ammiraglio vede in sogno la misteriosa dama che gli ricorda che ha perso tutta la sua nfortuna. Pochi giorni dopo Nelson morì nella battaglia di Trafalgar, esattamente il 21 ottobre 1805.
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