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Mirabella Imbaccari turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

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Mirabella Imbaccari turismo, guida turistica del Comune


Mirabella Imbaccari: Il Borgo del Tombolo e delle Feste
Mirabella Imbaccari è il luogo ideale per chi cerca un turismo lento, a contatto con le tradizioni artigianali e una ricca vita popolare, lontano dal turismo di massa.

Il Tombolo è un particolare tipo di merletto lavorato a fuselli, introdotto nel paese agli inizi del Novecento dalla baronessa Angelina Auteri per offrire un'opportunità di lavoro alle donne locali. Questa tradizione è oggi l'elemento più distintivo e identitario di Mirabella Imbaccari.
Museo del Tombolo: Una visita a questo museo (Mostra Permanente del Tombolo) è fondamentale per ammirare merletti, abiti e arredi realizzati con questa tecnica.
Patrimonio Culturale: L'arte del "pizzo a tombolo" è riconosciuta come risorsa tipica e il Comune è impegnato nel percorso di candidatura per il riconoscimento UNESCO del Merletto Italiano.

Nonostante i danni subiti dai terremoti, il paese conserva diverse testimonianze storiche e architettoniche:
Chiesa Madre (Santa Maria delle Grazie): Si affaccia sulla piazza principale con un imponente prospetto a tre ordini in stile barocco-siciliano, caratterizzato da lesene, un grande portale con fregio e un campanile a trifora. Al suo interno custodisce l'antico altare maggiore.
Palazzo Biscari: Un tempo dimora della famiglia nobile fondatrice del paese, è un palazzo imponente con un ampio cortile, circondato da giardino e orto.
Palazzo Giangrande: Coevo al Palazzo Biscari, è degno di nota per i suoi raffinati portali in pietra intagliata, arricchiti da lesene e capitelli.
Ex Carcere: Le vecchie strutture carcerarie sono oggi un luogo storico da visitare.

Festa di San Giuseppe (Marzo): Caratteristica per l'allestimento degli Altari di San Giuseppe, riccamente addobbati con cibi, fiori e pane votivo, in segno di ringraziamento.
Festa di Maria SS. delle Grazie (Agosto): La festa della Patrona è celebrata con una grande partecipazione popolare, nota per la suggestiva processione con i fedeli che fanno le "promesse" anche con ceri e, in passato, catene ai piedi.
Festa di Santa Lucia (Dicembre): Segnata dall'accensione della tradizionale vampa (falò) e dalla distribuzione della cuccìa, un piatto a base di grano e ricotta o mosto cotto, tipico del culto della Santa in Sicilia.
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Chiesa SS. Maria delle Grazie
La chiesa, dedicata alla B. V. Maria, Madre del Signore, ma ufficialmente venerata come patrona sotto il titolo di Madonna delle Grazie, dalla sommità di un'ampia gradinata, si eleva imponente sulla centralissima Piazza dei Vespri. Essa venne costruita negli anni 1635-1637, su progetto attribuito ad un non meglio identificato religioso, chiamato Gaunelone, contemporaneamente alla nuova terra, voluta dal barone Giacinto Paternò.
La chiesa, eretta sopra un piano rialzato, cinto d'inferriata e preceduto da un'ampia gradinata, progettata dal geometra-farmacista Salvatore Novello (1879-1975), è rivolta ad Occidente.
Il suo prospetto, a tre ordini architettonici, in stile barocco-siciliano, delineato da grandi lesene con basi e capitelli, è ornato di un grande ed artistico portale con fregio e timpano, di una finestra con statua di pietra della Madonna col Bambino, di un grande orologio civico, di un campanile, a trifora, con archi a tutto sesto, e di un timpano terminale con croce ed acroterii.
Oltre i due portali secondari del prospetto, sovrastati da altrettante finestre con arco a cuffia, che illuminano le navate laterali della chiesa, nella parete a mezzogiorno della stessa vi è un altro portale di pietra intagliata, cui si accede mediante una piccola scalinata pure di pietra. Infine, ad Ovest della chiesa vi è la casa canonica, fatta costruire dal Pontefice Pio XI (Achille Ratti 1922-1939) negli anni 1929-1931. L'interno, a croce latina e a tre navate, misura mt. 33 di lunghezza, mt. 15 di larghezza e mt. 13, circa, di altezza. Le navate sono divise da colonne con basi e capitelli dorici, che sorreggono le arcate della trabeazione, la sopraelevazione con la volta a tamburo e, al centro, la cupola completa di lanterna.
Tutte le volte e le pareti sono ornate di pregevoli stucchi e di artistici arabeschi.
Il presbiterio, adorno di balaustra di marmo policromo, oltre a conservare l'antico altare maggiore con tabernacolo a cupola, sormontato da un grazioso fercolo con colonne e timpano di marmi pregiati, contenente una tela della Madonna delle Grazie d'ignoto autore, ma di buona fattura, che dicesi copia della Madonna di Valverde, contiene pure l'altare conciliare, con due amboni, di profilato di ferro e ottone.

Chiesa Sacro Cuore di Gesù
La chiesa del S. Cuore, dopo un fallito tentativo di portare a termine nel 1904 la costruzione di una seconda chiesa in Mirabella, che aveva dato luogo alla posa della prima pietra ad opera di mons. Damaso Pio De Bono (1850-1927), fu provvisoriamente ricavata, nel dicembre 1908, dai magazzini della famiglia Politini.
Ne diede l'occasione il terremoto dell'8 dicembre di quello stesso anno, che, rendendo inagibile la pericolante chiesa madre, rese necessaria la sua sostituzione con altro locale idoneo alla conservazione del SS. Sacramento e allo svolgimento delle attività parrocchiali.
Ne fu solerte promotore don Rosario Gagliano (1882-1935), che, in seguito, validamente collaborato da un comitato civico e dall'entusiasmo dei fedeli del quartiere delle Forche, diede stabile struttura ai locali della nuova chiesa, che nel 1911, abbellita e dotata delle suppellettili necessarie allo svolgimento dei riti liturgici, ottenne il riconoscimento canonico dalla competente autorità ecclesiastica.
L'interno, a tre navate, è decorato di un grande Crocifisso di legno di Vincenzo Moroder da Ortisei del 1953, dell'originario altare maggiore di marmo, ornato della statua pure di legno del S. Cuore di Luigi Santifaller da Ortisei, dell'altare conciliare di marmo dei fratelli Alberghina da Caltagirone, di due altari laterali con la statua lignea di S. Antonio dello stesso Santifaller, e con l'altra di cartapesta della Madonna di Lourdes; ed, inoltre, di una tela con Angeli, recanti simboli della passione, di un non meglio identificato Albino, del fonte battesimale di marmo di Carrara del 1940 e del portale di noce di Salvatore Massari da Caltagirone del 1961.
Ricordiamo, ancora, che nella chiesa, vicino alla colonna di fronte all'altare della Madonna di Lourdes, nel 1947 furono traslate le spoglie mortali del suo fondatore, con questa iscrizione: "Qui posan le ossa stanche dell'infaticabile Ministro di Dio Sac. Gagliano Rosario che volle e costruì dalle fondamenta il nuovo Tempio Sacro Cuore di Gesù perché fosse nei secoli perenne faro di luce fiaccola d'amore.
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