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Monterosso Almo turismo, guida turistica del Comune - Città, Comuni e Paesi di Sicilia

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Monterosso Almo turismo, guida turistica del Comune

Monterosso Almo turismo, guida turistica del Comune, con le proprie peculiarità, costituisce una delle tappe del viaggio.
Alcuni Comuni godono di uno scenario naturalistico, altri sono sulla costa, troviamo borghi, poco sconosciuti, altri sono paesi da visitare e scoprire lontano dal traffico delle grandi città, chi fa parte del patrimonio Unesco, chi si distingue per l'arte, l'architettura, la cultura, chi per lo slow food, scopriamoli.
E' il Comune più alto della provincia, posto 691 metri dal livello del mare Monterosso Almo è anche il secondo centro più piccolo del territorio ibleo.
Nel territorio di Monterosso si estendono boschi, il parco di Calaforno, che condivide con Giarratana e quello di Canalazzi dove si trova una suggestiva masseria fortificata, unica nel suo genere, con feritoie e alte mura. In esso vi scorre anche il fiume Amerillo, le cui acque nel passato alimentavano una serie notevole di mulini ad acqua, costruiti nella valle oggi detta Dei Mulini. I mulini utilizzavano le correnti fluviali per macinare il grano, mentre la ricchezza idrica ha creato nel tempo un piccolo eden verde.
Nell'area di Calaforno, nel cosidetto Ipogeo Preistorico, gli abitanti traevano il loro sostentamento dallo sfruttamento delle miniere e dalla estrazione della selce. Sono emerse attraverso gli scavi archeologici, ben 35 piccole camere, che dovevano essere adibite a sepolcreti, e che probabilmente nell'epoca tardo romana o nel Primo Medioevo si trasformarono in abitazioni.
A Monterosso, gli archeologi hanno scoperto delle grotte con degli affreschi in stile paleocristiano. Gli affreschi un tempo dovevano essere una lunga fascia molto estesa. Oggi è ancora visibile un unico riquadro dedicato al tema della Crocifissione. Le grotte, prima utilizzate per catacombe, poi per abitazioni, furono abbandonate nella prima metà del 1400 e da allora sono state incise con dei murales che hanno infierito maggiormente sulla condizione degli affreschi.
Quando nel 1168 ,il figlio del Conte Ruggero di Ragusa, Goffredo donò il paese alla chiesa di Siracusa, in una bolla del Papa Alessandro III, Monterosso era chiamato Monte Ioalmo. Tale denominazione fu assegnata probabilmente in epoca normanna.
Prima del terremoto, esso fu ricomprato dagli eredi dei Cabrera che vi costruirono due castelli. Il terremoto del '93 distrusse la città, che infierì in particolare sulle chiese, sottraendo alla sua furia una cappella della chiesa della Madonna delle Grazie e alcuni tempietti delle contrade Mulino Vecchio e Santa Venera.
Le vie, soprattutto quelle del quartiere della Cava conservano il loro aspetto originario, come la presenza di alcuni archi relativi al periodo medievale. L'opera d'arte più insigne è la chiesa Madre, monumento nazionale in quanto racchiude alcuni tesori anteriori al 1200. Vi è anche una grande Pala di San Lorenzo, le tele sul Battesimo di Costantino e la Madonna del Carmelo dallo stile caravaggesco, due acquasantiere nella pietra locale del 1400 e due statue di S. Antonio e S.Mauro.
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La chiesa Matrice sotto il titolo dell'Assunzione, prima era dedicata a S.Nicolò. Risale intorno all'anno 1000 e viene menzionata in un diploma del 1168 a favore del Vescovo Riccardo da Siracusa da cui dipendeva anche Monterosso Almo fino all'erezione della Diocesi di Ragusa avvenuta nel 1950. La Chiesa è in stile neogotico con riferimenti romanici. Nel terremoto del 1693, in cui tutta la Sicilia orientale compresa la Val di Noto fu rasa al suolo, la Matrice rimase illesa tranne la navata destra che in parte crollò. La Chiesa Matrice è anche la prima  Parrocchia eretta della Diocesi di Ragusa  "AB IMMEMORABILIS".
Un'acquasantiera raffigurante il leone e l'ariete del XI secolo con colonnina del V°secolo monumento  Nazionale.
Un crocifisso del1400 in unico pezzo do pioppo
La Chiesa di S.Antonio Abate, ora Santuario Diocesano dell'Addolorata, antica e ricca di echi  storici, urbanisticamente al centro del primo nucleo dell'attuale paese, ricostruito più a monte rispetto all'antico abitato dopo il terremoto del 1693. L'attuale Santuario dell'Addolorata, risale nelle sue fondamenta ad un periodo anteriore al XIII secolo e custodiva il Simulacro di S.Mauro Abate, Patrono del  "villaggio", fu restaurato e in parte riedificato sia per assumere le funzioni dell'antica e ormai distrutta dal terremoto Chiesa di S. Antonio sia soprattutto per custodire il Venerato Simulacro della Madonna Addolorata che era rimasto illeso nonostante il tremendo cataclisma. L'8 dicembre 1988 la Chiesa di S. Antonio veniva elevata a Santuario Diocesano dell'Addolorata da S.E. Mons. Angelo Rizzo in occasione dell'Anno Mariano indetto dal S.Padre. Il Santuario è stato dichiarato Movimento Nazionale per gli antichi tesori artistici che racchiude. Sull'altare centrale, fatto con marmi pregiati(onice, alabastro, ecc.)è stata ricavata la nicchia che custodisce il fercolo e il Simulacro dell'ADDOLORATA, il fercolo fu ultimato nel 1782 e restaurato nella  forma attuale nel 1826, dopo che era stato danneggiato da un incendio nel 1825 il gruppo della pietà risale al XIV° secolo nella sua forma originaria, che nel tempo ha tuttavia subito qualche ritocco soprattutto nel manto e nei colori.
La Chiesa di S.Antonio Abate
Chiesa di San Giovanni Battista
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