Motta Sant'Anastasia turismo, guida turistica del Comune
Motta Sant'Anastasia si distingue nettamente per la sua posizione e il suo patrimonio geologico, elementi che hanno plasmato la sua storia e il suo paesaggio.
La caratteristica più straordinaria di Motta Sant'Anastasia è la sua fondazione su un Neck Vulcanico, noto localmente come "la Rocca".
Unico in Italia: In Italia esistono solo due esempi di neck vulcanici: quello di Motta e Strombolicchio. Il neck di Motta è un'antica massa monolitica di origine vulcanica, il collo solidificato di un camino vulcanico risalente a circa 550.000 anni fa, esposto dall'erosione.
Geometria Perfetta: La rocca è alta circa 65 metri e presenta spettacolari rocce colonnari prismatiche a sezione esagonale o pentagonale. Questa posizione strategica fu ovviamente scelta in epoca medievale per la sua difesa naturale.
Il centro storico è dominato da una delle più imponenti e meglio conservate torri medievali della Sicilia.
Castello Normanno (Il Dongione): Costruito tra il 1070 e il 1074 per volontà del Gran Conte Ruggero il Normanno, sorge sulla cima della rocca vulcanica. È una massiccia torre difensiva a pianta rettangolare, alta circa 21 metri.
Oggi è di proprietà comunale e ospita il Museo Storico Civico, con un'apparecchiatura multimediale sulla storia di Motta.
La sua storia è legata alla leggenda di Jana di Motta e all'ammiraglio Sancio Ruiz de Lihorja, che imprigionò il Conte Bernardo Cabrera proprio in questo castello.
Chiesa Madre: Dedicata a Sant'Anastasia, risale al XII secolo ma si presenta oggi nei rifacimenti dei secoli XVIII e XIX, caratterizzata da due cupole e una cappella laterale semicircolare.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova: Un altro importante luogo di culto situato nella piazza principale.
Festa Medievale (o Rievocazione Storica): L'evento più importante del borgo, un viaggio a ritroso nel tempo che coinvolge i tre rioni storici (Vecchia Matrice, Pizzillo, Panzera) in celebrazioni, sfilate storiche, cibi d'epoca e il Palio dei Martino, un torneo cavalleresco con gare come il colpo al saracino.
Festa di Sant'Anastasia: La festa della Patrona, nota come la 'Festa Ranni' (Festa Grande), è un momento di grande devozione popolare.
Dolci Tipici: Le Cucciddateddi, dolci ripieni di fichi secchi, mandorle e spezie.
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La Chiesa Madre
Originariamente nel XIII secolo, quando fu edificata, presentava una struttura a pianta centrale, secondo la tipica liturgia bizantina. Successivamente fu ampliata nel XV e nel XVI secolo e la sua forma divenne a croce latina, simile allo schema planimetrico della Basilica romana. L'attuale campanile venne inserito nella chiesa solo nel Settecento.
La chiesa madre si trova nel borgo, nei pressi della Torre, ed è raggiungibile percorrendo la Via Castello.
Fu dedicata a Maria SS. del Rosario.
Al suo interno sono custoditi una pregevole pala d'altare ed il quadro della Madonna del Rosario appartenenti alla scuola di Antonello da Messina, il quadro della Madonna del Carmelo della stessa fattura, un crocifisso del 1500, il simulacro in cartapesta di S. Giuseppe. La statua sacra, nonostante la qualità del suo materiale, è di notevole pregio artistico. Da notare le venature delle mani del santo lavoratore e l'espressione patriarcale del suo viso.
La torre campanaria è di stile settecentesco. Nella parte alta di essa sono visibili due martinelle del vecchio orologio meccanico oggi non più esistente.
La campana della torre porta incisa, un'epigrafe latina che ricorda la sua ricollocazione nell'anno 1835.
Chiesa della Immacolata
nella piazzetta dell’Immacolata, sempre nei pressi del castello. Rappresenta la più antica struttura religiosa di cui si hanno tracce nel territorio di Motta, risalente presumibilmente ad epoca medievale, ma ricostruita nel XVII secolo.
Pare che la chiesa sia stata il primo edificio a custodire le reliquie della Santa Patrona Anastasia. Sopra l’altare maggiore è posto il simulacro dell’Immacolata Concezione di inestimabile valore artistico. L’opera è del ‘600 e di stile andaluso. Lo testimonia la raggiera (raflaga) dorata che aureola la statua con lingue di fuoco. La raggiera è ingemmata di teste alati di putti e rallegrata da angeli policromi che glorificano l’Immacolata con l’argenteo saio e l’azzurro manto stellato.
All’interno della chiesa sono custodite alcune tele di autori ignoti del XVII e XVIII secolo raffiguranti. S. Barbara, S. Agata e S. Lucia, la Sacra famiglia, i santi Gioacchino, Anna e Giuseppe con Maria e Gesù e san Nicola di Bari. Una delle due campane, reca impresso l’anno 1815 e un medaglione con l’effige della Vergine Maria
La Chiesa della Madonna delle Grazie
La Chiesa di S. Antonio da padova
Cimitero militare germanico
La leggenda di Jana di Motta
Nel 1409 Bianca di Navarra divenne Vicaria del regno, e il Conte di Modica Bernardo Cabrera avrebbe voluto sposarla per aumentare il suo potere. La regina Bianca non volle sposarlo ed il conte la inseguì per tutto il regno. La regina chiese aiuto al suo ammiraglio Sancio Ruiz de Livori che catturò Giustiziere facendolo rinchiudere nel Castello di Motta.
Una congiura era in atto contro il Conte: Jana, una fedele e astuta damigella della regina Bianca, d’accordo con l’ammiraglio Sancio e della regina, si travestì da paggio e si fece assumere dal conte convincendolo a tentare un’evasione per cercare di sposare la regina Bianca. Il conte abboccò e una notte, fattolo travestire da contadino, Jana lo fece calare da una finestra del castello con una corda; ma ad un certo punto, Jana mollò la corda,e il conte cadde dentro una grossa rete preparata precedentemente dove rimase tutta la notte; al mattino Jana, rivelatasi,lo fece imprigionare al Castello Ursino di Catania.
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