L'ape nera siciliana - Bere e mangiare in Sicilia

Bere e mangiare in Sicilia

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L'ape nera siciliana

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L'ape nera siciliana, Apis mellifera siciliana e l'idromele dei Frascitrari

Oggi vi parleremo dell'affascinante mondo delle Api nere sicule, conosciute anche come Apis mellifera siciliana. Scoprirete cosa le rende uniche e come si differenziano dalle altre api. Siete pronti a immergervi in questo affascinante viaggio nel regno delle api? Continuate a leggere per saperne di più!

L’ape è un insetto estremamente interessante. L’ape che passa la sua intera esistenza nella produzione di miele, unico animale nel suo genere, conduce tutta la propria vita nella cura del proprio alveare ed è per questo che rappresenta, purezza, coraggio e determinazione nella difesa del proprio cosmo.
Il simbolismo dell’ape si fonda sostanzialmente sulla diligenza di questo insetto, sull’organizzazione della sua vita e del suo alveare. Simboleggia la vita, la natura, l’abbondanza e la ricchezza.
San Clemente d’Alessandria soleva dire: «va a vedere l’ape e impara com’è laboriosa» e aggiungeva «perché l’ape ronza sui fiori di tutto un prato per ricavarne un solo miele».
Nella mitologia greca in cui rappresentavano le messaggere delle muse.
Presso i cristiani del Medioevo dove erano molto apprezzate perché scevre di vizi. «Imitate la prudenza delle api», citate ad esempio per la vita spirituale della comunità monastiche.
Il comportamento delle api nei riguardi della regina e delle loro compagne è un modello di virtù cristiana anche per la loro esemplare castità già celebrata da Virgilio. Anche la forma del corpo dell’ape è significativa. Il corsaletto è l’immagine dell’uomo spirituale mentre la parte inferiore, quella che contiene il dardo, è considerata carnale. Il segmento che collega la parte superiore  all’inferiore è paragonato al giogo di una bilancia che mantiene perfetto l’equilibrio fra corpo e anima.
La simbologia di questa creatura porta a riflettere sul significato della condivisione, del lavorare insieme, far parte di un gruppo di persone che condividono lo stesso fine. Le api possono insegnarci a celebrare, a vivere bene assieme, sapendo che l’aiuto offerto e ricevuto, non ha valore solo per il singolo individuo, ma per l’intera comunità.
Nella nostra basilica di Sant’Apollinare in Classe è presente il santo con un mantello costellato da ben duecentosette api d’oro a testimonianza della purezza.
C’è da dire che il miele nel medioevo veniva esaltato il suo potere dolcificante ed era utilizzato come surrogato dello zucchero.

L’ape nera sicula mellifera

Sono molte le ragioni per le quali le Api nere sicule si distinguono dalle altre. La prima è proprio il colore: questa varietà ha infatti un addome scuro, derivato dalle api nere africane che sono però molto più aggressive, una peluria giallognola e le ali più piccole, a differenza della tipica livrea giallo-nera più diffusa in Italia.
Nata e sviluppatasi in Sicilia fino agli anni '70, l'Ape nera sicula fu poi abbandonata dagli apicoltori locali che preferirono importare dal nord le api ligustiche, oramai ritenute lo standard in tutta Italia per la produzione del miele. Così l'Ape nera sicula rischiò l'estinzione, fino a quando Pietro Gendoso, entemologo e docente dell'Università di Palermo, la studiò e trasferì la passione per questa varietà di api a un suo studente, Carlo Amodeo. Che nel 2008 a Carini, in provincia di Palermo, ritrovò nella terra di un anziano apicoltore gli ultimi bugni, le casse usate come arnie, di Api nere sicule.
Trasferì in isolamento le famiglie di api trovate nelle isole di Vulcano e Filicudi. Nello stesso anno, Carlo Amodeo creò il Presìdio Slow food per creare attenzione sul rischio di estinzione di questa razza di api autoctona: in questo modo riuscì ad avvicinare a sé altri produttori che, dopo aver ottenuto da lui le api regine sicule, iniziarono ad allevarle e a produrre ottimo miele.

L'Ape nera sicula è un insetto molto docile e tranquillo, tanto che permette di effettuare le operazioni di smielatura a mani nude. Rispetto alle altre tipologie, queste api sono molto più resistenti alle temperature estreme, frutto di centinaia anni di acclimatazione in una terra così calda e apparentemente ostile. A differenza delle altre, queste api riescono quindi a produrre miele sia in inverno (è famosa per la produzione di mieli invernali rari come quelli di Carrubo, Nespolo e Mandorlo), sia in estate a più di 40 °C, temperatura limite per le altre varietà. Ma non solo: è molto resistente anche ai parassiti, ai pesticidi e consuma meno miele rispetto ad altre api.
Il miele di Ape nera sicula, infine, viene solitamente estratto a freddo e a mano e ha caratteristiche molto interessanti: al gusto non si discosta molto dagli altri, ma ciò che fa la differenza è l'alto contenuto di polifenoli ed antiossidanti, ci sono diversi produttori a Palermo, Trapani e Messina.
Il miele di ape nera può essere abbinato con versatilità a formaggi e trova innumerevoli applicazioni in cucina. Ad esempio è ideale per il lievito madre: il miele infatti, ricco di zuccheri, è ottimo per dare il via alla proliferazione batterica dell'impasto viscoso realizzato con farina e acqua, il lievito madre appunto.

La produzione di miele rappresenta un’importante attività economica e lo sviluppo di prodotti a base di miele costituisce un’alternativa interessante per aumentare la redditività dell’industria apistica.

Dalla fermentazione del miele si possono ottenere molte bevande alcoliche tra le bevande fermentate rientra anche l’idromele (dal  greco  ὕδωρ,  hýdor  “acqua” e μέλι, méli “miele”), una bevanda tradizionale a base di miele contenente l’8 - 18% di etanolo ottenuto mediante fermentazione alcolica del miele di api diluito con un’appropriata quantità di acqua. Si tratta di una bevanda antichissima e popolare. L’idromele viene prodotto dalla fermentazione alcolica del miele conosciuto anche come “Acqua di Aron” o “Acquawussler”. L’idromele rappresenta forse il più antico prodotto fermentato al mondo, ancor più della birra, in quanto non necessita di alcuna coltivazione della materia prima per alcune tipologie di idromele vengono anche aggiunte piccole quantità di frutta, spezie ed erbe, in proporzioni tali da non mascherare il sapore e l’aroma del miele. L’ultimo passaggio del processo produttivo di idromele è rappresentato dall’invecchiamento che può durare diversi mesi o anni. Durante tale fase, si sviluppano vari composti aromatici che arricchiscono la complessità organolettica del prodotto.

Spiritu ré Fascitrari

La Sicilia è caratterizzata da un’elevata diversità di alimenti e bevande prodotti in maniera tradizionale. Generalmente, si tratta di prodotti di nicchia, caratteristici di areali molto ristretti con una forte connotazione territoriale e tipicità legata alla loro storia. Lo Spiritu ré Fascitrari è un prodotto siciliano ottenuto dalla distillazione di un decotto dei sottoprodotti della lavorazione del miele (sostanze residue dei mieli, opercoli, cera d’api, etc.). Si tratta un liquore di nicchia anticamente conosciuto, facente parte della tradizione locale della città di Sortino. Negli ultimi anni, la produzione di “Spiritu ré Fascitrari” si è estesa ad altri comuni della stessa provincia, come Floridia e Solarino. Il nome deriva dai maestri che costruivano gli alveari, chiamati in siciliano “fascitrari”, derivante dal termine “fascitro” con cui si indica l’alveare ottenuto intrecciando gli steli della pianta. Lo Spiritu ré Fascitrari è il risultato di un processo unico e singolare messo in pratica dagli apicoltori sortinesi e sviluppato a partire dalla tecnica di raccolta del miele dell’ape nera sicula, dai “fascetri” attraverso la torchiatura dei favi. I favi esausti che ancora contenevano piccole quantità di miele e polline, erano sottoposti a bollitura per il recupero della cera commercialmente considerata, in passato, addirittura più importante del miele. Il decotto così ottenuto, separato dalla cera, subiva la fermentazione spontanea offrendo così la base per la produzione dello Spiritu ré Fascitrari. I “fascitrari iblei” procedettero alla distillazione di questo fermentato ottenendo la bevanda finale a cui fu dato il nome “Spiritu ré Fascitrari” che riproduceva gli odori e i sapori dell’alveare. Nell’odierna produzione, è arricchito di aromi vari realizzato secondo un’antica ricetta conservata gelosamente da ogni famiglia di apicoltori e che viene tramandata di generazione in generazione.

ARAS – AssociazioneRegionale ApicoltoriSiciliani
Via Remo Sandron, 63, 90139 Palermo

CO.A.SI. Consorzio Apicoltori di Sicilia
Via IV Novembre, 53/A – 95019 Zafferana Etnea (CT)

FAI Sicilia – Federazione Apicoltori Italiani
Via Mario Rapisardi, 9 – 90144 Palermo

APAC – Associazione Provinciale Apicultori Catanese
Via Garibaldi 144 – 95019 Zafferana Etnea (CT)

SICILMIELE – Associazione Comunale Produttori Miele
Via Padre Don Giovanni Coco, 31 – 95019 Zafferana Etnea (CT)

A.A.A.S. – Associazione allevatori ape siciliana
Via Imera 2 – 90016 Collesano (PA)

Associazione Apicoltori Sortinesi
Via Carmelo Raiti 128 – 96010 Sortino Siracusa
francesco.filosa756@gmail.com




Città del miele, Sortino (Sr) e Zafferana Etnea (Ct) per la Sicilia, https://www.sagradelmiele.com/
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