Garibaldi, repubblicano monarchico, si è prestato alla gravidanza della questione meridionale

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Garibaldi, repubblicano monarchico, si è prestato alla gravidanza della questione meridionale

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Garibaldi, repubblicano monarchico, si è prestato alla gravidanza della questione meridionale

La primavera dei popoli, conosciuta anche come rivoluzione del 1848 o moti del 1848, fu un'ondata di moti rivoluzionari avvenuti nella metà del XIX secolo contro i regimi assolutisti.
La prima agitazione europea del 1848 si verificò in Sicilia: la rivoluzione siciliana che esplose il 12 gennaio di quell'anno, che rappresentò la prima miccia dell'esplosione europea. L'insurrezione siciliana, infatti, spinse in un primo momento i Borbone a concedere il ritorno nell'Isola alla costituzione del 1812.
In Sicilia il parlamento siciliano proclamò in marzo l'indipendenza e la nascita del regno di Sicilia, che sarebbe durato fino al maggio 1849, quando si completò la riconquista borbonica.
La rivoluzione siciliana è in realtà l'ultima di quattro grandi moti che ebbero luogo in Sicilia tra il 1800 ed il 1849 contro i Borbone, di origine francese, del Regno di Sicilia (1700-1713, 1735-1816).
Fancesco Crispi, figura di spicco del Risorgimento, uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l'ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò. Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali monarchici nel 1864.
I suoi governi si distinsero per importanti riforme sociali, come il codice Zanardelli che abolì la pena di morte e introdusse la libertà di sciopero, Zanardelli si diceva convinto che “le leggi devono essere scritte in modo che anche gli uomini di scarsa cultura possano intenderne il significato; e ciò deve dirsi specialmente di un codice penale, si distinse anche per la lotta agli anarchici e ai socialisti, i cui moti dei Fasci siciliani, un movimento di massa di ispirazione libertaria, democratica e socialista, sviluppatosi in Sicilia dal 1889 al 1894 e diffusosi fra proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori e operai, furono repressi con la legge marziale. Il socialismo è un complesso di ideologie, legato ad orientamenti politici di sinistra tendente a una trasformazione della società finalizzata a ridurre le disuguaglianze fra i cittadini sul piano sociale, economico e giuridico. Originariamente mirava a perseguire i propri obiettivi attraverso l'abolizione delle classi sociali e la soppressione totale della proprietà privata.
Il fascio operaio nasce, perché il proletariato urbano, i braccianti agricoli, solfatari, lavoratori della marineria e operai, protestavano sia contro la proprietà terriera siciliana, sia contro lo Stato che appoggiava apertamente la classe benestante. La società in Sicilia era all'epoca molto arretrata, il feudalesimo, sebbene abolito dagli stessi aristocratici illuminati, aveva condizionato la distribuzione delle terre e quindi delle ricchezze.
Nel dicembre del 1859 Crispi prospettò una spedizione militare in appoggio ad un'insurrezione in Sicilia ed inviarono tra gli altri una missiva a Giuseppe Garibaldi, che nonostante fosse vicino agli ambienti repubblicani, era anche molto vicino alla monarchia, e si prestò all’idea dell’unità nazionale, sfruttando gli anti-borbonici, il 14 maggio a Salemi Giuseppe Garibaldi dichiarò di assumere la Dittatura della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II.
Il 17 Francesco Crispi venne nominato primo Segretario di Stato. Il decreto seguente, opera di Crispi, è il primo atto in cui Vittorio Emanuele II viene definito "Re d’Italia".
«ITALIA E VITTORIO EMANUELE
Giuseppe Garibaldi, comandante in capo dell’esercito nazionale in Sicilia: dietro l’invito dei principali cittadini e quello dei comuni liberi dell’Isola; considerando che in tempo di guerra è necessario che i poteri civili e militari siano concentrati nella stessa mano: DECRETA Che egli prende, in nome di Vittorio Emanuele Re d’Italia la dittatura di Sicilia. Salemi 14 maggio 1860. Giuseppe Garibaldi»
Lo stesso giorno Garibaldi emise un altro decreto, controfirmato da Crispi, che istituiva la nuova milizia siciliana, comprendente tutti i siciliani atti alle armi dai 17 ai 50 anni di età.
Durante l'estate del 1860 in alcuni centri della Sicilia nord-orientale, prima dell'arrivo dei garibaldini che avanzavano sulle tre direttrici verso Messina e verso Catania, scoppiarono violente rivolte contadine, non contro eventuali guarnigioni militari ma contro i rappresentanti dei ceti dominanti. I braccianti esasperati da condizioni di vita disperate e nutrendo aspettative di riscatto e giustizia sociale per la notizia dell'imminente arrivo dei garibaldini assaltarono i nobili locali. La confusione successivamente nasce quando con l’intento di conciliare libertà e rivoluzione, Garibaldi da Palermo, il 2 giugno aveva emanato un decreto che stabiliva un compenso per i volontari consistente in una quota delle terre demaniali comunali posseduti dalle comunità e lasciati a uso di boschi o di pascoli, nella totale incuria ed improduttivi. Il decreto, travisato nella diffusione popolare, ebbe un ruolo nella diffusione di tali rivolte.
Il 26 ottobre 1860, il Re Vittorio Emanuele II incontrò Giuseppe Garibaldi, in quello che diverrà noto come l'incontro di Teano: si concludeva così simbolicamente la Spedizione dei Mille. Garibaldi salutò Vittorio Emanuele come re d'Italia, consegnandogli le terre appena conquistate.
La truppa garibaldina venne liquidata con una regalia, gli ufficiali del disciolto esercito delle Due Sicilie e della Real Marina del Regno delle Due Sicilie fu consentito di entrare nell'esercito e nella marina del Regno d'Italia mantenendo il medesimo grado. Per contro, coloro che rifiutarono di prestare giuramento in favore del nuovo sovrano, furono deportati nei campi di prigionia, dove una grande quantità trovarono la morte per fame, stenti e malattie.
I soldati borbonici, continuarono a combattere per l'indipendenza delle Due Sicilie, e anche tra coloro che si unirono a Garibaldi durante la spedizione, contrari al nuovo governo unitario, sposarono la causa legittimista, contribuendo alla nascita e allo sviluppo del brigantaggio postunitario e dell’emigrazione fino ad allora sconosciuta.
La situazione politica sostanzialmente immutata, il risveglio economico, garantito dalle politiche fiscali di Ferdinando II e dalle floride condizioni del regno borbonico, cessò di colpo, perché l'economia del sud non era in grado di sostenere la concorrenza in regime di libero mercato.
Negli ultimi giorni dell’amministrazione borbonica e nel corso dei mesi della successiva dittatura di Garibaldi, i funzionari del governo locale, i quali o si unirono all’indiscriminato accaparramento di terre, soldi e altre risorse, gran parte della violenza a cui si assisté nel Sud fra il 1860 e il 1861 può essere spiegata in base alle faide e alle rivalità fra le élites locali per assicurarsi la spartizione delle risorse residue delle amministrazioni locali.
Le richieste di informazioni inviate ai governatori provinciali avevano ottenuto risposte la cui «stupidità» o  «ignoranza, e senza iniziativa o funzionari quasi analfabeti, «uomo campestre, il quale non ha quindi né fior di lettere, né la menoma tintura d’istruzione, riuscendo appena a segnare imperfettamente la propria firma», sono quelli che avrebbero dovuto rappresentare la funzione pubblica, era ed è a tutt’oggi un sistema amministrativo accentrato, che presupponeva una catena di comando gerarchica e uniforme controllata dal centro, che si estendesse senza ostacoli dal governo fino ai livelli inferiori dell’amministrazione locale, consentendo di trasmettere i provvedimenti legislativi e le istruzioni governative fino alle zone più remote del territorio. Solo che la funzione locale svolta da rappresentati incapaci, che avevano solo legami di fedeltà ad attuare la politica del governo centrale, totalmente incapaci nello stimolare la crescita economica, diedero inizio alla gravidanza della questione meridionale.
Lo Stato d’Italia nacque monarchico nel 1861, e divenne repubblicano soltanto con la votazione del 2 giugno 1946.

• 1860 – Inizio della vicenda garibaldina – Sbarco di Garibaldi e dei Mille, Porta Garibaldi (Marsala-prov. Trapani)
• 1860 – Vicenda garibaldina – Proclama di Garibaldi, Salemi (prov. Trapani)
• 1860 - Vicenda garibaldina – Battaglia, Piana di Calatafimi (Calatafimi-prov. Trapani)
• 1860 - Vicenda garibaldina – Partenza per l'ingresso a Palermo, Stele a Gibilrossa (prov. Palermo)
• 1860 - Vicenda garibaldina – Battaglie, Ponte dell’Ammiraglio (Palermo), Piazza Rivoluzione ex Piazza della Fieravecchia (Palermo), Milazzo (prov. Messina)
• 1860 - Vicenda garibaldina - Repressione popolare, Bronte (prov. Catania)
• 1860 – Fine della vicenda garibaldina - Partenza di Garibaldi per la Calabria, Giardini Naxos (prov. Messina)
• 1860 – Annessione al Regno d'Italia- Esito del plebiscito, Palazzo Chiaramonte o Steri (Palermo)


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