I cavatelli quelli dell'agrigentino, sono tra il taglio di pasta più antico in Italia

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I cavatelli quelli dell'agrigentino, sono tra il taglio di pasta più antico in Italia

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I cavatelli quelli dell'agrigentino, sono tra il taglio di pasta più antico in Italia

Cominciamo con il dire che la cucina  agrigentina è legata al proprio territorio, prettamente marittimo, ma si estende sui monti sicani, al centro della Sicilia.
La cucina Agrigentina, infatti, ha sviluppato nella zona costiera e isolana una gastronomia prevalentemente di pesce, mentre mentre più ci si addentra, ci si trova una gastronomia prevalentemente di carne e verdure.
I cavatelli sono uno dei tagli di pasta fresca tradizionale più amati fungono sia da primo piatto quanto da piatto unico.
Sono originari della zona del Molise e sono il formato più antico, insieme alle lagane. “I cavatelli o ‘cavatielle’ in dialetto molisano, sono degli gnocchetti di semola di grano duro realizzati rigorosamente a mano.
Vogliamo considerare quanto possa essere divertente: mettere le mani in pasta, si potrebbe scoprire essere un'attività rilassante e soddisfacente per creare qualcosa con le proprie mani.
Sono prodotti da un impasto di semola, acqua tiepida e un pizzico di sale e il nome descrive la loro forma incavata ha la funzione di raccogliere sugo e condimento, si differenziano dagli gnocchetti sardi perché i cavatelli non sono rigati.
Si tratta di una pasta “stracinata”, come si dice in alcuni dialetti meridionali, per indicare il gesto del trascinamento della pasta sul piano di lavoro.
C’è una grande affinità in effetti tra cavatelli e orecchiette: possiamo immaginare i cavatelli come orecchiette che non sono state rivoltate, oppure le orecchiette come cavatelli che invece sono stati rivoltati.
Non si conosce con certezza la datazione della nascita di questo tipo di pasta fresca, ma si sa che era già presente sulle tavole del Mezzogiorno durante il regno di Federico II, quando il Sud era quindi una grande macroregione, anche se da zona a zona le differenze possono essere palpabili, come al di qua del faro ed al di là del faro.
Per la preparazione di questa pasta fresca tradizionale bastano, come detto, farina di semola di grano duro, sale e acqua, un minimo di forza nelle braccia per amalgamare energicamente questi ingredienti in un unico impasto morbido ma non troppo. Dall’impasto si creano dei serpentelli dai quali si tagliano dei pezzetti di un centimetro ed a uno a uno si “trascinano” sul piano di lavoro. Tradizionalmente si fa con le mani, ma alcuni lo fanno con il coltello, esattamente come si fa per le orecchiette. Ogni esemplare di questa pasta deve stare in un range di determinate misure, fino a un massimo di 4 centimetri di lunghezza e di 7 millimetri di larghezza.
In Molise, i cavatelli sono un piatto di devozione in occasione del 17 gennaio, che è sant’Antonio Abate.
In Sicilia, per citarne alcuni, i Cavatelli con carciofi spinosi di Menfi, pomodoro melanzane fritte e ricotta  salata e infornata, o fave pancetta e piselli.
Poi da dire in sicilia paese che vai, usanza che trovi ed il cibo incarna sicuramente l’essenza del territorio ed il suo spirito, e troviamo il taganu di Aragona, o i la Mpignulata di Grotte, non dimentichiamo che siamo nella città dei templi, patrimonio dell'UNESCO, della città di Pirandello.


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