I mille in Sicilia, l'obelisco di Gibilrossa, Misilmeri, la sagra del Kaki, il cammino dei mille

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I mille in Sicilia, l'obelisco di Gibilrossa, Misilmeri, la sagra del Kaki, il cammino dei mille

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Pubblicato in Storia e sicilitudine · Martedì 12 Dic 2023
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I mille in Sicilia, l'obelisco di Gibilrossa, Misilmeri, la sagra del Kaki, il cammino dei mille

Nell’isola, nel 1860 si assiste allo sbarco dei Mille e a delle battaglie per cacciare l’esercito borbonico.
Nel territorio dell’isola ci sono monumenti che segnano i luoghi simbolo dell’epopea garibaldina, tra i quali l’obelisco-piramide realizzato da Giovan Battista Filippo Basile a Gibilrossa nel 1882, e l’Ossario per i caduti nella Battaglia di Calatafimi progettato e realizzato dal figlio Enresto Basile a partire dal 1885.

La località di Gibilrossa nel comune di Misilmeri, è nota per essere stata utilizzata come "punto di appoggio" dalle truppe garibaldine guidate da Nino Bixio la sera precedente la presa di Palermo. Fu sempre in questa località che Giuseppe La Masa raccolse per l'occasione 4000 volontari a supporto dell'esercito di Garibaldi.
Pertanto è presente a Gibilrossa un obelisco in ricordo dell'impresa garibaldina progettato dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile e eretto nel 1875; così come un'iscrizione sita nell'ex-convento, pochi resti, nel quale Garibaldi passò la notte antecedente l'attacco.

Il Santuario della Madonna di Gibilrossa
Il santuario deve la propria fama a una preziosa icona bizantina dipinta su tavola e raffigurante la miracolosa Madonna Assunta. Il santuario rimase abbandonato e venne più volte saccheggiato sino alla riconquista normanna della Sicilia nel 1068 quando chiesa e convento di Gibilrossa vennero restaurati e restituiti al culto. E'il 15 agosto 1442 rappresenta una data significativa nella storia del santuario dal momento che in quel giorno avvenne un evento miracoloso: durante la messa cantata celebrata dal sacerdote locale, ai presenti apparve la figura del beato Pietro Geremia che indicò loro dove trovare i corpi di alcune sante Vergini trucidate anni prima durante l'invasione ottomana. Nel 1593 il feudatario locale, Francesco II Del Bosco, donò la chiesa, il convento e le terre ad esso annesse ai padri francescani, vi rimasero sino al 7 luglio 1866 quando lo stato italiano approvò la legge sull'eversione dell'asse ecclesiastico. La preziosa icona, che già era stata sostituita nel XVI secolo da una tela di Giampaolo Veronesi, venne inclusa nella galleria d'arte di palazzo Abbatellis dove tutt'oggi si trova, mentre il miracoloso crocifisso ligneo del Seicento venne trasferito alla chiesa locale di San Gaetano.

Nel 1860, durante la campagna garibaldina, la chiesa ed il convento furono sede del quartiere generale dei “picciotti” che, al comando del generale Giuseppe La Masa, si accamparono a Gibilrossa, nell'attesa della venuta dei Mille di Giuseppe Garibaldi.

Oggi Gibilrossa è una località di villeggiatura, anche se rimangono solo i ruderi del santuario e l’obelisco, ancora integro, dal quale si gode una meravigliosa vista di tutta la città di Palermo, Misilmeri comune della Città Metropolitana di Palermo, 129 m s.m., patrono San Giusto ultima domenica di agosto.

Sulla rocca Villalonga si trovano i ruderi del castello arabo-normanno risalente al 1000 d.C. e dall'alto di queste torri si ammirava un panorama bellissimo da dove si poteva vedere la vallata del fiume Eleuterio sino al mar Tirreno. Ai piedi del castello sorsero case ovvero il villaggio, la Fontana Grande in Piazza comitato restaurata e decorata nel 1879 dallo scultore Palermitano Benedetto Civiletti, con le sue tredici bocche di leone e due statue ninfee laterali, sorge a fronte della Chiesa Madre. Alle spalle della Fontana Grande vennero costruiti i lavatoi pubblici, la catacomba con le lastre marmoree incise nel periodo di dominazione berbera nella chiesa di Sant'Antonio o delle Anime Sante, La chiesa di Sant'Antonio custodisce un bassorilievo della scuola dei Gagini raffigurante la Crocifissione; nella chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista, è conservata una pala di Vito d'Anna.

La sagra del kaki a Misilmeri si tiene nel mese di ottobre, nelle prime settimane, visto che è proprio questo il periodo nel quale il prodotto giunge a maturazione e può essere gustato, questa particolare varietà senza nocciolo, è che viene coltivata in questo territorio. Durante la sagra, i partecipanti potranno conoscere più da vicino il frutto, scoprire le mille ricette differenti nelle quali può essere impiegato, assaporare i prodotti realizzati con il kaki

Il Cammino dei Mille è ispirato alla Spedizione di Garibaldi e ripercorre il percorso che venne realizzato per la conquista di Palermo il 27 Maggio 1860.


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