La storia delle confraternite siciliane, tra scopi funzioni e manifestazioni religiose

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La storia delle confraternite siciliane, tra scopi funzioni e manifestazioni religiose

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La storia delle confraternite siciliane, tra scopi funzioni e manifestazioni religiose

Le confraternite nascono in Sicilia, per imitazione della città di Roma, prima in Francia e dopo in Europa, dove ne vengono fondate molte, la più antica risale al 1264 sotto il titolo del Gonfalone.
Nelle processioni i Confratelli avevano il compito di portare le torce, lo stendardo, la croce, il baldacchino.
In realtà non bisogna fermarsi all’apparenza, la confraternita era una struttura sociale che operava nel quadro di uno Stato che non garantiva affatto ai sudditi, protezioni sociali e previdenziali. In altre parole, a nessun artigiano piccolo o grande, era assicurata la paga in caso di malattia, figurarsi quella della pensione qualora ci arrivavano, o di un periodo di inattività lavorativa comunque coperta da reddito.
Il matrimonio di una figlia, con l’obbligo di provvedere alla dote, rappresentava per un padre una delle maggiori preoccupazioni, la confraternita provvedeva a tutto questo. Le tasse annuali di iscrizione, un patrimonio immobiliare, permettevano alla compagnia di prestare assistenza agli iscritti. Queste istituzioni costituivano dunque, di fatto, una rete di protezione sociale senza la quale le condizioni dei lavoratori, in particolare delle città, sarebbero state ancor più fragili e vulnerabili di fronte alle sempre operose sventure della vita. Dall’assistenza terrena a quella celeste.
Alcuni come Napoletani, Pisani, Milanesi, Genovesi, Calabresi, Catalani, hanno costruito per loro uso chiese particolari. In ultimo le Maestranze, i cui componenti appartenevano ad una stessa arte, edificavano le loro chiese. Ognuna ha il proprio "Santo Protettore", al quale è dedicato un altare, in molti casi viene eretta una chiesa, la cui costruzione e manutenzione diventa un punto di orgoglio per ciascuna di esse.
Quando nel 1785 si disponeva che i beni immobili e mobili degli istituti soppressi confluissero nei Patrimoni Ecclesiastici, venne sottovalutato il ruolo sociale delle confraternite. Le compagnie nuove avrebbero infatti assicurato assistenza a malati e moribondi, funerali e sepolture ma sarebbero state essenzialmente gruppi di mutua assistenza religiosa e spirituale, mentre molto vaghe ed incerte risultavano le garanzie che avrebbero offerto sul piano dell’assistenza sociale, che fino a quel momento era garantito.
Ai tempi del misticismo religioso e della diffusione degli ordini monastici, che ebbero il riconoscimento ufficiale dalla curia romana intorno al 1550, dopo il Concilio di Trento. Originariamente si chiamarono Compagnie ed erano poste sotto il patrocinio della Vergine o dei Santi. Nelle funzioni religiose a cui queste confraternite intervenivano, i confrati indossavano un tipico costume risalente al Medioevo, costituito da un sacco di tela a mo’ di tonaca “cappa”, che scendeva fino ai piedi, sostenuto ai fianchi da un cordiglio “curduni”; sulle spalle scendeva una mantelletta “rucchettu” che variava di colore a seconda della confraternita; sul capo veniva indossata una visiera provvista di due buchi per gli occhi che in determinate occasioni veniva abbassata dinanzi al viso come una maschera. Questa maschera veniva usata anticamente, affinché i confrati non fossero riconosciuti quando questi assistevano i condannati a morte.
Abbiamo prima accennato che i compiti peculiari delle confraternite, erano assistere gli infermi, ospitare i viandanti, suffragare i defunti, organizzare i funerali cattolici dei morti, soprattutto se con pochi mezzi economici, provvedere alla carità verso i poveri e gli stranieri, raccogliere somme da destinare alle elemosine per gli orfani e le vedove, provvedere alla dote delle ragazze prive di una minima possibilità economica e così via, facevano assistenza religiosa ai condannati a morte ed ai carcerati.
Una pratica diffusa delle Discipline più ricche fu spesso quella di raccogliere fondi cospicui per poter riscattare persino i prigionieri di guerra, o coloro che venivano catturati durante le incursioni saracene e portati in Africa come schiavi.
Sotto il profilo spirituale, particolare attenzione era riservata alle processioni dei santi e della Madonna, ma soprattutto le manifestazioni pasquali legate alla vita di Cristo.
Sotto il regno degli aragonesi nel 1500 circa, a Palermo cominciano a fondersi alcune Unioni con il titolo di Confraternite, si vanno formando le arciconfraternite, costruiscono le loro chiese per permettere di far riunire i fratelli per gli esercizi spirituali, seguono delle regole, chiamate " capitoli ", e poiché i loro esercizi spirituali miravano alla penitenza, fin dall’inizio nelle pubbliche processioni si vestivano di sacco.
Con gli austriaci, siamo circa nel 1700, cominciano a fondersi le Compagnie, unioni di secolari, che pur vestendo di sacco, con i loro capitoli, erano meglio ordinate e decorose e si radunavano con più frequenza.
Le chiese che edificavano prendevano il nome di Oratori. Nello stesso tempo nascono le Congregazioni , non vestivano il sacco e facevano gli esercizi sotto la direzione spirituale di un religioso e venivano fondate nelle case dei Regolari. Alcune fondavano oratori distinti, altri nei chiostri religiosi.
Le confraternite hanno subito molte traversie nei secoli, poiché i sovrani del tempo vedevano in esse i luoghi dove potevano insorgere idee sovversive tanto che nel 1842 viene proibita la formazione di nuove confraternite.
Nel 1862 Vittorio Emanuele II, con decreto del 3 agosto, legava le confraternite alle Opere Pie.
Nel 1929 con il Concordato tra Chiesa e Stato le confraternite diventano associazioni religiose dipendenti totalmente dall’autorità ecclesiastica con lo scopo esclusivo o prevalentemente di culto. Si è assistito al crescere di alcune Confraternite ma anche all’estinzione di altre.
Negli ultimi decenni dello scorso secolo c’è stato un certo assopimento di questa realtà ma grazie ad un grande evento svoltosi a Palermo nel maggio 1993, il ‘ IV Cammino delle confraternite d’Italia’, voluto fortemente dal Cardinale Salvatore Pappalardo con la preziosissima guida di Monsignore Mirabella, si è assistito al risorgere di esse.
Fonti di questo articolo:


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