Liberty o art nouveau in Sicilia

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Liberty o art nouveau in Sicilia

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Liberty o art nouveau in Sicilia

Verso la fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento, una corrente artistica, nota in Italia con il nome di “Liberty”, prende piede e caratterizzerà il periodo dell’epoca.
E’il 1875  quando un noto mercante britannico, Sir Arthur Lasenby Liberty, figlio di un commerciante di stoffe e di scialli indiani, aprì il negozio “Liberty & Co.” a Londra. Produttore di tessuti, lanciò sul mercato motivi fitomorfi e zoomorfi di derivazione esotica, era nato lo stile “Liberty”, così denominato dal suo ideatore, che calcherà le scene europee dalla fine del XIX secolo sino agli anni Venti del XX secolo.
L’azienda divenne famosa anche in Italia partecipando all’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902.  Si trattò di un movimento estetico variamente battezzato nei diversi Paesi: Liberty in Gran Bretagna, Art Noveau in Francia e Belgio, Jugendstil in Germania, Sezession in Austria e Floreale in Italia.  
Una reinterpretazione o creazione ex-novo degli stili architettonici del passato, caratterizzarono l’Arte Nuova, uno stile che coinvolge le arti applicate e decorative: esterni e interni , balconi, finestre, porte, portali, parapetti vengono arricchiti con i motivi e i materiali più vari come stucco, pittura, cotto, marmo e, specialmente in Sicilia, la ceramica. E’ un trionfo per il ferro lavorato per ringhiere e cancelli, del legno per portoni, porte, telai di finestre, scuri, la Sicilia emerge in campo nazionale. Palermo diviene la capitale del Liberty e il nome di Ernesto Basile viene conosciuto in tutta Europa.
E’ il momento aureo per le imprese industriali e finanziarie; vino, olio, agrumi, ma anche  zolfo, prodotti che faranno la fortuna di tante famiglie come quella dei Florio. Questa borghesia imprenditoriale si renderà visibile attraverso l’architettura.
Ci sembra opportuno sottolineare che, se la Sicilia alla fine del XIX secolo era considerata a livello europeo come l’isola arretrata, martoriata da rivolte e dominata dalla mafia, la sua perfetta sintonia con i centri diffusori dell’Art Noveau come Londra, Vienna, Parigi e Barcellona, grazie a città come Palermo, ci ha resi famosi in quel periodo.
Il Liberty, o “Art Nouveau”, rappresentava una rivolta nelle convenzionali arti decorative dei vecchi stili, si ispira al naturalismo, vivacità e movimento, sfruttarono la natura tramite rappresentazioni di: stami di fiori, frutta, foglie, rami, viticci, animali corpi, nei loro segmenti più flessibili e sinuosi, ghirigori uno stile che alleggerisce e ingentilisce gli oggetti rendendoli più delicati.
Uno stile che volle significare un rifugio in un mondo popolato di sogni e di immaginazioni.
Ben presto però, già allo scoppio del primo conflitto mondiale, il Modernismo perde quello slancio fiducioso, con il crollo dei miti del progresso, esaurisce lo stile del dinamico, fortunatamente rimangono splendide testimonianze, del periodo Liberty.
Il Liberty, si diffuse rapidamente nelle progredite città europee, ma si fece notare anche nei piccoli centri, nelle costruzioni di piccole e medie, quali ville e abitazioni, oltre ad un fattore estetico di natura squisitamente artigianale minore.
L’artigianato locale, raggiunto dallo stile nuovo dalle riviste d’arte di moda, nello spirito di un rinnovamento artistico, si propose di rispondere alle esigenze del decoro, cosi attinsero anche le tradizioni locali.

Il grande impulso economico dato alla città di Palermo dalla seconda metà dell’ ‘800 ai primi del ‘900 da imprenditori quali i Florio, i Whitaker, i Ducrot ed altri, hanno innescato un processo di sviluppo ache potremmo definire di rare congiunture storiche del passato.
Fonti di questo articolo:


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