U bummulu, ha una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana

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U bummulu, ha una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana

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Pubblicato in Cultura e Società · Venerdì 30 Set 2022
Tags: bummuluSicilia

U bummulu, ha una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana

La Sicilia è terra di mare, di storia, di tradizioni e di musica, u bummulu è uno di essi, rappresenta una componente essenziale nell’esecuzione della vita di tutti i giorni come nella musica.
U bummulu, ha una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana, probabilmente importata dell'antico Egitto 4500 anni fa..
Riscontriamo la figura del venditore ambulante di acqua potabile fresca con i bummuli, raccoglieva dalle fonti o dai pozzi l’acqua e la trasportava su un carretto, poteva lavorare durante le feste paesane, magari offrendo ai passanti acqua fresca con succo di limone. Pur essendo un mestiere antico, egli apparteneva alla corporazione degli acquarenari.
A Bummula – Pensu a quantu aiu statu maniatu e furriatu ri menzu munnu, e a quanta acqua frisca a passatu ri stu me mussu tunnu, assai sunu chiddi ca aiu fattu arricriari, ma prima di lu pani nun mauna scuddari. Pensu a quanti carritteri, campagnoli e tanta genti, stanchi e surati, nta li iunnati di cauru punenti, s’ alippaunu nto me mussu di crita e nta giru di tri sacunni ci tunnava la forza di la vita…
In Sicilia lavorare nelle campagne richiedeva un elevato consumo d’acqua a causa delle alte temperature estive , bere un bicchiere fresco non era cosa difficile, questo per merito do bummulu, perché se portarla fresca era possibilile se raccolta alla fonte, mantenerla era diverso.
Infatti, col bummulu l’acqua si prendeva alla fonte e si riportava al focolare, a temperatura uguale o minore di quella a cui si trovava al momento del prelievo.
Il contenitore è realizzato da un impasto di terracotta e sale, ed ha la capacità di raffreddare la temperatura del liquido che si versa: acqua, vino o olio.
Come quasi tutti gli elementi della tradizione, esso veniva utilizzato negli ambienti più umili. Contadini o pastori, oppure coloro che abitavano lontano da fonti d’acqua.
La fisica ci spiega che la capacità di raffreddare do bummulu è abbastanza sofisticata e richiede innanzi tutto che la terracotta di cui è costituito il contenitore sia di materiale poroso che premette l'evaporazione dell'acqua , per questo la terracotta doveva essere ben preparata con un'infornata della creta e sale intorno ai 1000 gradi , se fossero stati di meno avremmo u bummulo fausu , crudo non poroso inutile , da qui il termine “Facci di bùmmulu crudu “ , cioè traditore che illudi e poi non mantieni le promesse.
Se invece la temperatura fosse stata troppo elevata u bummulu avrebbe perduto le sue caratteristiche fisiche di robustezza, finendo per spaccarsi facilmente .
Il bummulo costituito a regola d'arte permette l'evaporazione dell'acqua, l'acqua che evapora ruba l'energia al liquido contenuto dentro u bummulu abbassandone la temperatura, questo passaggio si chiama reazione endotermica , componente importante per il raggiungimento dell'effetto dovuto era pure la giusta miscelazione nell'impasto di sale che ne migliorava le caratteristiche igroscopiche.
L'importante è sempre mettere u bummulu in una zona ben ventilata e secca per favorire la reazione esotermica.
I bummuli decorati
Inutile quindi dire che i bummuli decorati a causa della vernice perdono le loro caratteristiche termiche per diventare oggetti estetici o strumenti musicali , soffiandoci come su un flauto infatti ne esce un suono cupo.
Lo ritroviamo tra gli strumenti siciliani più suonati quali il marranzano, il tamburello, il friscalettu e la quartara o bummulu.
Come strumento da suono, ovviamente, viene usato vuoto, per riprodurre, con il rimbombo, il suono cupo di un’immissione di fiato, usato ancora oggi come accompagnamento musicale nelle musiche popolari e folcloristiche.  È uno strumento da suono improprio, aerofono.
L’intervento strumentale negli antichi canti popolari, dove il dominio è della pura vocalità, esso appare quando l’esecutore in circostanze speciali, vuol fare mostra di particolare abilità durante le feste.
Si narra, che i pastori delle montagne dell'Etna incantassero le ninfe suonando questo strumento, una volta finito di bere il vino all’interno. Difficile credere il contrario d’un contenitore di circa otto litri pieno di vino.
Se volete saperne di più a Gesso, unico nel suo genere, nell’ambito della vasta rete di spazi  demoetnoantropologici siciliani, per le collezioni di strumenti da suono e musicali popolari che conserva, il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, offre al visitatore  un’occasione di riscoperta, attraverso i suoni della tradizione, di un patrimonio di cultura di origine agropastorale, nelle sue forme materiali ed immateriali, che ci riconduce alle antiche civiltà del Mediterraneo.

Non meno importante nel suo uso, ci porta a citare una delle ricette più gustose, u purpu co bummulu.
Gli ingredienti sono: polpi, pomodori pelati, vino bianco, sale, olio, peperoncino.
Preparazione: pulire bene i polpi, inserirli all’interno del bummulu e unire gli ingredienti sopracitati.
Dopo aver tappato il bummulu , scuoterlo per amalgamare gli ingredienti e disporlo sul fondo di un forno a legna per circa 90 min. U bummulu in questo caso serve proprio per cucinare al suo interno.

U Bummulu malandrino, ci potevamo fermare qui, no.
Preso il bummolo dalla base, viene capovolto e all’interno dell’apertura versata l’acqua. La quantità d’acqua dipenderà dalla capienza del comparto interno.
Una volta nella sua posizione, con la base in appoggio, non verrà riversata una goccia. Per servirsi del liquido all’interno, lo si userà come una qualsiasi brocca.
La struttura interna del bummolo del malandrino è di terracotta è appuntito nella sommità così da creare internamente un vuoto dove avviene l’evaporazione del liquido surriscaldato e il rispettivo abbassamento della temperatura.

Questo è un recipiente che reinventandosi vuole rimanere eternamente ricordato.



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