Patrimonio Unesco Siracusa - Patrimonio Unesco in Sicilia

Unesco Sicilia

Scopri le meraviglie del patrimonio Unesco in Sicilia! Esplora i siti culturali e naturali che rendono questa regione unica al mondo.  
Pianifica il tuo viaggio e immergiti nell'arte e nella storia millenaria di questa terra affascinante. Ammira la bellezza dei mosaici di Villa Romana del Casale, ammira la maestosità del Tempio di Segesta e percorri le antiche strade di Siracusa, dove l'arte e la cultura si fondono in un connubio perfetto. Dalle bellezze naturali del Monte Etna all'incantevole Valle dei Templi di Agrigento, la Sicilia è una destinazione che non delude mai. Prenditi il tempo per scoprire i tesori nascosti di questa terra e lasciati conquistare dalla sua magia senza tempo.
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Patrimonio Unesco Siracusa

Patrimonio Unesco a Siracusa e la Necropoli rupestre di Pantalica

Una vera e propria fortezza naturale, difesa dalle profonde gole delle valle dell’Anapo e dal Calcinara, unita all’altopiano da uno stretto istmo, tagliato da un profondo fossato. Pantalica fu rifugio antichissimo di popolazioni autoctone che lì cercarono rifugio, tra il XIII e l’VIII secolo avanti Cristo, dalle minacciose invasioni di popoli italici che arrivavano sulla costa.
Pantalica, preziosa gemma incastonata nei monti Iblei, fu uno dei primi centri abitati della Sicilia Orientale, sede, dal 1250 al 700 a.C., di un prospero, sebbene non numeroso popolo, organizzato molto probabilmente secondo una struttura politica retta da un monarca. L'attuale nome di Pantalica deriva quasi sicuramente dall'arabo Buntarigah, che significa grotte.
Sita in prossimità del paese di Sortino e raggiungibile anche da Ferla
Siracùsa capoluogo del Libero Consorzio Comunale omonimo, 17 m s.m., patrono Santa Lucia 13 dicembre.
Siracusa, città della Sicilia posta sulla costa sudorientale dell'isola, la città si presenta quindi divisa in due parti: Ortigia, che ha conservato in parte l'aspetto barocco conferitole dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 1693, e la città moderna.
La chiesa di San Giovanni Evangelista, di cui resta parte del colonnato centrale, è affiancata dall'ingresso che conduce alla cripta di San Marciano, primo vescovo della città, da cui si accede alle catacombe di San Giovanni, la chiesa di Santa Lucia, risalente al sec. VI, ricostruita dai Normanni nel sec. XII e rimaneggiata nel Seicento; conserva della struttura normanna le absidi semicircolari, il portale e parte del campanile, mentre il rosone è del sec. XIV.
Sotto la chiesa e la piazza antistante si trovano le catacombe di Santa Lucia, Santuario della Madonna delle Lacrime, costituito da un'ampia cripta (1966-68), sormontata da un'alta costruzione a forma di cono (74 m), consacrata nel 1994 . A Ortigia, sulla piazza del duomo, significativo complesso di architettura barocca, prospettano il Palazzo Arcivescovile, rinascimentale ma rimaneggiato nel Settecento, il medievale palazzo Beneventano del Bosco, la chiesa di Santa Lucia alla Badia, distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita nel sec. XVIII.
La maestosa cattedrale, nelle sue forme attuali, è il risultato della sovrapposizione di diverse strutture, la più antica delle quali corrisponde al grande tempio dorico di Atena (sec. V a. C.), le cui colonne sono incorporate nelle mura esterne dell'edificio. La fastosa facciata barocca, a due ordini separati da una balaustra in ferro battuto, con colonne corinzie e profonde cornici, è opera di Andrea Palma (1725-53) e l'interno, a tre navate, custodisce preziose opere d'arte, tra cui il ciborio di Luigi Vanvitelli (1752), San Zosimo, tavola con fondo in oro attribuita ad Antonello da Messina e statue di Antonello Gagini (Santa Lucia, 1526, Madonna della Neve, 1512). Sotto il Palazzo del Senato, sede municipale, chiamato anche “palazzo Vermexio”, i resti di un tempio ionico arcaico. Al centro di piazza Archimede, su cui prospettano numerosi edifici signorili, tra cui il palazzo Lanza-Bucceri (sec. XV), è la splendida fontana di Artemide, restaurata, che rappresenta la metamorfosi della ninfa Aretusa. L'imponente castello Maniace, eretto nel sec. XIII per volere di Federico II sull'estrema punta dell'isola di Ortigia, conserva la poderosa mole a pianta quadrata, con quattro torrioni cilindrici e portale gotico.

Tra maggio e giugno, ogni anno, nel teatro greco del Parco archeologico della Neapoli, si rinnova la tradizione del teatro classico, con il ciclo delle rappresentazioni organizzate dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico INDA. https://www.indafondazione.org/

A dicembre, in occasione della Festa di Santa Lucia, patrona della città, e in virtù di un gemellaggio con Stoccolma, Siracusa ospita la Settimana Svedese, con varie manifestazioni artistiche e culturali.
A 8 km dall'abitato è il castello Eurialo (sec. IV a. C.).

Festa della Fragola Ippodromo del Mediterraneo, folclore, spettacoli, artigianato, degustazioni, ad aprile, la prelibata fragola di Cassibile è la protagonista indiscussa della suggestiva “Festa” a lei dedicata, all’Ippodromo del Mediterraneo di Siracusa. https://www.festadellafragola.com/

Ortigia Film Festival, a luglio il festival internazionale del cinema della città di Siracusa. Tre le sezioni competitive del Festival: il Concorso #Lungometraggi opere prime e seconde italiane, il Concorso #Documentari e il Concorso Internazionale #Cortometraggi. https://www.facebook.com/OrtigiaFilmFestival/

Strepitus silentii le notti delle catacombe", da luglio ad agosto, ogni venerdì, sabato e domenica visite notturne teatralizzate della Catacomba di San Giovanni a Siracusa, https://www.kairos-web.com/

Feste Archimedee a giugno Scienza, cultura, arte, cinema e teatro per lo sviluppo e la valorizzazione del genio giovanile. Nelle strade e nelle piazze del centro storico della città. https://www.festearchimedee.it/

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Cattedrale della città, sorge sulla parte più elevata dell'isola di Ortigia, su quello che era un tempio dedicato ad Atena (Minerva), Cattedrale Metropolitana della Natività di Maria Santissima
Il duomo di Siracusa, sorge sulla parte elevata dell'isola di Ortigia, incorporando quello che fu il principale tempio sacro in stile dorico della polis di Syrakousai, dedicato ad Atena (Minerva) e convertito in chiesa con l'avvento del cristianesimo. Considerata la chiesa più importante della città di Siracusa, è entrata a far parte dei beni protetti dall'UNESCO in quanto patrimonio dell'umanità. Il suo stile è all'esterno principalmente barocco e rococò, mentre al suo interno alterna parti risalenti all'epoca siceliota, poiché appartenenti al tempio greco e parti risalenti all'epoca medievale, costruite dai Normanni e così lasciate fino ai giorni attuali. La sua struttura interna è composta in diverse navate e cappelle, le quali hanno uno stile classico e decorato, tipico del barocco anch'esso. Di grande significato religioso, custodisce statue, reliquie e spoglie di santi, martiri e nobili siracusani. I suoi arredi hanno visto il susseguirsi di artisti provenienti da più parti d'Italia e dall'estero. Da sempre simbolo della religiosità siracusana, la cattedrale attraversò le varie fasi storiche e culturali della città.
il sito dove sorge il Duomo o Cattedrale di Siracusa lo si può definire unico nel suo genere, in quanto è stato ininterrottamente il fulcro della sacralità principale della città di Siracusa.
Con l'avvento del cristianesimo il tempio divenne chiesa cristiana e una scritta scolpita nelle sue pareti all'interno ricorda tutt'oggi a chi la visita l'onere e la responsabilità che quelle mura ebbero di divenire il luogo che ospitò "la prima comunità cristiana a nascere in Europa", ovvero quella siracusana. Oltre ciò la cattedrale di Siracusa divenne la seconda chiesa dedicata a Cristo dopo quella di Antiochia.
I greci bizantini impressero il loro stile nella nuova struttura cristiana, i musulmani successivamente, dopo la loro conquista e distruzione di Siracusa, risparmiarono il Duomo, ma lo mutarono nel luogo principale del loro culto islamico. Con i normanni la città ritrova il cristianesimo e quindi il Duomo riprende il suo ruolo principale di chiesa cattolica siracusana. I normanni ricostruiscono la chiesa e le danno una facciata nel loro stile architettonico. Durante il terribile terremoto del 1693 che rase al suolo diverse città della Sicilia orientale, compresa gran parte di Siracusa, il Duomo però rimase in piedi e nonostante la sua facciata normanna venne distrutta, la sua struttura interna, comprese le colonne del tempio greco, rimasero salve. L'epoca tardo-spagnola nella quale avvenne la ricostruzione della chiesa fece in modo che qui vi rimanessero impressi quello stile barocco che ancor oggi rimane apertamente visibile e che dà l'esatta percezione di ciò che fu quel complesso periodo storico siracusano. La facciata rappresenta una lavorazione molto complessa in quanto ricca di decorazioni e per questo essa è considerata l'espressione barocca più alta che vi sia nell'intera Siracusa.
I lavori vennero completati in due periodi e per questo essa presenta a detta di molti due stili ornamentali; lo stile barocco e lo stile rococò. Ciò è dovuto al fatto che i lavori architettonici della sua facciata furono divisi in due tempi, dunque in due periodi diversi; i primi lavori incominciarono nel 1728 e vennero completati nel 1731. Poi vi fu una pausa di vent'anni e si riprese nel 1751, probabilmente è questo li periodo in cui il tardobarocco lascia spazio allo stile rococò. La facciata venne completata nel 1753. Al centro del piano superiore vi è una nicchia arcuata circondata da due colonne corinzie, di dimensioni minori rispetto alle grandi colonne principali, che sorreggono un timpano spezzato che al centro reca un elegante stemma con delle statue di angeli scolpite ai suoi lati. All'interno della nicchia (o cavità) vi è la statua dell'immacolata, dai siracusani detta "Marònna ro Pilèri" (Madonna del Piliere, del Pilar).
Ai lati dell'altare sono poste due statue in marmo bianco raffiguranti sant'Antonio abate e Santa Maria Immacolata, sono attribuite anch'esse a scultori della famiglia Gagini. Sotto l'altare vi è posta una reliquia appartenente a Santa Lucia.
Nelle pareti laterali della cappella sono state poste le tombe dell'arcivescovo Requiesenz e degli esponenti della famiglia Bonanno - Landolina (nobili ed ecclesiastici siracusani). Sopra di essi vi sono delle formelle, medaglioni marmorei con i busti di Santa Lucia (a sinistra) e Sant'Eutichio (a destra), opera dello scultore Ignazio Marabitti che le scolpì nel 1711. A destra del pavimento vi è conservato un cimelio molto particolare, si tratta infatti di un'antica bomba da cannone inesplosa, si narra per miracolo, poiché essa era indirizzata al comandante austriaco assediato dagli spagnoli; Austria e Spagna combattevano per ottenere il controllo della città di Siracusa e ad un certo punto una bomba, quella bomba, finì sulla tavola da pranzo del comandante austriaco, il quale disperato fece voto a Santa Lucia promettendo che se la bomba non fosse esplosa egli avrebbe dichiarato Siracusa libera dagli austriaci. Così avvenne e così cessò la guerra per la città aretusea. Per questo motivo quel cimelio è conservato all'interno del Duomo. Il pavimento della cappella è in marmo decorato con motivi floreali policromi, ad opera di Gian Battista Rodolico, lavorazione risalente al 1740.   https://arcidiocesi.siracusa.it/

Chiesa di San Giovanni alle Catacombe
Bellissimo rosone sulla facciata e accesso alle omonime catacombe, In questo stesso luogo sorgeva in età greca classica una latomia, Attorno alla metà del VI secolo, il sepolcreto fu manomesso per far posto alla cripta di san Marciano che doveva accogliere il sarcofago con le reliquie del santo. Così sopra la cripta fu edificata la chiesa absidata, a tre navate, suddivisa da 12 colonne di tipo dorico (con riferimento agli apostoli), in modo che la sepoltura del Santo si trovasse in asse con l'altare, posto al centro della navata, limitato da una balaustra. durante l’assedio arabo di Siracusa il comandante Giafar ibn Muhammad pose il suo accampamento nella chiesa. Dopo le devastazioni, la chiesa subì innovazioni col rifacimento dei muri perimetrali, il prolungamento con semicolonne dei pilastri dell'abside e della facciata, la riduzione a 10 del numero delle colonne. importante è la Cripta di san Marciano sotto la chiesa, che ha accolto il corpo del primo vescovo fin quando a causa dell'invasione araba furono traslate a Gaeta. La cripta è tuttora frequentata come luogo religioso sia da Cattolici sia da Ortodossi. Per accedere alla cripta di san Marciano, dove nel 61 avrebbe predicato l'apostolo Paolo, si scende una ripida scala di accesso e si entra nella sala principale. Ad un lato della sala, in una piccola cappella laterale, si trova il sepolcro in muratura del Santo; essa presenta una piccola apertura attraverso la quale si poteva accedere al contatto con le sacre reliquie; al centro della sala principale vi è l'altare circondato da 4 colonne. In età normanna lo spazio centrale attorno all'altare fu modificato da 4 pilastri che hanno incorporato quattro capitelli con i simboli degli Evangelisti e iscrizioni del Vangelo e altre colonne della cripta originale tuttora visibili. Dal piano della Basilica si discende a sinistra per visitare le Catacombe di San Giovanni, le più recenti fra le siracusane (315-360), e in uso fino alla fine del V sec.

Chiesa di Santa Lucia alla Badia
La Chiesa e il convento cistercense dedicato a S. Lucia avevano un posto di rilievo nel culto cittadino, per la sua ubicazione nel cuore di Ortigia e soprattutto per la festa di S. Lucia di maggio, istituita a ricordo di un miracoloso intervento (ancora oggi celebrato la prima domenica di maggio) della Patrona durante la carestia del 1646, quando la Santa avrebbe condotto due navi cariche di cereali nel porto interrompendo la lunga fame dei Siracusani. S. Lucia alla Badia sembra costruita in due stili diversi: la parte inferiore è con bei rilievi degli stemmi spagnoli come era prima dell'ascesa al trono di Filippo V nel 1705, mentre la decorazione dell'ordine superiore è una specie di variante di rococò. Facciata La chiesa ha un alto prospetto, la cui trabeazione è costituita da una balconata chiusa da una elaborata ringhiera a petto d'oca. Il portale con frontone spezzato sorretto da colonne tortili è decorato da una cornice contenente raggi, su cui sono posti una colonna, una spada, una palma e una corona, simboli del martirio di S. Lucia. Ai lati, racchiusi entro cornici, stemmi dei reali di Spagna sormontati da corone. Sulla sommità una croce di ferro rimossa perché pericolante. Interno Ad unica e raccolta aula, è quello tipico delle chiese monastiche. Nella volta un affresco fervido settecentesco con il "Trionfo di S. Lucia". Dietro l'altare maggiore vi è un "Martirio di S. Lucia". Il paliotto d'argento fu eseguito dall'orafo messinese Francesco Tuccio nel 1726. Nella parte destra si può ammirare una tela di Giuseppe Reati (l64l) con il miracolo di S. Francesco di Paola. La cantoria, infine, posta sulla verticale del vestibolo, è chiusa sulla navata da un'alta gelosia lignea ad andamento curvilineo.

La Basilica di Santa Lucia al Sepolcro sorge sul luogo in cui la Santa fu martirizzata nell'anno 304.
I Siracusani costruirono, infatti, dopo la pace di Costantino una chiesa dedicata alla martire della quale nulla ci è giunto. L'attuale chiesa può essere fatta risalire alla restaurazione religiosa del periodo normanno, il restauro della chiesa e dell'annesso convento, consistente in interventi di riedificazione e di abbellimento, che non alterarono le linee della basilica, fu prontamente effettuato dal benefattore Gerardo da Lentini.
La pianta odierna rispecchia quindi, con ogni evidenza l'antica: la grande navata centrale, fiancheggiata dalle due minori, lo svolgimento triabsidato, rientrano nelle forme tipiche dell' architettura normanna. Il più evidente richiamo alla fabbrica normanna proviene dal portale la cui struttura è rimasta immutata. Esso è costituito da un grande arco a pieno centro inscritto in un timpano ribassato. Nel 1618, all'arrivo in città dei Padri Francescani riformati, si presentò al Senato l'occasione di disporre in maniera definitiva di una comunità che si occupasse del sepolcro e che abitasse il convento ormai in disuso, si intraprese la costruzione del tempietto ottagonale. Lasciando inalterato lo schema basilicale, l'architetto Giovanni Vermexio, a cui venne affidato l'incarico, introdusse le grandi arcate a tutto sesto e i pilastri che contengono, probabilmente, al loro interno le antiche colonne normanne.
Nel 1723, su progetto di Pompeo Picherali, iniziò la costruzione del colonnato del portico definita la "galleria avanti le porte del tempio" che cingeva la chiesa nei lati Sud ed Ovest, coprendo il primo ordine di elementi normanni.
Attualmente la chiesa rappresenta un importante riferimento religioso per l'intera cittadinanza e, il complesso conventuale ad essa annesso, mantiene la funzione di dimora per una piccola comunità francescana.   http://www.basilicasantalucia.com/
Il tempietto del Sepolcro
Costruita nel sec. XVII, su progetto di Giovanni Vermexio, la chiesa sorge al centro dell'area catacombale, e fu costruita su un'antica chiesa dedicata a S. Agata poi demolita.  La catacomba
La zona in cui sorge il complesso monumentale di Santa Lucia Extra Moenia aveva acquisito un valore simbolico per gli adepti della religione cristiana già dal III sec d.C e ciò è testimoniato dalla presenza di nuclei catacombali dove i cristiani celebravano i loro riti e seppellivano i loro morti.


Chiesa di Piazza San Giuseppe
Fu costruita, sulla piazza omonima in Ortigia, per iniziativa dei Confratelli Falegnami nel sito ove sorgeva la vecchia chiesa di S. Fantino di rito greco, nella metà del 1700. Per affrontare le spese della costruzione, i Confrati vendettero alla Congregazione dei Cocchieri e Staffieri la loro vecchia chiesa, posta nel vicolo S. Anna, "S. Giuseppe il vecchio" che verrà poi demolita.

Santuario della Madonna delle Lacrime
Eretto in ricordo della lacrimazione dell'effige della Madonna, guarda la città dall'alto dei suoi 74 metri. La basilica santuario Madonna delle Lacrime è una basilica minore e santuario mariano eretto a ricordo della miracolosa lacrimazione di un'effigie in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta al capezzale dei coniugi Iannuso presso la loro umile abitazione in via degli Orti a Siracusa, nel 1953.   https://www.madonnadellelacrime.it/  Nel 2002 Giovanni Paolo II ha elevato il santuario alla dignità di basilica minore con il nome di "basilica santuario Madonna delle Lacrime". Nel 2019 la Conferenza Episcopale Siciliana lo ha eretto a santuario regionale.

Chiesa di S. Maria della Concezione
Di origine trecentesca, il nome, venne attribuito in ricordo del miracolo compiuto da un'immagine della Madonna di far cessare l'epidemia di peste del XVI secolo. Nel 1693 un terremoto danneggiò gravemente la chiesa, ma fu prontamente ricostruita l'anno seguente. Un'unica navata è affiancata da diverse cappelle per lato; il soffitto presenta una volta a botte al cui centro è possibile ammirare gli affreschi raffiguranti S.Maria e gli angeli ad opera del maestro Sebastiano Monaco (1786) La bella chiesa conserva, non solo la pregevolissima struttura architettonica, ma anche le numerose opere artistiche dell'interno, quali gli affreschi già citati, gli arredi e lo splendido pavimento in ceramica di Caltagirone.

Chiesa dell'Immacolata
Uno splendido esempio di arte barocca La chiesa dell'Immacolata si erge sopra i rudementi della ormai scomparsa chiesa di S.Andrea. Nel 1613 si eseguirono lavori di ampliamento e di abbellimento all'interno della chiesa. L'elemento più significativo all'esterno dell'edificio è rappresentato dall'architrave e dal portale, sostenuto da due mensole fogliate e decorato lungo la superficie da un intreccio di tralci viminei in rilievo. La bellissima facciata barocca, che reca incise le insegne dell'ordine francescano (due braccia incrociate), è accompagnata dalle colonne doriche se sostengono  la struttura frontale,  nel campanile, rimaneggiato il 26 giugno del 1876, è collocato lo splendido orologio.

Convento dei Cappuccini - Parrocchia S. Maria della Misericordia e dei Pericoli
La fondazione del convento risale al 1549, quando i frati cappuccini, accolti a Siracusa dal vescovo Girolamo Beccadelli, si stanziarono dapprima nei pressi del teatro greco, dove, preesistente una chiesa di campagna, vi edificarono il primo convento, il luogo venne abbandonato, e furono avviati i lavori per l'edificazione del nuovo complesso conventuale, costruito in cima alle cave di pietra greche denominate latomie, oggi chiamate "Latomie dei cappuccini", il sisma che colpì il Val di Noto nel 1693 distrusse il convento quasi per intero, ma fu presto riedificato.
Il convento venne abitato dai frati fino al 1866, quando, a causa della soppressione degli ordini religiosi, riacquistata la proprietà della struttura (esclusa quella sulle latomie), i frati, poterono farvi ritorno. Nel 1957 la chiesa, già dedicata alla Madonna dei pericoli, è stata eretta parrocchia, col nuovo titolo di “S. Maria della misericordia e dei pericoli”.   https://www.facebook.com/parrocchiacappuccinisr


La chiesa di San Giovanni Battista, popolarmente nota come San Giovannello, è ubicata in piazza del Precursore, nel rione Giudecca di Ortigia a Siracusa. È stata costruita su un'altra basilica paleocristiana del IV secolo, costruita quest'ultima su ordine del vescovo Germano.
Per la sua vetustà la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista è stata sempre e ininterrottamente fino ad oggi definita "prima post episcopalem", "prima dopo la Chiesa Cattedrale" come attestato ufficialmente, tra gli altri, da mons. A. Casaccio, vicario generale, nel 1781. L'aspetto attuale è del 1380. Ha un bellissimo portale quattrocentesco, un rosone e l'apice della facciata che non sono allineati fra di loro e questo per via delle manomissioni subite dalla chiesa nel corso dei secoli, non ultima quella del XVIII secolo. Ha anche due celle campanarie sulla sinistra dell'edificio, oggi senza tetto. L'interno è a croce latina, a tre navate, separate da colonne alternate ad archi ogivali.

Chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino è un luogo di culto cattolico dell'isola di Ortigia, una delle più antiche chiese della città di Siracusa.
L'edificazione della chiesa di San Martino risale al periodo normanno e di questo periodo conserva buona parte della struttura. Il portale, risalente all'età aragonese è in pietra calcarea. La lunetta superiore è cieca, mentre nel paramento lapideo si nota un grande blocco di calcare su cui è inciso a lettere gotiche il monogramma di Cristo: IHS XHS. Sotto il monogramma, in un grande blocco di marmo, si nota lo stemma di Casa Aragona e la data MCCCXXXVIII, ovvero 1338; lo stemma, risalente ad epoca spagnola, è un'aggiunta posteriore rispetto all'incisione in alfabeto gotico.
Il rosone originario fu distrutto durante il terremoto del 1693, è stato quindi ricostruito durante i restauri del 1905 – 1919. Mentre l'interno, a pianta basilicale con transetto, è a tre navate divise da pilastri. Nei pressi dell'abside due colonne sono sormontate da capitelli di origine classica.
Nella chiesa si conservava un polittico eseguito nel 1410 da un artista anonimo che è stato soprannominato dal 1949 il «Maestro di San Martino»; il polittico, custodito odiernamente presso il museo d'arte medievale di Palazzo Bellomo, è un importante reperto figurativo; mostra al centro le figure sacre della Madonna e di Gesù bambino, a sinistra quella di un santo e martire siracusano che potrebbe essere o San Marciano (tradizionalmente il primo vescovo della chiesa siracusana) o San Zosimo (vescovo di Siracusa nel VII secolo) o San Martino, e infine a destra Santa Lucia; nella parte superiore è stata raffigurata al centro la crocifissione di Gesù, a sinistra l'Arcangelo Gabriele e a destra e la Vergine Annunziata.
Sotto l'altare a sinistra vi sono le spoglie di San Vincenzo martire provenienti dalle catacombe di San Callisto a Roma. Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne Polizzi opus 62, del 1918, dotato di 6 registri.

La chiesa di San Nicolò ai Cordari fu una delle prime chiese costruite a Siracusa.
Venne costruita in epoca normanna subito dopo il periodo della dominazione araba nella città aretusea. Precedentemente nel sito dove ora sorge la piccola chiesa vi era un'altra costruzione religiosa di epoca paleocristiana con struttura basilicale. Nel periodo bizantino la chiesa divenne sotterranea. Sotto di essa si trova la cosiddetta Piscina Romana; ovvero dei grandi serbatoi d'acqua ricavati tagliando la pietra delle latomie. Queste condotte idriche naturali servivano ai siracusani nei tempi dell'Antica Roma per riempire d'acqua l'anfiteatro romano di Siracusa e dare inizio ai giochi nautici e lotte acquatiche.
Nella chiesa di San Nicolò ai Cordari nel 1093 vennero celebrati i funerali del conte di Siracusa, Giordano d'Altavilla, figlio del gran conte Ruggero I di Sicilia. I normanni la vollero dedicare a san Nicolò di Mira, santo a cui il popolo nordico si rivolse affinché fosse aiutato nello scacciare gli Arabi dalla città di Siracusa. Nel 1577 la chiesa fu concessa ai cordari (fabbricatori di corde artigianali) che lavoravano le loro corde nelle latomie della Neapolis, poste oltre la chiesa. Ecco perché oggi è detta chiesa di San Nicolò ai Cordari o chiesa di San Nicolò dei Cordari, poiché venne frequentata dalle famiglie siracusane dei cordari.
Nei primi anni del Novecento la città con l'istituzione del Parco nel 1955 divenne la sede dell'ufficio informazioni per i visitatori che si apprestavano a visitare il vasto parco archeologico. La chiesa ne rappresentava e ne rappresenta tutt'oggi l'ingresso.

Chiesa dello Spirito Santo
La chiesa dello Spirito Santo si trova sul lungo mare d'Ortigia, venne edificata durante la dominazione spagnola di Sicilia, costruita dall'architetto Pompeo Picherali, nel 1727, è una delle quattro basiliche volute dal vescovo Germano, nel IV secolo.
La facciata della chiesa ha tre ordini raccordati da volute e scandita da lesene, sormontati da una trifora e divisi da un imponente cornicione dalla linea spezzata altamente plastica. Tutta la facciata, risolta con bianco luminoso calcare, tipica roccia siracusana, è un continuo gioco di piani e di sagome definito in ogni nodo strutturale con decorazioni morbide e fantasiose. I capitelli sono in stile corinzio. La chiesa conserva l'unica cupola esterna di Siracusa; anch'essa in stile barocco, al suo interno conserva un pregiato organo a canne.
Dal tetto del campanile si può ammirare la vista del mare, che dista pochi metri dalla chiesa. Si vedono inoltre, grazie alla sua altezza e posizione, anche i tetti delle chiese adiacenti, e le campane che essa conserva.

Chiesa di San Filippo Apostolo
La chiesa di San Filippo Apostolo è una chiesa di rito cattolico edificata nel 1743 e situata nel quartiere Giudecca di Ortigia, centro storico della città di Siracusa.
Quando, durante il periodo svevo e successivamente aragonese, agli Ebrei venne concesso di abitare in alcune città siciliane, a Siracusa sorse una comunità giudaica che si stabilì nel quartiere che per tale motivo poi prese il nome di Giudecca.
Dalle notizie che si ricavano dagli scritti degli storici ed annalisti del Settecento e dell'Ottocento si apprende che tale comunità fu tra le più numerose dell'Occidente e che ebbe una sinagoga nel quartiere, secondo alcuni studiosi nel luogo in cui oggi si trova la chiesa di san Filippo.
Tale stato di cose dovette durare fino al 1492, anno in cui gli ebrei non convertiti al cristianesimo furono costretti a lasciare i possedimenti spagnoli, si ipotizza che da tale data i componenti dell'Arciconfraternita di san Filippo si dovettero sostituire agli ebrei nell'area occupata dall'attuale chiesa settecentesca. Con il terremoto del 1693 si perde infatti ogni traccia dell'antico edificio sacro dedicato a san Filippo Apostolo.
Dal 2016 è anche aperta (specialmente nei mesi primaverili ed estivi) alle visite turistiche dei tre livelli sotterranei: cripta, rifugi della seconda guerra mondiale e bagno rituale ebraico, grazie al generoso impegno dei volontari della parrocchia.
Cripta sotto la chiesa, accedendo dalla botola posta all'ingresso della stessa si trova una cripta con relativo ossario con schema tipico anche di altre cripte confraternali siracusane.
Tale cripta, divenuta una vera e propria cappella, è dotata di tre altari, uno maggiore e due minori, e due cappelle laterali.
Miqweh
L’ultimo livello presente sotto la chiesa di san Filippo Apostolo è il più antico e sulla sua origine e funzione gli studiosi si dividono. L'ipotesi più accreditata è quella di un luogo di utilizzo ebraico, di servizio alla sinagoga e, pertanto un bagno rituale (mikvah) similarmente ad un'altra struttura sotterranea realizzata a breve distanza nell'odierna via Alagona.
Una scala elicoidale circonda un albero centrale e conduce, alla base, a una vasca d'acqua di forma irregolare. Nei bagni ebraici risalenti all'epoca medievale, una scala conduce dal livello del suolo direttamente alla vasca d’acqua sorgiva. Nel caso del mikvah posto sotto la chiesa di san Filippo Apostolo, la scala dal suolo conduce giù per diciotto metri fino alla vasca. mikva’ot posti molto in profondità
Lungo la tromba delle scale sono state realizzate delle finestre, anche questa caratteristica è condivisa con numerosi mikvah medievali europei. Esse avevano la funzione di favorire una maggiore illuminazione del sito a giovamento di chi praticava il rituale di immersione.  https://www.facebook.com/sanfilippoapostolosiracusa/

Tempio di Apollo

Tempio Ionico

Tempio di Atena

Catacombe

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Martino

Palazzo Bellomo

Palazzo Migliaccio

Palazzo Francica Nava

Chiesa di S. Francesco all'Immacolata

Chiesa del Collegio dei Gesuiti

Cattedrale

Teatro Greco

Grotta del Ninfeo

Santuario di Apollo

Ara  di Ierone II

Anfiteatro Romano

Latomie

Necropoli Grotticelle e la cosiddetta "Tomba di Archimede"

Castello Maniace

Scala Greca

Castello Eurialo e Mura di Dionigi

Rovine di Thapsos, Acradina e Tiche
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