Macalda da Scaletta personaggio femminile sicilano

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Macalda da Scaletta personaggio femminile sicilano

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Pubblicato in Cultura e Società · Venerdì 01 Nov 2024 ·  4:15
Tags: MacaldadaScalettapersonaggiofemminilesicilianoRoccaGuelfoniascacchigammanzitavesprisicilianiaragonesi

Macalda da Scaletta personaggio femminile sicilano

Macalda da Scaletta e Rocca Guelfonia, perché alla fine del suo imperare in Sicilia, Macalda  fu fatta prigioniera nella torre oggi esistente, e li morta a Messina nel 1308.
Fiera amazzone, educata alle armi e al coraggio, dotata di un portamento marziale, mossa da un'indole cinica e ambiziosa, oltre che per l'educazione militare, Macalda è nota anche per un'altra qualità, anch'essa poco usuale per una donna medievale, la conoscenza del gioco degli scacchi, per la quale le si può riconoscere una sorta di primato storico nell'universo femminile e in quello scacchistico siciliano, giocava a scacchi nella torre con l’emiro Margan Ibn Sebir, durante la sua prigionia.
Macalda, dama di compagnia e cortigiana, dopo avere sposato giovanissima Guglielmo de Amicis barone di Ficarra, di tradizione guelfa, con il ritorno degli Svevi perde il recuperato feudo di Ficarra sui Nebrodi e, abbandonato in fin di vita il marito, viaggia da Messina a Napoli travestita da frate francescano, successivamente sposa Alaimo da Lentini.
Con l’arrivo in Sicilia degli Angioini, Macalda ritorna; recupera Ficarra e contrae un secondo matrimonio con Alaimo da Lentini, personaggio molto in auge nella corte dei D’Angiò. Quando nel 1282 esplode il Vespro, Alaimo diventa capo della difesa militare e protegge Messina contro l'assedio angioino, lasciando Macalda a governare con piglio fermo Catania.
Tornato Pietro III in Catalogna figlio di Giacomo, Alaimo è chiamato a Barcellona e coperto di onori per la sua strenua difesa di Messina, ma la morte del Sovrano (11 dicembre 1285) e la successione al trono di Sicilia di Giacomo II, ne sanciscono la definitiva condanna, sua e della moglie Macalda si vociferava fosse la favorita del sovrano e la regina per gelosia li fa cadere in disgrazia. I loro beni vengono sequestrati, i sostenitori dispersi, lei stessa messa in prigione
Fu la donna che vinse i Vespri siciliani praticamente da sola, ricordando quanto Macalda fosse legata a Re Carlo i generali angioini e buona parte della corte francese le avevano chiesto aiuto contro i rivoltosi e unirsi a loro nella guerra per ribaltarne le sorti.
La bellissima donna accolse gli angioini alla propria corte con benevolenza, facendo loro credere che li avrebbe protetti e sostenuti offrendo garanzie e ammaliando gli uomini.
Appena tutta la corte e i generali arrivarono a Catania vennero ospitati al castello Ursino con tutti gli onori e le fanfare , dopo una lauta cena però il piano di Macalda scattò , le sue guardie uccisero in silenzio la scorta angioina.
Corte, generali , baroni e tutto il seguito vennero  circondati da guardie armate  spogliati di tutti i loro beni abiti compresi  e abbandonati nelle mani del popolo inferocito che odiava a morte i francesi .
Consegnando quindi la vittoria agli aragonesi.
Siamo nel 1282, durante i Vespri siciliani, così chiamata perchè trattasi d'una ribellione scoppiata a Palermo all'ora dei vespri di Lunedì dell'Angelo nel 1282. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi. Secondo la tradizione, la rivoluzione del Vespro fu organizzata in gran segreto dai principali esponenti della nobiltà siciliana.
Alaimo da Lentini, signore di Ficarra, marito di Macalda
Palmiero Abate, signore di Trapani e Favignana;
Gualtiero di Caltagirone, signore di Butera.
Ritroviamo Macalda da scaletta anche nella VII novella della Decima giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio in cui Pampinea racconta dell’amore impossibile di Lisa Puccini per «Re Pietro di Raona».
Boccaccio sarebbe venuto a conoscenza di una versione orale della storia di Pietro III e Macalda Scaletta che, abilmente edulcorata o trasformata dai racconti tramandati verbalmente ed è stata d’ispirazione per la novella.
Il suo nome da luogo alla leggenda di Gammazita, come colei che innescò la guerra dei Vespri a Catania.

Macalda è da ricordare anche per essere stata la prima scacchista della storia siciliana. Il gioco degli scacchi, scrive Santi Correnti nel libro La Sicilia del Seicento, società e cultura, «fu praticato in Sicilia anche dalle donne, come è attestato dal famoso episodio di Macalda, l'ambiziosa moglie di quell'Alaimo da Lentini che fu uno dei principali protagonisti dei Vespri siciliani, che durante la sua prigionia nel castello di Matagrifone di Messina, giocava a scacchi con l'emiro Margam Ibn Sebir, anch'egli prigioniero di re Pietro III d'Aragona

Sempre a Messina, Dina e Clarenza, nel 1282 in pieni vespri siciliani, suonano la campana per avvertire i messinesi dell'attacco angioino, oggi a Messina, troviamo un particolare nel campanile del Duomo, a memoria delle due eroine simbolo del coraggio e dell'attaccamento dei civili messinesi nei confronti della loro città.


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