Scopriamo Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale ed i loro musei

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Scopriamo Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale ed i loro musei

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Pubblicato in Turismo · Giovedì 04 Apr 2024

Scopriamo Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale ed i loro musei

Nella Sicilia nord-orientale, lontano dai luoghi più conosciuti incastonati tra l’Etna, tra i Monti Peloritani, con i loro borghi, la squisita enogastronomia e la natura tutta da scoprire, andiamo a scoprire Barcellona Pozzo di Gotto e Castroreale.

Da visitare a Barcellona troviamo il Duomo, la sua piazza, ma siamo curiosi di investire il nostro tempo dedicandolo all’arte, vi suggeriamo pertanto un tour turistico diverso ma non meno affascinante.

Iniziamo con il “Seme d’Arancia”: tesoro di Barcellona Pozzo di Gotto
Il Monumento del Seme d’Arancia appare all’inizio di una delle arterie centrali della città di Barcellona P.G., la via Roma. Si tratta di una scultura che rappresenta un seme d’arancia di rilevanti dimensioni, fu ideata da Emilio Isgrò, l’opera, un enorme seme d’arancia di sette metri posto davanti alla vecchia stazione, assume nella collocazione un significato particolare, poiché da lì un tempo partivano i treni carichi di arance e di profumi all’essenza di zagara, ricordo di una florida economia ormai scomparsa. Molti non sanno però che questa gigantesca scultura, nelle intenzioni di Isgrò il “Seme” non voleva solo essere simbolo di rinascita ma anche il recupero di uno “scarto” vitale, un elemento al tempo stesso fine e inizio del ciclo legato alla coltivazione e alla lavorazione degli agrumi, fulcro dell’economia cittadina

Museo etnostorico Nello Cassata
Sorge su un'area di 1500 metri, che comprende una casa padronale (la Casa di Manno, residenza di campagna della famiglia Cassata) a due elevazioni di fine Ottocento, anche sede del primo nucleo storico del museo. L'edificio conserva al piano basso l'antico palmento dai tetti a botte, la porta d'ingresso decorata a rilievo con scene di vita agreste, l'atrio lastricato in pietra viva locale, le luminarie ottocentesche, immerso nel verde di un giardino tipico siciliano tra piante e alberi di fiori variopinti e frutti. Il museo è gestito dall'Istituto Europeo d'Etnologia Oikos.
Nell'area del museo sono state ricostruite circa quarantacinque botteghe d'arti e mestieri, con ventimila reperti d'epoca catalogati e sottoposti al vincolo d'indisponibilità dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina.
Le botteghe ricostruiscono il ciclo del lavoro artigianale con metodi tradizionali, esponendo strumenti e attrezzi restaurati e funzionanti. L'esposizione segue i dettami di Giuseppe Pitrè, studioso il siciliano che nel XIX secolo fu tra i fondatori della scienza etnoantropologica in Italia.
Contrada Manno, 10,
98051 Barcellona Pozzo di Gotto ME
Tel 090 976 0063
info.museonellocassata@gmail.com

Parco Museo Jalari
Il parco prende il nome dalla stessa contrada in cui si sviluppa, “Jalari”, che in arabo significa “pietra luccicante”, a differenza dei musei tradizionali a “Jalari” i quindicimila reperti collocati nelle 42 botteghe artigiane, non hanno subito la decontestualizzazione che è propria della generalità delle raccolte, allo scopo di ricreare fedelmente l’atmosfera e la vita di un tempo, in cui gli oggetti sono come presumibilmente si trovavano nelle migliaia di botteghe che popolavano e animavano la vita dei quartieri di un tempo, in questo luogo ci si ritrova alla ricerca d’una filosofia di vita, un invito a rispettare l’ambiente e a non dimenticare il passato.
Lungo i viali le centinaia di sculture e le fontane in pietra, scolpite dal Prof. Mariano Pietrini, accompagnano i visitatori attraverso un percorso che li porta alla riscoperta della propria identità, dalla “Confusione” fino ai “Sogni”, passando, attraverso gli altri viali, tra i diversi stadi della mente umana: la “Riflessione“, la “Riscoperta dei Valori“, il “Dolore“, l'”Amore“, la “Creatività". Il Parco Museo “Jalari” oggi non può essere considerato solo un luogo geografico o una struttura fisica, ma deve essere considerato in primo luogo una filosofia di vita.

Museo Epicentro
Il Museo Epicentro si trova presso Barcellona Pozzo di Gotto Gotto. Creato nel 1994 dall'artista Nino Abbate, come un'idea nata dalla sua fantasia creativa, riesce a coinvolgere oltre novecento artisti dichiarati imprimere italiani e stranieri a testimoniare la loro arte su piastrelle, in cotto (solo pezzi).
L'immensa raccolta di documenti sull'esistenza dei principali esponenti storici dei movimenti e delle tendenze dell'arte in Italia corrispondenti dal dopoguerra ai giorni nostri, qui, tutto è arte, dalle antiche pietre dei mulini al giardino.



Lasciata Barcellona e la SS 113 ci si inerpica per la SP79 in una ventina di minuti si arriva a Castroreale, a 394 metri s.l.m., considerato uno dei Borghi più belli d’Italia. Il contesto paesaggistico, ai piedi dei Nebrodi e con vista sulle Eolie.

Il Duomo di Castroreale
Il Duomo di Castroreale è dedicato a Santa Maria Assunta, questa chiesa del 1400 ha un bellissimo prospetto in stile barocco e un interno molto ricco. Statue, pale e tavole di pregevole fattura e di vari periodi storici, che vanno dal 1400 al 1700, si susseguono e alternano nelle tre navate, ma quello che più colpisce è la maestosità dell'organo a canne e le opere marmoree.

Il Piccolo Museo della Moto
Il Piccolo Museo della Moto a Castroreale è una vera chicca per gli appassionati delle due ruote d’epoca. Questo museo unico in Sicilia racconta la storia delle motociclette e ospita alcuni esemplari unici.
È stato inaugurato nel 2020 e si trova nei nuovi locali del già noto Circolo Auto e Moto d’Epoca Alzavalvola, presieduto da Enrico Munafò



Il castello di Protonotaro Pensabene
Scendendo per ritornare sulla costa si è fatta sera e il pranzo è stato leggero, si potrebbe effettuare una sosta presso il castello di Protonotaro, oggi conosciuto anche come Castello Pensabene, risale al secondo quarto del XIII secolo, per cenare all’interno del castello.
Se siete dei curiosi sappiate che sul castello gli anziani di Protonotaro raccontano una leggenda. C’era una volta nelle ore più buie della sera, una monaca con indosso uno stivaletto d’oro e gemme che si aggira per le sale o lungo la scala che porta al balcone sul quale sovente si ferma. Nessuno sa chi aspetta davvero, forse uno dei nobiluomini a cui un tempo apparteneva il castello. Ma la leggenda vuole che il chiunque abbia il coraggio e la forza di sfilare il prezioso stivaletto alla monca, diventerà il proprietario del Castello Pensabene e di tutti i suoi tesori, tentar l’impresa non nuoce.
Fonti di questo articolo:


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