Villaggio di Carcaci, frazione di Centuripe

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Villaggio di Carcaci, frazione di Centuripe

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Pubblicato in Città Paesi Borghi · Martedì 12 Mar 2024
Tags: VillaggiodiCarcacifrazionediCenturipeSS121guidaponteMaccarroneStatale575sanProspero

Villaggio di Carcaci, frazione di Centuripe

SS 121, siamo immersi nella nostra guida, attraversiamo il ponte Maccarrone e due obelischi, sembrano i custodi del ponte, ma a noi indicano una possibile deviazione verso la Statale 575
E’ quello che una volta era il villaggio di Carcaci, frazione di Centuripe, Centùripe comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 730 m s.m., patrono santa Rosalia e san Prospero da Centuripe, una tradizione locale lo descriva come un soldato romano.
Carcaci domina la vallata tra i fiumi Sotto Troina, Simeto, Salso. L’area si colloca a poca distanza dalla “Regia Trazzera” che da Catania via Regalbuto e Agira conduceva poi fino a Palermo, tracciato che coincide grosso modo con quello della odierna Statale 121, lo stesso è attraversato dalla diramazione che dalla “Regia Trazzera” punta su Troina il tracciato della odierna Statale 575
La prima testimonianza della presenza umana nel luogo risale all’XI secolo, quando i normanni, venuti in Sicilia, nel 1061 qui si accamparono per organizzare la presa di Centuripe. A quell’epoca risale la prima costruzione di cui si ha testimonianza: una torre quadrangolare successivamente inglobata in altri edifici. Il primo feudatario di Carcaci fu Giovanni de Raynero nel 1200 circa. Nel 1453 Giovanni Spatafora ebbe l’investitura dal re Alfonso della baronia di Carcaci. Sul finire del XVI secolo vennero realizzati dei lavori idraulici per opera del barone Ruggero Romeo. Gonsalvo Romeo Gioieni nel 1630, questi ottenne nel 1631 la “licentia populandi” e fondò il borgo”.
Elevata a rango di ducato, la principale risorsa economica di Carcaci fu la coltivazione del riso, ma si coltivavano anche canapa e lino. La coltivazione del riso, infatti, aveva reso l’aria da salubre a nauseabonda a causa delle acque stagnanti, nel 1820 un decreto ne proibì la coltivazione nelle vicinanze dei centri abitati. Le acque stagnanti alimentavano la presenza di zanzare. E quindi la diffusione di una insidiosissima malattia: la malaria.
Il borgo venne realizzato con pianta regolare venne realizzato un ingresso, una chiesa, dedicata a santa Domenica, ormai in stato di abbandono, un castello.
Con l’abolizione del feudalesimo avvenuto nel Regno di Sicilia nel 1812, a seguito della promulgazione della Costituzione siciliana concessa dal re Ferdinando III di Borbone. Abolita la feudalità, Carcaci diventa comune autonomo del Regno delle Due Sicilie
Dal mese di settembre del 1819 a seguito di una ridisegnazione amministrativa del Regno borbonico delle Due Sicilie tra le altre disposizioni una riguarda Carcaci: Centuripe (allora Centorbi) viene elevata a capoluogo del circondario che comprende i comuni di Catenanuova, Carcaci e, fino al 1838, Regalbuto.
La riforma che introduce il nuovo sistema amministrativo viene adottata in Sicilia a partire dal 19 aprile 1819. L’isola è suddivisa in sette province: Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Trapani, Girgenti e Caltanissetta.
Il comune di Carcaci ha avuto una vita breve. Appena 57 anni. Di cui 43 nel Regno Borbonico e 14, dal 1861, nel Regno d’Italia. Da Centuripe la “frazione” di Carcaci dista circa 12 chilometri.
Nel 1927 – siamo nel ventennio fascista – il comune di Centuripe, e quindi anche la frazione di Carcaci, così come l’intero circondario di Nicosia che faceva parte della provincia di Catania, confluisce nella neocostituita provincia di Enna.
Rimane in discrete condizioni statiche la chiesa con il suo civettuolo alternarsi di strati di pietre laviche scure e pietre bianche di Siracusa a fare da cornice al prospetto dell’edificio così come negli stipiti del piccolo portone d’ingresso e della finestra che lo sovrasta. La chiesa venne costruita nel 1772, come si evince dalla data incisa sul pavimento. Dedicata a santa Domenica. Secondo altri a san Nicola di Bari
Quanto al castello, con le sue mura merlate e la cinta di separazione dalle case del villaggio, un parco.

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