Vincenzo Rabito, l'inalfabeto che realizza il racconto Terra Matta

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Vincenzo Rabito, l'inalfabeto che realizza il racconto Terra Matta

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Pubblicato in Cultura e Società · Domenica 30 Giu 2024
Tags: VincenzoRabitoChiaramonteGulfiinafabetoTerraMattaSiciliamisteriscrittorinarratoriambienticulturali

Vincenzo Rabito, di Chiaramonte Gulfi,  l'inalfabeto che realizza il racconto Terra Matta

Vincenzo Rabito, di Chiaramonte Gulfi, l'inafabeto che realizza il racconto Terra Matta
Siamo in sicilia terra di antichi misteri, terra di conquista, terra del grano del vino e dell'olio come del corallo come del mare, talvolta dalle sue viscere, nascono anche scrittori, meglio narratori, del tutto estraneo agli ambienti culturali, e nonostante ciò diviene un caso letterario, lui analfabeta, vede una olivetti, una macchina da scrivere, preme un tasto con un dito e poi un altro ancora fino a riempire mille pagine, non conosce i poeti gli scrittori siciliani, ma conosce le anomalie, le storture di questa terra, un corpo estraneo, neanche orbita è un corpo in un mondo chiuso, se non sei nobile o medico, nonostante tutto dirompe lui con i suoi ricordi.

Poverissimo bracciante agricolo sulla cui generazione, «i ragazzi del ’99», ha pesato la tragedia del fascismo e delle due Guerre mondiali. Costretto a lavorare sin da giovanissimo a causa della prematura scomparsa del padre, Rabito insieme con i suoi fratelli ha vissuto buina parte della propria vita in condizioni economiche pressoché disperate, accontentandosi di quel poco che un faticoso lavoro in campagna gli permetteva di guadagnare, nel suo caso specifico a quello nordorientale, aveva il compito di scavare trincee proprio in quei mesi in cui era necessario che la linea del Piave, dopo la disfatta di Caporetto, resistesse all’assalto delle truppe tedesche, nella bataglia del Piave, ni ànno ammazato assaie, che li ànno ammazato quanto e come si ammazino li agnelle nelle feste di Pasqua».

Il racconto del libro prosegue con le descrizioni dell’avvento del Fascismo, con l’emigrazione nell’Africa colonizzata alla ricerca di avventura e di denaro, con il lavoro faticoso nelle miniere tedesche di carbone sotto i bombardamenti degli alleati, e poi con lo sbarco in Sicilia, prima che la guerra finisse e seguisse la pace, si sposa, per l’epoca, fuori età, e dà vita a tre figli e garantisce loro quel futuro di studio e di conoscenza e quella mobilità sociale che a lui erano state precluse.

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