"Il Peccato" di Franz von Stuck, 1893, un pittore tedesco a Palermo

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"Il Peccato" di Franz von Stuck, 1893, un pittore tedesco a Palermo

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Pubblicato in Arte contemporanea · Mercoledì 25 Gen 2023
Tags: IlPeccatodiFranzvonStuckunpittoretedescoaPalermo

"Il Peccato" di Franz von Stuck, 1893, un pittore tedesco a Palermo

Il 24 maggio 1910, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, viene inaugurata la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, ospitata nell’elegante Ridotto del Teatro Politeama,
Da subito considerata sede provvisoria, sono poi scorsi quasi cento anni per spostarla, nel 2006, in quella sede definitiva e strutturalmente più adeguata all’interno del Complesso monumentale di Sant’Anna.
Il nascente Museo si poneva come punto di incontro tra le esperienze artistiche e le nuove pratiche della città, con un’amministrazione pubblica in prima linea nell’organizzazione del sistema culturale: a volere la nascita della Civica Galleria fu infatti l’allora assessore del Comune di Palermo Empedocle Restivo, insigne giurista ed appassionato cultore delle arti, al quale venne, poi, appunto, intitolata la Galleria.
Occorreva un Museo che accogliesse e documentasse l’arte contemporanea aspirando a una dimensione nazionale e internazionale.
In questo stimolante clima di entusiasmo nella Palermo di inizio secolo, si fece viva la volontà di dare alla città un volto sempre più europeo.
Vennero raccolte le opere dei migliori pittori e scultori siciliani e italiani dell’Ottocento e Novecento come Sciuti, Lojacono, Leto, Catti, De Maria Bergler, Rutelli e poi Guttuso, Carrà, Casorati, Trombadori, Sironi, Boldini.
Fu dalla Biennale veneziana del 1909 che arrivò a Palermo un dipinto straordinario, dal gusto decadente e da un simbolismo magnificamente rappresentato: Il Peccato di Franz von Stuck, acquistato per la Galleria che sarebbe stata inaugurata l’anno successivo.
Oggi si trova al secondo piano, nella sala XIX, della GAM di Piazza Sant’Anna, e tra le 214 opere esposte, suddivise in 176 dipinti e 38 sculture, si mantiene l’unica opera di un’artista straniero presente in collezione permanente.

Franz Stuck era nato in Bavaria nel 1863 da una modesta famiglia cattolica di mugnai e contadini e successivamente, proprio per le sue doti artistiche, venne onorato col titolo di cavaliere dell’Ordine al merito della corona bavarese che gli consentì di aggiungere il “von” al cognome.
Pittore, scultore, incisore e architetto, tra i più affascinanti protagonisti del movimento simbolista, scelse la mitologia classica greco-romana e la religiosità pagana come costante iconografica della sua produzione pittorica.
Fin dal suo esordio nel 1889, sono riscontrabili nelle sue tele gli elementi del simbolismo mistico di trattazione di tematiche religiose, l'interesse per i personaggi mitologici del mondo classico o quelli dei testi sacri, come la rappresentazione della progenitrice Eva che impersonifica il Peccato, opera ampiamente considerata un’icona del movimento simbolista.

La prima versione de “Die Sünde - Il Peccato” risale alla prima esposizione della Secessione di Monaco del 1893, dove attirò grandi folle e riscosse un successo furente - al limite dello scandalo - ma che contribuì a rafforzare la sua notorietà.
Il soggetto rappresentato, tra il 1891 e il 1913 vnne dipinto in più di dieci versioni: concepito per la prima volta nel 1889 come Die Sinnlichkeit (La Sensualità), seguirono le altre che mostrano lievi variazioni ed evoluzioni nella composizione.
E infine la versione conservata alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, che rispetto alle altre stesure, rivela una maggiore luminosità, e consente di cogliere meglio i tratti del volto della peccatrice e del serpente.
Una donna dal bianchissimo corpo seminudo, dai lunghi capelli fluenti, avvolta nelle spire flessuose di un serpente, la cui testa le poggia sulla spalla destra. La figura - allegoria del peccato e della seduzione - emerge dall’oscurità con uno sguardo freddo ma fiero, che si collega allo sguardo maligno del serpente e alla sua simbologia, espressione del vizio, della diabolica sensualità, della lascivia e del peccato stesso.
L’occhio dello spettatore converge nella forza dei due sguardi, e ne viene sedotto da un lato da quello ammaliante e tentatore di Eva, e dall’altro da quello terribile del serpente. Ma non troviamo nulla di apertamente osceno, né di blasfemo, quanto piuttosto un'atmosfera sensuale ed erotica.
Eva non tiene in mano la mela, oggetto della tentazione, ma si mostra senza veli, avvolta da un gigantesco serpente.
Dalla forma di tempietto greco, la cornice dorata è stata disegnata dallo stesso artista, ed è essa stessa un’opera a sé.
L’opera si offre ad una lettura biblica infatti il serpente nella tradizione cristiana rappresenta il simbolo del male. L’intenzione dell’artista fu anche quella di desacralizzare la figura religiosa ed esplorarne il significato mondano. Negli stessi anni anche L’opera si offre ad una lettura biblica infatti il serpente nella tradizione cristiana rappresenta il simbolo del male. Franz von Stuck si ispirò diverse volte a episodi raccontati nella Bibbia che proponeva con un taglio contemporaneo. L’artista rivisitava infatti i temi religiosi interpretandoli con una sensibilità sociale e moderna. L’intenzione dell’artista fu anche quella di desacralizzare la figura religiosa ed esplorarne il significato mondano.

Sede della Galleria d’Arte Moderna è, dal dicembre 2006, il Complesso monumentale di Sant’Anna alla Misericordia. Prima di allora, dal 1910 data della sua apertura, la collezione era ospitata nel ridotto del Teatro Politeama. Oggi come allora il Museo.
Si accede al Museo dalla parte più antica del Complesso, il Palazzo Bonet, contiguo all’antico convento francescano, modello di edilizia residenziale aristocratica del Quattrocento. Edificato intorno al 1480 dal mercante catalano Gaspare Bonet, nel secolo successivo diventa per un breve periodo sede dei Gesuiti, per poi ritornare in possesso dei Bonet.
Nel 1996 il Comune di Palermo avvia un "cantiere della conoscenza" che consente il ritrovamento del palazzo quattrocentesco. Segue un lungo e impegnativo lavoro di restauro che recupera tutti gli ambienti, restituendo alla città lo straordinario sito e la suggestione dei suoi cortili interni e del magnifico chiostro che, circondato dal colonnato, collega il complesso alla chiesa barocca dedicata a Sant’Anna.
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