Dalla comunità agricola a l'era industriale del 1950

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Dalla comunità agricola a l'era industriale del 1950

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Dalla comunità agricola a l'era industriale del 1950

Se non fosse mai esistito il concetto di “comunità agricola”, come avrebbe avuto vita  il fenomeno dell’urbanesimo e con esso la concessione alla possibilità per le donne di uscire dal loro stato di inferiorità.
Lo spostamento così rapido di masse notevoli di persone nelle città, ha comportato questo fenomeno.
La “scoperta” del petrolio in Sicilia e l’indotto creatosi nella regione, con le aziende che nascono, ed uno sviluppo che cresce, che sviluppa nuove necessità, questo darà luogo alle donne, di avanzare le proprie richieste, si sono molto lontani gli echi delle rivolte extranazionali.
Nella scalata sociale, la donna prende piede, prende il largo, si avvia lo sviluppo del centro urbano, da agricolo-terziario a città industriale-terziaria.

La casa-stanza di un agricoltore, due stanze, una tenda separa il «posto-letto» dei genitori dal «posto-letto» dei figli, situato a fianco dei servizi igienici e della cucina.
Di fatto il ruolo della famiglia era costituito sulla base della “unità sacrale”, favorita da uno speciale “codice d’onore”, è alle dipendenze del capofamiglia.
Per la donna si prospetta un nuovo sviluppo culturale, che piano avviò un processo di rottura con le tradizioni patriarcali radicate, tendendo a mutare, in tal modo i valori.

Lo sviluppo sociale a livello nazionale che si ebbe nel corso degli anni Cinquanta, apportò i primi cambiamenti incidendo, altresì, verso un iniziale senso d’indipendenza delle ragazze, della classe media.
Fermo restando, che la vita quotidiana della casalinga rimase gravata da una serie di faticosi impegni.
Per la società maschilista locale, intrisa dalle origini mediterranee, la donna era sinonimo di madre di famiglia e casalinga, principalmente per evitare che contatti esterni potessero creare scompiglio all’interno della pace familiare.
Difatti, fino a verso la metà degli anni Cinquanta fu difficile trovare delle donne impiegate nei vari settori lavorativi. La giustificazione principale fu quella riferita al fatto che in questo modo la donna avrebbe tolto un posto di lavoro a un padre di famiglia; senza aggiungere che di quella famiglia si sarebbe, anche, potuto dire che «il marito non fosse in grado di mantenere la moglie».
Il tutto era un atteggiamento sempre rivolto a un alto senso di protezione dell'onore.
In questo periodo l’originalità non era apprezzata, era nascosta dietro la moralità, il fine era evitare lo scandalo.
Con il benessere nasce il turismo di massa, che diede lo spunto per maggiori attività turistiche e commerciali ed a nuove prospettive sociali.

Nello sviluppo del decennio gli elettrodomestici sono stati gli oggetti più ambiti nel contesto familiare, la radio, la televisione, queste furono le evoluzioni tecnologiche che permisero alle donne di dedicare tempo alle attività extra casalinghe, proiettandosi verso una maggiore emancipazione, non riscontrabile in precedenza.
Un decennio di sviluppo sociale, che lasciò l’impronta nella storia nazionale e che ebbe avvio da notevoli difficoltà economiche da parte dei più; di chi si appoggiò alle cambiali, le cosiddette «farfalle», per dare sfogo ai propri sogni; mentre gli “integralisti” preferirono accontentarsi solo dei sogni.
Ci troviamo di fronte un Italia semianalfabeta, contadina, che parla in dialetto ma va al cinema, dove potere spalancare gli occhi sul sogno, che si nutre delle immagini dei settimanali, scopre che a Roma, Taormina, esiste il fascino della bellezza.

Ma si era avuto un prima un timido catastrofico momento di emancipazione femminile, prima nelle vicende belliche del periodo '43-'45, dalla parte di coloro che scelsero l'adesione alla repubblica mussoliniana. Questo contributo vuole essere, dunque, un primo abbozzato tentativo di ricerca di quel fenomeno sui generis che è stato il Servizio ausiliario femminile della RSI, primo esempio nella storia italiana, di organizzazione militarizzata di un volontariato femminile.
È in ogni caso, una scelta esistenziale che comporta rinunce affettive, incomprensioni, sentirsi nonostante gli sforzi contrari,
« diverse » e non « accettate », avvertire la diffidenza degli stessi « fratelli di fede »:
Si interpretò la parola «emancipazione» non come elevazione e progresso, coscienza e responsabilità di se stessa, ma come liberazione da ogni legame tradizionale.
La donna fu sì liberata dalle pastoie di un'educazione ipocrita e gretta, dall'ignoranza in cui si voleva tenerla perché fosse più docile nella sua sottomissione, ma per la sua impreparazione, questa sua libertà, le fu più dannosa che utile.

Finito questo periodo, inizia la grande crisi e comincia l'emigrazione siciliana.


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