Gangi ed il minotauro nello stemma del paese

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Gangi ed il minotauro nello stemma del paese

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Pubblicato in Cultura e Società · Lunedì 11 Dic 2023
Tags: GangiminotaurostemmapaeseSicilialeggenderaccontipatrimonioculturalenarrazione

Gangi ed il minotauro raffigurato nello stemma del paese

Dedalo una volta giunto in Sicilia, stanco delle angherie del loro sovrano, decisero di restarvi. Si stabilirono quindi sul monte da cui sgorgava l’antico fiume Engio e fondarono la città di Engyon, dalla quale sarebbe sorto il borgo di Gangi, e a ricordo delle loro origini scelsero come simbolo della città un Minotauro che si ristora, pacifico e mite, presso una fonte. Quest'immagine è ancora oggi presente nello stemma della città.
La leggenda racconta che Dedalo, fosse un esperto architetto e scultore. Dedalo ebbe come discepolo un giovane di nome Talo, figlio della sorella. Il nipote, di elevato ingegno, inventò varie macchine. La sua fama finì col mettere quasi in ombra quella del suo maestro che, accecato dalla gelosia, lo uccise. Dedalo, scoperto e accusato per l’omicidio, fu costretto all’esilio, divenne amico del re Minosse.
Era costume, a quei tempi, che il re Minosse sacrificasse, annualmente, a Poseidone il più bello fra i tori dei suoi armenti. Un giorno, però, nacque un toro bellissimo, e Minosse, colpito da tanta bellezza, si rifiutò di sacrificarlo al dio, offrendone un altro al suo posto. Poseidone arrabbiatosi, fece sì che Pasife, la moglie del re, s’innamorasse del toro.
Da tale unione nacque una creatura orribile, il famoso e mitico Minotauro, metà toro e metà uomo, Minosse continuò a tenere Dedalo con sé, gli fece però costruire un labirinto in cui nascose il Minotauro a cui, periodicamente, venivano sacrificati degli esseri umani.
Quando l’ateniese Teseo venne a Creta per uccidere il Minotauro, Dedalo consigliò ad Arianna, figlia di Minosse, che si era innamorata di Teseo, di dare a questi il gomitolo che gli avrebbe permesso di uscire dal labirinto. Minosse, venuto a sapere di questo nuovo intrigo di Dedalo, si arrabbiò molto, e Dedalo decise di fuggire da Creta insieme al figlio Icaro.
Dedalo, arrivò in Sicilia presso il territorio in cui regnava il re sicano Cocalo, che lo ricevette a corte, visse a lungo con Cocalo e con i Siciliani, dando prova del suo ingegno e costruendo, in Sicilia, moltissime opere. Tra le opere che gli sono attribuite è da ricordare la costruzione di una grotta artificiale presso Selinunte, dove i fumi che svaporavano dal fuoco erano tali che facevano sudare lentamente, portando alla guarigione i frequentatori della grotta che avevano qualche malanno.
Ad Erice, su una rocca che si alzava a strapiombo dove si trovava il tempio di Afrodite, Dedalo costruì delle mura con cui allargò il ripiano sopraelevato sul burrone, che stava alla base del tempio e vi costruì, inoltre, un ariete d’oro di mirabile bellezza.
Ad Agrigento, sul fiume Camico, Dedalo costruì una città arroccata su una montagna, che sarebbe poi diventata la più forte ed inespugnabile della Sicilia.
Il re di Creta Minosse, venuto a conoscenza della fuga di Dedalo in Sicilia, organizzò una spedizione, sbarcò con le sue navi in una località nel territorio di Agrigento, che fu poi chiamata in suo onore Minoa, e per trovare Dedalo si servì di un particolare stratagemma: promise una ricompensa a chi sarebbe riuscito a far passare un filo attraverso le spirali di una conchiglia di chiocciola. Cocalo propose la soluzione a Dedalo che legò il filo ad una formica spingendola in quel nuovo labirinto. Quando Cocalo fece portare la conchiglia a Minosse, questi capì che Dedalo doveva essere nei paraggi e inviò degli ambasciatori affinché chiedessero a Cocalo di restituirgli il fuggitivo. Cocalo, allora, invitò Minosse e, dopo aver promesso di assecondare le sue richieste, lo invitò a casa sua, dove aveva dei bagni stupendi lavorati da Dedalo e ne concesse l’uso a Minosse, ma mentre questi, per nulla insospettito, si lavava servito, secondo il costume di quei tempi, dalle figlie di Cocalo, le fanciulle, violando le sacre leggi dell’ospitalità, lo affogarono e lo tennero nell’acqua calda fino a quando non morì. Cocalo restituì il corpo ai Cretesi, dicendo loro che Minosse era morto scivolando accidentalmente nell’acqua calda.
I Cretesi chiesero ed ottennero di seppellire sontuosamente il loro re, costruirono una tomba a due piani dove, nella parte nascosta dalla terra posero le ossa ed in quella sopraelevata costruirono un tempio dedicato ad Afrodite.
Secondo la tradizione uno dei luoghi dove si vuole che Minosse sia stato sepolto è Eracle Minoa.
Dedalo, finalmente libero, visse in Sicilia fino alla sua morte. Secondo un’altra versione Dedalo, dopo essere vissuto per molti anni con i Siciliani, si trasferì in Sardegna, dove costruì i nuraghi, chiamati anche dedalei.

Altri presso Alia nelle Grotte della Gurfa è un segno di come questo ipogeo fosse riservato ad una personalità importante del mondo antico, appunto un “Minos” (re). Quella della Gurfa di Alia (PA) ha però i caratteri monumentali di eccezione architettonica, unici ed originari perfino rispetto alla celebrata thòlos di Atreo. La Gurfa doveva quindi essere una sorta di “Pantheon dei Sikani”».
L’evento astronomico durante l’Equinozio di Primavera, forniscono la prova che le Grotte della Gurfa siano un tempio-santuario è data dal foro che si trova nella parte alta. Questo rappresenta lo Zenith. Durante l’Equinozio di Primavera si verifica un particolare evento astronomico, in cui un raggio di luce colpisce il pavimento, nel punto esatto del Nadir.
Si tratta del “funzionamento” come struttura calendariale del monumentale ambiente a thòlos per la misurazione di Equinozi/Solstizi. Alle ore 12 solari dei giorni a cavallo dell’Equinozio di Primavera i raggi solari filtrano da un foro artificiale nella roccia e colpiscono la fossa del Nadir pavimentale. Evidente ritualità che si ripete esattamente nei giorni dell’Equinozio d’Autunno. La potente lama di Luce che penetra dall’Oculus della thòlos, nel suo movimento di discesa fino al punto di incontro con il pavimento orizzontale, crea effetti di rivelazione di un elemento divino, di “Tradizione Dedalica”».
Questa opera al centro della Sicilia è in realtà un ipogeo di inestimabile valore storico, mitologico e architettonico, ovvero tomba del leggendario re di Creta Minosse che, alla ricerca di Dedalo, trovò la morte proprio nell’Isola al centro del Mediterraneo.

Luoghi degli eroi e delle leggende eroiche Mito di Dedalo e Minosse:

Rocca di Kamicos (S. Angelo Muxaro-prov. Agrigento)
Kolymbethra, acque dell’Alabon (Megara Hyblaea-prov. Siracusa)
Bagni di Vapore, Monte Kronio (Sciacca-prov. Agrigento)
Mura Megalitiche (Erice-prov. Trapani)
Spiaggia di Capo Bianco (Eraclea Minoa-prov. Agrigento)
Grotte della Gurfa (Alia-prov. Palermo)


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