ll Cirneco dell’Etna, razza canina primitiva dell’isola Sicilia

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ll Cirneco dell’Etna, razza canina primitiva dell’isola Sicilia

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Pubblicato in Cultura e Società · Martedì 30 Mag 2023
Tags: Cirnecodell’EtnarazzacaninaisolaSicilia

ll Cirneco dell’Etna, razza canina primitiva dell’isola Sicilia

Le origini del cirneco risalgono al 1000 a.C. C’è chi dice che questa razza derivi dai cani dei Faraoni egiziani   e da cani importati in Sicilia dai punici. Dotato di grande intelligenza è, generalmente, indipendente e solitario. Si tratta di un animale molto versatile.
Nelle antiche monete che lo raffigurano, è facile vederlo effigiato a caccia, in riposo e nell’intento di cibarsi di una testa di cervo.
La denominazione geografica della razza è dovuta al fatto che le documentazioni più antiche sul cirneco, relative alla sua presenza in Sicilia, lo mostrano esistente ad Adrano, città alle falde dell’Etna.
Sulla scorta di monete risalenti al 1634 a.C., rifacendosi a scritti di Eliano ad al fatto che, proprio nella zona etnea, si trovava un gruppo di cirnechi. Da questo antico confronto è possibile dedurre che ve ne fossero di diversi in altre zone dell’isola, e che questo cane non è proprio dell’Etna, ma di tutta la Sicilia.
Oltre alle monete recentemente scoperte, è stato rappresentato anche nei mosaici di Piazza Armerina, nella Villa del Casale.
Occorre dire che l’etimologia del nome “Cirneco”, non è unitaria, c’è chi vorrebbe far derivare il nome dalla città di Cirene. Altri vorrebbero far derivare il termine da “charnigue” o “charnegre”, che in spagnolo vuol dire “cacciatore di conigli”.
C’è anche una vicenda storica legata a questi cani, narra di una persona che desiderosa di vedere il vulcano intraprese un lungo viaggio, lasciato il paese e la famiglia si mise in cammino verso la “Montagna”.
Non essendo pratico dei luoghi, il pover’uomo si imbè in un vecchio santuario dedicato al dio Adranos;
Il tempio si presentava circondato da un rigoglioso bosco e alberi sacri; in più, c’erano pure dei cani che facevano da guardia. Probabilmente essi gli avi dell’attuale cirneco dell’Etna, un canide autoctono e diretto discendente di Anubi.
Quest’ultimo, nell’immaginario religioso egizio, è il famoso dio dalla testa di cane-lupo e sciacallo; viene anche rammentato quale messaggero e mostro spaventoso degli inferi egizi. Man mano che incedeva a passo cadenzato, i cani diventavano sempre più numerosi e aggressivi; c’è chi dice che, d’un tratto, il viaggiatore si trovò al cospetto di molti cani che fossero tutti schierati, pronti a proteggere il territorio consacrato alla divinità. L’aneddoto si conclude con la dipartita di Francesco, perì atrocemente sotto gli le zanne dei cani, chi ritenevano cha al passaggio fosse un malintenzionato o una persona cattiva, i cani non solo latravano rabbiosamente. Da qui nasce l'imprecazione siciliana: "Chi ti pozzanu manciari i cani!"
Alcuni studiosi di mitologia ritengono che i cani di Adranos sapevano scrutare nei cuori della gente, percependone segni di bontà o perfidia e potevano accedere solamente coloro che intendevano offrire un tributo alla divinità.



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