Verbumcaudo, da feudo a cooperativa a Polizzi Generosa

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Verbumcaudo, da feudo a cooperativa a Polizzi Generosa

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Pubblicato in Cultura e Società · 1 Febbraio 2023
Tags: VerbumcaudodafeudoacooperativaPolizziGenerosa

Verbumcaudo, da feudo a cooperativa a Polizzi Generosa

La storia di Verbumcaudo si perde nella notte dei tempi. Si hanno tracce della presenza del feudo fin dal medioevo, e che l’area fosse coltivata come molte altre limitrofe. L’istituto del feudo nel mondo medievale, consiste in un beneficio (perlopiù un territorio, ma anche una carica o altro) concesso in godimento da un signore a un suo subalterno contro determinate prestazioni a suggellare un vincolo di fedeltà; il termine designa anche il territorio stesso su cui si esercita la giurisdizione di un feudatario.
Verbumcaudo come feudo è stato nei secoli più volte luogo di ingiustizie e grandi rivalse per mano della comunità ce lo testimonia la storia. A partire dal 1396, anno durante il quale il feudo viene confiscato per ribellione ad un nobile e concesso dai reali alla famiglia nobiliare dei Ventimiglia, conti di Geraci che spadroneggiavano su tutte le Madonie contrapposti all’altra potente famiglia dei Chiaramonte a sud dell’isola. Da allora sono stati numerosissimi i passaggi di proprietà tra famiglie nobiliari e latifondisti siciliani che si sono impadroniti delle terre, fino a quando Salvatore Tagliavia, armatore navale e benvoluto sindaco di Palermo durante la prima Guerra Mondiale, in occasione delle leggi di riforma agraria del 1950, in qualità di proprietario si privò spontaneamente di una parte della tenuta per suddividerla tra alcune famiglie povere del territorio.
Il 1979 è la data che segna per sempre la lunga storia del feudo e la sua terribile fama, l’acquisto delle terre a prezzo di favore da parte dei fratelli Greco. Una vendita sulla quale indagherà Giovanni Falcone che, fedele alla regola “segui i soldi”, scoprirà l’illecita provenienza. Grazie alle sue indagini scattò quindi il sequestro e poi la confisca del bene.
Oggi Verbumcaudo diventa simbolo di riscatto e di cambiamento per tutta Italia: dopo anni di abbandono il feudo è rinato grazie alla determinazione del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo, espressione di 19 comuni non solo madoniti, che attraverso un bando pubblico ha selezionato giovani del territorio interessati alla formazione professionale in ambito cooperativo.
Una cooperativa produttiva che si è assunta la responsabilità di gestire il fondo non soltanto per il suo ritorno alla legalità e all’attività economica trasparente, ma di riconsegnarlo alla sua comunità e alla sua storia, per dare vita a una filiera umana, sociale e produttiva che coinvolga direttamente gli abitanti del territorio.
La svolta arriva nel 2011, con l’allora direttore dell’agenzia nazionale dei beni confiscati, il prefetto Mario Morcone, che estingue parzialmente il debito della banca grazie a una transazione con Unicredit. Nel luglio 2011 l’assessore regionale all’economia, Gaetano Armao, annuncia la disponibilità della Regione ad acquisire il feudo pagando tutti gli oneri connessi e lo concede per 99 anni a titolo gratuito al territorio delle Madonie perché diventi un’occasione di sviluppo, con le tre cooperative di Libera.
Fonti di questo articolo:



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