William Galt alias Luigi Natoli ed il romanzo dei Beati Paoli

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William Galt alias Luigi Natoli ed il romanzo dei Beati Paoli

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Pubblicato in Cultura e Società · Giovedì 22 Ago 2024
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William Galt alias Luigi Natoli ed il romanzo dei Beati Paoli

William Galt alias Luigi Natoli ed il romanzo dei Beati Paoli
Perché gli scrittori pubblicano libri sotto pseudonimo? Tra le motivazioni più comuni: privacy, esterofilia e stereotipi di genere.
Oggi vi portiamo in una Palermo I luoghi del racconto letterario di William Galt alias Luigi Natoli il romanzo è  quello dei Beati Paoli.

I luoghi del romanzo sono:
Catacomba di porta d'Ossuna,
Grotta della Chiesa dei Canceddi o di Santa Maruzza,
Piano della Cattedrale,
Cassaro oggi Corso V. Emanuele,
Piazza Villiena oggi Quattro Canti di Città,
Quartiere Capo,
Palazzo Serenari,
e Palazzo Chiaramonte-Steri

A narrare, un Natoli che non voleva cogliere la differenza tra politica e feuilleton, un genio del romanzo, autonomista convinto, che si firmava «William Galt» perché un nome straniero soprattutto se inglese, ha più fortuna in Sicilia, Natoli fece dei suoi Beati Paoli una società segreta di coraggiosi siciliani in lotta contro i soprusi dei «birri», le violenze degli eserciti stranieri e la corruzione dell'aristocrazia e della Santa Inquisizione, erano al servizio del popolo.

La vicenda del libro, trae spunto dalle gesta della leggendaria setta segreta dei Beati Paoli, che si racconta fosse attiva nella Sicilia del XVII-XVIII secolo: il romanzo mescola personaggi di fantasia a personaggi realmente esistiti.
Natoli nel libro mise una scrupolosa cura nel ricostruire fedelmente l'ambiente della Palermo dell'inizio del XVIII secolo fin nei minimi dettagli, siamo nel Regno di Sicilia, la dinastia borbonica, in periodo dei moti del 1820, la rivoluzione del 1848, la fine nel 1849 del Regno di Sicilia
La Società segreta dei Beati Paoli, era dotata di rituali iniziatici, con un ruolo che costituisce un'importante variazione sugli equilibri sociali, tra tenebrosi e malvagi omicidi, per contrastare quanto di più odioso del potere corrotto, tramite una voce sotterranea che cerca di portare equilibrio, nel mondo superficiale.

Il romanzo storico siciliano, in pochissimi anni doveva entra a far parte del patrimonio popolare.
Viene pubblicato dal Giornale di Sicilia, che con una certa lungimiranza, ritenne opportuno nel 1909 pubblicarlo a dispense che allegava al quotidiano, in seguito le puntate verranno raccolte in volume da Flaccovio nel 1979.

Il romanzo ambientato nel 1698 con la morte in battaglia di Emanuele Albamonte, duca della Motta, in seguito alla quale il fratello Raimondo cerca di uccidere il neonato figlio di Emanuele per entrare così in possesso del titolo e del patrimonio di famiglia, ma senza riuscirci.
I Beati Paoli, tramano nell’ombra, vestiti di un saio che li lega al culto di San Francesco di Paola, perchè i Beati Paoli si aggiravano per la città e per le chiese di Palermo, vestiti di un saio monacale. Nella notte invece, questi uomini giravano con il volto coperto da un cappuccio nero. Una delle fonti più attendibili, grazie alla quale oggi sappiamo qualcosa in più sui Beati Paoli, sta negli scritti del Marchese di Villabianca.

Siamo giunti al marzo del 1941, Natoli che è stato uno scrittore e storiografo italiano, autore di romanzi d'appendice con lo pseudonimo William Galt giunge alla fine della sua vita.
Si racconta che quando Luigi Natoli era nel suo letto di morte, gli si presentò un prete che, a nome dei suoi superiori ecclesiastici, gli ricordò di essere ancora in tempo per ritrattare il suo romanzo storico dedicato a frate Diego La Matina.
Qui era narrata con crudezza di accenti la storia settecentesca di un frate agostiniano di Racalmuto che finisce sul rogo dell’Inquisizione, dopo aver lottato contro le atroci prepotenze e le ingiustizie del clero manovrato dai dominatori spagnoli. Il prete, in cambio di questa ritrattazione gli prometteva che tutti gli altri suoi romanzi sarebbero stati tolti dall’indice delle letture proibite. Il vecchio mazziniano, pregò l’inviato della curia di riferire ai suoi superiori che la storia non si può ritrattare o coprire con un velo. Ed un tale potere non l’ho né io né il papa.

Per mantenere un filo conduttore con il romanzo citiamo Buscetta.
Siamo alla fine degli anni 1980, ci sono i maxiprocessi, nel ruolo di pentito di Cosa Nostra, egli proporre un salto all’indietro, in quella in cui affermò: "La mafia [...] viene dal passato. Prima c'erano i Beati Paoli […]: abbiamo lo stesso giuramento, gli stessi doveri". Il pentito Totuccio Contorno invece, si faceva chiamare “Coriolano della Floresta”, come il protagonista del noto romanzo di Luigi Natoli “ i Beati Paoli”.
Di fatto, però, gli storici, non hanno trovato collegamento tra i due fenomeni.
Lo studioso palermitano Rosario La Duca afferma: “La mafia ha un’origine agraria connessa al disintegrarsi della struttura feudale dell’Isola, avvenuta all’inizio del XIX secolo quando ormai la setta dei Beati Paoli era da tempo scomparsa”.


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