Il Cristo in Gonnella o Cristo di Burgos a Scicli
Pubblicato in Cultura e Società · Domenica 11 Apr 2021
Tags: Scicli, Sicilia, Cristo, Gonnella, Burgos, crocifisso, soria
Tags: Scicli, Sicilia, Cristo, Gonnella, Burgos, crocifisso, soria
Il Cristo in Gonnella o Cristo di Burgos
Nell’iconografia tradizionale, il Cristo in croce è solito indossare il perizonium.
In realtà l’opera rappresenta uno dei crocifissi più famosi della Spagna, quello custodito nella splendida Cattedrale di Burgos. Questa particolare statua ha origini sconosciute, più leggendarie che storiche. Rappresenta un Cristo particolarmente realistico, realizzato utilizzando materiali come pelle bovina per il corpo e veri capelli a ricoprirne la testa ed il volto. Lo “scheletro” del crocifisso è fatto in legno, ma è dotato di giunture mobili, che permettono alla statua di muovere braccia e gambe, se toccate. Si racconta che addirittura la regina Isabella di Castiglia, ebbe un moto di terrore quando, accarezzata una gamba del Cristo, questa si mosse.
Scultura oggetto di grande venerazione in tutta la Spagna, pare che sia stata donata nel 1308 da un commerciante di Burgos che la trovò in una cassa galleggiante durante un viaggio per mare, inclusa la curiosa veste.
La leggenda su questa singolare opera, che si trova esposta in una cappella della cattedrale spagnola, e la cosiddetta “gonna” viene sostituita periodicamente con dei drappi che seguono i colori del calendario liturgico.
Ritorniamo in Sicilia a Scicli, nella chiesa del centro storico in cui oggi si trova il dipinto, del 1695 ad opera di un certo Don Juan de Palazìn.
Il quadro fu poi acquistato per devozione da Domingo de Cerratòn, un nobile, che nel 1696 fu nominato viceré di Sicilia, quindi trasferito a Palermo.
Al termine dell’incarico del viceré, Domingo decise di rimanere in Sicilia, per ricoprire l’incarico di comandante della Sargenzia di Scicli, dove si trasferì.
Con la morte dei familiari, donna Tereza decise di chiudersi nel convento di Scicli, fondato qualche anno prima dalle Monache Benedettine di Palma di Montechiaro, donando il Cristo di Burgos in dote.
Quando nei primi del ‘900 il monastero fu abbattuto, il quadro fu portato nella sacrestia di San Giovanni Battista, dove fu dimenticato per diversi anni fino a quando don Paolo Ruta, sacerdote appassionato d’arte, decise di trovargli una collocazione all’interno della chiesa.
Da allora il singolare crocifisso è esposto al pubblico, nella chiesa con la sua facciata particolare, affianco al palazzo del Municipio, dove attrae l’interesse e la curiosità di moltissimi visitatori, che continuano a chiedersi perché il Cristo in croce stia indossando una gonna.
Un volta ammirato il quadro, i visitatori si soffermano sulla particolare iconografia. Nella descrizione dell’opera, infatti, è ritratta la crocifissione di Cristo che però dai fianchi fino ai piedi presenta una tunica bianca scura con delle larghe pieghe verticali e decorata da una fascia a merletto. Ai piedi, invece, si notano due coppe argentate e un uovo di struzzo, quest’ultimo simbolo nell’era cristiana del Medioevo rappresentava l’emblema del corpo di Cristo, della sua morte e della sua resurrezione.
Fonti di questo articolo:
- Scicli turismo: http://www.clicksicilia.com/cittapaesisicilia/scicli-turismo.html
- Itinerario il Cristo nero: https://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/itinerario-il-cristo-nero.php
- Itinerario le Madonne nere: http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/itinerario-le-madonne-nere.php
- I crocifissi di Fra Umile da Petralia: http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/fra-umile-da-petralia.php
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