Le Minne di Virgini o per i più pudici le Petti di Regina

Blog di clicksicilia.com

Benvenuti nel blog di clicksicilia, il posto perfetto per scoprire tutte le informazioni e le curiosità sulla meravigliosa Sicilia. Qui troverete articoli interessanti su luoghi da visitare, tradizioni locali,
piatti tipici e molto altro. Siamo appassionati di turismo e desideriamo condividere con voi le nostre esperienze e consigli per rendere il vostro viaggio in Sicilia indimenticabile. Scoprite con noi i tesori nascosti dell'isola, le sue spiagge incantevoli, le città d'arte e i borghi pittoreschi. Siamo qui per accompagnarvi in un viaggio alla scoperta delle meraviglie di questa terra affascinante.
Vai ai contenuti

Le Minne di Virgini o per i più pudici le Petti di Regina

Il blog di clicksicilia, informazioni e curiosità per scoprire la Sicilia
Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Venerdì 20 Ott 2023
Tags: MinnediVirginiPettidiReginaPastediReginaPastedelleVerginitomasianamemoriascrittoreSantaMargheritaromanzoIlGattopardo

Le “Minne di Virgini” o per i più pudici le “Paste di Regina” o “Petti di Regina” o ancora “Paste delle Vergini”

Oggi vogliamo parlare di un dolce tradizionale siciliano: le Minne di Virgini, o per i più pudici le Petti di Regina, Paste di Regina o Paste delle Vergini. Questi dolcetti sono un'autentica delizia che affonda le sue radici nella memoria tomassiana. Non possiamo escludere che lo scrittore le abbia apprezzate nella vicina Santa Margherita e le abbia fatte entrare di diritto nel suo celebre romanzo, "Il Gattopardo". Scopriamo insieme il fascino e il gusto di queste prelibatezze che conquistano il cuore di ogni goloso.

L'Abate Giuseppe Meli, medico e docente di chimica all'Università di Palermo, nel Settecento ci racconta "che delle Vergini sono i bei seni. Quanto eccellenti sono, tutti lo sanno. Salute a chi spende i suoi spiccioli A chi non ne mangia ci venga un malanno Io per una sola salirei sulla cuccagna O starei dentro incarcerato per un anno! Benedetta la madre che le vende Benedette le mani che le fanno.
Non dimentichiamo che anche Giuseppe Tomasi Di Lampedusa ne Il gattopardo cita, all'occasione del ballo dei Ponteleone, tra i tanti dolci presenti sulla tavola, le impudiche paste di Vergine.

Stiamo parlando di dolci, minne di vergini, simili per la loro rotondità a seni di fanciulla, anche se chi per non diffamare alcuna ritiene che sia stata suggerita dalle colline che la religiosa che le ha inventate, osservava dalla cella del convento, se ci fù libera interpretazione è solo dettata dalla malizia, tipicamente maschile, e di Tomasi di Lampedusa che nel Gattopardo le ha definite impudiche paste delle Vergini.


Il Santo Uffizio, c'era ma era impegnato nel perseguire streghe, peccatori della morale, eretici o comunque agitatori, sobillatori e diffusori di idee e stili di vita, credenze e superstizioni o avrebbe sicuramente pensato di proibirle e non solo.

Si lo so in molti commettono l’errore di confondere i Minni di virgini con i Minnuzzi di Sant’Agata, dolce tipico catanese in onore di S.Agata che si festeggia il 4 febbraio. In realtà questi ultimi sono ripieni di ricotta, cioccolato e canditi e ricoperti di una glassa bianca al cui centro svetta una impertinente ciliegina candita, a mo’ di capezzolo.

Di sicuro in questo nostro breve escursus su questi due dolci e la loro somiglianza, stiamo riscontrando che quello che non manca è il sentimento nella preparazione dei dolci siciliani e della loro sicilianità.

Non é mai messo in dubbio il connubio tra la qualità delle materie prime, il rigore del procedimento e la riscontrata fantasia dei nomi del prodotto finito. Realizzato con farina, uova, latte, lievito, non dovrebbero mancare la zuccata, la crema, l’essenza di garofano e di cannella, qualche pezzo di cioccolato e… quant’altro ispira il Signore.

Le “Minne di Virgini” o per i più pudici le “Paste di Regina” o “Petti di Regina” o ancora “Paste delle Vergini” di tomassiana memoria, senza escludere che lo scrittore le abbia apprezzate nella vicina Santa Margherita e che le ha fatte entrare di diritto nel suo romanzo, “Il Gattopardo”, il dolce di cui parliamo era tipico di Sambuca di Sicilia, libro omaggio ad un’isola che non è più, ma che nonostante tutto vuole ancora apparire; una Sicilia che diventa come le paste di oggi, ricercate nella forma, buone al contenuto ma incapaci di catturare attenzione. Zabut è nella Valle del Belice, per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la cittadina è inclusa nel club de I borghi più belli d'Italia.

Ritorniamo al dolce, non a quello di Agata che è legato alla volontà della giovane catanese di non abiurare la propria Fede, fino allo strappo del seno. Con quel dolce si omaggia così la memoria di un martirio, in Sicilia abbiamo anche “l’Ucchiuzzi” di Santa Lucia ,ma è un altra storia.

Ritorniamo all'origine a Sambuca di Sicilia e a dove il dolce è conosciuto, con l'appellativo di "Minni di virgini", seni di vergini. Ghiottoneria della massima espressione della fantasia dolciaria del sud, che é legato indissolubilmente alla Sambuca-Zabut del XVIII secolo, ed in particolare alla nobile famiglia Beccadelli con donna Marianna Gravina. Nell'anno 1725, la suora Virginia Casale di Rocca Menna, creò in occasione del matrimonio del Marchese don Pietro Beccadelli con donna Marianna Gravina, una delle più buone paste della pasticceria siciliana. Un dolce, che ci porta dentro il Collegio di Maria, dove le monache, alla stregua di tutti gli altri monasteri siciliani realizzavano, per potersi mantenere, confezionavano dolci per sopravvivere, vedi i dolci di frutta martorana. Un filo collega i dolci ai conventi.



Non sono presenti ancora recensioni.
0
0
0
0
0
Torna ai contenuti