La bottiglia della gazzosa

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La bottiglia della gazzosa

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Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Lunedì 21 Ott 2024 ·  3:30
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Ritorno al Passato: La Magia della Bottiglia di Gazzosa

La  bottiglia con la pallina o bottiglietta con la biglia, o meglio la bottiglia Codd, la bottiglia della gazzosa
Era conosciuta come è un tipo di bottiglia usato per le bevande gassate, quali la gazzosa che dispone di un particolare e unico sistema di chiusura basato sulla presenza di una biglia di vetro nel collo.
La bottiglia di Codd è realizzata tramite una doppia strozzatura sul collo, alla base e all'imboccatura, in modo da contenere una biglia di vetro ed una guarnizione di gomma vicino all'imboccatura.
Dopo essere stata riempita con la bevanda, la bottiglia viene capovolta e viene iniettata l'anidride carbonica ad alta pressione. Quando la bottiglia ritorna in posizione, la pressione del gas spinge la pallina in alto verso la guarnizione posta sull'imboccatura, sigillando la bottiglia.
L'impulso decisivo all'industria delle bibite gasate si deve al meccanico francese Jules Hermann-Lachapelle, che alla fine degli anni 1860, inventò un macchinario in ghisa, bronzo e rame, destinato ad essere adottato in tutto il mondo. L’innovazione tecnologica che seguì e siamo agli esordi della produzione di bibite gassate, era la cosiddetta "bottiglia con la pallina". Questo sistema diede luogo alla produzione di queste bottiglie, siamo nei primi del 1900, era la produzione artigianale della gassosa torbida, venduta in bottiglie di vetro porta a porta.
Prima della produzione casalinga era un’abitudine prepararla in casa, imbottigliandola e lasciandola qualche giorno sui balconi di casa, esponendo le bottiglie al sole così che nella bibita si formasse il gas, è grazie a un processo di fermentazione al sole del liquido racchiuso nelle apposite bottiglie da gazzosa, la bevanda acquisisce le caratteristiche "bollicine" di anidride carbonica, procedimento poco pratico e rischioso, ma soprattutto in assenza di una tecnica di produzione efficace, le bollicine dopo poco tempo svanivano. Per quelle imbottigliate industrialmente lo si potrebbe considerare una data di conservazione ottimale del prodotto, se la pallina cade era stata imbottigliata molto tempo prima.
Con gli anni sessanta il tappo delle bottigliette venne modificato e sostituito con il tappo a corona e la distribuzione cominciò ad allargarsi a tutta la regione, scompaiono le bottiglie di Codd e le storiche e pesanti casse di legno, sono sostituite dalle cassette di plastica.
Di bibite gassate, in quei tempi troviamo la gazzosa e la spuma, la consumazione abituale era il famoso quarto di vino con la gassosa, lo sciampagnino, in realtà era spesso usata per aggiustare i vini che risultavano poco gradevoli al gusto, la spuma altra bevanda, ma troviamo anche, la gassosa al caffè una tipica bevanda analcolica calabrese, frutto dell'unione della gassosa e del caffè, altri ci diluivano la birra.
La Spuma una bibita a base di acqua gassata, zucchero, caramello e aromi.
La gazzosa in bottiglia con la pallina dagli anni ’20 ne ha fatta di strada, 40 anni dopo, infatti, riuscì ad espandersi commercialmente, non c’era festa o pomeriggi assolati e domenicali al bar o in famiglia che non fossero accompagnati da una.

Precedentemente l’acqua minerale gasata di origine naturale era un prodotto venduto quasi solo nelle farmacie, la bevanda più “povera” nei bar e nelle osterie era un'acqua molto gasata chiamata ”acqua di seltz”. Veniva prodotta e imbottigliata, immettendo il gas in un sifone ermetico inventato appositamente per permettere l'erogazione graduale della bevanda, senza perderne l'effervescenza.
Comunissimo sino agli anni cinquanta negli esercizi pubblici, per la preparazione dei cocktail, il sifone è una bottiglia di vetro pesante molto grossa, con una valvola a rubinetto al posto del tappo.
Che fine facevano le bottiglie che non avevano il reso, si rompevano si prendeva la pallina e si giocava a sgorbio per strada.



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