La grotta della Sibilla a Marsala
Pubblicato in Città Paesi Borghi · Martedì 15 Apr 2025 · 2:30
Tags: grotta, della, Sibilla, Marsala, chiesa, di, San, Giovanni, Battista, Capo, Boeo, XIV, secolo, Gesuiti, battistero, cristiani, lilybetani, curiosità, turistiche, Sicilia
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La grotta della Sibilla a Marsala
La Grotta della Sibilla si trova all'interno della chiesa di San Giovanni Battista, situata su Capo Boeo, appena fuori dalla città.
La chiesa fu costruita nel XIV secolo dai Gesuiti e dedicata a San Giovanni Battista, compatrono di Marsala. La sua particolarità risiede nell’aver inglobato una grotta scavata nella roccia sottostante, utilizzata dai primi cristiani lilybetani come battistero.
La grotta si trova a circa 5 metri sotto il pavimento della chiesa e vi si accede tramite una scalinata scolpita nel tufo. Essa conduce a un ambiente circolare sormontato da una cupola, il cui lucernaio è visibile a livello del pavimento superiore.
Secondo la tradizione greca, le Sibille erano sacerdotesse ispirate da Apollo, dio delle profezie. L’oracolo più famoso era la Pizia di Delfi, che entrava in uno stato di trance profetico masticando foglie di alloro o inalando i vapori provenienti da una fenditura nel terreno. In entrambi i casi, si credeva che fosse il dio stesso a parlare attraverso di lei, pronunciando i suoi celebri e spesso ambigui oracoli.
I poeti romani narrarono la leggenda di una Sibilla, originaria dell’Oriente, a cui Apollo offrì di esaudire un desiderio pur di conquistarla. La profetessa chiese di vivere per un numero di anni pari ai granelli di sabbia contenuti in una manciata, che risultarono essere mille. Tuttavia, dimenticò di chiedere anche l’eterna giovinezza e col tempo divenne così vecchia e raggrinzita da poter essere rinchiusa in una bottiglia, appesa nel tempio di Cuma. Quando alcuni bambini le chiesero cosa desiderasse, ella rispose: “Voglio morire”.
Secondo la leggenda, prima di pronunciare i suoi responsi, la Sibilla compiva un rituale: si immergeva nelle acque di tre grandi vasche, elemento fondamentale di purificazione, e poi si sedeva su un alto trono per consultare l’oracolo.
Il responso veniva scritto su foglie di palma, che il vento, suscitato da Apollo, spargeva.
Questi oracoli andavano a formare i celebri Libri Sibillini, testi sacri redatti in greco e custoditi con grande cura, consultati solo in situazioni di estrema necessità. L’accesso a tali libri era riservato a pochi sacerdoti legati al culto apollineo.
È importante ricordare che la religiosità arcaica della Sicilia si identificava soprattutto con il culto di Demetra e Core, ma col tempo queste credenze si fusero con altre tradizioni, dando vita a un ricco sincretismo.
Il fascino e il mistero della sacerdotessa di Apollo non hanno mai abbandonato la memoria collettiva. A Marsala si crede che ella si sia ritirata proprio in questo antro. È un luogo unico, dove si fondono il mito della Sibilla e il culto di San Giovanni Battista, al quale la chiesa sovrastante è dedicata fin dal 1399.
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