La Pignolata messinese un dolce tipico

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La Pignolata messinese un dolce tipico

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Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Mercoledì 30 Ott 2024 ·  3:30
Tags: PignolatadolcetipicoMessinastoriabicoloretradizionesiciliana

La pignolata messinese, dolce siciliano

Scopri la deliziosa pignolata messinese, un dolce che racconta la tradizione siciliana. Ti porteremo a conoscere la sua storia e quella di Macalda da Scaletta, ti porteremo a conoscenza del perchè la pignolata messinese è bicolore, o è solo un pretesto per introdurre una storia, quella di Macalda  ed il vespro siciliano del 1282.

Ritorniamo al dolce, questo particolare dolce bicolore, sarebbe stato creato dalle suore della Carità di Messina e c'è chi riscontra un legame tra i mitici fondatori della città peloritana Mata e Grifone, per il colore, quello scuro di Grifone e quello candido di Mata. Mata e Grifone, la gigantessa ed il gigante che, dal 10 al 14 agosto, sono portati in processione per Messina.
La leggenda narra che ai tempi delle invasioni saracene in Sicilia, attorno al 970 d.C., un moro di dimensioni considerevoli, Hassas Ibn-Hammar, sbarcato a Messina si innamorò di Marta, originaria di Camaro. Il nome della fanciulla, diventò in breve Mata. Il pirata chiese la mano della donna, le loro nozze furono celebrate dopo la conversione del moro al cristianesimo, il nome divenne Grifo, fondarono Messina, da qui il dolce bicolore a richiamo di qusta legenda.
A onor del vero troviamo i giganti anche oltre lo stretto al di la del faro come si usava dire una volta, nella costa calabra abbiamo un Mata e Grifone, come in Sardegna, come in Spagna, ma il dolce, la pignolata, è tipico messinesee lo si prepara nel periodo invernale e carnevalesco. Le suore avranno avuto altre idee.

Un’altra versione della storia, è legata ad un fatto storico accaduto nel 1190. In tale anno, il re d’Inghilterra Riccardo I Cuor di Leone, giunse a Messina da dove doveva muovere la Terza crociata per liberare dai musulmani il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Durante la permanenza in città il monarca si accorse che i messinesi erano privi della libertà perché ancora oppressi dai greci bizantini. Il Re d’Inghilterra, non volendo usare la forza per soggiogarli, pensò di dimostrare la sua potenza facendo costruire sul colle di Roccaguelfonia. Prima ancora che venisse ultimato, il popolo lo battezzo' col nome di Matagriffon coniando Mata, da Macta (ammazza) e, Griffon da Grifone (ladro, ma anche “greco”). I greci bizantini, lasciarono la città, ed il popolo Messinese riacquistò la libertà. Il bianco espressione della libertà il nero simbolismo della oppressione. Che sia una forzatura, dato che l'imponente forte san salvatore è del 1600, il forte meglio conosciuto per via  della statua della madonna della lettera, mentre la real cittadella è del 1700.

Forse ricordare il proibizionismo delle feste che disturbavano le funzioni religiose del 1600, e che sortirono un effetto opposto, vedi il Trattato contro i giochi pubblici del 1609, del gesuita Juan de Mariana.
Ha prodotto l'intento di retrodatare forzatamente le tradizioni e le feste per dargli più valore.
Ed è anche doveroso ricordare che i dolci offrono un legame con le festività. Si cerca di contestualizzare questo legame per evidenziare il perché le feste hanno ricette particolari, rituali e legame con i santi. Il cibo è importante, tanto da essere il nucleo intorno al quale la festa si struttura, la prova è che la celebrazione dopo la solenne processione si restringe verso la consumazione di un alimento rituale. L’atto alimentare, non svolge la sola funzione di soddisfare il bisogno fisiologico dell’essere umano ma veicolano messaggi e comunicazioni.
E la pignolata, è e rimane un simbolo della tradizione dolciaria delle suore a Messina.

Del castello Mata Mori o Rocca Guelfonia oggi abbiamo soltanto una torre ed il Tempio-Sacrario di “Cristo Re” e la storia di Macalda da Scaletta.


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