Marettimo, arcipelago delle Egadi
Il castello di Punta Troia è sito nell’omonimo promontorio dell’isola di Marettimo e si trova a strapiombo sul mare, caratteristica che, dal punto di vista difensivo, costituiva un prezioso requisito. Sul perimetro che circonda il castello vi è una cisterna e si può ipotizzare che sia quella che il Pepe citava come cella di reclusione.
Il piano inferiore è costituito da un solo ambiente e da una scalinata che conduce al piano superiore a cui si accede tramite una sorta di androne e, attraverso un piccolo passaggio, chiuso da un cancello si arriva ad una piccola scalinata che porta ad un terrazzamento dove vi sono varie stanze.
A differenza dei forti di Favignana, il castello di Punta Troia è stato recentemente ristrutturato ed è aperto al pubblico.
I due edifici hanno nature diverse: case romane ha carattere di tipo militare mentre la chiesetta bizantina peculiarità religiosa. Il primo edificio a scopo difensivo, struttura quadrata in opus reticolatum e caratterizzata dalla presenza di ampie arcate interno di sostegno, risale all’età tardo repubblicana o comunque romana. Aveva un complesso sistema di strutture utili a convogliare la raccolta dell’acqua. Si ipotizza anche che l’edificio sia stato convertito dal IV-V d.C. da alcuni monaci africani qui rifugiati durante le persecuzioni vandale.
Con la Rivoluzione francese il "Real Castello del Maretimo" divenne un terribile prigione, soprattutto per prigionieri politici: nel 1793, il Castello contava ben 52 prigionieri politici, ammassati in una prigione ricavata in una vecchia cisterna detta "la Fossa". Le condizioni della prigione vennero descritte nelle sue Memorie da Guglielmo Pepe, che vi fu rinchiuso dal 1802 al 1803. Nel 1844 il re Ferdinando II, dopo averlo ispezionato, decise di chiudere la prigione. Durante le “grandi” guerre venne adibito a punto di avvistamento militare. Il Castello ospiterà un Museo delle Carceri e un Osservatorio della Foca Monaca dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.
La chiesetta bizantina risale ai primi secoli del cristianesimo. Quasi adiacente all’edificio romano, è di forma rettangolare lunga circa 10 metri, con un ingresso principale ed uno laterale, con volte a botte e quattro pilastri centrali. La chiesetta ha un’unica navata divisa in tre campate di cui quella centrale è la più alta e termina con una volta emisferica. Lo stile richiama molto quello orientale, ciò porta ad ipotizzare che la chiesetta sia stata eretta intorno all’ XI secolo da monaci di rito bizantino, su di una precedente base di culto cristiano.
La Spiaggia Praia Nacchi di Marettimo è situata sul versante orientale dell'isola. Si tratta di una delle rare spiagge dell'isola raggiungibili non solo in barca ma anche a piedi. E' una suggestiva insenatura di ghiaia e scogli. Per raggiungerla si deve intraprendere un sentiero che parte dal paese.
Le grotte marine sono la principale attrazione dell’isola.
La grotta della Bombarda, il cui nome deriva dalla risacca che genera un boato simile ad una bomba. Imperdibile è anche la Grotta del Presepe che grazie alle sue conformazioni rocciose, stalattiti, stalagmiti e depositi calcarei, formano figure che ricordano i personaggi della natività.
La Grotta del Cammello, che prende il suo nome dall’omonimo scoglio che ha la forma di un grosso cammello. Il mare è azzurro, ed a mezzogiorno il sole penetra attraverso l'apertura circolare della volta, creando riflessi e giochi di luce. Per molti anni questo è stato il rifugio della foca monaca, poiché grazie alle spiaggette di ghiaia e sabbia la foca monaca trovava riparo, per riposare, mutare il pelo, partorire ed accudire i suoi cuccioli.
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