Jean-Pierre Louis Laurent Houël ed il Grand Tour in Sicilia

Blog di clicksicilia.com

Benvenuti nel blog di clicksicilia, il posto perfetto per scoprire tutte le informazioni e le curiosità sulla meravigliosa Sicilia. Qui troverete articoli interessanti su luoghi da visitare, tradizioni locali,
piatti tipici e molto altro. Siamo appassionati di turismo e desideriamo condividere con voi le nostre esperienze e consigli per rendere il vostro viaggio in Sicilia indimenticabile. Scoprite con noi i tesori nascosti dell'isola, le sue spiagge incantevoli, le città d'arte e i borghi pittoreschi. Siamo qui per accompagnarvi in un viaggio alla scoperta delle meraviglie di questa terra affascinante.
Vai ai contenuti

Jean-Pierre Louis Laurent Houël ed il Grand Tour in Sicilia

Il blog di clicksicilia, informazioni e curiosità per scoprire la Sicilia
Pubblicato in Cultura e Società · Giovedì 07 Mar 2024
Tags: JeanPierreLouisLaurentHouëlGrandTourSiciliapittoreviaggioautoriclassiciNapoliPalermobattelloisola
Jean-Pierre Louis Laurent Houël (Rouen, 28 giugno 1735 – Parigi, 14 novembre 1813) ed il Grand Tour
È nel 1770 che il pittore effettuerà il primo viaggio in Sicilia. Mentre nel 1772, completati gli studi in Accademia, ritorna a Parigi. Nel 1774 viene ammesso all'Accademia Reale di Pittura e Scultura permettendogli così di esporre al Salon Official di Parigi l'anno successivo dove esporrà anche alcune vedute della Sicilia e di Roma.

Nel marzo del 1776, ottenuti dei finanziamenti dal governo francese, tornerà in Sicilia. Durante il suo soggiorno in Sicilia, visita le città di Marsala, Segesta, Sciacca, Selinunte, Palermo, Termini, Cefalù, Tindari, Vulcano, Lipari, Messina, Taormina, Catania, Aci Catena, Belpasso Valcorrente, Agira, Adrano, Centuripe, Sperlinga, Palazzo Adriano, Enna, Siracusa, Palazzolo Acreide, Modica, Scicli, Ragusa, Camarina e Agrigento, itinerario che racconta all'interno dei quattro volumi del Voyage.

Per eseguire il viaggio il pittore si documenta leggendo autori classici, il viaggio comincia a Marsiglia, dove s'imbarca per Napoli.
Giunge a Palermo il 15 maggio 1776 su di un battello. Girerà l'isola per ben tre anni fino al giugno del 1779.
Rientrerà poi a Parigi. Nel corso del viaggio realizzerà oltre 200 tavole, che verranno raccolte nei quattro volumi del Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari tra il 1782 e il 1787.
La raccolta sarà una delle più importanti opere del XVIII secolo durante il Grand Tour.
Occorreva un viaggiatore aperto alle nuove esperienze e pronto con ottimismo ed energia ad affrontare i disagi ed i pericoli in una terra a lui straniera e povera.
Ognuno dei viaggiatori che è giunto in Sicilia l’ha osservata da diversi punti di vista: dall'analisi storico-antropologica, paesaggistica. Tra i luoghi maggiormente visitati dagli intellettuali del Grand Tour nel loro viaggio in Sicilia spicca tra tutti l'Etna, con l'ascesa al cratere, le Isole Eolie, località come Acireale, Siracusa, Segesta, Selinunte, note per le bellezze architettoniche d'arte classica che ospitano. Alcuni hanno visitato anche luoghi "insoliti", come la Villa Palagonia a Bagheria o il Deserto delle Macalube di Aragona, il Castello di Sperlinga.

L'Ottocento fu tra le altre cose il secolo chiave del Grand Tour per i siciliani: il viaggio compiuto da europei benestanti che desideravano scoprire i più antichi luoghi del continente, non era semplice da visitare, poiché mancava quasi del tutto di strade e di luoghi di ristoro, c’erano località che nel periodo che va dal 1500 al 1700 non aveva avuto praticamente rapporti con il mondo esterno, eccettuati gli spagnoli che la presidiavano e i cavalieri di Malta.

Il Grand Tour giunse molto tardi rispetto al resto d'Europa (dove le prime esperienze di viaggio di piacere erano incominciate già nel lontano 1400): fino al XVII secolo erano rarissimi i viaggiatori stranieri che decidevano di recarsi oltre il confine di Roma oppure di Napoli, per cui la Sicilia era immaginata come una terra misteriosa, quasi come per i romani l’Africa, era sconosciuta: «Hic sunt leones, che significava: qui non sappiamo che cosa ci sia perché nessuno ci è andato».

Così tra la seconda metà del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, quando ormai gli studi d’un ipotetico viaggio, seguendo le prime guide di chi già ci era stato, da vita ad un tour in terra sicula, giungono i primi viaggiatori, soprattutto francesi e inglesi, che lasciarono alcune delle più importanti testimonianze sulle città al tempo borbonico. La condanna unanime era che la modernità che si stagliava davanti ai loro occhi non era degna di identificarsi nemmeno con l'ombra di quella antica, si era letto ed immaginato di tutto su questa terra, ma nel settecento rovine, assenza di strade, rivolte popolari, con terremoto e la fine del 600 inizia una nuova era per l’isola.

Il viaggiatore del Settecento era un uomo che si spostava per ragioni varie, chi per interessi economici, chi per un governo o un militare, ma in genere era un intellettuale o un artista che compiva un viaggio di apprendistato spinto dalla curiosità e da un certo spirito di avventura.
Viaggiare in Sicilia allora era assai complesso, richiedeva parecchio tempo e soldi, inoltre il viaggiatore si muniva di lettera di "raccomandazione" presso i nobili del luogo o i monasteri per trovare rifugio e assistenza. Allora non esistevano gli alberghi ed i pochi luoghi di soggiorno erano poco raccomandabili. Così il viaggiatore si faceva spesso accompagnare nei luoghi da delle guide locali, in genere le personalità in vista.
Occorre ricordare che l'isola della Sicilia cambiò volto dopo che venne ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1693 in stile barocco.
Splendidi edifici avrebbero ornato le vie, proprio come oggi abbiamo modo di vedere, tuttavia il forte contrasto tra la nobiltà e il clero e la gente comune e parecchio povera era sempre più evidente.

Fonti di questo articolo:


Non sono presenti ancora recensioni.
0
0
0
0
0
Torna ai contenuti